Doomsword (DeathMaster)
Intervista raccolta da Eugenio Giordano.
Ciao ragazzi e complimenti per il vostro nuovo platter “let battle commence”, per incominciare possiamo parlare della storia dei DoomSword, quali sono stati fin qui gli episodi più importanti della vostra carriera?
Beh…direi inanzitutto i vari contratti con le label, e sicuramente il contratto con la Dragonheart, che sta lavorando con noi in maniera fantastica.
Sicuramente ciò che ha cambiato la vita della band è stata la prima data live con i Manilla Road.
Di questo noi siamo veramente fieri perchè non penso ci siano molte band che possano vantare una sfilza di live come i nostri. Abbiamo diviso il palco solo con mostri sacri dell’Heavy Metal, come Omen, Brocas Helm, Blitzkrieg, Jag Panzer e prossimamente Heir Apparent. Grazie a questo nostro approccio abbiamo ottenuto una considerazione stellare in Germania. Sinceramente, non è tanto una questione di essere considerati una buona band… è che ci vogliono proprio bene ahah! Ormai ogni nostro fan è un nostro amico…
Siete sempre stati molto legati alle vicende storiche dei popoli vichinghi, anche per il nuovo album vi siete affidati a queste tematiche, cosa vi attrae maggiormente di questa pagina della storia medievale? Avete letto la mia nota storica in coda alla recensione?
Ho letto la tua nota storica…come non farlo…è più lunga della recensione eheh!
È molto accurata complimenti. Chi non aveva idea di cosa si stesse parlando ora ha un quadro abbastanza chiaro…vorrei buttarmi tipo forum su alcuni particolari che si discostano dalle mie informazioni, ma questa è un’altra storia…
Credo che la passione per la storia abbia permeato buona parte della mia vita, e in particolare ho dedicato buona parte dei miei studi al medioevo scandinavo. Credo che non ci siano ragioni particolari per giustificare questo tipo di passione, credo semplicemente che per carattere, personalità e approccio alla società ci sono persone che nascono semplicemente nel posto sbagliato…
Bastano pochi minuti di ascolto per rendersi conto che “let battle commence” possiede un sound davvero potente ed energico, ho saputo che la Dragonheart Records vi ha lasciato registrare il disco nella massima libertà, come avete lavorato? Quali studi avete utilizzato per le registrazioni?
Massima libertà è l’espressione da usare.
Ci hanno semplicemente detto “andate e spaccate tutto”. Così siamo rimasti nei nostri studi per due mesi, anche per dedicare molto spazio al lato “cinematografico” del disco (samples e rumori di fondo) che ormai è un nostro trademark, così come le copertine di Arbo e le foto molto poco riconoscibili.
Alex Festa, il nostro fonico ormai da tre dischi sta migliorando di giorno in giorno, ti assicuro che i dischi sucessivi a DoomSword suonano anche meglio, quindi non potete che aspettarvi un miglioramento costante sotto questo punto di vista.
Il song writing alla base del nuovo disco mi pare veramente efficace ed ispirato, i brani dei DoomSword sono molto articolati e spesso decisamente lunghi, eppure colpite sempre nel segno, come lavorate durante la composizione dei pezzi?
Beh… è un processo un pò particolare. Io parto dal titolo. Poi cerco una qualsiasi immagine che rappresenta al meglio la scena evocata del titolo. Come per esempio in Woden’s Reign, dove per figurarmi un esercito di vichinghi davanti le mura di York ho usato il dipinto di copertina. Quindi cerco di tirare fuori la bozza della canzone. Adatto le liriche e cerco di portare un qualcosa che sembri una canzone al vaglio del gruppo.
Insieme l’arrangiamo e cerchiamo di dare una struttura definitiva.
Non sempre la creazione delle canzoni è opera mia, a dire il vero non è stata volontaria la scelta di lasciarmi comporre la quasi totalità dell’album. Nell’album precedente ho lavorato in fase di composizione con The Forger molto più che in questo, ma niente era stato predeterminato.
In fondo l’ispirazione non aspetta nessuno, quando arriva arriva come il Natale, e l’unica cosa che puoi fare è sfruttare questi momenti.
Ogni brano del nuovo “let battle commence” si basa su una ossatura chitarristica indistruttibile, mi pare che questo aspetto sia stato maggiormente perfezionato rispetto ai precedenti “DoomSword” e “resound the horn”, voi condividete questa mia osservazione?
Sicuramente la base chitarristica del disco è più massiccia degli album precedenti, anche grazie al progressivo abbassamento dell’accordatura.
L’approccio dell’album è certamente più aggressivo, anche se non sono molto d’accordo con chi inventa strane definizioni, posso capire chi ha definito la nostra musica “War Doom” o “Battle Metal”… Forse quest’album è più giocato su una base ritmica più compatta rispetto ai precedenti che puntavano leggermente di più sulla melodia.
Ancora una volta il vostro suono si dimostra ancorato alle atmosfere epiche e trascinanti, alle tematiche belliche, ma in molti frangenti del platter possiamo ascoltare passaggi oscuri, cadenzati, che rendono drammatica ed emozionante ogni composizione; si tratta di una scelta precisa oppure è il vostro naturale modo di scrivere?
Nei DoomSword niente è predeterminato. Ma è chiaro che si cerca sempre di dare l’atmosfera giusta al tema della canzone. Insomma te la vedi “Blood Eagle”, il rituale macabro dell’aquila di sangue, musicata tipo Eagle Fly Free?
A prescindere da questo comunque lo stile di un artista diventa abbastanza chiaro dopo 3 album. Non credo che i DoomSword abbandoneranno mai definitivamente le loro escursioni in sonorità lente ed oscure.
Come vanno le cose con la vostra casa discografica? Mi pare che la Dragonheart punti molto su di voi e abbia organizzato nella maniera migliore l’uscita di “let battle commence”, potete dirmi qualcosa in merito.
All’inizio ero un pò dispiaciuto del fatto che l’etichetta si fosse presa così tanto tempo per pubblicare l’album. Ma il lavoro di promozione e distribuzione dell’album è stato così massiccio che non posso far altro che ringraziare del lavoro.
Sinceramente non avrei mai pensato di fare complimenti a un’etichetta perchè io sono esigente, ma tant’è… molto meglio così.
Molti vi considerano una band di culto in Italia, avete un grosso seguito anche in Germania e in Grecia, ma vorrei sapere da voi quale sia il segreto del vostro successo? Il metal epico evidentemente non ha conosciuto l’eclissi del tempo, come invece molti sostengono.
Non so cosa spinga i fan a essere così attaccati a noi, e cosa provochi tanto calore nella reazione della gente soprattutto dal vivo. Non credo però sia dovuto al genere che suoniamo, anche perché per dire che l’heavy epico non ha conosciuto crisi bisognerebbe poter citare band che l’hanno mantenuto vivo. Ma siccome a partire dall’alto, dai capostipiti Manowar, che avrebbero dovuto tenere alta la bandiera, abbiamo avuto solo un certo periodo di oscurità (solo perchè effettivamente dire che oggi i Manowar fanno epic è un pò dura…), credo proprio che alla fine tutta la scena abbia fortemente sofferto. A dire il vero non vedo nemmeno tutta sta rinascita, ci sono delle ottime band che sono le stesse però da qualche anno a questa parte.
Parlando tra musicisti, a fare Heavy Metal vero sono 15 persone in Italia…e anche all’estero ormai sono sempre i soliti.
Potete dirmi quali sono i vostri piani per supportare “let battle commence” dal vivo, avete pianificato un tour in Italia, avete piani simili anche per quanto riguarda l’Europa?
Per ora è confermata la partecipazione al Bang Your Head, ed è in programma un tour a Gennaio in Italia Svizzera Austria Germania (ovvio) Francia Olanda e Belgio, ancora da confermare.
E’ giunta da poco la notizia del vostro ingaggio in un importantissimo festival metal tedesco, potete dirmi come vi sentite dopo una soddisfazione del genere, la Germania si è sempre dimostrata generosa con i DoomSword se non sbaglio.
Come posso sentirmi, ho sempre partecipato a quel festival da spettatore…guardando le band sognavo “anch’io ci suonerò qui!”. Ora è arrivata la resa dei conti però devo dire la verità come in ogni occasione non mi sento emozionato o intimorito, ma estremamente motivato e determinato. Come dico sempre io “get what you deserve”.
Molti ragazzi oggi considerano epic metal tutta una serie di band che di epic hanno solo il nome, voi siete degli alfieri dell’epic, quali sono stati i vostri maestri e quali sono le band che oggi stimate maggiormente?
Dunque…parlando della scena italiana posso citare in primis Thunderstorm, Battle Ram, Holy Martyr e Wotan. All’estero adoro Skullview, Slough Feg, Solstice e Twisted Tower Dire.
Le nostre influenze sono abbastanza chiare comunque non credo ci sia bisogno di dire ancora una volta che senza i Bathory i DoomSword non ci sarebbero…
Vi ringrazio di cuore per il tempo che mi avete concesso, questo spazio lo lascio a voi per rivolgervi ai nostri lettori.
Beh…mi sento anche un pò in colpa a lasciare un messaggio a persone che sento ogni giorno…quindi alla prossima, Stay Viking e Skål!
…if you’re not a metalhead …
YOU MIGHT AS WELL BE DEAD!