Vario

Eldritch (Eugenio Simone)

Di - 26 Ottobre 2004 - 19:22
Eldritch (Eugenio Simone)

Ciao Eugene, sono Eugenio Giordano, lasciami dire che gli Eldritch sono senza dubbio una delle band centrali della storia del metal italiano e che per me è un vero onore poterti intervistare. Per prima cosa vorresti dirmi brevemente cosa è successo nella band in questo lungo periodo che dal 2001 vi ha condotti alla realizzazione di “Portrait of the abyss within”? Ci sono stati dei cambi di line up? Quanto sono cambiati gli Eldritch dal precedente “Reverse”?

E’ vero, mancavamo dalle scene da un po’. E non posso negare che questo abbia un po’ attenuato le attenzioni dei media su di noi. La verità è che molti avvenimenti hanno minato la stabilità della band in questi ultimi anni e abbiamo corso il rischio di dover fronteggiare un eventuale split. Alcune scelte di varia natura sbagliate sommate a scazzi interni tra alcuni di noi ci hanno frenato in tutto e per tutto. Per fortuna io e Terence, essendo i fondatori della band, ci siamo subito resi conto che qualcosa non andava e siamo intervenuti riuscendo a ricucire un po’ tutto. Per fortuna sia Dave (batterista) che Peck (chitarra ritmica) si sono uniti a noi in pieno entusiasti dei nuovi progetti che avevamo in cantiere. Anche Martin (basso) era dalla nostra nonostante abbia poi lasciato la band per motivi personali. Purtroppo l’unico col quale non siamo riusciti a ricucire alcuni strappi è stato il tastierista Sean Henderson che ha lasciato la band poco più di un anno fa. Dopo la breve parentesi di Lisa Oliviero (Icycore), nostra carissima amica che ci ha aiutato per le registrazioni, abbiamo in formazione un nuovo talentuoso bassista che si chiama John Crystal, con il quale ci troviamo davvero bene. Posso dire che abbiamo avuto molta fortuna nell’essere riusciti a trovare dalle nostre parti un bassista così bravo. Adesso abbiamo finalmente una line up stabile e con grandi motivazioni. Abbiamo inoltre ritrovato la LMP che crede in noi e ha progetti importanti. Posso dire che finalmente nella band è tornato l’entusiasmo di un tempo! Credo di poter dire che gli Eldritch di ora sono decisamente diversi dagli Eldritch di tre anni fa. Sia sul piano personale che su quello musicale. Credo che POTAW ne sia la conferma!

Il nuovo disco presenta un sound davvero potente, in un certo senso è il vostro disco più energico, trovo che abbiate trovato una mediazione tra il vostro passato progressivo e la voglia innovativa di “Reverse” riuscendo meglio a mettere a fuoco i brani rispetto a quel disco. Come descriveresti la direzione artistica di “Portrait of the abyss within”? Quali sono le novità rispetto al vostro passato, o i tratti in comune?

Sono d’accordo in parte con la tua analisi. Mi piace parlare di POTAW più come di un capitolo a se, piuttosto che un mix dei vecchi albums. Molti aspetti sono cambiati rispetto al passato e l’unica analogia con Reverse è l’impatto aggressivo del sound, nonostante la produzione sia più metal. Per il resto credo che l’Eldritch sound sia più che mai presente nonostante non ci siano più tastiere, ne campionamenti ma solo chitarre arrangiate in modo più elaborato rispetto ai precedenti albums. La maggior cura della voce e delle melodie di ogni singolo brano lo accosta un po’ a ElNino, mentre alle chitarre abbiamo dato un volto a tratti sperimentale in alcune parti soliste e negli inserti dei ritornelli come mai era avvenuto prima. In ogni caso se dovessi paragonare POTAW ad uno dei precedenti dischi posso dire che lo vedo più vicino a Headquake…o almeno in alcuni pezzi. La voglia di sperimentare farà sempre parte di noi come è sempre stato anche in passato. Non mi stanco mai di dirlo ma ricordo a tutti che anche ElNino che oggi tutti esaltano, quando uscì fu accolto freddamente per i suoi inserti troppo moderni…. Abbiamo creato POTAW senza pensare al passato, cercando soprattutto di far venire fuori quello che il cuore ci dettava. Tutto questo pur rimanendo fedeli a quel tipo di metal che da sempre scorre nelle nostre vene. Non è nella nostra natura mantenere lo stesso tipo di sound e fare dischi più o meno uguali e credo che questo sia un aspetto positivo. Dico che POTAW, senza tante stupide etichette, è un disco heavy metal che cerca di uscire un po’ dai cliché del genere, che cerca di aggiungere qualcosa di nuovo a quanto già sentito, tutto qui….

Gli Eldritch non hanno mai fatto un disco easy listening, anche il nuovo lavoro presenta una ossatura elaborata posta alla base di ogni composizione. Tu hai un ruolo centrale nel processo di composizione, come hai lavorato sui nuovi pezzi? Come è cambiato il tuo modo di concepire le chitarre? Quanto tempo avete impiegato nella stesura dei pezzi?

Ho iniziato a scrivere i pezzi verso la fine dell’estate scorsa e a Settembre le bozze di tutti i pezzi erano pronte per l’inserimento delle parti vocali, che Terence ha trovato in breve tempo. A Ottobre la pre-produzione e a Novembre/Dicembre la registrazione del disco. E’ stato tutto molto veloce perché quando hai idee e motivazioni non importa eclissarsi in qualche casa di montagna o castelli vari per comporre un disco. Basta mettersi su una sedia con il proprio strumento e in tranquillità…e poi avere un cantante come Terence facilita molto le cose. Agli altri della band è bastato sentire qualche volta le basi per capire cosa dovevano fare. E direi che lo hanno fatto alla grande! Ripeto, è stato un disco scritto più col cuore che con la mente, cosa che del resto è sempre avvenuta anche in passato. Abbiamo voluto dare libero sfogo alle nostre influenze di sempre (metal e non) senza pensare troppo alle vendite, alla promozione ecc. Le chitarre sono molto più elaborate rispetto al passato anche se l’impronta thrashy c’è sempre. Ho cercato di inserire frasi soliste con note lunghe e suoni particolari anche sotto i ritornelli. Tutto questo per cercare una nuova soluzione e non per sopperire alla mancanza delle tastiere che comunque in passato hanno dato molto alla band. Credo sia stata una soluzione apprezzata e di riflesso, la cosa che più mi ha fatto piacere, è che non ho letto una sola recensione in cui l’assenza delle tastiere viene messa in evidenza come un fatto negativo per noi, anzi.

Come sempre Terence Holler, con la sua voce inconfondibilmente bella, rappresenta un tratto distintivo fondamentale del vostro suono. Come giudichi il suo lavoro sul nuovo disco? Mi è parso più a suo agio rispetto al disco precedente, forse il maggiore refrain melodico delle linee vocali di certi pezzi gli ha dato più spazio?

Proprio così. Il suo lavoro su POTAW anche per me è stato leggermente superiore rispetto a Reverse, proprio perché le parti musicali meglio si adattano alle sue potenzialità. Nonostante su Reverse abbia fatto sentire di cosa è capace la sua voce anche sulle parti aggressive.
Terence è unico. Lo so che ci sono in giro cantanti ultratecnici che sparano acuti e gorgheggi incredibili e che una voce come quella di Terence risulta un po’ fuori moda, essendo più oldstyle. Però a me, come agli altri della band, non piacciono molto quei tipi di cantanti e riteniamo Terence un punto fermo e inamovibile per il nostro sound. Non ci sono altri cantanti in Italia ( e forse anche all’estero) con un timbro particolare e versatile come il suo in questo genere. E’ lui la nostra vera arma in più, ovvero quello che più di chiunque altro nella band da originalità alla nostra musica. In questo disco abbiamo voluto curare ogni dettaglio sulla voce e alcune parti sono state leggermente cambiate anche in studio per agevolare delle migliori soluzioni vocali. Terence ha una voce che ben si adatta a tanti stili diversi e credo che anche in Reverse abbia fatto un gran lavoro. Su POTAW però si esprime sicuramente meglio perché alla fine sono le parti melodiche leggermente rough il suo punto di forza, piuttosto che i growl. Credo che in futuro la sua voce si esprimerà su questa linea con una leggera spinta aggressiva in più.

Quali sono i principali temi che avete trattato nelle liriche di “Portrait of the abyss within”? Si tratta forse di un concept? In ogni caso si possono vedere delle tematiche centrali che fanno da filo conduttore nel disco?

I testi sono opera di Terence al 100% e trattano situazioni di vita reale vissute da lui in prima persona. Si tratta di episodi che hanno in qualche modo segnato in parte la sua vita e ne hanno cambiato la personalità. Diversi tra loro ma collegati da un unico filo conduttore che è il turbamento dello stato d’animo che può derivare da un accumulo di delusioni. Essendo cose personali, non me la sento di spiegare i testi singolarmente e per non rischiare di essere frainteso, Terence ha voluto spiegarli personalmente all’interno del booklet e vorrebbe che facessero fede proprio le sue parole….. Purtroppo il tutto può risultare estremamente negativo e pessimista ma un’attenta lettura delle spiegazioni che trovi nel booklet, può smentire questa prima impressione. Il suo spirito è rimasto comunque positivo nei confronti di tanti aspetti umani legati alla vita in genere. In definitiva, visto il filo conduttore che lega i testi, possiamo dire che si tratta quasi di un concept.

Un maggiore sviluppo della sezione ritmica vi ha condotto negli anni ad arrivare alla composizione di canzoni compatte e coinvolgenti, come quelle del nuovo disco. Pensi che questa caratteristica possa aiutarvi dal vivo? Quali sono i pezzi del nuovo disco che secondo te colpiranno di più il pubblico in sede live?

Acquisendo molta esperienza live ci siamo resi conto dell’importanza che può avere suonare un pezzo dal vivo così come lo è sul disco. All’inizio eravamo tutti prove e studio, o quasi, e davamo molto spazio a soluzioni belle ma difficilmente riproducibili dal vivo e totalmente prive di coinvolgimento. Dopo le prime apparizioni in pubblico ci siamo dedicati maggiormente alla composizione anche in funzione live con ottimi risultati. A parte Reverse che è e resterà il nostro capitolo più controverso, abbiamo sempre avuto come obbiettivo primario quello di creare un equilibrio perfetto tra aggressività, melodia, tecnica e coinvolgimento live. Direi che POTAW rappresenta perfettamente quello di cui ti sto parlando e i pezzi sono tutti d’impatto immediato, in particolare The world apart, This everlasting mind disease, Slowmotion “K” us e Drowning..

Sotto il profilo live come vi state muovendo per supportare l’uscita del nuovo disco? Ci sono già dei piani precisi per un tour? Con l’arrivo dell’estate parteciperete a dei festival estivi magari all’estero?

Abbiamo partecipato ad alcuni festival estivi in Italia con un grande responso di pubblico che onestamente non ci aspettavamo, visto che era da un po’ che non ci facevamo vedere. L’uscita di POTAW ha subito alcuni ritardi per cui i festival all’estero erano già pianificati e non ce l’abbiamo fatta a parteciparvi. Parteciperemo anche al RockTV tour in autunno, facendo una data coi Domine. Adesso stiamo già scrivendo nuovo materiale in attesa che alcune agenzie ci trovino date all’estero per fine anno o inizio anno nuovo.

La vostra casa discografica, la LMP Music, è straniera, avete sempre fatto riferimento su di loro, come mai non avete scelto una casa italiana? Come si stanno muovendo i vostri discografici per supportare il nuovo disco?

Avevamo la Pick Up italiana per Reverse che ha svolto un discreto lavoro ma senza agganci importanti all’estero. Noi abbiamo sempre venduto più all’estero che in Italia e ci siamo accorti che non potevamo fare a  meno di un etichetta importante straniera. La LMP è una tra le più serie e importanti. Limb sta facendo un ottimo lavoro di promozione per POTAW più in previsione del prossimo album che per POTAW stesso. E’ convinto infatti che dopo tanto silenzio questo album servirà per riproporci all’attenzione della gente spazzando via lo scetticismo che si era creato intorno a noi dopo l’uscita di Reverse. Sarà però il prossimo album a rilanciarci in modo più deciso. Per quanto riguarda l’Italia, purtroppo siamo un po’ abbandonati a noi stessi…la LMP per l’Italia si appoggia alla Self che distribuisce ottimamente ma che non si occupa di promozione in modo forte come fanno le labels vere e proprie. Non abbiamo infatti nessuno che ci segua in modo serio e costante come invece succede ad altre bands italiane. Questo purtroppo ci sta chiudendo un po’ di porte per tutto ciò che riguarda la promozione in genere e dobbiamo faticare un po’ più degli altri per ottenere gli spazi che credo meritiamo. Credo che la LMP si stia già muovendo per ottenere agganci migliori per l’Italia in previsione del prossimo disco.

Non posso risparmiarti la domanda canonica sulla scena italiana, te la faccio perchè gli Eldritch sono attivi dal 1991 e in Italia sembra che il metal prima del 1997 non fosse degno di nota. Come avete vissuto gli anni dell’ascesa delle band power sinfoniche e strombazzamenti vari? Credi che gli Eldritch abbiano raccolto meno di quanto abbiano seminato in questi anni?

Credo che da quando il metal italiano è uscito prepotentemente alla ribalta all’estero nella seconda metà degli anni ’90 le cose siano notevolmente migliorate sotto ogni punto di vista. Il problema però della scarsa credibilità all’estero sembra essere riemerso ultimamente, stando a quanto ci hanno riferito in questi giorni molti giornalisti di tutta Europa. I più, complimentandosi con noi per il nuovo album, ci dicono candidamente che il 90% dei gruppi italiani dell’ultima ondata suonano tutti allo stesso modo, a tal punto da definire ironicamente quello proposto in Italia “italo-metal”. Le uniche eccezioni sono rappresentate dalle bands dell’ondata di fine anni ’90, ovvero Rhapsody, Labyrinth e…Eldritch (eh, eh) su tutti. Per non parlare dei Lacuna Coil che hanno intrapreso una carriera eccezionale, anche se non sono proprio una metal band.
In ogni caso, pur infastidito da questa definizione in quanto molto poco rispettosa, ritengo che la tendenza a fare un certo tipo di power stereotipato sia molto evidente nelle nuovissime leve. Almeno per quel poco che sento ultimamente. Manca forse la capacità di riuscire a personalizzare il proprio stile in modo evidente.
Per quel che riguarda noi posso dire che all’estero per la verità siamo considerati fra le migliori tre o quattro bands italiane di sempre. In ogni caso le recensioni fino a questo momento sono tutte ottime e contrassegnate da voti elevati. Preferiamo comunque prendere qualche voto in meno e lasciare che siano i nostri fans poi a giudicare, perché quello che a noi interessa è il loro apprezzamento e la loro fiducia…e le vendite di Portrait of the abyss within ci stanno dando ragione.
Per il resto, sappiamo benissimo di essere una cult band non molto strombazzata soprattutto a causa di un genere non proprio trendy ma a noi va bene così, purchè veniamo rispettati. E questo accade sempre.

Sono un tuo fan, come ti ho detto in sede privata, questa domanda devo veramente fartela. Ma perchè avete pubblicato un disco improprio come “Reverse”? Quali erano le vostre intenzioni all’epoca? Volevate, come alcuni hanno scritto, generare un filone new metal in Italia?

Questa del filone nu-metal penso sia una delle più grosse cazzate che ho sentito sul nostro conto dagli inizi ad oggi! Rispondo come risposi allora, dicendo cioè che per quanto spiazzante, fu una scelta puramente artistica dettata da situazioni personali e da influenze più aggressive. C’è stato chi ha storto il naso, chi invece ha apprezzato e chi purtroppo ci infamati in modo ridicolo affermando che ci eravamo commercializzati…e per me questa è la più grossa stronzata che si possa sparare parlando di un disco come Reverse. Si può dire di tutto ma non certo che sia commerciale…specie quando poi si osannano bands di puro pop-metal strapieno di clichè…ma lasciamo perdere, non voglio fare polemiche.  So benissimo che i fans si aspettavano il seguito dei nostri precedenti lavori ma come ti ho già detto, avevamo esigenza di provare a esplorare nuove soluzioni senza guardare a quello che voleva la gente. Ricordo inoltre che anche i nostri primi tre dischi sono molto differenti tra loro. E anche il tanto osannato ElNino fu criticato perché presentava soluzioni troppo moderne…In noi c’è sempre stata una vena aggressiva e in Reverse è esplosa al 100%. L’unico rimpianto è di non aver avuto abbastanza tempo per curare maggiormente alcuni arrangiamenti che lo avrebbero reso meno “crudo” e diretto. Concludo con un particolare significativo su Reverse. Lo scorso anno durante il SummerDayInHell abbiamo avuto la fortuna di conoscere quello che per me è un vero idolo, e cioè Jeff Waters (Annihilator), col quale sono in contatto anche adesso. Terence lo intervistò per Rock TV e alla fine gli lasciammo una copia di Reverse. Pensavamo che sarebbe finita presto nel cestino per l’esubero di cd che normalmente vengono appioppati un po’ da tutti a un personaggio come lui. E invece… sorpresa. Dopo un mese ecco che arriva una mail dal Canada in cui Jeff ci dice che su 300 cd ricevuti durante il tour europeo, il nostro era di gran lunga il migliore di tutti e che non riusciva a toglierlo dal suo stereo! Addirittura si sbilanciò chiedendoci se avremmo avuto il piacere di supportare gli Annihilator in un futuro tour europeo…! Non so se la cosa andrà in porto un giorno, lo spero! Rimane la grande soddisfazione di aver ricevuto l’apprezzamento di un grande del metal di sempre…e questo personalmente mi ha fatto dimenticare molte delle critiche ricevute per questo disco così controverso…!

Come sono considerati gli Eldritch al di fuori del nostro paese? Spesso le band meno blasonate in patria spopolano all’estero, come è stato preso il nuovo disco dalla stampa straniera?

Come ti ho già accennato all’estero godiamo di molta considerazione in più rispetto all’Italia e il nuovo album è stato accolto in modo molto positivo. Resta il problema di poter organizzare un tour europeo per questo album perché Limb vuole investire di più sul prossimo album, pianificando già prima le date. In ogni caso qualcosa inventeremo nei prossimi mesi

Io ho concluso le mie domande, ti ringrazio per la disponibilità a rispondermi e auguro il meglio alla tua band. Puoi rivolgerti ai nostri lettori in queste righe, ti saluto Eugene.

Grazie a te! Vi invito tutti a visitare il nostro nuovo sito web HYPERLINK “http://www.eldritchweb.com”  www.eldritchweb.com
Spero di vedere te e lettori di Truemetal davanti al palco durante una delle nostre date!STAY HEAVY!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Eugenio Simone