Doro (Doro Pesch)
Resoconto di uno scambio di opinioni in compagnia di Doro Pesch, la Metal Queen tedesca per antonomasia, fresca della realizzazione di un album e due Ep.
Stefano “Steven Rich“ Ricetti
Il tuo recente Ep Celebrate contiene cinque pezzi, quali sono quelli che preferisci?
Night Of The Warlock e Celebrate, sia nella versione normale che in quelle con Biff Byford e tutte le altre musiciste coinvolte. Celebrate, in pratica, ha costituito la colonna sonora della serata durante i festeggiamenti per miei venticinque anni di HM, a Dusseldorf, lo scorso 13 dicembre.
Come è nata la collaborazione con il “Signor Saxon”?
Ne abbiamo parlato al Bang Your Head Festival, poi la cosa si è concretizzata più avanti. Biff lo considero un amico e fin da subito si è reso disponibile, con entusiasmo e trasporto.
Da dove proviene l’idea di scrivere il pezzo Celebrate con tutte le altre colleghe femmine?
E’ nata dal mio fan club durante un concerto a Bochum in un piccolo locale. Ho ho poi contattato donne che conoscevo di persona e di diversa estrazione vocale per creare il giusto contrasto. Alcune di Loro hanno suonato in studio con me mentre altre mi hanno mandato il pre-registrato ma in entrambi i casi l’eccitazione ti assicuro che era davvero elevata durante tutte la fasi di preparazione del brano.
Oltre a Celebrate è uscito anche Herzblut, un altro Ep…
Questo termine esiste solo in lingua tedesca: herz è il cuore e blut il sangue. Significa quando si fa una cosa con estrema convinzione e con il massimo delle proprie energie. E’ un Ep principalmente pensato per i mercati nei quali la canzone Herzblut è stata cantata.
Proprio questo stavo per chiederti: nel disco c’è la versione in francese, spagnolo e portoghese ma non in italiano. Una svista?
No, assolutamente. Ho amici spagnoli e un’amica potroghese, la cosa è nata quasi per caso, senza troppo pensare. Da un’idea poi nascono subito delle deadline da rispettare e bisogna concludere in fretta. Se avessi avuto Luca sottomano sarebbe uscita anche in italiano ah,ah,ah!
Intendi Luca Princiotta, il chitarrista dei Clairvoyants, che ha suonato con te.
Si, esatto. Comunque ho in mente di rimediare, in qualche modo, se ce la faccio la proporrò in italiano dal vivo la prossima volta che passerò da voi.
Tornando a Herzblut, ho apprezzato il brano Share My Fate, molto Dark e diverso dal tuo classico approccio. Sei d’accordo?
Mi fa piacere che tu l’abbia apprezzata, è molto crepuscolare rispetto al miei standard ma proprio per questo vi sono affezionata, la considero una sorta di sperimentazione.
Fear No Evil, il tuo nuovo album, è nei negozi dal 31 gennaio scorso. Come lo descriveresti?
E’ molto variegato, proviene da un periodo molto positivo della mia carriera ed è pieno di energia. Le cose vecchie e quelle nuove coesistono alla grande in un giusto mix di melodia e parti più dure.
L’accostamento ai Warlock, però, è inevitabile, fin dalla copertina.
Il disegnatore è lo stesso che avevamo allora e la cover si rifà al testo di The Night Of The Warlock, quindi dubbi non ce ne sono proprio: ah,ah,ah!
I brani che più mi hanno colpito del full length sono la possente Caught In The Battle, la freschezza di On The Run e il miele di Walking With The Angels.
Devi sapere che per mettere Caught In The Battle all’interno dell’album ho dovuto litigare con la casa discografica: per loro era troppo violenta! Mi sono impuntata e alla fine ho vinto, sarebbe stato un peccato mortale non inserirla, dai! Ovviamente mi fa piacere che tu l’abbia apprezzata. Walking With The Angels spicca per la presenza di Tarja Turunen, poi io per gli angeli ho un debole, spesso penso a loro.
Quando scrivesti Fur Immer sapevi che sarebbe divenuto un anthem a livello planetario?
Assolutamente no, quantomeno all’inizio della stesura. Fur Immer è stata scritta in una situazione diversa dal mio mood musicale del periodo, per di più in Tedesco e vedere la gente di altre nazioni che apprezza questo pezzo quando suono al di fuori della Germania mi lascia sempre molto soddisfatta. Devo ammettere, però, che man mano prendeva forma la canzone definitiva mi sono resa conto che conteneva pura magia, è davvero molto profonda.
Qual è il miglior album di Doro, escluso l’ultimo Fear No Evil?
È difficile da dire. Io amo le canzoni in sé e non un album in particolare, li considero tutti miei figli e non riesco, sinceramente, a preferire uno all’altro, credimi!
Ok Doro, ma quello che hai detto vale anche per Machine II Machine?
Ogni disco fa parte di un momento della vita e lo fotografa appieno. L’esistenza è un susseguirsi di gioie e dolori. L’album che hai citato è stato molto criticato ma per me, a livello affettivo, è pari agli altri.
Quando hai iniziato con i Warlock nel 1984 ti saresti aspettata di poter poi girare il mondo con successo come “Doro”?
Ma va! Non pensavo nemmeno di arrivare a un disco, quando ho iniziato nel 1982. Allora l’HM era molto maschiista e mi rendevo conto di essere una mosca Bianca. Quando è uscito Burning The Witches e dal vivo riuscivamo a raggranellare centinai di paganti mi pareva un sogno. Per diventare “Doro” ho dovuto lottare, con i genitori, i parenti e in generale con il modo di vedere una donna nel mondo dell’heavy metal, ma ne è valsa la pena, senza dubbio. Di certo non avrei mai pensato di fare questo di mestiere. Non ti dico poi quando il nostro manager mi ha ordinato di mollare il mio lavoro ordinario definitivamente per partire in tour, nel 1986, con i miei idoli di sempre: i Judas Priest!
Sei sposata?
No, non lo sono e non lo sono mai stata. Non ho bambini, il mio amore per la musica e per i miei fan è totale.
Credi nel matrimonio?
Solo quando una persona è sicura di avere trovato il giusto partner di una vita è c’è il vero amore. Nel mio caso, essendo sempre in giro, come donna sarebbe davvero difficile portare avanti una famiglia come la intendo io. Apprezzo molto le coppie che riescono ad amarsi davvero per una vita intera.
Cosa pensi di:
LEE AARON – Gran persona! Sono una sua fan e la considero fra le mie migliori amiche.
LACUNA COIL – Cristina è bellissima ragazza! La musica non è propriamente il mio genere ma lei è davvero affascinante.
VIXEN – Abbiamo suonato insieme negli Usa non tanto tempo fa. La line-up è completamente stravolta rispetto al passato e solamente una di loro fa parte della formazione classica. Sono state sulla cresta dell’onda in passato, giustamente, ma ora fanno cose troppo comerciali per i miei gusti.
LITA FORD – Grandissima amica. Il mio chitarrista ha suonato con lei in passato, è una donna molto gentile e divertente. Ha girato dei bellissimi video, dove la sua carica sexy veniva valorizzata al meglio.
Sei un’icona dell’HM, dopo venticinque anni ininterrotti di carriera. Qual è stato il momento migliore e quello peggiore all’interno della tua vita artistica?
I miei highlight sono stati al Monsters Of Rock del 1986, quando mi esibii in un bill comprendente Scorpions, Def Leppard e Bon Jovi e, sempre in quell’anno, durante il tour con i Judas Priest. Il perdiodo peggiore, sicurtamente, quando sono finiti i Warlock.
Hai condiviso spesso lo stesso palco dei Motorhead. Dammi una descrizione di Lemmy.
Penso sia uno dei più carismatici personaggi dell’HM, inoltre una voce come la sua non ce l’ha nessuno. Possiede un grande sense of humor, è molto intelligente e reale. Amo Lemmy, ah,ah,ah! E’ un onore conoscerlo di persona ed aver condiviso del tempo con lui. Di sicuro vive la vita al 100%, attenendosi alle sue regole.
Stessa domanda per Biff Byford dei Saxon.
Biff è stato uno dei miei primi idoli in assoluto. Sono da sempre una grandissima fan dei Saxon. Lo considero un meraviglioso frontman, sul palco è ingombrante dal carisma che esprime, sa intrattenere la folla e la gente lo rispetta tantissimo: si sente nell’aria questa cosa. Per me è una grande fonte di ispirazone, ancora oggi.
Quali sono le migliri band della New Wave Of British Heavy Metal secondo te?
Saxon, Iron Maiden e Raven. Prima di loro Motorhead e Judas Priest.
Durante la tua infinita carriera hai avuto problemi con altre band, in generale?
Le band HM sono composte da galantuomini, nonostante i perbenisti pensino il contrario. Una delle mie più grandi soddisfazioni è stata quella di essere accettata e stimata dai colleghi oltre che dai fan. Mi hanno sempre trattato bene tutti, davvero: dal soundcheck al catering non ho mai avuto problemi gravi con le persone, solo piccoli inconvenienti come tutti, dovuti per lo più a situazioni tecniche indipendenti dalla volontà dei singoli. Sono stata fortunata durante la mia vita artistica, sia per i motivi appena esposti che per il fatto di aver girato il mondo su di un palco.
Fino a quando esisterà “Doro”?
Fino a quando morirò! Ah,ah,ah! A parte gli scherzi, finché i fan continueranno a seguirmi con il calore che mi tributano oggi e seguono i miei concerti, io mi sforzerò di ripagarli con la musica. Se dovesse spezzarsi, un giorno, questo legame, appenderò all’istante il microfono al chiodo.
Hai suonato spesso in Italia…
Penso sia uno di più bei paesi nel mondo, l’ultima volta ho visitato Lucca e mi è piaciuta molto. Gli italiani sono passionali, sanguigni e pieni di carica positiva. Avete un ottimo cibo oltre all’arte che interessa un po’ tutto il paese. I fan tricolori sanno sempre far sentire il proprio calore, mettendo a proprio agio l’artista straniero. Altro che i tedeschi, che sono sempre così chiusi e seri! Ah,ah,ah!
Stefano “Steven Rich” Ricetti