Dream Theater (John Petrucci)
Per tutti i fan di vecchia data a di recente corso, pubblichiamo un’intervista al guitar hero John Petrucci, realizzata negli scorsi giorni, grazie a una collaborazione tra Roadrunner Germany, Italian Dreamers e The Mirror, rispettivamente fan club italiano e tedesco della band newyorkese.
L’intervista è stata realizzata da Stefano Ceschi Berrini, con domande formulate dai fan. A tutti, buona lettura!
Stefano: Le voci che stanno girando su internet, dicono che il vostro album sarà una rock opera; in termini di composizione (considerando la vostra carriera trentennale) che valore e significato date a questo album? [domanda di Andrea Faro]
John Petrucci: Questo nuovo album è molto speciale per noi, in realtà è qualcosa che ha avuto inizio circa due anni e mezzo fa; ho avuto l’idea di scrivere un concept album basato su una storia che potesse essere anche un intero show dei Dream Theater a sè stante, che noi avremmo suonato dal vivo in luoghi molto speciali in giro per il mondo. E che avremmo registrato con strumenti reali, una vera orchestra e un vero coro. Così è stato un progetto molto, molto ambizioso fin dall’inizio. Ma la prima cosa che ho dovuto fare, è stato scrivere la storia; cosa che ho iniziato a fare circa due anni e mezzo fa. È stato subito dopo “Dream Theater” (l’ultimo album, ndr). Era l’estate 2013 quando ho iniziato.
S.: Che cosa vi ha spinto e quali sono state le situazioni che vi hanno portato a questa idea della rock opera? [domanda di Renato Moretti, Alessio Nieddu e Gabriele Sanna]
J.P.: C’è un tema molto forte nella storia, è molto complicata. Si svolge nel futuro, fra circa 300 anni. Siamo in un mondo distopico, dove qualcosa è andato terribilmente storto nella società, una sorta di ritorno ai tempi in cui c’erano gli imperi, e gli imperatori regnavano sul popolo, un po’ come quello che fu il feudalesimo nel medioevo, tanto tempo fa. Tutto ciò è avvenuto perché stavo pensando a quanto la tecnologia abbia preso il sopravvento, ed inoltre ci sono così tanti lavori che ora le persone non fanno più perché sono stati rimpiazzati dai robot. Così, la mia idea è stata quella di chiedermi come sarebbe se l’arte non fosse più creata dagli esseri umani, ma, dalle macchine, e così anche per la musica. Fondamentalmente questo è ciò che ha ispirato la storia.
Così, nella storia che ho scritto, in questo mondo del futuro, la sola musica esistente è creata da queste “NOise MAChineS”, quelle che si vedono sulla copertina dell’album. Queste creano una musica digitale davvero brutta, senza senso, che probabilmente non potreste apprezzare. Tu, da italiano, prova a immaginare un mondo senza arte e senza musica. Ecco, ci sarebbe un vuoto nelle persone e queste andrebbero alla ricerca di un cambiamento. C’è quindi questa persona, nata in una piccola città chiamata Ravenskill; con il dono della musica, che la gente vede come il Prescelto. È una figura simile a quella di Gesù Cristo [o, più banalmente, a quella di Neo in Matrix, n.d.c.], è visto come un salvatore. Lui ha il dono della musica e tutti sono meravigliati da questo, perché non sono abituati, non conoscono la musica. È come se lui cantasse le note per la prima volta, e la gente non sà cosa siano. Lui ha ispirato la rivoluzione nel popolo, ed ha ottenuto il potere e l’influenza della musica nella vita, nella cultura e nella società.
S.: Perché avete scelto “The Astonishing” come titolo?
J.P.: Questo titolo si riferisce in realtà a un sacco di cose. Nella storia, il popolo chiama Gabriel “The Astonishing” [colui che stupisce, ndr] ed in questo caso quindi sarebbe riferito a lui. Inoltre, accade qualcosa di grandioso alla fine della storia, c’è un grande cambiamento, e questo momento viene definito come “The Astonishing”. È una parola che quindi ricorre spesso durante la storia.
S.: Come avete affrontato il lavoro su questo album? È difficile pensare che abbiate realizzato tutto in studio in due/tre mesi… giusto? Ci avete lavorato su più sessioni? E poi: chi ha creato la storia, i personaggi e le mappe? I testi e la musica li avete scritti tutti insieme? [domanda di Cristina Pistarino, Guido Maschio e Gianluca Di Francisca]
J.P.: Per prima cosa si è iniziato con la storia, che ha richiesto circa un anno. Poi, mentre la scrivevo, ho iniziato a scrivere anche la musica; ho raccolto un sacco di idee musicali e poi, quando ho presentato l’intero concept alla band, io e Jordan abbiamo iniziato entrambi a raccogliere altre idee. Ci siamo incontrati nel novembre del 2014 ed abbiamo cominciato, solo noi due, a scrivere la musica. Nel 2015 siamo entrati in studio ed alcuni mesi più tardi abbiamo iniziato con le registrazioni; dopodiché ho iniziato a scrivere i testi. È stato un progetto molto lungo. Inoltre, l’intero album è stato arrangiato per un’intera orchestra e coro da David Campbell, che è un’icona e un maestro nel nostro mondo. Per questo ci sono voluti un sacco di energia, tempo e concentrazione nel lavoro; per cui è stato un progetto davvero enorme.
S.: Sul vostro sito state svelando tutti i personaggi; saranno interpretati tutti da James o ci saranno dei cantanti ospiti? Saranno presenti degli ospiti anche tra i musicisti? [domanda di Mauro Ingoglia]
J.P.: I musicisti ospiti saranno solamente i membri dell’orchestra. C’è un coro da concerto, un coro gospel [come in Scenes froma a Memory, la cosa fa ben sperare n.d.c.], ci sono alcuni solisti come un soprano, violoncellisti e violinisti. Non c’è nessun musicista rock, saremo solo noi Dream Theater. Pertanto, tutte le voci dei personaggi proverranno da James, il quale ha fatto un lavoro incredibile. È stato fantastico su questo. È stato in grado di entrare nel giusto stato mentale ed ha adattato la sua voce in modo da impersonare ogni diverso personaggio. È fantastico ciò che ha fatto, non vedo l’ora che possiate ascoltarlo. È davvero “cool”.
S.: Di chi è stata l’idea di presentare il nuovo album un pezzo alla volta sul vostro sito? È stata una vostra idea o della casa discografica?
J.P.: È qualcosa che volevamo fare noi, fin dall’inizio. Volevamo svelare l’album in modo molto misterioso ed artistico. Ne abbiamo parlato con la casa discografica e sono stati d’accordo. Così per alcuni mesi molti dei nostri fans dicevano: “Perché non arrivano più news dai Dream Theater? Dateci un aggiornamento!”. Abbiamo voluto di proposito
mantenere tutto molto silenzioso e riservato, perché sapevamo che avevamo questo modo speciale per svelare il tutto. Penso che la cosa migliore sia stata aver creato eccitazione e mistero e credo che tutto ciò abbia fatto sentire coinvolte le persone in quello che accadrà, perché la musica in questo album richiederà molta attenzione da parte degli ascoltatori. Ci sono più di 2 ore e 15 minuti di musica. È davvero lungo, 2 CD! Volevamo svelarlo in modo molto graduale, per aiutare la gente ad interessarsi in ciò che stavamo facendo. E fin qui penso che la cosa stia piacendo.
S.: Parliamo della differenza tra le due fazioni, impero e ribelli. Influenzerà le sonorità dei vari brani? [domanda di Mattia Rossi]
J.P.: Tutte le canzoni sono diverse tra loro, perché ognuna rappresenta una parte differente della storia. Se c’è una canzone che tratta dell’imperatore Nafaryus, avrà un tipo di sound. Se c’è una canzone che tratta di Arhys o Gabriel avrà un altro tipo di sound. Ci sono un sacco di stili musicali diversi in questo album, tutto pensato per dare anche una sensazione visiva mentre lo si ascolta.
S.: La trama ha qualche connessione con qualche vostro album precedente?
J.P.: No, è qualcosa di completamente nuovo.
S.: Perché avete scelto di dividere l’album in così tante tracce? Ci saranno delle tracce che potremmo definire dei brevi “filler”? [domanda di Raffaele Garraffo]
J.P.: Il motivo per cui ci sono tante tracce è perché, quando, io e Jordan abbiamo scritto la musica, l’abbiamo concepita come una sorta di colonna sonora per la storia. Così, ogni canzone rappresenta una diversa scena della storia e queste sono tutte differenti, ecco perché sono così tante. Alcune delle canzoni suonano molto “cinematografiche” [Petrucci ha conosciuto Turilli, per caso? n.d.c.] ed è difficile immaginarle a se stanti, poiché sono parte della storia. Altre canzoni, in realtà, sono piacevoli anche da sole. Ad esempio “Our New World”, che suona come se potesse essere anche una canzone separata dal resto dell’album. Ecco, ci sono un po’ di canzoni come quella.
S.: Che cosa rappresentano i NOMACS raffigurati a fianco ad alcune tracce? [domanda di Mario Iacovone]
J.P.: I NOMACS sono le “Noise Machines”. Creano una musica digitale vuota e senz’anima. (come già spiegato nella risposta alla seconda domanda, ndr) Nell’album ci sono 5 canzoni dei NOMACS.
S.: Il tour di supporto al nuovo album si svolgerà nei teatri. Questa è la prima volta che i Dream Theater fanno un tour come questo. Ci dobbiamo aspettare qualcosa di particolare? Avete pensato a qualche scenografia di supporto alla musica per comprendere meglio questa rock opera?
J.P.: Si, questo sarà un tour molto speciale. Normalmente, quando siamo in tour in tutto il mondo, ci capita di suonare in locations diverse tra loro. Suoniamo in qualsiasi posto, dai teatri ai grandi club, nelle arene, nei palasport ecc. Ma questa volta abbiamo voluto presentare questo show in location che fossero molto speciali; dove puoi sederti ed avere una grande ambientazione, dove si possa ascoltare in modo ottimale e sentirti immerso nello spettacolo per due ore e mezza. Abbiamo una speciale scenografia, realizzata da una compagnia molto creativa, che darà vita alla storia e ne ricreerà sul palco l’ambientazione. Dovrebbe essere molto interessante, visivamente stimolante, divertente da guardare e da ascoltare.
S.: Ci saranno degli ospiti durante questo tour? Un’orchestra di supporto, per esempio?
J.P.: Non in questo tour, perché viaggiare con la quantità di persone che ci servirebbe per orchestra, coro, ecc. sarebbe impossibile. Stiamo pensando che forse, in futuro, se filmeremo il live per un dvd, sceglieremo una location speciale ed allora lì avremo un’orchestra ed un coro dal vivo. Ma in questo tour, la musica orchestrale ed i cori non saranno live. Saranno parte del film che vedrete mentre noi suoneremo.
S.: Stiamo ancora aspettando che facciate un dvd in Italia… (risate)
J.P.: (ridendo) Lo so, lo so! Sarebbe un grande paese per farlo. Hai assolutamente ragione. Sarebbe una buona idea.
S.: A proposito dell’ultimo album (Dream Theater, ndr) ci sono state alcune critiche riguardo il suono del rullante. Avete cambiato qualcosa nel mixaggio di questo nuovo album?
J.P.: Si, l’abbiamo fatto. Personalmente comunque, nell’ultimo album, mi è piaciuto molto il suono della batteria e non ho avuto alcun problema. Ma il suono del rullante di questo album è grandioso. Penso che anche chi non lo abbia gradito su “Dream Theater”, qui lo amerà. Non credo che la batteria possa avere un suono migliore di così. Ci siamo concentrati su questo e penso che il suono sia sicuramente migliorato. Lo sentirete, sarà grandioso.
Ringraziamo i ragazzi di YtseItalia per l’intervista, per tutti l’appuntamento da non perdere è il 29 gennaio, giorno di pubblicazione di The Astonishing. Per la recensione di TM bisognerà aspettare i primi di febbraio, musa desiderat tempus…