Elvenking (Aydan)
Intervista a cura di Gaetano “Knightrider” Loffredo.
Finalmente sono riuscito ad intrattenere una piacevolissima discussione con il leader di una delle band heavy metal italiane di maggior spessore: gli Elvenking! Dopo il successo di Heathenreel bissato dall’ottimo Wyrd, da un po’ di tempo mi frullavano nella mente svariate domandine da sottoporre ad Aydan tra le quali spicca una improbabile domanda fotografica… Volete sapere di cosa si tratta? Continuate a leggere allora…
(GL) Ciao Aydan, siamo ormai giunti a qualche settimana di distanza dall’uscita del vostro nuovo platter Wyrd, come stiamo andando dal punto di vista delle vendite?
(A) E’ chiaramente troppo presto per parlare di cose simili. Ci vuole almeno un anno per poter fare una valutazione complessiva e unire tutti i dati provenienti dalle varie parti del mondo.
(GL) Partiamo allora dai vostri esordi raccontandoci magari anche schematicamente e con qualche data come siete arrivati a pubblicare Heathenreel ed al contratto con l’AFM records.
(A) Dal 1997, anno della nostra fondazione, la band ha lavorato duro con l’unico obiettivo di registrare un primo lavoro che potesse rappresentare al pieno la band. E così è stato perché passarono solo 3 giorni dalla spedizione del demo “To oak woods bestowed” per avere le prime proposte contrattuali. Abbiamo scelto la AFM perché al tempo ci propose il contratto migliore, e questo ci ha portato direttamente alla pubblicazione nel 2001 del nostro debut album “Heathenreel”.
(GL) Ricordo ancora quel giorno dell’ormai lontano 2001 quando entrai nel mio negozio di fiducia e rimasi fulminato dalle note ancestrali di To oak Woods Bestowed; passiamo dunque a parlare un po’ delle vostre influenze musicali: siete stati accostati negli anni a band famose nel panorama metal come Skyclad e Rhapsody… Vi ritrovate in questi termini? Ci sono altre influenze che vi hanno fatto arrivare a quello che è oggi il naturale e personale sound degli Elvenking? So che a nessuna band piace essere etichettata, ma io più non posso non definirvi come una folk/fantasy metal band! Siete d’accordo?
(A) Una delle cose che in ogni parte del mondo è stata riconosciuta agli Elvenking è l’assoluta freschezza della proposta musicale. Non voglio appositamente parlare di originalità, perché oggi giorno è un termine che difficilmente può avere senso, ma di sicuro il sound Elvenking è perlomeno personale. Ci sono svariate influenze, come quella degli Skyclad (e comunque della musica folk in generale ) e mille altre ma all’interno del sound del gruppo la personalità del songwriting ha priorità assoluta. Per tornare alla tua domanda, se per fantasy intendi un sound che possa avere qualcosa di magico e di mistico posso essere d’accordo, ma solo in questo caso in quanto le tematiche esplicitamente fantasy trattate dagli Elvenking sono assolutamente sporadiche.
(GL) Cosa ne pensate dell’attuale panorama metal italiano? E’ difficile emergere da esso?
(A) E’ un panorama che è in crescita. Ma forse ancora privo di una chiara identità. Dopo il boom power di qualche anno fa in cui l’Italia ha avuto un ruolo indubbiamente importante ora la situazione è nuovamente da definire. Vedremo…
(GL) Avete da poco pubblicato la vostra nuova fatica Wyrd e come si evince dalla mia recensione i testi sono parte fondamentale del vostro prodotto. Siete d’accordo?
(A) Assolutamente si. Una canzone Elvenking nasce sempre con una propria precisa identità di cui il testo è parte fondamentale. Musica e testi sono sempre strettamente correlati e il feeling generale di una song è sempre legato alla poetica delle lyrics. In Wyrd penso che il passo in avanti rispetto ai testi di Heathenreel sia netto; nel nuovo album penso che finalmente abbiamo raggiunto un livello di maturità per quanto riguarda i testi e mi sembra che la critica abbia sempre colto questo punto. Siamo assolutamente soddisfatti dei testi di Wyrd.
(GL) Facciamo dunque un excursus proprio sui vostri testi e proviamo a sciogliere qualche mio dubbio e soprattutto qualche curiosità. Alcuni di essi richiamano fedi pagane, specialmente quella celtica; pensate di potervi definire grezzamente dei neo-pagani? Qual è la vostra attitudine in materia di fede?
(A) E’ estremamente difficile spiegare i nostri testi, in modo particolare quelli di “Wyrd”. Trattano tematiche profonde e spesso legate al personale, in ottica che comunque potremmo definire pagana, in un certo senso. Il fatto comunque di analizzare nello specifico sensazioni e sentimenti dell’animo umano le rendono difficili da spiegare e spesso anche difficilmente interpretabili. In questo senso penso che il lettore debba lasciarsi trasportare dalla musica e sognare ciò che le parole lo portano ad immaginare.
(GL) Qual è la vostra opinione sulla musica degli Skyclad e soprattutto sui testi dell’ormai ex-leader Martin? Li ritenete un’ispirazione?
(A) Penso che Martin Walkyier sia il migliore scrittore della scena metal, o perlomeno il mio preferito. Le sue liriche sono assolutamente geniali e gradini sopra la media dei testi che di solito si leggono in un gruppo metal. In questo senso lui è stato un’ispirazione fondamentale, e il fatto che sia un nostro grande amico rende questo legame naturalmente ancora più forte.
(GL) Altri vostri testi sembrano parlare di storie precise (“Hobs’n feathers” ed “Oakenshield” per esempio tratti da Heathenreel); sono storie completamente create da voi o come i Blind Guardian avete preso ispirazione dalla letteratura fantasy? O magari da leggende popolari? Potete provare a spiegare ai lettori alcune delle (non sempre semplici da capire) storie che stanno dietro ai vostri splendidi testi?
(A) Come hai sottolineato tu stesso si possono trovare questo tipo di liriche soprattutto in Heathenreel. Hobs’n feathers, White Willow, Conjuring of the 14th o Oakenshield ne sono un esempio. In “Wyrd” invece la situazione è diversa e come già detto, i testi vogliono materializzare delle sensazioni, dei sentimenti. L’obiettivo primario degli Elvenking è sempre stato quello di creare della musica in grado di far sognare, di portare l’ascoltatore lontano, in altri regni. A questo i nostri testi mirano, sia che descrivano una storia, o che siano più introspettivi.
(GL) In allegato vi ho mandato questa foto…
…che penso vi rappresenti appieno… Guardatela e ditemi: cosa pensate della luna? Che importanza ha per l’ispirazione degli Elvenking?
(A) La foto è molto simpatica! In effetti la domanda è perfetta, perché, soprattutto personalmente la luna è uno degli elementi che mi affascinano di più, tanto che nel nuovo album c’è una canzone totalmente dedicata ad essa (Moonchariot). La luna è misteriosa, ma così attraente, vive la notte, ed è quindi testimone delle esperienze più personali, che spesso avvengono di notte. Penso che sia molto forte il legame tra la Luna e una musica magica come quella degli Elvenking.
(GL) E dopo aver trattato ampliamente la parte relativa agli scritti della band tricolore, passiamo dunque ad analizzare composizioni, arrangiamenti e soprattutto vocals che caratterizzano i due album fin qui prodotti. Tenendo conto che nel nuovo Wyrd, il vocalist Kleid ha preso il posto del tuttofare Damnagoras, la domanda nasce spontanea: com’è avvenuto lo split con quest’ultimo e soprattutto come siete riusciti a colmare il buco relativo al suo apporto musicale visto che era, insieme ad Aydan e Jarpen, il principale compositore?
(A) Damnagoras ha avuto problemi di salute nel periodo precedente allo split e questo ha portato ad una separazione consensuale tra le due parti. Oggigiorno la situazione all’interno degli Elvenking per quanto riguarda il songwriting è molto più semplice. Ti confesso infatti che è molto più gestibile scrivere le canzoni in due piuttosto che in tre. In passato era più difficile perché con tre menti c’erano sempre più aspetti da valutare e da discutere. Ora io e Jarpen, che ci conosciamo da vent’anni, sappiamo perfettamente come gestirci all’interno della band e come dividerci i compiti. Spesso non serve nemmeno mettere le cose per esplicito perché le sappiamo ancor prima. Quindi penso che l’uscita di Damnagoras non abbia creato alcun buco (nonostante il suo contributo fosse fondamentale) ma abbia portato (e obbligato) me e Jarpen a gestirci in maniera diversa.
(GL) Aydan, parlaci delle esperienze precedenti di Kleid e soprattutto come è diventato parte integrante degli Elvenking.
(A) Kleid non ha suonato in gruppi particolarmente famosi, ma in numerose band locali. E’ entrato in emergenza nella band e dovuto entrare nei meccanismi di una band complessa come la nostra senza avere il tempo di fare passo dopo passo… Sono sicuro che nel prossimo album potrà dimostrare ancor meglio tutte le potenzialità che ancora non è riuscito a sfruttare.
(GL) Domanda da un milione di dollari: qual è il pezzo preferito della vostra discografia? E qual è stato secondo te il più difficile da comporre e suonare?
(A) E’ una bella lotta tra “Seasonspeech” e “A poem for the firmament”, ma al momento sceglierei quest’ultima. Penso sia stata una bella impresa scrivere una canzone che in 12 minuti dica tutto ciò che ha da dire senza annoiare. Inoltre ha quello che io considero il testo migliore degli Elvenking, che lega ogni singola parte del giorno ad una parte della vita (alba-amore, giorno-credere in ciò che si è, tramonto-perdita dell’innocenza, notte-paura/morte per poi ricominciare il ciclo), e mettere in musica questi concetti è stato la cosa che più mi ha emozionato. Penso che sarà impossibile rivivere una simile esperienza. Per me ha sicuramente significato molto e sono molto fiero del risultato, perché come avrai intuito non si è trattato “semplicemente” di scrivere una canzone.
(GL) Parliamo ora dell’attività live: a mio parere è molto striminzita e praticamente ridotta all’osso anche se chi vi ha visti dal vivo ne è rimasto decisamente soddisfatto! Quando avete intenzione di partire per un tour serio? Avete qualche progetto futuro in merito? C’è chi, come me, sta attendendo ormai da anni…
(A) Come sai partire per un tour non è una cosa così semplice come possa sembrare e di certo non è legato ad una nostra volontà. I risultati dei nostri album sono stati assolutamente inaspettatamente positivi, quindi speriamo di poter organizzare qualcosa di serio al più presto. Nel frattempo noi siamo sempre disponibili per suonare dovunque siamo chiamati!
(GL) Nonostante il vostro nuovo platter sia uscito da pochissimo, avete in cantiere qualche altro progetto (magari un bel DVD visto che sembra essere di moda) da proporre a noi affamati metal maniaci?
(A) Non ancora. Nonostante il nostro album sia uscito da poco per noi è già considerato “vecchio” perchè pur essendo uscito ora è stato registrato più di un anno fa. Quindi al momento stiamo lavorando al songwriting del nostro terzo album e soprattutto stiamo organizzando al meglio il futuro della band, che potrebbe riservare interessanti sorprese! Non ti nascondo che qualche idea particolare c’è, ma tra il pensare e il realizzare poi effettivamente ce ne passa. Un DVD potrebbe essere un’idea (ma forse è troppo presto), ma anche un EP acustico è una cosa a cui pensiamo da tanto… vedremo.
(GL) Toglietemi una curiosità: Carloandrea Magnani (in arte Olaf Thorsen), leader dei Vision Divine ed ex leader storico degli amati Labyrinth ha affermato che il suo “nome d’arte” gli è servito agli esordi addirittura per arrivare ad un contratto discografico in quanto il metal italiano all’estero era scarsamente considerato. Oggi sicuramente questo rischio non esiste più. Parlateci dunque dei vostri “nicknames”: anche a voi sono serviti? Perché continuate ad utilizzarli?
(A) Non c’è nessun aspetto “commerciale” dietro ai nostri nick ma semplicemente la volontà di creare un concept che legasse musica, testi, immagine. In questo senso i nomi che abbiamo sono più in tema con ciò che proponiamo. Penso che continueremo ad utilizzarli, perché fanno parte degli Elvenking sin dall’inizio.
(GL) Domanda praticamente di rito: cos’è per voi il Truemetal?
(A) Penso che la musica metal sia la musica “col cuore” per eccellenza, sinonimo di gente che sa ancora cosa significa suonare, che sa stare su un palco senza mille tecnologie, che mette l’anima nella musica che scrive; così come il metal fan è sempre stato un fan devoto, che probabilmente ancora oggi preferisce un cd vero, piuttosto che scaricarsi la musica da internet (almeno in certi casi). Questo per me è truemetal…
(GL) 2 Albums, 2 cover designer differenti: Travis Smith e Duncan C.Storr. Devo ammettere che apprezzai moltissimo la prima copertina, non troppo la seconda. Esigenze della casa discografica oppure scelta vostra?
(A) No, è stato in assoluto una nostra scelta proprio con l’intenzione di andare contro chi si sarebbe aspettato una copertina simile al nostro debut. Abbiamo appositamente voluto creare due immagini totalmente diverse, anche per sottolineare la diversità tra i due album. Duncan Storr è un artista che stimo tantissimo e che avevamo tentato di coinvolgere anche all’epoca di Heathenreel, senza riuscirvi. Penso sia l’artista che meglio possa descrivere graficamente la nostra musica. Comunque di sicuro per il prossimo album cambieremo ancora!
(GL) Ok Aydan, siamo giunti al termine di questa Kilometrica intervista: saluta pure i vostri fans come meglio credi!
(A) Grazie innanzitutto a te e Truemetal per l’intervista. E poi a tutti coloro che ci hanno supportato in questi anni. Spero che il nostro album venga ancora una volta ben accolto anche dai fan italiani… Spesso ci è capitato di ricevere domande da ragazzi italiani chiedendoci se fossimo svedesi, finlandesi o tedeschi… E venuti a sapere che eravamo italiani sembrava ci rimanessero quasi male. Spero non ci siano pregiudizi degli Italiani verso i gruppi di casa propria ma che si sappiano supportare le band che comunque si apprezzano.
Lo spero anche io naturalmente e questa risposta si collega direttamente alla domanda dei nicknames: non capisco perché ci sia questa malfidenza nei confronti dei nostri gruppi portabandiera e mi permetto di aggiungere che i nostri Elvenking hanno da insegnare a centinaia di band power metal che hanno un contratto ben più fruttuoso del loro ma, il lavoro, prima o poi pagherà!
Bene, se siete riusciti ad arrivare fino a qui, sono sicuro che avrete sciolto (come me del resto) qualche dubbio relativo a quanto proposto dai folk-metallers e, per chi non lo avesse ancora fatto, invito caldamente a dare un ascoltatine ai loro splendidi due lavori. Alla prossima.