Eviscerate (Nicola – Mario)
Dopo la sorpresa in sede live e le conferme su CD (qui la recensione dell’EP), continuo la mia marcia di avvicinamento ai deathsters bresciani Eviscerate scambiando due parole con Nicola e Mario:
Scrivendo la recensione ho fatto qualche accenno alla vs. storia, potresti integrare le mie parole con qualche notizia in più?
Nicola – I primi anni lo abbiamo passati a suonare canzoni dei Metallica e qualcosa degli Iron, poi la svolta intorno ai 18 anni: pezzi propri, e primo demo registrato il più artigianalmente possibile, ma con un risultato che a noi piace molto ancora oggi. Ci siamo avvicinati sempre più al mondo dell’underground, che è inevitabile se vuoi proporre la tua musica, con il secondo demo Eviscerate del 2001, dei pezzi che si dice siano più scandinavi e influenzati da gruppi come In Flames. Una costante lungo tutto il nostro cammino: la birra, il vino, la voglia di fare belle canzoni, il divertimento e la perenne insoddisfazione che ti spinge a fare cose nuove, sempre.
Informandomi su di voi (eh sì sappiate che vi tampino) ho trovato qualche commento che parla di un aggiustamento stilistico, confermato anche dalla bio presente sul vs. sito. Come mai questa scelta?
Nicola – Sono del parere e spero che gli altri confermino, che se ci si inchioda su una formula si muore, inoltre abbiamo sicuramente migliorato le nostre mere capacità tecniche e penso che tutto questo si ribalti sui pezzi. C’è stato qualcuno che ci ha recensito è ci ha caldamente consigliato di ritornare alla formula del pezzo “smazzato” a tutti i costi, che è quello che tentavamo di fare prima. Comunque non programmiamo niente, tentiamo solo di non rifare le stesse cose che la gente può benissimo ascoltare da gruppi che le fanno (e le registrano) meglio.
Mario – Meglio di così non potevi parlare!
Mi piace molto la resa sonora dell’EP, vuoi parlarci del lavoro fatto da/con Tommy? Come avete preso contatto con lui? Com’è stato lavorarci assieme?
Nicola – Molto educativo, direi. I contatti ce li hanno girati dei nostri amici di Brescia attivi nei Cadaveric Crematorium, che avevano già registrato con lui ed erano rimasti molto contenti. Effettivamente non abbiamo nulla da lamentarci, Tommy è stato molto disponibile e la resa del prodotto al di sopra di ogni speranza. Abbiamo finalmente avuto a che fare con una persona semplicemente competente che sa esattamente quello che vuoi nel momento in cui metti un piede nel suo studio.
Vuoi raccontarci un po’ le fasi di preparazione, stesura e registrazione dei pezzi di Shadows out of Time? Una cosa che mi piace molto della vostra musica è che suona piena ed articolata.
Nicola – I pezzi sono frutto di tre anni di prove e concerti. Non siamo molto veloci da un punto di vista compositivo, effettivamente. Di solito, anche a pezzo concluso, se ci accorgiamo che qualcosa non torna, lo possiamo anche smantellare ricominciando tutto da capo. Abbiamo per esempio continuato a cambiare qualche cosa anche dopo avere registrato i pezzi, delle inezie, ma che contribuiscono a rendere le song più efficaci. Che suoni piena sul disco non c’è dubbio: stai sentendo 4 chitarre (più le solistiche) che spingono il Mesa di Tommy a livello totale. Fatto sta che prima di andare da Tommy abbiamo passato un mese alle prove tentando di ricreare l’atmosfera in studio, suonando i pezzi solo con una chitarra e la batteria per abituare il batterista e non perder poi tempo, io che di solito faccio i soli ho imparato le ritmiche che li accompagnano e lo stesso il mio cantante/chitarrista. Il lavoro l’abbiamo registrato di fila in 16 ore, una domenica di giugno (una maratona insomma… – ndr).
Ho letto che la traccia conclusiva “Invasion” ve la portate dietro fin dai primissimi tempi, giunge nel 2004 al suo ultimo stadio evolutivo. Come mai siete così “fedeli” a questa canzone? Ha un significato particolare dal punto di vista lirico o personale?
Nicola – Diciamo che rappresenta il nostro primo periodo, quello più semplice e meno pretenzioso, è un pezzo che si avvicina molto a certi standard power metal con un finale decisamente tipo Iron Maiden e piace molto ai ragazzi che ci vengono a sentire. Abbiamo tentato di scegliere dei brani per rappresentare gli Eviscerate in sole 4 tracce. Se avessimo avuto la disponibilità economica avremmo magari registrato più pezzi.
Nella recensione ho scritto che, secondo me, sareste perfetti se suonaste anche su CD sporchi e cattivi come sul palco. Cosa ne pensi?
Nicola – Dipende da che vuoi dire con sporchi, magari dipende dai suoni meno curati (non abbiamo mai tempo per fare dei suoni decenti e gli impianti spesso sono quello che sono…). In studio non abbiamo avuto assolutamente tempo per scegliere i suoni, abbiamo preso quello che Tommy ci ha dato, senza porci troppe domande…
A grandi linee siete influenzati dal thrash e dal death svedese. Se dovessi dirmi qualche nome in particolare diresti…
Death o Testament o In Flames… non so… secondo me confluiscono tutti gli ascolti che uno compie nell’arco della sua vita, per me che sono chitarrista gli stili di vari chitarristi… è un discorso complesso. Di solito nei nostri pezzi ognuno ci sente quello che vuole ed il metal è solo una piccolissima parte della musica che ci piace. Tommy ci ha detto che secondo lui quello che facciamo è speed metal con voce death.
Eheheh mi hai anticipato sul discorso “Death”, quindi non è solo una impressione che anche loro rientrano nelle vs. influenze?
Nicola – Certo… è innegabile, soprattutto per la voce, meno ovviamente per la tecnica. Siamo anche noi in 4, ci siamo lasciati affascinare anche noi dalle tastiere (vedi Human), ci piace giochicchiare con le melodie fatte da due chitarre (ma questo è più Iron e Metallica), solo che noi siamo un gruppo e i Death erano una persona!!!
Suonate insieme da tanto tempo ormai e questo si vede subito sia sul palco che su disco; si capisce che siete affiatati. Hai voglia di raccontarci che rapporto vi lega?
Nicola – Amicizia innanzitutto (quella vera, penso…) e rispetto, curiosità rispetto alle reciproche competenze, e un po’ di umiltà, ormai ci conosciamo da mille anni e sappiamo che ci stiamo dentro e ci sopportiamo.
Che approccio avete nei confronti della musica che suonate? A vedervi sembrate molto divertiti dal fatto di suonare metal e mi avete trasmesso una sensazione estremamente positiva…
Nicola – Beh… non suonerei queste cose se non mi divertissi, non è una posa, il movimento ti viene perché è spontaneo. Certo se fai i salti ti inceppi e fai la marmellata sulle corde, ma chissenefrega!
Shadows out of Time mi sembra un modo ottimale per promuovervi, come procedono le cose da questo punto di vista? Che riscontri avete avuto dall’EP sia dal punto di vista di “sensazioni” e recensioni. Avete nuovi contatti con qualche label?
Nicola – Le recensioni sono: molte, positive, meno positive, negative, si trovano tutte sul sito. I contatti con le label ci sono e stiamo vagliando proposte per fare uscire finalmente un full-lenght distribuito come si deve. Certo bisogna investire qualcosa ma se non lo facciamo a 25 anni non lo faremo mai più, prima o poi smetteremo di suonare metal (ride – ndr).
Avete già nuovi pezzi pronti? Seguiranno sempre la stessa strada dell’EP?
Nicola – Pezzi nuovi due, di cui uno è già “performato” in concerto. Non penso che registreremo altri EP, tentiamo il tutto per tutto con le label e promuoviamo questo, poi si vedrà.
Ho letto che avete suonato anche all’estero. Avete trovato differenze tra il pubblico europeo (belga ed austriaco se non sbaglio) e quello italiano?
Nicola – Il pubblico belga ci è sembrato un poco scialbo mentre quello austriaco più vivo, ma abbiamo suonato solo due volte all’estero e mi sembra poco per giudicare un ipotetico pubblico. Dicono tutti che gli italiani sono il meglio perché si sbattono (chiedo alla regia di mandarmi in onda l’inno italiano – ndr).
Mario – Io devo aggiungere un altro mio paio di esperienze in Ungheria e Danimarca con i Cadaveric Crematorium e un Pubblico incredibile!!!
Parliamo un po’ delle prossime date live. Sul sito compaiono già degli appuntamenti che potremmo ricordare a tutti, segnalandone magari degli altri se ce ne sono in programma.
Nicola – Vai Mario…
Mario – Abbiamo appena suonato al Transilvania di Bassano del Grappa e la prossima data confermata è: SABATO 18 GIUGNO – Eviscerate + Blasphemer + Nobody + Torment + Brutal Murder – CELTIC STONE (Milano). Stiamo ora valutando la partecipazione ad un festival in Polonia per Luglio…
Qual è il CD che stai ascoltando in questo periodo?
Un cd di S. R. Vaughan che mi ha passato un mio socio, di solito ascolto cd a rotazione e non mi concentro su uno in particolare.
Sul sito c’è un banner con l’omaggio alla morte di Dimebag Darrel. Credo se ne sia parlato fino allo sfinimento di questo fatto, che ci siano un sacco di congetture e tante parole inesatte su presunte colpe, mandanti “possibili” o “indiretti”. Cosa pensi dell’accaduto e delle chiacchiere di contorno?
Mi spiace solo che sia morto, punto e che la società americana possa comunque permettere che accadano certe cose. Era uno dei miei chitarristi preferiti e ha accompagnato la mia adolescenza con la sua spontaneità e il suo stile blues, ma non hanno ucciso solo lui quella sera, ricordiamocelo!
Com’è suonare in Italia e all’estero dal punto di vista organizzativo? C’è chi dice che le cose funzionino migliore extraconfine. Io non ne sono così sicuro, se c’è la passione con la “P” per il metal le cose funzionano.
A volte le cose vanno bene perché c’è della gente con le palle che organizza in maniera professionale, altre volte ci sono mille intoppi per innumerevoli cause, è inevitabile poi che chi possiede ganci e soldi fa più strada in meno tempo, è ovvio e può partecipare a concerti di più alto livello in condizioni migliori.
Domanda da un milione di dollari: cosa pensi del recente boicottaggio al tour degli Impaled Nazarene?
Nicola – Ma… non so niente di ‘sta cosa, non seguo troppo le discussioni in ambito underground e non seguo quel gruppo. Ipocrisia, buonismo di facciata, falsità probabilmente… com’è che è? I testi sono offensivi? C’è n’è di gente altolocata che dice cose per me offensive.
Mario – Credo che una società che boicotta ancora un concerto per motivi religiosi sia quantomeno preoccupante..
Chiudete a piacimento l’intervista con un messaggio.
Nicola – Abbiamo bisogno di supporto, contattateci e aiutateci a diffondere i nostri contatti… e grazie per aver cercato e letto questa intervista… e ovviamente grazie a chi l’ha pensata appositamente per noi. Arrivederci a tutti a qualche nostro concerto.
Mario – GRAZIEEEEE!!!!!