Vario

Enslaved (Grutle Kjellson e Herbrand Larsen)

Di Alberto Fittarelli - 18 Ottobre 2008 - 13:37
Enslaved (Grutle Kjellson e Herbrand Larsen)

 

Gli Enslaved non sono decisamente il gruppo da cui sai cosa aspettarti: già un titolo come ‘Vertebrae’ mette in allarme tutti, ma è poi l’ascolto del disco a confermare le sorprese. Ad ogni modo, di nuovo un piccolo gioiello, e non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di approfondire con Herbrand (voce pulita e tastiere) e Grutle (storico cantante/bassista del gruppo).

‘Vertebrae’ è un passo in avanti enorme per il vostro sound, per quanto già fortemente sperimentale: si tratta forse del cambiamento più radicale dai tempi di ‘Monumension’. Che cosa è avvenuto esattamente nel gruppo? Che cosa vi ha portati a raggiungere un risulltato simile?

Herbrand: “Prima di tutto grazie mille per i complimenti! Che costa è successo, dici? (Ride, Nda) Abbiamo semplicemente tentato di realizzare un album che suonasse come il nostro preferito di sempre, e non abbiamo ragionato troppo sul fatto che fosse metal, prog, rock, psichedelico o qualsiasi altra cosa. È semplicemente successo, e come ti dicevo siamo totalmente soddisfatti.”

Il titolo è stranissimo, come strana è la copertina: c’è per caso un concept particolare, un’idea comune dietro i testi?

Herbrand: “Questa volta è nato tutto con Ivar (Bjørnson, chitarrista, Nda) che leggeva alcune cose riguardo a Tom Waits, il musicista. Waits stava parlando dello strano fatto per cui un topo e una giraffa sono in qualche modo collegati tra lor, per quanto completamente diversi, dall’avere le stesse vertebre, la stessa spina dorsale: questo ha semplicemente colpito la sua mente, ed è stata l’ispirazione iniziale da cui abbiamo poi sviluppato il concept di ‘Vertebrae’.”

Grutle: “Il titolo simboleggia le fondamenta dell’umanità, sia fisicamente che mentalmente, psicologicamente e biologicamente: tutto è strettamente correlato. Si può dire che la fisicità sia la coscienza individuale, mentre la psicologia è la coscienza esterna. Micro e macro cosmo. È stati spiegato in molti modi, primo tra tutti quello mitologico: la lotta (ma anche l’unità) tra gli Aesir (gli Dei del pantheon nordico, Nda) e i giganti… I testi di ‘Vertebrae’, in generale, riguardano l’enorme potenziale umano, troppo spesso annegato nell’avidità, nella stupidità e in pensieri ed azioni ipocrite.”

La vostra biografia ufficiale insiste sul fatto che con l’album guardiate “sia alle radici del vero Black Metal, sia al futuro della malinconia progressiva”: la seconda affermazione mi sembra ovvia, ma che cosa mi puoi dire del vostro attaccamento al Black Metal originario, oggigiorno?

Grutle: “Te lo confermo in modo assoluto. Abbiamo le radici nella scena originaria norvegese, è da dove proveniamo e sono convinto che ci sia un forte tratto comune a tutti i nostri album da “Hordanes Land”  sino a “Vertebrae”. Le cose si sono evolute, ovviamente, ma siamo ancora coerenti con le nostre origini, questo è indubbio.”

A conti fatti, però, credo che sia la prima volta nella storia degli Enslaved che le vocals aspre di Grutle lottano per affermare il proprio ruolo in un suono che è ormai andato “oltre”. Ovviamente adoro sentirle, ma mi viene una curiosità: siete mai stati tentati dal rimuoverle completamente dalla vostra musica?

Herbrand: Non credo che le elimineremo mai completamente. Magari il prossimo album non conterrà voci pulite? Chi lo sa… Quando Grutle e io arrangiamo e scriviamo le vocals, tentiamo sempre di cantare nel modo in cui la canzone necessita. Dipende tutto dai brani! Su ‘Vertebrae’ abbiamo capito che il mix tra voci pulite e screaming si adattava bene alla musica, ma può darsi che pe ril prossimo album sia completamente diverso. Devo inoltre aggiungere che le screaming vocals sono in realtà molto importanti per ‘Vertebrae’, in quanto gli danno il dinamismo necessario.”

Grutle: “Sono completamente d’accordo, questa volta ci è venuto naturale inserire un maggior numero di voci pulite, ma non sappiamo cosa succederà sul prossimo album. Si tratta sempre di rendere giustizia al materiale che scriviamo, e realizzare gli arrangiamenti vocali a partire da quello.”

Che cosa credete che sia rimasto, veramente, del concept originario degli Enslaved, basato comunque su temi relativi alla mitologia e all’estetica vichinga? Li state ancora esprimendo, seppur in modi diversi, o siete cambiati ormai radicalmente?

Grutle:  “Non siamo cambiati radicalmente, ma abbiamo sempre voluto sviluppare la nostra musica, i testi e il concept, e non abbiamo mai fatto passi indietro per copiare qualcosa che avevamo già realizzato in passato. Crediamo che sia completamente inutile pubblicare lo stesso album 10 volte di fila, così per dire…  Abbiamo sempre avuto un’ispirazione dai grandi orizzonti, per cui le cose si sono sviluppate naturalmente. Iniziamo sempre da zero, quando viene il momento di scrivere un nuovo disco: ci piace la sfida e la pressione che mettiamo su noi stessi per creare!”

Per fare un esempio, non è difficile immaginare scene di mare aperto in una canzone come ‘To the coast’: si tratta di una sensazione personale, ovviamente, ma credo che da queste cose risulti evidente come il vostro DNA sia sempre lì, ben presente…

Herbrand: “Credo che il DNA degli Enslaved sia sempre stato ben presente nei nostri dischi, come diceva Grutle. Ovviamente quando ascolti i primi album, e poi passi a ‘Ruun’ o a ‘Vertebrae’, il sound è completamente diverso, ma qualcosa rimane lo stesso; può essere qualcosa correlato all’energia, il riffing o l’espressione, che in qualche modo definisce il suono degli Enslaved. Siamo un gruppo che tende a fare album sempre diversi, ma in qualche modo non cambia mai. Questa è la nostra forza!”

Cambiamo un attimo discorso: il 1 giugno 2007 avete tenuto un concerto speciale presso la Dovregubbens Hall di Bergen, durante l’OiOi festival. In quell’occasione, avete suonato tre pezzi speciali e inediti. Come ricordate quell’esperienza? E pubblicherete mai quei pezzi, magari come bonus su di un album?

Herbrand: “L’OiOi Festival è stato un evento speciale, e una cosa molto divertente da fare. Le tre canzoni che abbiamo suonato erano pezzi folk norvegesi arrangiati e suonati secondo lo stile Enslaved. Abbiamo anche suonato con un gruppo di italiani che studiano norvegese presso un’università italiana, wow! Credo che si facciano chiamare “Metallians”… È stato un evento unico e non credo che verrà mai pubblicato ufficialmente, nemmeno come materiale bonus. D’altra parte, chi lo sa?”

Vi state per imbarcare in un lungo tour europeo, vi sentite a vostro agio nel suonare dei pezzi così atmosferici dal vivo? Herbrand, tu in particolare come ti senti a ricoprire il ruolo di cantante, ormai quasi “principale”, dal vivo?

Herbrand: “Non vedo l’ora di suonare i nuovi pezzi dal vivo, credimi: alla fine è tutto lì, il suonarli live. L’atmosfera sarà ovviamente ancora più forte, e con un folto pubblico l’energia e il dinamismo saranno amplificati, portando i nostri concerti a un nuovo livello. Stiamo porvano le canzoni proprio adesso, e suonano davvero bene! Per noi è sempre magnifico suonare qualcos adi nuovo e fresco, non vedo davvero l’ora! Comunque non mi considero come il cantante principale, ma sono davvero curioso di cantare le canzoni dal vivo. Grutle è sempre stato il nostro cantante e frontman, e lo rimarrà anche in futuro.”

Credete che in qualche modo il progetto Trinacria abbia influenzato la composizione del disco, consciamente o meno?

Grutle: “Consciamente non proprio, ma inconsciamente magari… È possibile che abbiamo inserito qualcosa dell’atmosfera dei Trinacria agli Enslaved, ma d’aktra parte è più facile che sia avvenuto il contrario. Che cosa strana davvero… (Ride, Nda) Ad ogni modo, mi è davvero piaciuto partecipare a quel progetto, e spero seriamente che avremo occasione di effettuare più tour e registrare altri album in un futuro distante. Per il momento, gli Enslaved ci terranno occupati per un periodo moooolto lungo!”

Domanda obbligatoria: volete commentare la morte di Richard Wright, tastierista e compositore nei Pink Floyd? Pensieri e sensazioni personali…

Herbrand: “Che cosa si può dire? È stato un’ispirazione enorme e un genio musicale. Userei le stesse parole di David Gilmour: ‘Nessuno può rimpiazzare Richard Wright’.”
Grutle: “Sono del tutto d’accordo, Rick Wright era una leggenda ben prima di morire. Un vero e proprio genio, così come Syd, Roger, Nick e David.”

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli