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Human
Dirge
Embryo
2007, Autoprodotto
Thrash
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http://www.myspace.com/humandirge
Tracklist:
1. Embryo
2. T.B.S.
3. Forever Lost
4. Behind The Lack
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Prossimi a festeggiare due anni di attività, i romani Human Dirge (ex-Oscura Poetry) hanno esordito nel 2007 con l’EP auto-prodotto Embryo. La proposta della band affonda le proprie radici nella scena thrash / death odierna, di cui ricorrono le dinamiche ritmiche (tra mid-tempo poderosi e frequenti accelerazioni) e il sound ruvido, molto “groovy” delle chitarre; a fare la differenza è il cantante Gianluca Balla, che invece di fossilizzarsi su un canonico growl sfodera una performance atipica, capace di evocare addirittura lo stile di Ozzy Osbourne. Il risultato è complessivamente positivo, come in T.B.S. (debitrice di certi Machine Head), nonostante un manifesto difetto di originalità, che pervade un po’ tutto il lavoro. Un peccato comunque perdonabile a un gruppo reduce dalla prima esperienza in studio e, attualmente, in cerca di un’etichetta disposta a scommettere.
Federico Mahmoud
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Mass
Obliteration
Abrahamithic Curse
2005, Autoprodotto
Death
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http://www.myspace.com/massobliteration
Tracklist:
1 – Shrine Of The I Pt. 1
2 – Supremacy
3 – From Beyond
4 – Shrine Of The I Pt. 2
5 – Balls Torture For Preachers
6 – Eudaimonion
7 – Shrine Of The I Pt. 3
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Non basta prendere il proprio
nome da un pezzo dei Suffocation per diventare automaticamente
come loro, o anche solo avvicinarcisi: lo dimostrano i Mass
Obliteration, che in una mezzoretta di demo mettono
insieme sette tracce purtroppo decisamente acerbe, con
scarsissimi punti di interesse e che mostrano ancora troppi
elementi da migliorare per poterlo considerare un passo
riuscito. Abrahamithic course è infatti ancora troppo
basato su strutture deboli e passaggi imprecisi, anche se
l’amore per il death metal c’è tutto. Non basta, e aspettiamo
una forte crescita del gruppo, in termini strumentali e
compositivi quantomeno.
Alberto Fittarelli
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Edenforce
In The
Emptiness Of My Dreams
2008, Autoprodotto
Heavy
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www.myspace.com/edenforce
Tracklist:
1.
2.
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Interessante realtà metallica proveniente dalla zona di Cosenza e proprio per questo merita l’attenzione di tutti, viste le difficoltà nel proporre HM in
Calabria. Da citare l’ipnotica Enjoying in the Madness, l’adrenalinica titletrack e il brano di chiusura Edenforce. Spesso richiamano i romani Fingernails. Sicuramente da rivedere il cantato, davvero troppo monocorde.
Stefano Ricetti
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Partenos
Petras
De Anarchia Obscurorum Seculorum
2006, Autoprodotto
Black
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www.partenospetras.com
fran.martino@hotmail.it
329/9355377
– 333/3744356
http://www.myspace.com/partenos
petras
Tracklist:
1. Intro
2. Dominus Et Deus
3. So Dark The Con Of Man
4. Usus Et Abusus
5. Terrorist Metal
6. The End Of Monotheist
7. (Outro) Nautonier
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Nati nel 2002 con un altro nome, i Partenos Petras vengono rifondati nel 2006 e questo è il primo lavoro del nuovo corso. Ritmi serrati che ricordano i Marduk, atmosfere oscure, voci campionate, testi riferiti al medioevo e il frequente uso dell’italiano e del latino sono la colonna vertebrale di questo album discretamente ispirato che presenta anche qualche breve passaggio di melodie in tono col periodo storico delle lyrics. Qualche imprecisione di produzione e un suono della batteria non all’altezza non inficiano un buon lavoro che sicuramente saprà trovare degli estimatori.
Alessandro Calvi
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Superbia Demo 2007 2007, Autoprodotto
Death
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http://www.superbia.it/
http://www.myspace.com/superbiaband
Tracklist:
01. My Destructive War
02. My Darkest Angel
03. I Want Out
04. Sons Of Sin
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Dalla Sicilia con buone capacità,
oltre che con furore, i Superbia sfornano un demo basato
sostanzialmente su un mix di death e thrash, che risente
fortemente anche delle tendenze di oltreoceano (a loro volta,
come sappiamo, prese in prestito dalla Svezia di qualche anno
fa). Ottime le capacità tecniche del gruppo, che sa rendere
molto bene pezzi discreti, su cui spicca una My Darkest Angel
(ecco, magari il titolo è un po’ abusato), ottimamente cantata
e ben suonata. Buona anche la produzione, bilanciata nei suoni e
già abbastanza pesante. I passaggi maideniani ovviamente ci
sono, ma sono espressi con ispirazione e buon gusto. Buon
lavoro, aspettiamo cose anche migliori.
Alberto Fittarelli
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Essenza Dance
of Liars 2007, Autoprodotto
Heavy
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www.essenza.ws/ess
www.myspace.com/essenzait
essenzio@libero.it
Tracklist:
1-
Deep into your eyes
2- Dance of liars
3- Flying acrobats
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Nascono nel 1993 e Dance of Liars è solo l’ultimo dei loro promo. Consta di tre pezzi di heavy metal di stampo classico inglese anni Ottanta, quindi con gli strumenti puliti e bene in evidenza. Deep Into Your Eyes è cadenzata con pregevoli parti di chitarra, Dance of Liars vive di riff di ispirazione Iron Maiden e aumenta la velocità mentre Flying Acrobats, posta in chiusura, suggella a colpi di british metal la prova del terzetto proveniente dall’area leccese. Da migliorare le parti vocali, viceversa pregevole il lavore dell’ascia.
Stefano Ricetti
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Weeping
Willow
The Black Roses’
Garden
2007, Autoprodotto
Gothic
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http://www.myspace.com/manuelweepingwillow
erbutta@hotmail.it
Tracklist:
1. Awakening pt. I
2. Awakening pt. II
3. Bleeding In The Scary
Winter’s Cold
4. The River
5. Spirit Of Fog
6. After The Silent Storm
7. The Black Roses’ Garden
8. The Revelation
9. A Piece Of Sky
10. Fool Or Hero
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Quanto può inficiare una pessima produzione sull’esito finale di un demo? Molto, lo dimostra questo cd che ha sicuramente molte frecce al proprio arco, ma anche altrettante pecche nella resa sonora. I Weeping Willow realizzano un disco tutto d’atmosfera con frequenti passaggi folk e un gusto raro per la melodia. Purtroppo l’ascolto è quasi fastidioso in alcuni frangenti a causa della registrazione a dir poco casereccia e approsimativa. Le idee ci sono e sono valide, ora bisognerebbe solo valorizzarle al meglio con un’adeguata produzione.
Alessandro Calvi
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Brainsane
Unconfessed
Demo
2006, Autoprodotto
Thrash
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http://www.myspace.com/brainsane
Tracklist:
1. The Call of the Fear
2. Suicidal Instinct
3. Unconfessed Shade
4. Over the Last Breath
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Unconfessed Demo è il biglietto da visita di Brainsane, band marchigiana attiva dal 2002. Nell’arco delle quattro tracce presenti, la formazione di Ancona si dedica a un thrash metal dalle tinte moderne, che richiama l’operato di Pantera, Testament
(Low era) e certi Sepultura; ne deriva un sound monolitico, che predilige tempi medi ma non disdegna accelerazioni, come accade nel break di Suicidal Instinct o nella conclusiva Over The Last
Breath. Il quintetto si destreggia con sicurezza, a partire dal vocalist Mimmo (ora sostituito da Francesco “sic”) e, pur nei limiti di un’auto-produzione, dimostra di poter reggere le trame del genere. Attualmente il gruppo è impegnato nella stesura di nuovo materiale, in vista di un futuro ingresso in studio.
Federico Mahmoud
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Lahmia
An
Eternal Memory
2007, Autoprodotto
Gothic
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www.lahmia.com
http://www.myspace.com/lahmiaba
nd
lahmia@lahmia.com
Tracklist:
01 – Total War
02 – Crystal Heart
03 – Winter’s Funeral
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L’evoluzione dei Lahmia è molto interessante: partiti da un classico thrash “bay area” son giunti, tramite vari cambi di line-up, a una serie di contaminazioni dal gothic e dal death che hanno definito il sound attuale. Riff thrash son infatti affiancati da passaggi melodici e in doppia cassa, così come la voce passa dal clean al growl in alcuni frangenti. Le canzoni, anche grazie alla durata (tra i 5 e gli 8 minuti), vivono quindi di più anime. Il risultato è particolare, ma generalmente piacevole e intrigante. Confidiamo che anche le 2 tracce assenti nel promo si mantengano sullo stesso livello.
Alessandro Calvi
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Flaccid
Clitoris
Lymphangittic Carcinomatosis
2008, Autoprodotto
Death
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http://www.myspace.com/flaccidc
litoris
Tracklist:
1. Umbilical Rape
2. Ember Sodomy
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Primo demo per i Flaccid Clitoris, due torinese sulla scia dei più
marci gruppi brutal della scena underground, quali Devourment o
Cephalotripsy. Con tali mentori
Lymphangittic Carcinomatosis non poteva che essere altrimenti, con soli due brani tiratissimi, conditi da
fugaci passaggi in slam, voce fognata ultragutturale, strutture snelle, o meglio
scarne, e riffing molto semplice. Non basta però viaggiare a mille con i beat
della drum-machine, grugnire, e suonare sporchi per fare brutal, dal momento che
i nostri sembrano ancora troppo acerbi, e legati a schemi compostivi oltremodo
abusati, in un compitino di copia/incolla di brevissima durata. Per ora
rimandati.
Stefano Risso
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Carnal
Gore
Carnal
Gore
2007, Autoprodotto
Death
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http://www.myspace.com/carnalgore
Tracklist:
1. The Ghouls of Malazar
2. Entombed in Pestilence
3. Vile World
4. Imprisoned Soul
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Un
dato di fatto della scena metal italiana è che una grandissima
parte dei suoi esponenti proviene dal Meridione: questo è il
caso dei Carnal Gore di Catanzaro, che si lanciano su un death/thrash
metal, accompagnato da un bel vocione growl, spesso furioso,
altrettanto spesso leggerino e qualche volta condito da
parentesi quasi industrialeggianti. Purtroppo la miscela è
ancora un po’ troppo acerba, tanto che i pezzi, voce a parte, si
differenziano ancora troppo tra di loro per trovare un punto,
uno stile comune. Acerbi, ma con ottime potenzialità, se
sapranno enfatizzare le qualità che già si intravedono:
riffing strutturato, la citata voce, un’attitudine live molto
forte.
Alberto Fittarelli
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Dark
End
Damned Woman and a Carcass
2007, Autoprodotto/Necrotorture
Black
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http://www.darkend.it/
Tracklist:
1. Asking for Perfidious
Poison 2:48
2. Vampire 4:22
3. Sed Non Satiata 3:24
4. Destruction 5:37
5. Damned Women 5:26
6. A Carcass 5:52
7. De Profundis Clamavi 5:44
8. Obsession 5:04
9. Terrible Pleasures and Frightful Sweetness 2:06
10. The Two Good Sisters 4:51
11. The Dancing Serpent 6:35
12. Love Will Tears Us Apart 3:56
[Sample
di tutti i brani]
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Damned Woman and a Carcass è l’album di debutto per i Dark
End, formazione emiliana che si attesta su coordinate black sinfoniche, per
un’ora di musica fortemente influenzata dai Dimmu Borgir “prima maniera”,
cioè quelli più atmosferici e semplici. Ovviamente viene data grande importanza
a tastiere e orchestrazioni varie, molto ben eseguite, ma che a lungo andare
soffrono leggermente, ricalcando su temi gia ampiamente conosciuti, e non
sufficientemente supportate da una mole di idee adeguate per reggere un disco
dalla durata abbondante. Però dobbiamo riconoscere che i Dark End ci
sanno fare, propri di buone capacità tecniche, in grado anche di far male nei
frangenti più violenti, ma ancor privi della necessaria esperienza. Un buon
lavoro che, nonostante si sia dimostrato forse troppo ambizioso, risulta essere
una buonissima base di partenza.
Stefano Risso
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Schizophrenia
3.1
2007, Autoprodotto
Death
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http://schizophrenia.cjb.net/
http://www.myspace.com/schizophr3nia
Tracklist:
1. Dictatorship Of Democracy
2. Interview With The Last Man On Earth (A Popcore Song)
3. Nomatrix
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Gli Schizophrenia
di Prato si presentano con una foto retrò, di quelle che
ricordano l’infanzia di molti di noi, con 2 bambini che giocano
felici… ma il dubbio che il bambino sia uno solo, nella
realtà concepita dal gruppo, è forte. Il demo è un ottimo
dischetto di death/thrash con fortissimi influssi hardcore,
capace di stacchi davvero ottimo verso parti più riflessive, di
sezioni epiche e coinvolgenti. Si lascia criticare, purtroppo,
solo per la breve durata: ma sono sicuro che un album di questa
fattura attirerebbe le attenzioni di più di una label, visto
che pezzi come Interview With The Last Man On Earth (A Popcore Song) sono
tra i più maturi ascoltati ultimamente in Italia. Da sentire.
Alberto
Fittarelli
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Nemesis
Fall
into reality
2007, Autoprodotto
Death
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http://www.myspace.com/nemesismyband
Tracklist:
1. Deep inside
2. My Hate
3. Rebirth
4. Change
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Non sembra scemare la voglia di death melodico in Europa e
particolarmente in Italia, dove molti sono i gruppi ancora oggi
pesantemente influenzati dalle gesta di Dark Tranquillity, In Flames e
compagnia melodica. I primi sono in questo caso la più forte
ispirazione per i Nemesis, che si inseriscono senza esitazioni
nei binari tracciati dagli album degli ultimi di Stanne e soci, quelli
meno progressivi e più cupi, anche più aggressivi. Fall into
reality è un demo tutto sommato ben fatto, ma troppo
impersonale: cosa che irrita, vedendo quelle che sono le qualità, sia
in fase di composizione che di esecuzione, del gruppo italico. Il death
melodico ci piace, si è capito, ora facciamolo a modo nostro,
mettiamoci la nostra anima e raggiungiamo finalmente la maturità
sonora.
Alberto Fittarelli
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Sheol Painting
black on the sun 2007,
Autoprodotto
Death
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http://www.myspace.com/sheoldeathmetal
Tracklist:
1. Painting Black On The Sun
2. Taste Of Death
3. Dreams Away Pt.1
4. In Love With A Knife
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Sheol
era il titolo di un album dei Naglfar, e non è quindi un caso
che la band svedese sia la maggiore influenza degli Sheol, band
dedita a un black melodico con parti death, ancora un po’
“verde” (si presume soprattutto per la giovane età
dei componenti) ma già attenta a rendere interessanti le
proprie canzoni. Ogni pezzo ha infatti i suoi spunti
intelligenti, bisogna solo compattare un po’ meglio il suono,
per renderlo più affilato, e migliorare sotto due aspetti: la
voce, troppo debole, e la batteria, troppo semplice. Per il
resto ci siamo, i passi per il futuro sono chiari: ora basta
farli.
Alberto Fittarelli
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Forhekset
First Step To Nowhere
2007, Autoprodotto
Black
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http://www.myspace.com/forheksetband
Tracklist
1. Whithered Wings
2. Her Crimson Lust
3. Trascendence
4. Holzwege
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Subito incisivo, con l’ottima prima “Withered
Wings”, il demo dei Forhekset perde un po’ con la seconda “Her Crimson
Lust”, principalmente a causa di una produzione non all’altezza. I suoni infatti si fan confusi e meno puliti, inficiando soprattutto la resa delle parti più melodiche. Sicuramente meritevole di citazione la lunga e conclusiva outro strumentale, tutta acustica con l’apporto anche di un flauto. Non originalissima, in definitiva, la proposta di questo gruppo, che però ha destato un notevole interesse soprattutto con la prima traccia.
Alessandro Calvi
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Semeion
SEMEION9407
2005, Autoprodotto
Death
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http://www.semeion9407.com/
Tracklist:
1.
Serial opinions 05:26
2. Two eyes 06:03
3. Masks 03:58
4. Iugula aut missa 04:40
5. Sixth heaven 05:31
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I Semeion
attaccano frontalmente col loro death/thrash: niente fronzoli,
solo sfuriate dove a mettersi in evidenza è soprattutto la
batteria di Stuart Franzoni (già coi Corpsefucking Art). I
romani riescono nell’intento di inserire la ormai imperante
ovunque voce hardcore, trattando anche prevalentemente temi
sociali nelle lyrics, ma a livello musicale sono ancora molti i
punti da perfezionare: canzoni troppo scarne, aggressive ma
inconcludenti, rendono in fin dei conti un po’ innocuo il
materiale che compone il demo. “Si può fare di
più”, dicevano Morandi/Ruggeri/Tozzi.
Alberto Fittarelli
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