Death

Eyeconoclast (tutta la band)

Di Daniele D'Adamo - 29 Luglio 2013 - 15:56
Eyeconoclast (tutta la band)

 

“Drones Of Awakening” è uscito ad aprile: come stanno andando le sue vendite?

Paolo (Ballarotto, basso, ndr): stiamo ancora aspettando il resoconto da parte di Prosthetic Records, quindi non saprei dirti nulla con esattezza. Per quanto riguarda il nostro webstore e in sede live le vendite sono andate molto bene, abbiamo finito quasi subito il primo stock di CD, stiamo finendo il secondo e anche le maglie sono in via di esaurimento.

Si tratta del primo lavoro con la Prosthetic Records, dopo l’avventura con la Downfall Records. Ci sono stati dei cambiamenti significativi, in tal senso?

Mauro (Mercurio, batteria, ndr): direi che il cambiamento è abissale… Prosthetic è una grande etichetta e ci supporta con tutti i suoi mezzi. In questo modo possiamo farci conoscere come si deve, infatti molti si sono accorti di noi solo adesso.

A proposito di cambiamenti, a sostituire Filippo Palma, alla voce, c’è ora Giuseppe Di Giorgio. Quando è successo e perché? Ma, soprattutto, quali modifiche ci sono state, se ce ne sono state, nell’approccio della band alla musica?

Paolo: in realtà Giuseppe è andato a sostituire Synder, che è stato il primo cantante della band e ha registrato tutto il materiale fino all’EP “Sharpening Our Blades On The Mainstream”. Filippo ci ha seguito solo per un breve periodo in sede live, ma ha lasciato per una totale incompatibilità sia a livello musicale che personale col resto della band. Ad ogni modo il processo di composizione non ha subito cambiamenti, Giuseppe è arrivato solo un paio di mesi prima delle registrazioni, quando è entrato buona parte dei pezzi erano già stati completati e le parti vocali sono state decise direttamente in studio insieme a lui.

Come mai avete deciso di fare tutto in casa, per la produzione di “Drones Of Awakening” (il disco è stato prodotto, missato e masterizzato da Stefano Morabito, chitarrista della band, ndr)?

Mauro: perché andare da altre parti quando abbiamo proprio in casa uno dei migliori studi europei per questo tipo di sonorità? Nessuno meglio di Stefano sa come deve suonare un nostro disco. Quindi per ovvie ragione questa è stata la scelta.
 

 

E, parlando di sound, appunto, il suo impatto è assolutamente devastante, sopra le righe, annichilente. Come siete riusciti ad ottenere questa… bomba atomica?

Stefano (Morabito, chitarra, ndr): ho voluto fare un disco che suonasse VERO, senza nessuna iper-produzione, controcorrente rispetto a un mercato saturo di prodotti iperpotenti.  Credo di aver ottenuto un perfetto bilanciamento tra old style e moderno, senza cadere nell’emulazione di prodotti ottantiani o in suoni *–core. È un prodotto che suona METAL al 100% e a noi piace così. Se hai un buono stereo e alzi il volume puoi sentire ogni singolo riff senza perderti nel caos di un muro sonoro.

Riuscite a riprodurre tutta questa debordane energia, dal vivo? Soprattutto, esattamente come accade sul disco, senza scivolare mai nel caos?

Paolo: questo devi dircelo tu, vieni a un nostro concerto e ne parliamo! Ahahah… battute a parte abbiamo optato per una produzione assolutamente naturale e non bombastic / plasticosa proprio per rispecchiare la nostra attitudine live, quello che senti sul disco è quello che senti dal vivo, fonico e acustica permettendo.
Per noi suonare dal vivo è essenziale, la differenza tra una band amatoriale e una professionale puoi vederla solo così. Ora che tutti registrano e tutti correggono non puoi dire di conoscere un gruppo se non l’hai visto live.  

Le tre song dell’EP “Sharpening Our Blades On The Mainstream” del 2011 (“Sharpening Our Blades On The Mainstream”, “Anoxic Water”, “XXX – Manifest Of Involution”) sono state risuonate, prima di inserirle in “Drones Of Awakening”?

Mauro: sì, le canzoni dell’EP sono state totalmente risuonate e registrate. In primis perché ora c’è Giuseppe alla voce e con lui rendono diversamente, in secondo luogo perché stonava avere tre canzoni sul disco con suoni diversi. Metterle sul disco era obbligatorio in quanto l’EP era appunto un ‘assaggio’ di “Drones Of The Awakening” e ci hanno fruttato il contratto discografico. “Sharpening Our Blades On The Mainstream” è oltretutto tra le nostre canzoni più gettonate in sede live, quindi non includerla sarebbe stata una follia.
 

 

Proprio le canzoni, la loro qualità tecnico/compositiva pressoché immutabile lungo “Drones Of Awakening”, rappresentano uno dei punti di forza degli Eyeconoclast. Come avviene il processo compositivo, all’interno della band?

Alessio (Cosenza, chitarra, ndr): il processo compositivo avviene in diverse fasi. In genere partiamo da idee sparse, facendo una rigidissima selezione che ci porta a scartare tantissimo del materiale prodotto. Questo può diventare molto logorante, ma l’autocritica e la continua ricerca delle soluzioni interessanti dal punto di vista ritmico e melodico, nonché la massima attenzione nell’arrangiamento dei pezzi porta ai risultati ascoltabili sul disco. Più di una volta abbiamo scartato (piangendo) riff validi da soli, ma non ‘funzionanti’ nell’economia del pezzo. Successivamente, viene fatto un ulteriore lavoro di metrica sui testi, e vengono aggiunti alcuni innesti melodici a cui magari non abbiamo pensato in prima battuta.

L’eccellente artwork di “Drones Of Awakening” sa di cibernetica lontano un miglio, continuando per ciò la vostra tradizione in materia. Che cosa potete dire sull’aspetto grafico del CD e sui temi in esso trattati?

Giuseppe (Di Giorgio, voce, ndr): nell’artwork c’è un mecha che, divenuto senziente, sventra il corpo dell’uomo che un tempo lo controllava. Una chiara metafora della società che schiaccia l’uomo che l’ha creata. Tutto l’album è incentrato sui concetti di transhumanism e posthumanism, che vengono utilizzati per parlare dell’attuale situazione dell’uomo e del suo perenne bisogno di intrappolarsi nei muri della società al punto da controllare ogni minimo aspetto della sua vita.

L’assoluta bravura di tutti i membri degli Eyeconoclast è ben visibile e a tutti lampante. Tuttavia, il batterista (Mauro Mercurio) coniuga la precisione cronometrica tipica delle macchine al calore umano del groove metal. Caratterizzando pesantemente, in tal modo, lo stile della band. Siete d’accordo con quest’osservazione?

Mauro: ti ringrazio molto per le tue parole! Al giorno d’oggi risultare umano come dici tu è uno dei migliori complimenti che un batterista possa ricevere! Tutti i dischi ormai hanno una batteria perfetta ma in molti manca appunto ‘l’anima del batterista’. Ho cercato nel mio piccolo di renderla il più umana possibile con vari tempi e groove che una drum machine non può riprodurre. Siamo comunque un gruppo con parecchia esperienza alle spalle ormai… suoniamo tutti da moltissimo tempo, ma la nostra tecnica è sempre in funzione della canzone senza strafare in inutili virtuosismi.
 

 

Impegni presenti e progetti futuri. Quali sono?

Paolo: ci hanno appena confermato la nostra presenza come headliners al Metal Express il 24 agosto a Macerata, mentre per altre date in Italia dovrete aspettare la prossima stagione. Stiamo cercando un nuovo tour europeo per la promozione di “Drones Of The Awakening” e i chitarristi hanno cominciato la scrittura del prossimo disco. Insomma, ci teniamo impegnati!

Per finire, avete qualcosa da consigliare, ai lettori di Truemetal.it?

Paolo: scaricate il nostro disco, ascoltatelo su You Tube, se vi piace compratelo, insomma fate come vi pare. Ci si vede in giro, a presto!   

Intervista a cura di Daniele “dani66” D’Adamo