É morto Captain Beefheart
Contributo di Riccardo Angelini.
Lo scorso 17 dicembre è morto all’età di 69 anni Don Van Vliet, noto nel mondo come Captain Beefheart.
Van Vliet, che da anni soffriva di sclerosi multipla, aveva lasciato la scena musicale nel 1982 per dedicarsi a tempo pieno alla pittura. I suoi dipinti – al pari della sua musica figli di uno spirito irriverente, egocentrico e sfrontato – hanno ottenuto nel tempo il plauso della critica e sono stati esposti in numerosi musei di arte moderna di prestigio internazionale.
Diversamente da altri artisti, Capitan Beefheart non sarà riscoperto dopo la morte: il suo contributo è impresso nella storia del rock già dal 1969, quando il music business fu sfregiato da quel Trout Mask Replica che ammutolì tutti, entusiasmò molti e nessuno forse comprese mai interamente.
Compositore fuori da ogni tempo e convenzione, fra il 1967 e il 1982 scrisse e pubblicò dodici album con il moniker Captain Beefheart And The Magic Band. Fu contemporaneo e amico fraterno di Frank Zappa, che produsse per lui lo stesso Trout Mask Replica e fu due volte ricambiato dal contributo del Capitano nel brano Willie The Pimp (da Hot Rats, 1969) e nell’album Bongo’s Fury (1975).
La vita di Don Van Vliet è la storia di uno degli artisti più complessi e affascinanti del XX secolo, oltre che di uno degli ultimi musicisti realmente trasgressivi.