From The Depths – L’occhio di TM sull’underground – Dicembre 2010/Gennaio 2011
Nuovo numero per la nostra rubrica sull’underground italiano. Qui, e nelle prossime edizioni, troverete informazioni sui demo che ci arrivano in redazione, da sommare alle recensioni dei demo migliori, che continueremo a pubblicare nell’apposita sezione.
Ricordiamo che i sample di tutte le band sono disponibili sulle relative pagine MySpace, segnalate a lato della recensione.
Buona scoperta!
4GOT10 4GOT10 2010, Autoprodotto Rock/Metal |
Myspace Ufficiale |
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Tracklist: 1. Pushing Forward |
Non ci siamo. Per l’ennesima volta un promo che dovrebbe fungere da trampolino di lancio per una sedicente rock-band, palesa non solo la comprensibile inesperienza ma, cosa davvero grave, la trascuratezza e la superficialità che traspaiono sin dalla presentazione a dir poco imbarazzante. Alberto Biffi
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Amorphead Psychotic 2009, Autoprodotto Thrash |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 1. Dreaming (Intro) |
Gli Amorphead arrivano da Catanzaro e suonano un death/thrash vagamente Amoral e decisamente molto più hardcore, con forti richiami agli ultimi Machine Head. Nonostante una scelta di suoni decisamente discutibile, ma ahimè questa è la direzione in cui il thrash (post thrash?) sta andando, la produzione riesce a salvare parzialmente un demo che per la verità non entusiasma molto. Piuttosto apre diversi interrogativi su idee ed esecuzione del combo calabrese. In troppi momenti i brani di questo Psychotic risultano sconnessi e più di una volta la produzione riesce a nascondere, sotto al proverbiale tappeto, un mucchietto di piccoli errori di gioventù. Velocità e rabbia sono elementi fondamentali dell’esecuzione di tutto lo spettro metal, elementi che bigogna imparare a dominare senza però caderne vittime. Al contrario, si rischia di originare una cacofonia sgangherata da parodia. Decisamente da rivedere il “cantato”, spesso fuori dagli schemi ritmici più di quanto possa essere dettato da soluzioni che escono dal binari del tempo comune. Non c’è affinità tra le linee vocali e la parte strumentale, il che rende il prodotto finale fin troppo dissonante. Sinceramente, a oggi vedo la band lontana da quei 50-70 minuti di materiale di qualità necessario per affrontare il passo del primo disco. Al momento c’è un EP in produzione per la Casket Music, vedremo se i tempi sono maturi o meno. Alessandro Zaccarini
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Aspersound Melt Truths 2009, Autoprodotto Prog |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 01. Angel Demon |
Primo lavoro autoprodotto per i romani Aspersound, quartetto formatosi sul finire del 2008 per volontà di Andrej Surace (chitarra) e Massimiliano Inzillo (batteria), che propone un progressive metal dalle tinte heavy, a metà strada tra Dream Theater e Fates Warning. Un disco forse non completamente originale e innovativo, ancora piuttosto acerbo e immaturo per quanto riguarda alcune composizioni (oltre che a tratti un po’ pretenzioso, sentire la lunga Rings of a Chain per credere), ma ciò nonostante piuttosto piacevole da ascoltare (grazie soprattutto ad un’ottima prova della cantante Francesca Di Ventura) e che ha inoltre dalla sua una produzione piuttosto pulita e ben bilanciata. Otto sono le tracce che compongono questo Melt Truths (tra cui una cover di What Else is There dei Royksopp), brani piuttosto compatti e lineari, figli di un songwriting ancora piuttosto lacunoso e solo parzialmente convincente, ma in ogni modo capaci di mettere in bella mostra le ottime abilità esecutive del gruppo. Certo, di strada ce n’è ancora da fare per dare alla luce una proposta musicale che risulti effettivamente personale e originale, ma la presenza di qualche spunto davvero interessante all’interno di questo Melt Truths ci fa sentire moderatamente ottimisti per quello che sarà, a tutti gli effetti, il futuro di questa band. Staremo a vedere. Lorenzo Bacega
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Children Of The Corn Promo 2010 2010, Autoprodotto Avantgarde |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 01 Sebastian |
L’esordio promozionale degli isontini Children of the Corn è davvero spiazzante per non dire avantguardistico. Il loro primo lavoro evoca spazi pregni d’ossessività e dal profumo chirurgico e, a livello di schizoidi atmosfere, ricorda i più ispirati Dødheimsgard e Godflesh. Una musica raggelante permea l’aurea di questo combo dalle idee assai ‘deviate’. Progetti come questo non nascono tutti i giorni infatti di esperienza alle spalle ce n’è a tonnellate. Si pensi che il cantante Seby Di Martino, già al microfono dei thrasher Censura e dei technical deathster Karnak, è conosciuto nel circondario per l’attitudine artistica dedita alle musiche proiettate oltre quello che può essere il concetto di ‘ordinarietà’. A supporto dello stesso troviamo altre conoscenze di settore tra cui il bassista Andrea Atollino, fondatore dei Desmodus, thrash metal band che a inizio anni novanta ha sfiorato il professionismo. Dicevamo: avantgarde. Questo “Promo 2010” trasmette un sacco di fredde emozioni; gela, ustiona e terrorizza. L’elettronica è mescolata alle strutture compositive con perizia e pure la produzione enfatizza il ‘mood’ riuscito. Inoltre, la voce è uno dei punti di forza del lavoro, espressiva e asettica, realizza un songwriting caratteristico e assai personale. Ovvio che la parte ritmica ricopra un ruolo di supporto, forse qualche stacco in più avrebbe reso il prodotto più ‘dinamico’, quindi meno atmosferico e, forse, accessibile. A corollario del tutto, una ricercatezza grafica di artwork e immagini pone i Children of the Corn come una potenziale realtà di tutto rispetto nel panorama avantgarde italiano. Nicola Furlan
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Disaster Devotion Metal Density 2010, Autoprodotto Heavy |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 1. The Coming Of Chrono (Intro)/Burn The Rage 5:00 |
Benché in alcuni testi i veneti Disaster Devotion siano accumunati al thrash, è fuori da ogni dubbio, invece, rimandare il loro sound all’heavy figlio della NWOBHM. Heavy classico, quindi, semmai leggermente «sporcato» con un po’ di speed. Nulla di più, nulla di meno di quanto presente agli atti riguardo alla prima metà degli anni ottanta. Daniele D’Adamo
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Engine Driven Cultivators Helly Gator 2009, Autoprodotto Thrash |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 01. Eyewash Squad |
“Helly Gator” è l’ultimo disco promozionale della carriera della thrash metal band nostrana Engine Driven Cultivators. I gruppo in questi nove brani caccia dentro un po’ tutte le influenze che, nel corso degli anni ottanta, hanno dato vita al maremoto musicale che condizionerà poi intere generazioni di giovani dediti all’estremo, non solo in ambito thrash. Sebbene il cantato e certi spunti ricordino molto i Tankard, in “Helly Gator” coglierete anche sfumature filo-Bay Area, con qualche puntatina al thrashcore tanto caro ai circondari dell’Arizona. Il tutto è infarcito da foto demenziali e artwork che sfiorano il ridicolo. Discrete le puntate soliste, un po’ quadrato il drumming a cui manca poco per dar quella continuità in grado di amplificare lo slancio delle chitarre ritmiche. Purtroppo sono poco incline a spaccarmi d’ascolti quando un promo arriva sul mio tavolo in condizioni davvero poco rispettose se, considerati i tempi, davvero non ci vuole nulla a curare un po’ anche la parte grafica…, parte che ritengo assai importante, la vera cornice di quella che è poi la sostanza, ovvero la musica. Divertenti, ma certamente poco inclini alla professionalità nonché infantili a livelo grafico. Considerati i tempi di magra, passi da fare ce ne sono parecchi se l’obiettivo è quello di farsi notare. In alternativa, c’è sempre qualche personaggio pronto ad aprirvi le porte della propria osteria. Nicola Furlan
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First Reason Never Give Up 2009, Autoprodotto Thrash |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 1. A Day Of Hate |
Primo vagito a firma First Reason, sotto forma di un demo di 5 tracce della durata complessiva di 16 minuti. Sin dall’attacco dell’opener A Day Of Hate si sente come i nostri rincorrano i capisaldi del thrash metal americano e degli Exodus in particolare, la cui influenza è percepibile chiaramente in vari passaggi, mischiando tali echi con rimandi al tanto bistrattato metalcore, qui omaggiato con tessiture melodiche e rallentamenti pesanti. Nella seconda traccia, il cui incedere iniziale non può che far pensare agli Slayer, si prosegue grossomodo lo stesso discorso intrapreso col primo bran ancora un pezzo breve, diretto eppure costruito il più riccamente possibile. I First Reason provano ad inserire nei loro pezzi tutto ciò che deve esserci: rallentamenti, ripartenze, assoli, melodia, refrain. Eppure manca il guizzo, la trovata in grado di destare attenzione, di stupire o di far venire voglia di riascoltare un passaggio o un intero brano. Rimane poco o niente dopo ripetuti ascolti, e ciò va a scapito di quella che dovrebbe essere un’uscita promozionale volta proprio a suscitare curiosità ed interesse. Le doti tecniche, non eccezionali ma comunque accettabili, e la produzione di bassa qualità completano il quadro di un demo mediocre ed evitabile. Rimandati a settembre. Luca Trifilio
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Groove Anger Astonishment In Speech 2008, Autoprodotto Thrash |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 1. Misgiver |
Prima, e per il momento unica, testimonianza in studio da parte degli emiliani Groove Anger, Astonishment in Speech è il ritratto di una band ancora acerba e che molto ha da lavorare per inseguire il sogno di una carriera nell’affollato panorama musicale. La proposta musicale è quella che si etichetta, in maniera assai generica e poco chiara, come groove metal, quel genere che di solito viene fatto risalire ai Pantera. In realtà, la definizione è ampia ed abbraccia un largo spettro di band che fanno, per l’appunto, del groove il loro punto cardine, pescando, nel caso specifico, elementi dal panorama thrash, ma rimanendo più che altro ancorati alla ricerca di soluzioni in grado di far “muovere” l’ascoltatore. Il risultato inizialmente pare essere centrato, pechè l’opener Misgiver è un buon brano ed anche la successiva Animal Man si lascia ascoltare e regala buoni momenti, oltre che la sensazione che i ragazzi ci abbiano messo tutto l’impegno possibile per comporre dei brani strutturati e con frequenti variazioni. Il castello di carte però crolla malamente nel seguito, quando la titletrack e la scialba It’s Behind You mettono in evidenza tutti i limiti di idee e compositivi della band emiliana. La frittata si completa con una pessima cover di un classico, Children Of The Grave dei Black Sabbath, qui proposta, paradossalmente, senza un filo di groove, lenta e snaturata. Di lavoro ce n’è ancora da fare parecchio, per ora c’è ben poco di interessante da segnalare in questo demo di 23 minuti. Luca Trifilio
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Hammered Effect Free Brutality 2010, Autoprodotto Thrash |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 01. Dictatorship |
Ancora non ci siamo. E per tanti motivi sopratutto a causa dell’incapacità che questi ragazzi hanno nel vendersi. I contenuti, naturalmente vero e proprio cuore pulsante di questo “Free Brutality”, non sono nulla male. Commentare il disco appare quindi giusto, ma relativo. “Free Brutality” suona thrash metal vero e s’attesta coerente con quanto sta accadendo ora su tutti i territori mondiali ovvero con il riavvicinamento dei giovani al movimento artistico ‘thrash metal’. Il songwriting è quindi buono, i pezzi sono incalzanti e qualche spruzzata di soli degni di nota è frequente. Forse qualche accellerata in più e meno ‘monotonicità’ a livello di timbrica vocale avrebbero giovato al risultato finale, ma quello che manca sono le informazioni. Non si sa nulla della band: nessun flyer, nessua nota sul MySpace ufficiale, nessuna immagine della copertina, nessuna nota autobiografica. Solo qualche brano in streaming, però non è abbastanza. Per chi come me è abituato ad ascoltare più volte un disco, per chi come me è stato ed è musicista (di basso livello..) e sa che vuol dire andare in sala prove, spendere soldi per dar vita a una passione, è necessario conoscere chi suona, conoscer parte della loro storia, aver il minimo supporto informativo per valutare chi sta dietro agli strumenti. Sapere da dove viene e dove vuole andare. Sapere chi è stato da giovane. Quindi, senza dati, mi spiace dovermi fermar qui con le considerazioni che ora sintetizzo: “Free Brutality” è un album di discreto thrash metal. Provate ad ascoltare questi perfetti sconosciuti, non suonano male! Nicola Furlan
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Loneload Love Would Never Work 2010, Autoprodotto Hard Rock |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 1. Einstein |
Mi ritrovo tra le mani la demo di una one-girl-band, ovvero, il lavoro di Laura Liparulo, che in questo cd si occupa coraggiosamente delle chitarre, delle voci, dell’armonica e della programmazione midi. Alessandro Biffi
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Mercury Eye Promo 2010 2010, Autoprodotto Gothic |
Myspace Ufficiale |
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Tracklist: 01 Our Blame |
Nuovi Turilli crescono. Potrebbe essere questo un modo per definire il demo di Niccolò Abate, autore di musiche, arrangiamenti, testi, orchestrazioni e musicista dietro a tastiere, sintetizzatore e piano dei tre brani del disco. “Here We Are”, pezzo d’apertura e titolo del cd, risente infatti molto del gusto neoclassico dei primi Rhapsody, soprattutto nella fusione tra musica sinfonica e metal. Lo stesso può dirsi per la successiva “Sacrifice” e la conclusiva strumentale “18 Years”. Alessandro Calvi
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My Refuge 3407 Picture Of An August Night 2010, Autoprodotto Power |
Myspace Ufficiale |
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Tracklist: 1. A Storm Is Coming |
I My Refuge sono il frutto del progetto personale di Mauro Paietta, giovane musicista di Varese. Dopo le solite vicissitudini che le band underground passano alla ricerca di membri stabili da inserire in line-up, il gruppo inizia a prendere forma con l’arrivo del cantante Andrea Archita. Stefano Vianello
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Natrium Inscribed In The Victims Scars 2008, Autoprodotto Death |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 1. Inscribed In The Victims Scars |
Formazione sarda attiva sin dal 2000, nata per volere dei fratelli De Muro, i Natrium hanno alle spalle la produzione di tre demo ed un full-length autoprodotto. Tuttavia, a seguito di vari cambi di line-up, la loro ultima produzione Inscribed In The Victims Scars, sposta le coordinate del loro stile verso il death metal di matrice americana. Ciò è in parte dovuto all’inserimento del nuovo cantante, Lorenzo Orrù, proveniente da gruppi brutal, il cui apporto inevitabilmente ha portato ad un generale inasprimento del sound. La produzione, fangosa ed underground, dà il suo ulteriore contributo per far sì che la proposta dei Natrium affondi le proprie radici nella Florida a cavallo tra anni Ottanta e Novanta, prendendo spunto dalle lezioni impartite da mostri sacri come i Cannibal Corpse, il cui imprinting brutale è presente nelle tracce dei sardi, ed i Morbid Angel, soprattutto nelle soffocanti parti lente di Portrait Of Terror. Tuttavia, le origini classicamente thrash della band rimangono ben presenti e fanno sfoggio di sé nelle fulminanti ripartenze di Torture The Truth e di Eyes Of Ineluctability. Risulta evidente come, in sede di songwriting, sia stato fatto il possibile per comporre brani sufficientemente vari: assistiamo quindi ad assoli, break cadenzati, ripartenze in classico stile Bay Area, passaggi marci, in una formula che originale non è ma che funziona per via della buona esecuzione e delle partiture non banali. Ci troviamo di fronte un demo che mette in mostra delle potenzialità, sebbene non contenga elementi di interesse talmente elevato da meritare elogi sperticati. Un’uscita onesta e che merita senza dubbio di avere un seguito, in cui magari lo stile della band venga ulteriormente affinato. Luca Trifilio
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Niccolò Abate Here We Are 2010, Autoprodotto Power/Symphonic |
Myspace Ufficiale |
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Tracklist: 01 Here We Are |
Nuovi Turilli crescono. Potrebbe essere questo un modo per definire il demo di Niccolò Abate, autore di musiche, arrangiamenti, testi, orchestrazioni e musicista dietro a tastiere, sintetizzatore e piano dei tre brani del disco. “Here We Are”, pezzo d’apertura e titolo del cd, risente infatti molto del gusto neoclassico dei primi Rhapsody, soprattutto nella fusione tra musica sinfonica e metal. Lo stesso può dirsi per la successiva “Sacrifice” e la conclusiva strumentale “18 Years”. Alessandro Calvi
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Shardana Shardana 2010, Autoprodotto Viking |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 1. Anthem (Instrumental) 1:51 |
Prendendo spunto da un antico popolo del mare (Srdn-wn, 1.350 a.c. ca.) dedito alla pirateria e, presumibilmente, originario dell’attuale Sardegna, i cagliaritani Shardana, appunto, provano a esprimere la loro personale interpretazione del viking metal. Daniele D’Adamo
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Sinking Soul Sinking Soul 2009, Autoprodotto Prog |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 01. Others’ Land |
Formatisi nell’ormai lontano 2000 in seguito all’incontro tra il chitarrista Luca Riccetti e il tastierista Giuliano Vangelista, due giovani musicisti incrociatisi per caso in una chat room, i Sinking Soul riescono a completare i ranghi solamente qualche tempo più tardi grazie all’ingresso nella band della cantante Laura Marchionni. Il genere racchiuso nelle sette tracce che compongono questo Sinking Soul – primo (eponimo) album completamente autoprodotto, pubblicato nel 2009 – rimane a cavallo tra hard rock, heavy e progressive metal, per una proposta musicale piuttosto tradizionale e tutto sommato valida sotto il profilo puramente tecnico, ma allo stesso tempo abbastanza carente a livello di incisività e di mordente. Pochi sono infatti gli spunti interessanti all’interno di questo disco, per un lavoro che nel complesso risulta poco ispirato, decisamente acerbo e privo di personalità. Non che sia tutto da buttare, anzi: basti pensare soprattutto alle svariate aperture melodiche dell’opener Others’Land, messe in risalto dalla splendida voce di Laura, oppure all’eterea title-track, ma è comunque troppo poco per salvare un platter davvero scialbo e che non riesce proprio a convincere nella sua interezza. Certo, i margini di miglioramento ci sono tutti, proprio per questo siamo sicuri che con un po’ più di esperienza i Sinking Soul potranno fare qualche passo in avanti con i prossimi lavori. Lorenzo Bacega
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Strategy Of Tension Strategy Of Tension 2010, Autoprodotto Heavy Metal |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 1. Strategy Of Tension 3:4 |
Gli Strategy Of Tension, quartetto bolognese dedito al «thrash primi anni ottanta», per la preparazione del loro demo hanno ben pensato di curare, anche, l’aspetto grafico. Una veste che rimanda a una visione, certo non originale, di un Mondo futuro completamente distrutto dal più folle dei suoi abitanti: l’Uomo. Un tema, questo, che affascinava o meglio spaventava le prime bands che, a cavallo del 1985, affrontavano le sonorità estreme dell’allora Heavy Metal. Nuclear Assault su tutte. Daniele D’Adamo
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Sweet Pain Supernova 2010, Autoprodotto Hard Rock |
Myspace Ufficiale |
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Tracklist: 1. Supernova |
Primissimo EP per gli Sweet Pain, band cuneese caratterizzata da un sound heavy rock semplice, grezzo e dalle forti influenze settantiane. Attivo da circa un quinquennio, il gruppo piemontese conferisce alla propria proposta connotazioni, in effetti, per nulla originali o rivoluzionarie, acquisendo – volutamente – un approccio “old style” che cattura simpatie in virtù di uno stile molto energico e schietto ma che, parimenti, si presenta come ancora largamente perfettibile a causa di un songwriting per larghi tratti ripetitivo e privo di fantasia. Fabio Vellata
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Torment Scars Remain 2010, Autoprodotto Thrash |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 1. Slaves To War 4:20 |
Ecco un’altra dimostrazione – l’ennesima – che il thrash metal è ben lungi dal voler tirare le cuoia. Anche in Italia la scena è attiva, e nuove band fanno capolino dai suoi confini. Una di queste sono i Torment che, con il demo EP “Scars Remain”, vogliono far vedere di che cosa siano ulteriormente capaci, dopo la pubblicazione – nel 2008 – del full-length “Suffocated Dreams”. Daniele D’Adamo
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Vanth Parallel Overdrive 2010, Autoprodotto Heavy |
Myspace Ufficiale | ||
Tracklist: 1. Move |
I Vanth nascono a Firenze come one-man band, progetto black metal del cantante/chitarrista Ace nel 2006. Con il passare del tempo il sound viene completamente stravolto e con l’ingresso nel gruppo del bassista Lou e del batterista Nyar nel 2010, si arriva a quello che è lo stile attuale, ovvero un heavy metal molto rockeggiante con una componente elettronica dominante, quasi a renderlo totalmente sintetico. Nonostante questo possa far storcere il naso ai “puristi” del metallo, la proposta risulta interessante e anche se i campionamenti a volte possono sembrare esagerati, sono originali e trascinanti. La voce del cantante Ace è forse l’elemento chiave per questa band, infatti proprio grazie al particolare timbro, basso e oscuro, riesce a rendere le composizioni davvero particolari. Due delle cinque tracce, Move e Closed To The World, andranno a far parte, probabilmente nel corso del 2011, del disco di debutto che si intitolerà Future Overdrive. Restiamo dunque in attesa delle novità che ci porterà la band fiorentina durante questo anno che si prospetta succulento per l’underground italiano. Stefano Vianello |