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Elvenking (Aydan e Damnagoras)

Di - 10 Marzo 2006 - 11:39
Elvenking (Aydan e Damnagoras)

Gli Elvenking sono tornati alla grande, con un disco, The Winter Wake, assolutamente competitivo, melodico, aggressivo ed avvincente. Aydan, leader della band, si dimostra sempre estremamente disponibile con Truemetal e, abbiamo tenuto la solita lunghissima chiacchierata che mi ha portato a sciogliere alcuni dubbi che scoprirete solo… leggendo…

Caro Aydan, ci ritroviamo di fronte due anni dopo l’intervista dedicata alla pubblicazione di Wyrd. The Winter Wake è uscito da pochissimo e comincio col complimentarmi per l’eccellente risultato ottenuto e per un prodotto assolutamente competitivo.

Grazie infinite! Siamo molto soddisfatti del risultato finale dell’album. Penso che finalmente il livello raggiunto sia quello inseguito da anni; consideriamo “The Winter Wake” come un vero e proprio nuovo inizio per noi. E’ un album più maturo, meglio composto, meglio suonato e meglio prodotto rispetto ai precedenti ed è un nuovo capitolo per la storia Elvenking.

Trovo il nuovo disco molto più oscuro dei precedenti, a partire dalla copertina, continuando con booklet e relativi testi e terminando con la musica che implementa una spiccata tonalità aggressiva, molto più accentuata che in precedenza. Che ne dici?

E’ una cosa decisamente voluta. Non abbiamo mai nascosto le nostre influenze più estreme e questa volte sono forse uscite un po’ più rispetto agli album precedenti. Forse anche il periodo non facile da cui siamo usciti ci ha spinto verso questi lidi, ma non solo. In ogni caso penso che il death melodico sia una delle nostre principali influenze e lo sia sempre stato.

Comincerei a descrivere la sezione multimediale dell’edizione europea del disco: mi hanno sorpreso le tue dichiarazioni relative allo split con Damnagoras, momento che, a quanto pare, ha influito in maniera estremamente negativa sugli Elvenking… Hai, ad un certo punto, pensato di abbandonare il “vascello”… Prenditi tutto il tempo che desideri per affrontare il discorso con i lettori di Truemetal.

Si, come dici tu il periodo legato a Wyrd è effettivamente stato il più duro per la storia della band. Fino a quel momento probabilmente avevamo raggiunto un equilibrio tale per cui l’uscita di un membro è andata a minare una situazione sicura e stabile, e le conseguenze sono state ben peggiori di quanto probabilmente credessimo. E’ stata una situazione strana. Voglio sottolineare che l’impegno e l’entusiasmo di Kleid sono sempre stati altissimi: semplicemente non era “uno di noi” per così dire, anche perché caratterialmente era effettivamente molto distante dal nostro modo di vedere le cose. Se a questo aggiungi che anche l’entusiasmo di Jarpen andava scemando, e la cosa era più che palese, potrai capire la situazione. Sapevo che l’unica possibilità di rinascere come gruppo, con l’entusiasmo necessario, era quello di riportare la line up originale con Damangoras nella band: stavamo creando un gioco al massacro in cui io volevo tenere a galla la band e Jarpen invece voleva spostarsi su altri lidi ma, sapeva di non poterlo fare con il nome Elvenking. L’unico anello che avrebbe potuto rimettere le cose a posto era Damangoras. Ho proposto più volte alla band il suo ritorno ma la cosa non è mai stata accettata, anche perché appariva chiaro che con il ritorno di Damna, Jarpen non avrebbe avuto spazio e nessuno di noi voleva che lui abbandonasse la band. La situazione era così paradossale e senza soluzione che ad un certo momento non sopportavo più questo lento declino, e ho comunicato agli altri che avrei lasciato la band e avrei continuato con Damnagoras in un differente progetto. A quel punto abbiamo discusso a lungo sulla cosa ed è stata scelta la via più giusta e naturale. Purtroppo tutti sapevano che questo avrebbe significato il sacrificio di Jarpen oltre che di Kleid. Abbiamo fatto di tutto per convincere Jarpen a rimanere nella band e per qualche mese ci siamo anche riusciti, ma alla fine la cosa è finita come tutti sappiamo. E forse è stata la scelta migliore per tutti.

Tornando allo split con Damnagoras, quali furono i problemi di salute che l’hanno costretto ad abbandonare gli Elvenking per un lungo periodo di tempo? E permettimi di chiederti dove sia finito Kleid, vocalist autore di una prova più che convincente su Wyrd, sei d’accordo?

Damnagoras è uscito dalla band poco dopo un concerto che suonammo a Budapest di supporto agli Edguy. In quel periodo effettivamente aveva dei problemi di salute che gli impedivano di dare il meglio sul palco. Oltre a questo c’erano una serie di motivazioni interne che portarono allo split. Poco dopo io cercai di chiedere a Damnagoras di tornare nella band per il concerto al Bloodstock in Inghilterra, e facemmo anche una prova, ma poi lui decise di lasciare definitivamente. E’ comunque facile intuire come il fatto che il suo ritorno sia conciso con l’abbandono di Jarpen non sia una casualità. Per quanto riguarda Kleid posso dire che nel periodo in cui ha fatto parte degli Elvenking ha dato tutto ciò che poteva dare, dal punto di vista dell’impegno e dell’entusiasmo. Non eravamo semplicemente fatti caratterialmente per stare insieme, e anche dal punto di vista vocale cercavamo qualcos’altro, per cui il ritorno di Damnagoras nella band è stata la cosa migliore che ci potesse accadere.

Quanto è importante Damnagoras per gli Elvenking? Influisce a livello di songwriting oltre ad avere un timbro perfetto per il sound proposto, questo è agli occhi di tutti. C’è dell’altro presumo, sbaglio?

Beh di sicuro c’è il fattore principale, al di là degli aspetti tecnici, ed è l’amicizia che ci lega a lui, e ci lega tutti. Penso che prima di essere un gruppo musicale noi rimaniamo comunque un gruppo di amici. E ci siamo presto accorti di quanto questo fattore sia fondamentale per l’esistenza della band. E penso sia questo il fattore più importante all’interno degli Elvenking.

Damnagoras, sul video del quale parlavo con Aydan ti presenti con una long-sleeve dei Dimmu Borgir. Deduco che la tua passione per la musica estrema ha mutato, o meglio integrato gli elementi più cari agli Elvenking con i caratteri tipici di quel filone. Ecco il perché di un disco sinfonico e melodico ma anche aggressivo come mai in passato, correggimi se sbaglio.

Damnagoras: Hai perfettamente ragione. Ascolto moltissimo metal estremo quindi è naturale che l’influenza si senta in un modo o nell’altro e penso che si trasmetta nella nostra musica nel migliore dei modi, senza stravolgere  il nostro stile, ma costruendolo dalle fondamenta e donandogli quella parte di aggressività che assieme alla melodia ci ha da sempre contraddistinti.

A quanto mi è parso di capire, Jarpen ha lasciato un vuoto difficilmente colmabile all’interno della band, è così Aydan? Avete condiviso un sogno durato molti anni, perché siete stati costretti a dividervi, come mi hai accennato…

Io e Jarpen abbiamo fondato insieme la band ormai parecchi anni fa. Inoltre siamo amici da quando avevamo 7 o 8 anni penso e ho praticamente sempre e solo suonato insieme a lui. Siamo cresciuti insieme come chitarristi e come persone soprattutto. Il fatto che non abbiamo preso un nuovo chitarrista deriva anche da questo. Avrei immense difficoltà a suonare con qualcuno che non sia Jarpen. Non avevamo bisogno di parlarci, di divederci le parti, di decidere chi doveva suonare cosa, perché la nostra sintonia era praticamente perfetta. Non riesco certo ancora a vedermi qualcuno al mio fianco che non sia lui come partner alla chitarra. Purtroppo la realtà è che lui ormai aveva perso entusiasmo nella musica che facciamo e nella musica metal in generale. Penso che lo split sia stata la scelta migliore per entrambe le parti. Chissà che un giorno non ci ripensi…

Damna, a che punto sei col progetto Leprechaun? Vuoi spiegare ai lettori di cosa stiamo parlando?

Damnagoras: Leprechaun è il progetto nato da me e da Francesco Bucci degli Stormlord nel periodo in cui ero fuori dagli Elvenking. Come molti già sapranno, abbiamo registrato un demo-cd di 7 pezzi (alcuni dei quali scritti ai tempi di Wyrd) intitolato “The Ultimate Dance”. Fino ad ora abbiamo avuto dei contatti con alcune case discografiche con le quali non siamo però riusciti a stilare un accordo per pubblicare il primo disco (che a livello di songwriting è pronto) nel migliore dei modi. Nel futuro prossimo conto di riproporre la band e cercherò in un modo o nell’altro di realizzare questo disco che rappresenta per me un periodo importante e soprattutto un’ottima collaborazione con Francesco. Per altre info segnalo il sito www.leprechaun.it

Torniamo a testa bassa su The Winter Wake, ho qualche domandina per te Aydan, suddivise in argomenti ben definiti:

Primo argomento: produzione. Assolutamente imparagonabile rispetto ai precedenti lavori: tutto merito della Finlandia?

Decisamente il lavoro fatto da Nino Laurenne ai Sonic Pump studios di Helsinki è stato assolutamente fondamentale per il sound di TWW. Però altri fattori hanno influito sulla buona resa sonora del disco: dalla produzione, che abbiamo curato io e Damnagoras, prendendoci stavolta tutto il tempo necessario per curare al meglio le cose, al modo stesso in cui il disco è stato suonato. Un ascoltatore attento noterà subito il differente approccio agli strumenti rispetto ai nostri precedenti album. Per esempio è lampante come in “Heathenreel” il drumming di Zender fosse assolutamente distante dal resto della band, come se suonasse indipendentemente. Questa volta invece il groove creato e il modo di suonare “tight” ha permesso la resa di un sound potente e preciso.

Secondo argomento: artwork. Terzo album, terzo disegnatore diverso: Gyula Havancsàk. Posso permettermi di segnalarvi che, a mio parere, Gyula è quello dei tre (gli altri 2 sono Travis Smith e Duncan C.Storr) che ha meglio rappresentato la musica degli Elvenking? Assolutamente splendidi i disegni all’interno e la front cover.

Per noi è assolutamente fondamentale cambiare, e non solo dal punto di vista musicale. Il fatto di aver avuto in tre album tre tipi di produzione e tre copertinisti differenti non è certo un caso. Gyula  ha svolto un lavoro magistrale sia per la cover che per il layout del booklet. Essendo un album importante per noi anche il package del cd è nettamente superiore ai precedenti e all’interno ogni canzone è rappresentata da un disegno che ne riassume i temi trattati nei testi.

Terzo argomento: songwriting. Ammetto che ho un debole per le tue composizioni e i miei brani preferiti sono indubbiamente Trows Kind e The Wanderer. Menzione d’obbligo per le splendide March of Fools, On the Morning Dew e per la corta e dolcissima Disillusion’s Reel. Quali sono le tue hit del disco?

Se dovessi nominarne una solamente forse opterei per Trows Kind, che può riassumere diversi aspetti della nostra musica: è aggressiva, sognante, romantica in alcune parti, direi che è una delle canzone che preferisco nel disco.

Quarto argomento: testi. Tutto ciò che circonda The Winter Wake pare abbia a che fare con l’oscurità: le fate malvagie, le fiabe “oscure”, il sogno di una sola notte (quindi una vita fatta di realtà vista come sofferenza), la rappresentazione visiva della morte, la fragilità dell’animo umano, le illusioni e le contrapposte disillusioni… Niente a che fare col neo-paganesimo questa volta? E la luna dov’è finita? Perché questa visione così negativa della realtà e stavolta anche della fantasia?

Penso che i temi trattati nei testi di “The Winter Wake” siano comunque un’evoluzione dei temi a noi cari. In questo caso gli argomenti trattati sono vari come non mai, come da te sottolineato. Vorrei inoltre dire che i testi per noi rappresentano una parte importantissima della nostra, e per fortuna molti se ne sono accorti in giro. In questo caso forse i temi sono più legati al concetto di fantasia, dell’antitesi della realtà, e della fuga da ciò che è tangibile. 

Quinto argomento: special guest. Schmier dei Destruction e Nino Laurenne dei Thunderstone i più significativi. Come siete arrivati ad una collaborazione con questi personaggi? L’idea non sarà per caso partita dalla vostra etichetta, l’AFM records?

No, non è partita dalla nostra label. Semplicemente adoriamo le collaborazioni e quando queste si rendono necessarie, non ci tiriamo indietro nello scegliere la persona adatta al caso. Per quanto riguarda la title track del cd fin dall’inizio sapevamo di necessitare un voce diversa per la prima parte della strofa. Nei demo di pre-produzione dell’album cantavo io la parte, ma sapevamo che avremmo potuto far interpretare la parte a qualcun altro. Necessitavamo di un approccio vocale aggressivo, e cercavamo una voce thrash che contrastasse con l’approccio melodico della song. Schmier dei Destruction è sicuramente uno dei migliori vocalist in circolazione ed è bastato fargli sentire per il pezzo perché fosse subito della partita. Stava registrando proprio in quel periodo l’album dei Destruction “Inventor of Evil” per cui la cosa è stata anche piuttosto semplice. Per quanto riguarda Nino invece, beh, lui ha mixato l’album per cui una volta arrivati in Finalndia non è stato un problema chiedergli di piazzare uno dei suoi soli su Trows Kind ed è stato ben felice di farlo. A dire la verità l’ha registrato l’ultimissimo giorno quando noi ormai eravamo sul volo di ritorno, ma il risultato è comunque fantastico.

Sesto argomento: bonus track. Una cover degli Skyclad sulla versione europea ed un brano inedito su quella giapponese: Petalstorm. Di che brano si tratta e cosa raccontate nel testo? Sai che sono curiosissimo 😉

Per quanto riguardo l’inclusione di “Penny Dreadful” questa si è stata una scelta della nostra casa discografica. Avevamo registrato questa cover durante le session per Heathenreel nel 2001 per essere inclusa come bonus track ma alla fine non è mai stata pubblicata. L’avevamo nel cassetto e la nostra A&R Sandra Eichner ci ha suggerito di usarla. Siamo stati immediatamente d’accordo perché comunque penso che la cover sia venuta fuori bene, e sia stata arrangiata in maniera interessante. Come dici tu invece la versione giapponese e coreana avrà una bonus diversa, come succede normalmente. La canzone è “Petalstorm”: si tratta di un pezzo che alterna parti acustiche a parti più aggressive con una porzione centrale a voci sovrapposte. Il testo tratta della situazione di sicurezza che ti donano le cose più care e più comuni, come la tua casa. L’essere lontani da casa può essere elettrizzante in un primo momento ma dopo qualche tempo è inevitabile sentirne la nostalgia e la mancanza. (mhhhhhhh mi ricorda di avere già sentito questo discorso da Tobias Sammet in relazione a brani tipo Sacrifice e Return to the Tribe… a voi non sembra? ndg)

Passiamo alla classica domanda riguardante l’attività live. Cosa ricordate del passato Tradate Iron Fest? Beh, io ero proprio sotto il palco e, nonostante l’orario ed il caldo, c’è stato sicuramente modo di festeggiare per un pomeriggio all’insegna di uno show soddisfacente. Ricordo la splendida prova di Elyghen al violino.

L’esperienza al Tradate è stata sicuramente un’esperienza molto positiva, soprattutto perché ci ha dato la possibilità di suonare anche in Italia una volta ogni tanto:D, anche se non la ricordo certo come una nostra buona prova. D’altronde in questo tipo di festival, senza avere la possibilità di un minimo sound check e con i tempi strettissimi è una cosa praticamente inevitabile.

A proposito di Elyghen, è fondamentale in fase esecutiva ma cosa mi dici riguardo la fase propositiva? Mi spiego meglio: scrive lui le linee del suo strumento?

Elyghen, in questo momento, ricopre un ruolo fondamentale perché con la dipartita di Jarpen e l’utilizzo di una solo chitarra tutto il lavoro in più si sobbarca sulle sue spalle, sul violino e sulle tastiere. Per quanto riguarda l’aspetto compositivo le parti di violino o tastiere sono sempre scritte da Damnagoras e me, con l’eccezione dei soli in cui Elyghen mette tutto il suo. In ogni caso è fondamentale anche perché è l’unico membro ad avere una formazione musicale completa (essendo un musicista classico) e conosce bene la musica, per cui i suoi suggerimenti in fase di arrangiamento e armonia sono sempre preziosissimi.

Possiamo definire gli Elvenking come uno dei pochissimi gruppi di punta del metallo italiano; Quali sono gli altri esponenti degni di essere citati?

Beh, dipende sempre dai gusti personali, comunque non si può non sottolineare il valore internazionali di band come Lacuna Coil e Rhapsody che portano alto il nome della nostra nazione all’estero. Tra le mie band preferite potrei comunque citare i Secret Sphere, sempre un gradino sopra.

Come vanno i rapporti con l’AFM records? Quanti dischi avete in programma con loro?

I rapporti con la AFM al momento sono ottimi per noi. E posso anticiparti che dopo aver sentito “The Winter Wake” sono rimasti talmente colpiti dalla qualità dell’album che ci hanno offerto un nuovo contratto che ci lega a loro per altri due album: chiaramente non abbiamo potuto rifiutare. Non ti nascondo nemmeno che i primi anni con loro non sono certo stati dei migliori, però la situazione attuale e veramente ottimale per noi, e speriamo di poter crescere ancora insieme a loro.

E’ più facile esportare il metal italiano all’estero oggi? Le reazioni migliori le ottenete nel bel paese o al di fuori? Dove?

Se pensi che abbiamo suonato in Germania, Svizzera, Inghilterra, Ungheria, …in alcuni dei migliori festival di queste nazioni e che siamo già confermati per alcuni festival quest’anno in Scozia, Germania o Estonia per esempio mentre in Italia ci è stata dato l’opportunità di suonare solo al Tradate e all’Agglutination ti renderai conto quanto quello che si dice in giro non sia poi così falso. In Germania abbiamo suonato come co-headliner insieme ai Finntroll al Dong Open Air mentre qui in Italia è tanto se riusciamo ad organizzarci qualche concerto ogni tanto. In ogni caso le reazioni della stampa e del pubblico italiano sono sempre state assolutamente fantastiche per noi, quindi speriamo per il futuro. (Per fortuna in questi giorni sono stati confermati per aprire i concerti dell’imminente tour di Jon Oliva, ndg)

Bene Aydan, come di consueto ti lascio lo spazio per salutare i numerosi lettori di Truemetal. Nel frattempo ti saluto e ti do appuntamento al prossimo disco. 😉

Grazie mille per l’intervista. Spero che abbiate apprezzato “The Winter Wake” . Ci vediamo in tour in Aprile. Alla prossima!