Engel (Mangan, Marcus, Steve e Jimmy)
Gli svedesi Engel (http://www.engelpropaganda.com) sono fautori di un ottimo melodic death metal pesantemente influenzato dall’elettronica che hanno percorso, lungo il loro tour europeo, anche l’Italia. In particolare, la data del 13 ottobre 2011 presso il Bloom di Mezzago (MB) è stata l’occasione, per la nostra Tarja, di torchiare a dovere Mangan Klavborn (voce), Marcus Sunesson (chitarra), Steve Drennan (basso) e Jimmy Olausson (batteria).
Ciao Engel, benvenuti in Italia e su Truemetal.it! Qual è stato il vostro primo pensiero, questa mattina?
Grazie Tarja… beh, il nostro primo pensiero di questa mattina era a base di mucche, asini e cavalli… sai, ci siamo svegliati in una fattoria, ahahah… quindi è stato abbastanza strano tirarci su, per noi. Ora però sta andando un po’ meglio, poiché siamo qui nel locale…
Siete in tour europeo assieme ai Pain e ai Turmion Kätilöt, e stasera c’è il vostro primo show in Italia. Come vi sentite a esser qui? Cosa vi aspettate da questi tre spettacoli in terra italica?
Steve: beh, l’ultima volta che siamo stati qui è stato nel 2007, all’Alcatraz di Milano, ed è stato un grande spettacolo. È davvero bello tornare qui, suonare in questi tre club, far conoscere agli italiani chi siano gli Engel d’oggi e quindi fare crescere il numero dei nostri fan. Naturalmente speriamo di tornare qui tante altre volte, in futuro. Da questi tre show ci aspettiamo un gran divertimento sul palco, da condividere con il pubblico.
Mangan: ci sentiamo bene d’esser qui a suonare di nuovo. Faremo del nostro meglio, sul palco. Non importa se ci saranno due o duemila spettatori, perché anche quelle due persone hanno pagato i loro biglietti per assistere allo show.
Marcus: sì, il pubblico… non importa se sarà affollato o no. La gente vuole vedere una band dal vivo che viva la sua musica sul palco, che non si annoi. E, se rimarranno soddisfatti, i ragazzi torneranno a vedere chi suona ancora altre volte.
Pain e Turmion Kätilöt: che compagni di viaggio sono?
Marcus: i Pain sono divertenti, naturalmente. Conoscevamo già alcuni di loro, come Peter (Peter Tägtgren – NdR). Sono molto socievoli e dei bravi ragazzi con cui fare degli show e divertirsi insieme.
Steve: sai, una cosa è suonare in diversi festival ma quando sei in tour insieme con così tante persone, diventa tutto molto più interessante; dovendo passare molto tempo nel tour-bus. Andiamo d’accordo e l’atmosfera è molto rilassata. E poi… i ragazzi finlandesi… beh, forse sono un po’ strani, ahahah, ma sono simpatici. I loro spettacoli, poi, sono fantastici; anche se il loro genere musicale è un po’ diverso dal nostro. Questo mix, però, funziona bene.
Marcus: sì… forse, musicalmente, i Turmion Kätilöt sono più vicini ai Pain che a noi, anche se il loro look è molto diverso da quello degli altri, con il loro face-painting… che funziona. Questo è il primo tour per loro, al di fuori della Finlandia.
Il tour è iniziato una settimana fa. La settimana scorsa siete stati in Germania, Austria, Repubblica Ceca e ieri in Svizzera. Ora, dopo questi sette show, se doveste fare una sintesi, qual è stato il miglior spettacolo e perché?
Jimmy: penso che i migliori show fino adesso siano stati quelli della Repubblica Ceca e di Vienna. Sono stati davvero buoni e la folla era fantastica. Ho apprezzato entrambe le date e proprio a Vienna c’è stato il primo mosh-pit. Questo è stato magnifico: sono sempre molto felice di vedere quando il pubblico poga.
Come definireste lo spirito del gruppo?
Marcus: è buono e l’armonia regna sovrana. Naturalmente a volte discutiamo di qualcosa ma per lo più scherzando. In tour a volte è difficile stare ‘così vicini’ (mostrando con le mani – NdR) gli uni agli altri, dormire e vivere nello stretto tour-bus. Non abbiamo mai nessun momento per noi stessi, quindi dobbiamo adattarci a quest’ambiente in un modo diverso. Malgrado ciò, andiamo tutti abbastanza d’amore e d’accordo.
Magnan: beh, a volte si può discutere della scaletta. Ecco, forse è l’unico momento in cui possono sorgere dei ‘problemi’ tra noi.
Parliamo ora del progetto Hell. Di recente avete organizzato questa cosa con l’All-Male Choir di Gothenburg (SWE). Perché ‘Hell’? Perché avete scelto proprio questo nome?
Marcus: solo perché il nome del coro è Hellmans Drengar, quindi niente a che fare con ‘l’inferno’ (ride – NdR).
Raccontatemi un po’ di questo progetto e com’è iniziato…
Marcus: tutto è cominciato quando Niclas (Engelin, l’altro chitarrista – NdR) ha avuto la ‘strana’ idea di fare qualcosa assieme all’All-Male Choir. Da queste combinazioni può uscire qualsiasi cosa, anche grande: Mangan, dopotutto, è stato un cantante del coro Hellmans Drengar…
Mangan: sì, l’idea è nata anche da lì. Infatti, ho cantato con il coro per migliorare la mia voce. Ho conosciuto tutti i ragazzi del coro, ed erano aperti a provare qualcosa di nuovo. Così, abbiamo pensato di provare a coinvolgerli nel nuovo album con alcuni cori. Da lì, l’idea è andata poi oltre fino a quando ci è venuta l’idea di questo evento Hell di due giorni.
Quindi pensate di ripeterla l’esperienza Hell?
Marcus: non è stato programmato nulla ma non credo che succederà di nuovo, almeno nella stessa forma.
Steve: vedremo, se succederà di nuovo; magari in un festival o in qualcosa del genere. Perché Hell è stato quest’evento di due show, e lì finisce. Comunque è possibile che faremo di nuovo qualcos’altro, con il coro.
L’album “Threnody” è uscito l’anno scorso: siete soddisfatti dei risultati che avete ottenuto?
Marcus: oh sì, lo siamo! L’album si è rivelato proprio quello che volevamo che fosse. Abbiamo avuto un sacco di problemi dopo che l’avevamo registrato, ma li abbiamo risolti rapidamente. Quindi sì, siamo davvero soddisfatti per i suoi risultati.
Parlando delle canzoni e dei suoni, “Threnody” è quello che rappresenta davvero gli Engel? Come si differenzia dal precedente “Absolute Design” (2007)?
Mangan: il nostro suono è stato più o meno sempre lo stesso sin dagli inizi ed è quello che sappiamo fare meglio, anche se “Absolute Design” è stato una sorta di esperimento.
Steve: sì, credo che quest’album sia quello che rappresenti meglio gli Engel. Non ho nulla contro il primo album e molto probabilmente il prossimo lavoro sarà un po’ diverso dai precedenti.
Potete raccontarmi qualcosa sul processo di songwriting e sui testi? E su quella che è la ‘ricetta’ degli Engel?
Magnan: le nostre influenze provengono da tutto quello che ci circonda. Non solo dalla musica, da ciò che si vede o da quello che si fa. Ogni situazione della vita è una buona fonte per la nostra musica.
Avete pubblicato, finora, due video da “Threnody”. Il recente “Six Feet Deep” e “Sense The Fire”, del 2009. Proprio “Sense The Fire” (http://www.youtube.com/watch?v=j09oCqGbdQs) mostra alcune scene piuttosto forti. Che cosa potete dirmi riguardo al video e al suo messaggio?
Steve: quando abbiamo girato il video, avremmo voluto farlo in due ambienti diversi ma, sfortunatamente, non è stato possibile averne un altro a disposizione rispetto a quello d’origine (una sala industriale). Durante un week-end ci siamo seduti in un pub con la consapevolezza che avremmo avuto soltanto una settimana per le riprese. Abbiamo parlato dei temi e dei dettagli, ci siamo trovati subito d’accordo e dopo solo due giorni il video era pronto. Le idee definitive le abbiamo avute quando stavamo girando, e si basano su una sorta di ‘circo oscuro’, con piercing e cose del genere. Si dovrebbe guardarlo varie volte affinché vengano fuori tutti i dettagli. La prima volta in genere le persone lo osservano nel suo complesso, così alcuni elementi salteranno fuori solo dopo altri passaggi. Sai, parlando con la gente faccio sempre la domanda: «avete visto il drago?». E, tutte le volte, ascolto la stessa risposta: «quale drago? ». Si tratta di un video pieno di elementi e significati con parecchie cose che accadono in sottofondo. È stato divertente lavorarci, nonostante il budget fosse molto basso. Non c’è alcun messaggio particolare in questo video: abbiamo voluto fare qualcosa di visivamente interessante.
Alcune settimane fa avete suonato, in Svezia, in un evento per far valere i diritti dei bambini. Qual è la vostra opinione su questo problema mondiale e, soprattutto, sugli abusi sui minori?
Steve: siamo molto consapevoli di questo problema globale e, naturalmente, ci sentiamo molto sensibili verso di esso. Quando è nata la possibilità di poter partecipare a questo evento, non abbiamo esitato a percorrerla.
Mangan: Il Mondo è malato. Con la nostra partecipazione abbiamo voluto esprimere la nostra opinione su questo problema. Per questo motivo è stato giusto essere lì sul palco per i diritti dei bambini.
Quali saranno i prossimi progetti degli Engel? Un nuovo album, suppongo…
Marcus: abbiamo già un sacco di materiale pronto. Ci lavoriamo e stiamo ancora mettendo insieme alcune cose. Possiamo quindi dire che l’intero full-length potrebbe essere registrato a breve.
Come sarà?
Marcus: (ride – NdR) ancora non lo sappiamo anche se, ovviamente, sarà Engel al 100%. Dobbiamo solo risolvere alcuni dettagli, registrare le canzoni e quindi vedere se funziona il tutto. Con il nuovo produttore, inoltre, vedremo quali di queste canzoni finiranno nell’album.
Quando sarà messo sul mercato?
Marcus: beh, dipende da molte cose. Dall’etichetta e dal business discografico, in primis. Credo che si parlerà del 2012, comunque.
Ho sentito parlare spesso degli “Engel Saints”: chi sono?
Mangan: il senso principale è che sono dei santi, per noi. Sono una specie di mix di street team/fan club sotto un unico nome, gli “Engel Saints”, appunto.
Marcus: vogliamo coinvolgere gli “Engel Saints” nella vita quotidiana della band. Nello stesso tempo, vorremmo che andassero là fuori per assoldare più santi per l’Engel-famiglia, in tutto il Mondo. In questo modo, quasi ogni giorno arriveranno nuovi santi da diversi Paesi.
Ora che Niclas è un membro a pieno titolo degli In Flames, credo che ciò potrebbe causare qualche difficoltà in più quando si parla di tempi e di tour, giacché in questo momento lui è in tour con loro…
Mangan: siamo stati in tour senza Niclas anche prima di oggi, quindi siamo abituati a organizzarci, quando lui non è con noi.
Marcus: anche se Niclas non è qui con noi, abbiamo la tecnologia che ci aiuta, così lui è qui lo stesso anche se solo virtualmente. Quando eravamo a casa, Niclas ha difatti registrato le parti del suo live-guitar, che siamo in grado – ora – di aggiungere al nostro live-show.
Una domanda curiosa sul vostro nome:
1) Engel è il nome di un gruppo spagnolo che ha registrato un EP nel 2004 e che poi si è sciolto;
2) Engel è anche il nome di una società austriaca che opera nella costruzione di macchinari industriali.
Allora, al di là del cognome di Niclas (che è sicuramente il motivo per cui è stato scelto il nome), c’entrano qualcosa, questi omonimi?
Jimmy: penso che sia sempre divertente trovare il tuo nome altrove in altri concetti, quando sei in giro.
Steve: non sapevamo di quest’azienda austriaca, (ride – NdR), ma gli Engel spagnoli sono venuti dopo di noi. Poi, come hai detto, si sono sciolti subito.
Marcus: Engel è un nome facile da ricordare e non è difficile da pronunciare. In tutte le parti del Mondo, più o meno, si pronuncia allo stesso modo.
Abbiamo esaurito il tempo: come vorreste concludere questa intervista?
Magnan: unitevi a noi e portate anche i vostri amici ai nostri spettacoli.
Steve: è bello avere dei fan e dei santi anche qui in Italia. Il vostro sostegno è importante per noi. E, naturalmente, speriamo di tornare a suonare per voi di nuovo! Ci fa sempre piacere suonare sul palco, e aspettiamo di vedervi lì davanti.
Grazie ragazzi, è stato un piacere parlare con voi! Spaccate il palco stasera!
Marcus: Grazie Tarja e grazie Truemetal.it! Lo faremo, anche se il palco di stasera è molto piccolo e ti garantisco che “it’ll be a hell of a show tonight”!
Intervista a cura di Tarja Virmakari