Eddie Van Halen: ‘Fumo e alcool hanno funzionato per tantissimo tempo’
L’ultima intervista rilasciata da Eddie Van Halen ad Esquire Magazine, è un concentrato di emozioni che vanno dal dramma profondo di un artista e delle sue lotte, al più sincero sentimentalismo paterno. Dopo molto tempo, capita di leggere uno stralcio di vita vissuta davvero, e non la solita dichiarazione asettica e pre-confezionata. Mica male da parte di un artista che, fosse stato per il suo carattere, non avrebbe mai messo piede sul palco. Per trent’anni è stato vittima dei suoi nervi, paralizzato da uno stato emotivo per cui la bottiglia sembrava essere l’unica cura.
“E’ divertente, stavo pensando un attimo al perché io sia sempre così nervoso, specialmente durante le interviste, siccome ne rilascio pochissime. Per prima cosa, un sacco di gente, quando frequentavo la scuola, pensava fossi un coglione perché non avevo molto da dire. Capisci quello che intendo? Sai, ero quello silenzioso. E questo succedeva perché ero timido. Quello che fa ridere dell’intera faccenda dell’alcolismo, non era tanto il divertirsi. Era più che altro… non intendo biasimare mio padre, ma quando ho iniziato a suonare davanti alla gente, diventavo così dannatamente nervoso. Gli ho chiesto, ‘Papà, come fai a farlo?’. E’ stato allora che mi ha messo in mano sigarette e bicchiere. Ho cominciato, pensando, Oh, questo si che fa bene! E per molto tempo, ha davvero funzionato. E certo non lo facevo per spassarmela. Mi accendevo una sigaretta, bevevo e poi mi rinchiudevo nella mia stanza a comporre.”