Eden’s Curse (Michael Eden e Paul Logue)
Intervista a cura di Roberto Gallerani e Paola Bonizzato.
Raramente capita di intervistare due artisti al prezzo di uno (…o di nessuno, come mi ha fatto gentilmente notare Michael a inizio telefonata) e altrettanto raramente capita di intervistare due persone così piene di entusiasmo per quello che fanno e così orgogliose del loro lavoro. Michael è carico di energia e dalla battuta pronta (e anche abbastanza logorroico), Paul sembra più posato e riflessivo, ma entrambi hanno dato da subito l’impressione di credere fermamente negli Eden’s Curse, in “The Second Coming” e nel loro futuro.
Salve ragazzi e benvenuti su Truemetal.it! Dunque, nei negozi è uscito il vostro album The Second Coming. Soddisfatti di come suona?
Michael – Non ci sentirete mai dire che un nostro disco suona da schifo, ovviamente. Siamo veramente entuasiasti del risultato. Ci consideriamo una band di gente onesta che suona la propria musica con tutto il cuore e il risultato ci ha reso estremamente felici. Il nuovo materiale è una bomba e credo che questo secondo album sia nato e cresciuto facilmente: abbiamo ripetuto la stessa formula del debutto, ma la qualità è indiscutibilmente aumentata. Abbiamo tastiere e batteria più incisive e il nostro chitarrista, Thorsten Koehne, ha passato davvero un sacco di tempo a lavorare su questo album. La produzione è ottima e quindi dire che siamo “solo” soddisfatti del nostro nuovo lavoro non basta…
Secondo me “The Second Coming” è più accattivante del debut album, eppure la line-up è sempre la stessa e il produttore è sempre lo stesso… Qual è stata principalmente l’evoluzione del vostro sound rispetto al disco precedente?
Paul – Questa volta abbiamo tra le mani un album più complicato. E’ vero che la formula è sempre la stessa, ma la presenza della batteria è incrementata del 50% e anche le tastiere hanno un ruolo fondamentale. Secondo me l’essenza heavy è più palpabile. Il risultato è compatto nonostante ognuno di noi abbia registrato la sua parte in diverse parti del mondo, solo alla fine ci siamo ritrovati in Germania per mettere tutto insieme. Personalmente non posso dire che questo lavoro sia meglio o peggio di un altro, credo semplicemente che sia esattamente cosa ci aspettavamo che fosse e ciò che volevamo raggiungere. Volevamo linee vocali più melodiche e le abbiamo avute, volevamo una chitarra più potente e l’abbiamo voluta. Ora attendiamo solo la conferma che “The Second Coming” soddisfi veramente le aspettative dei nostri fans.
Ci potete svelare il perchè di questo titolo? Si tratta semplicemente di un fatto cronologico della vostra discografia o nasconde qualcosa, un significato a voi caro?
Paul – Ovviamente il riferimento è puramente religioso (Michael scoppia a ridere mentre Paul sta accennando a qualcosa che richiama alla seconda reincarnazione di Cristo, n.d.r.). No, seriamente… C’era qualcuno che diceva che non saremmo mai tornati sulla scena con un secondo disco perché la nostra band è composta da “individui” nel senso stretto della parola, per il fatto veniamo tutti da posti differenti. E invece, grazie a tutti coloro che ci hanno supportato e ci supportano tuttora siamo ancora qui e il titolo ne è una celebrazione.
Michael – La verità è che con “The Second Coming” abbiamo preso a calci tutti i detrattori!!
La produzione del disco, compresa la stesura dei brani, vi ha portato via molto tempo? Come si sviluppa il vostro processo compositivo?
Michael – Il nostro Paul ha scritto praticamente tutto da solo e il bello è che il 99,99% di quello che scaturisce dalla sua mente a me piace sempre alla grande. E’ semplicemente perfetto e credo che abbia diritto a più credito per il lavoro che fa con gli Eden’s Curse. Per quanto riguarda la produzione dell’album, ciascuno ha lavorato da solo: Thorsen e Ferdy in Germania, Paul in Scozia, Pete in Inghilterra (Michael è americano, n.d.r.). Il produttore, Dennis Ward, è anche il bassista dei Pink Crimson 69 e il suo lavoro è stato grandioso e sicuramente ce lo terremo stretto anche per il prossimo disco. Insomma, line-up internazionale, ma compatta, e produttore “over the top” sono la ricetta vincente che non cambieremo tanto facilmente.
Complimenti per il duetto con Pamela Moore in Angels & Demons. Come sono nate la collaborazione e l’idea?
Paul – Avevamo in mente questo pezzo, “Angels & Demons”, e si pensava di fare un botta e risposta tra un angelo e un demone e quindi ci piaceva molto l’idea di avere una seconda voce che interpretasse una delle due parti. Cosa c’è di meglio di una voce femminile in questo caso? Pamela la conoscono in molto perché la “Sister Mary” dei Queensryche. L’abbiamo contattata tramite il suo sito web e le abbiamo presentato la nostra proposta: ci ha risposto praticamente subito ed era entusiasta. Ha telefonato a Michael ed è riuscita a prendersi un week-end tra i vari impegni per incontrarsi con Michael e registrare insieme il pezzo.
Ho sentito anche molte influenze hard rock, soprattutto nelle linee vocali della voce. Siete d’accordo con me? Quali sono le band che più vi influenzano sotto questo aspetto?
Michael – Il nostro disco è molto influenzato dall’hard rock… Semplicemente è un genere che adoro. (Michael non presegue con la risposta: cala il silenzio per qualche secondo, n.d.r.)
Paul – …Michael, vogliono sapere quali sono le tue influenze hard rock!
Michael – Ah scusa, mi ero perso il resto della domanda… Ho paura di diventare troppo prolisso con questo genere di domande: il mio più grande idolo è Robert Plant, sono veramente un fanatico dei Led Zeppelin, ho una collezione sterminata tra album e tutto quanto possa esistere su di loro. Tra i miei cantanti preferiti dominano anche Glenn Hughes e Jeff Scott Soto. Adoro quegli artisti che hanno una voce limpida e cristallina… Non mi piacciono lo screaming e il growling. Un altro per cui vado pazzo è Paul Rodgers. Sono influenzato da coloro che hanno un ampio registro vocale, voce potente e chiara. Non “rubo” troppe cose dagli altri, ma sicuramente queste influenze mi hanno permesso di diventare un cantante migliore rispetto a quello che ero 15 anni fa. Ah, un altro cantante che apprezzo tantissimo è Jack Russell dei Great White.
Un sound, il vostro, molto influenzato dagli anni ’80. Vi piace rimanere fedeli a questo periodo? Non avete paura che la gente possa pensare che semplicemente suoniate come qualche “vecchia band”? Non correte il rischio di essere etichettati come scontati, o semplicemente amate suonare ciò che vi piace, senza compromessi?
Michael – Io sono un grandissimo fan di George Michael dell’era Wham!! (Ride, n.d.r.)
Paul – (…che non si scompone di un millimetro per l’affermazione di Michael, n.d.r.) Beh, non direi che siamo così anni ’80 alla fin fine: la produzione di questo album è molto moderna e c’è un sacco di hard rock, AOR e melodic metal. Siamo tanto vicini ai Firewind quanto agli Edguy.
Vorrei parlare un attimo dell’EP acustico “Seven Deadly Sins”, che è stato pubblicato piuttosto in sordina e a tiratura limitata (1.000 copie). Come è stato preso in considerazione dalla stampa e dai fans? I risultati vi hanno soddisfatto comunque?
Michael – Questo EP è stato una specie di intermezzo tra i due full-length ed è stato pubblicato dalla nostra etichetta partner americana Metal Mayhem. A dir la verità tutto quello che fa Metal Mayhem rimane in sordina, forse perché si parla di mercato americano, non saprei. Comunque noi siamo molto felici del risultato, soprattuto per la qualità del sound e per il lavoro fenomenale di Thorsten alla chitarra acustica. E’ veramente bravo e credo che per un chitarrista sia una grande sfida ri-registrare un disco in versione acustica mantenendo uno standard di alto livello. La label è veramente piccola, per cui non c’è stata proprio promozione a tappeto sulle riviste e quindi non abbiamo avuto uno spazio su Metal Hammer o Rock Hard, tanto per citarne alcune… Ma per noi va bene lo stesso. Alla fine questo EP rimarrà una rarità e sicuramente in futuro i 1.000 fortunati possessori lo conserveranno con ancora più gelosia.
Come quasi tutte le band che si rispettino, avete un sito ufficiale, www.edenscurse.com, e la pagina MySpace: qual è il canale migliore per farsi conoscere al momento?
Paul – MySpace è quasi sicuramente la vetrina migliore per mettersi in mostra. Ma entrambi i siti sono importantissimi per noi e li teniamo sempre aggiornati: tante persone che ci trovano per caso su MySpace poi visitano la nostra home page per scavare più a fondo tra le nostre informazioni. Devo dire che MySpace ha veramente cambiato il modo di tenersi in contatto coi fans. E non solo. Pamela Moore, per esempio, l’abbiamo contattata tramite MySpace con un semplice click e i risultati non si sono fatti attendere!
Michael – Devo aggiungere che sul nostro MySpace il pezzo “Angels & Demons” ha superato i 40.000 click, 10.000 del quali in meno di una settimana. Una cifra allucinante, se ci pensate!
Quali sono gli obiettivi e i progetti futuri degli Eden’s Curse?
Michael – Vogliamo suonare dal vivo e sicuramente ci sarà un nuovo album, magari in uscita nel 2009. La band è molto unita e ha voglia di continuare questo percorso, quindi sentirete ancora parlare di noi.
Ci sarà spazio per un possibile tour, magari con un passaggio anche in Italia?
Paul – Non ancora. Noi non vediamo l’ora di salire su un palco, stiamo contattando diversi agenti ma non vogliamo finire nelle mani sbagliate. Inoltre, il tutto dipende dai dati di vendita e per tirare queste conclusioni è ancora troppo presto. Vedremo cosa ci dirà AFM e se riusciremo ad imbarcarci in qualche tour con qualche altra band del loro roster.
Bene ragazzi, abbiamo terminato! Vi ringrazio della vostra disponibilità! A voi le ultime parole per i nostri lettori!
Michael – Voglio ringraziare tutti coloro che ci hanno dimostrato il loro affetto e il loro supporto in Italia. Spero di vedervi presto a qualche nostro concerto.
Paul – Anche io ringrazio tutti i nostri fans e voglio dire che il calore che ci viene dimostrato ci fa sempre enormemente piacere. Anche voi che scrivete per passione siete impagabili, visto che ci dedicate il vostro tempo prezioso per farci conoscere. L’altro giorno dopo un’intervista ci è arrivato un messaggio da un ragazzo francese: ci diceva che non ascoltava hard rock da anni che il nostro album l’ha ri-avvicinato al genere. Nella sua firma della e-mail c’era un numero di telefono, così io e Michael abbiamo deciso di fargli una sorpresa e l’abbiamo chiamato per ringraziarlo di persona. Non poteva credere alle sue orecchie! Questo per farvi capire di quanto ci teniamo a tutti coloro che ci supportano.
State dicendo che se io ora incito i nostri utenti a inviarvi una mail con il loro numero di telefono, li chiamerete tutti uno per uno per ringraziarli???
Michael – (ride n.d.r.) Se paga AFM sì, lo facciamo di sicuro!!!!
Paul – Magari potessimo! In ogni caso, chiedo a tutti coloro che ci vogliono vedere live, di inviare una mail alla nostra etichetta e di chiedere a gran voce un tour, perché non vediamo l’ora di incontrarvi tutti dal vivo! A presto!