Fiaba (Bruno Rubino)
Sono uno dei gruppi più importanti della scena progressive italiana. In occasione della pubblicazione della raccolta contenente i primi due lavori della band siciliana, abbiamo intervistato i Fiaba! Tra lavori passati e progetti futuri, il batterista e mastermind Bruno Rubino ci regala un interessante approfondimento!
Intervista a cura di Mauro Gelsomini
Ciao Bruno, bentrovato sulle pagine di Truemetal.it, è un piacere intervistarti in occasione della doppia release “L’appiccato / Il cappello ha tre punte”. Come stai e come stanno i Fiaba?
Ciao Mauro, il piacere è mio, un saluto a tutta la redazione di Truemetal. Tutto ok per me e con i Fiaba siamo di nuovamente al lavoro.
L’ultima volta che ho sentito parlare dei Fiaba, dopo una telefonata privata con te decisamente pessimistica circa il futuro del gruppo, è stata in occasione della release de “Il Bambino coi Sonagli”, nel 2007 che, senza troppi giri di parole, avevo considerato come una sorta di canto del cigno. Cos’è successo negli ultimi quattro anni?
Il mio realismo, più che pessimismo, riguardava e riguarda tuttora la discografia italiana non i Fiaba in quanto band, i Fiaba sono solo uno dei tanti gruppi penalizzati da un sistema che non investe sull’originalità e deve solo contare sulle etichette indipendenti che fanno ciò che possono, francamente speravo che le cose cambiassero col tempo ed, in effetti, in questi ultimi anni sono peggiorate notevolmente in Italia, l’unica cosa che è rimasta inalterata è la nostra voglia di fare musica.
Secondo te il problema risiede unicamente nella mancanza di investitori? Ci sono a tuo modo di vedere le competenze per giudicare cosa può vendere e cosa no? Soprattutto, le etichette indipendenti sono in grado di avere questa lungimiranza? Perché una major, secondo te, sceglie di “spingere” una band X piuttosto che i Fiaba? Il cantato in italiano può essere un limite in questo genere?
Come ben sai la maggior parte delle persone masterizza o scarica e non compra musica, quello che diciamo sempre é che prima i concerti erano un modo per promuovere i dischi ora avviene esattamente il contrario. Le agenzie di spettacolo organizzano tour solo per band prodotte da multinazionali che investono grosse somme in pubblicità e così se non sei con una major non potrai mai fare più che qualche serata qua e là e quindi lavorare concretamente con la musica.
L’iter delle discografiche in Italia è quello di “spingere” gruppi apparentemente composti da ragazzini (dietro le boy band c’e un entourage di musicisti, autori, e produttori artistici di esperienza che ragazzini non sono e che confeziona il tutto) che altrettanto apparentemente vengono scoperti nei talent show, (in effetti, nella maggior parte dei casi i giochi sono fatti dall’inizio e i produttori creano i personaggi televisivi prima per poi lanciarli sul mercato) gli altri “artisti” sono dei poveri ragazzi che vengono “usati” convinti di avere una speranza per arrivare al professionismo ma che, in effetti, servono solamente a riempire i palinsesti televisivi a costo zero.
Premesso questo, il confezionamento del prodotto deve avere determinate caratteristiche di commercialità
una delle quali impone la condizione che i musicisti in questione scimmiottino ciò che si fa all’estero, creando, nel migliore dei casi, un clone edulcorato di qualche fenomeno serio e collaudato che funziona altrove, nel peggiore dei casi addirittura un plagio, c’è anche da dire che il mercato italiano predilige la produzione dei solisti a quella delle band.
Non c’è alcuna competenza in Italia nel produrre ciò che vende, dimostrazione ne è il fatto che il mercato è in crisi quindi, anche se fossero manovre prettamente commerciali che tengono conto solo dei numeri e non della qualità della proposta, i fatti smentirebbero le presunte capacità imprenditoriali di questi “esperti di mercato”.
Quando un produttore indipendente ha coraggio imprenditoriale fa solo ciò che deve, altrimenti non si capirebbe da cosa dovrebbe essere indipendente, spesso però, con tutta la lungimiranza del mondo, il suddetto produttore si rende conto di non avere la forza economica per “spingere” un fenomeno troppo grosso per lui e va sul sicuro producendo l’ennesimo gruppo clone perché sa che “tira” ed in questo non fa altro che comportarsi come una major senza averne per altro i mezzi.
A questo punto, bisognerebbe rivolgersi all’estero ed è qui che arriva il problema per le band nostrane che cantano nella lingua madre, l’italiano si parla solo in Italia contrariamente allo spagnolo per esempio che non è inglese, ma lo si parla un po’in tutto il mondo, così a quanto pare noi italiani non abbiamo il diritto di esprimerci nella nostra lingua, pena l’invisibilità. E’ divertente il tutto considerando quanta gente si interessa ai testi nella musica in genere…
con queste premesse che spazio vuoi che abbia nella discografia “ufficiale” una band che schiva per scelta tutte le caratteristiche sopra elencate e va dritta per la sua strada senza compromessi?
Veniamo a questa release. I due dischi (bellissimi) erano stati già ristampati da PC Film nel 2004, e distribuiti tra gli altri anche da MyGraveyard Productions, tanto che risultavano facilmente reperibili sui vari e-commerce. Qual è il motivo di questa ulteriore doppia ristampa, anche in vinile singolo, per Jolly Roger Records? Avevate considerato la possibilità di riregistrare o remixare o rimasterizzare i dischi per offrire qualcosa di nuovo?
Gli album sono stati rimasterizzati, l’idea del vinile era nell’aria da tanto tempo e la Jolly Roger era già intenzionata a ristampare tutta la discografia su L.P, la ristampa su c.d. è un’occasione per fare ascoltare gli album a chi non è arrivato ad acquistarli ( sono andati letteralmente a ruba) e la scelta di unire i due lavori in un unico c.d. è stata un’idea di Jolly Roger per invogliare gli interessati che possono avere, pariamoci chiaro, due album al prezzo di uno. I collezionisti potranno avere le copie singole come tu hai detto su vinile, mi sa che due le prenderò anch’io…
Vuoi descrivere i due album, per far venire l’acquolina in bocca a chi ancora non conoscesse i Fiaba (e che per qualche ignoto motivo non si sono ancora andati a leggere la recensione de “Il Cappello Ha Tre Punte”, su Truemetal.it?
Qualsiasi considerazione sarebbe di parte, quello che posso dire è che il sound dei Fiaba è inopinabilmente molto originale e chi è alla ricerca di cose veramente nuove è non ha preconcetti è bene che abbia la possibilità di avere ed ascoltare con calma un nostro album, è certamente poi un fatto di gusti molto soggettivo, ma ho sempre avuto fiducia nell’apertura mentale dei seguaci sia del metal che del prog. lascio a chi ha il piacere, di scoprire da solo, in libertà, il mondo dei Fiaba.
Possiamo anticipare qualcosa circa la nuova release, oppure dobbiamo ancora mantenere il più stretto riserbo?
Posso dirti che sarà un concept e che tratterà un argomento particolare considerati i temi consueti dei Fiaba, sicuramente il più Heavy e Dark tra gli album che abbiamo fino ad ora realizzato, prodotto molto molto bene con un suono aggressivo ed incisivo.
La line-up è sempre la stessa?
La nostra line up è rimasta invariata fino a questo ultimo album nel quale però ho avuto il piacere di registrare le linee di basso e di chitarre acustiche che ho composto oltre alle parti del mio strumento… mi sono divertito parecchio.
Sul booklet leggo un ringraziamento a Rick Wakeman (Yes). C’è qualcosa che vuoi svelarci in anteprima?
Sto realizzando, insieme al mio grande amico Pierluigi Cavarra, un album con Rick per una giovane talentuosa cantante lirica italiana, Valentina Blanca, sono brani interamente composti da me e suonati ed arrangiati al piano appunto dal grande Wakeman, ci saranno molte partecipazioni importanti, abbiamo avuto ad esempio la disponibilità dei gentilissimi Faso e Christian Meyer di Elio e le storie tese, spero proprio che questa collaborazione con loro si concretizzi, li stimo moltissimo sia come persone che come musicisti.
Possiamo sperare che i Fiaba riprendano anche l’attività live? Ricordo un concerto a Roma nel 2006 davvero fantastico…
Lo spero anch’io, stiamo lavorando per questo.
Qualche domanda anche da parte del caporedattore Heavy, Steven Rich. In che modo scegliete le vostre copertine?
Cerchiamo qualcosa di generalmente minimalista che evochi in modo semplice il contenuto dell’album.
Perché avete adottato un nome così poco “metallico” come Fiaba?
È un nome semplice da ricordare che riflette perfettamente ciò che facciamo, l’apparente dolcezza della frase fa da contrappunto alla crudezza della fiaba stessa, questo contrasto ci interessava parecchio
Per noi è tutto, concludi pure l’intervista come preferisci!
Un saluto a tutti quelli che ci seguono e un grazie per lo spazio che ci avete dedicato anche in passato.