From The Depths – L’occhio di TM sull’underground – Maggio 2008

Di Alberto Fittarelli - 17 Maggio 2008 - 15:53
From The Depths – L’occhio di TM sull’underground – Maggio 2008

L’occhio di
TrueMetal.it sull’Underground – # 02/2008

Come promesso, ecco a voi la nuova
rubrica dedicata alle band emergenti italiane (e non). Qui, e nelle
prossime edizioni, troverete informazioni sui demo che ci arrivano in
redazione, da sommare alle recensioni dei demo migliori, che
continueremo a pubblicare nell’apposita sezione.

Ricordiamo
che i sample di tutte le band sono disponibili sulle relative pagine
MySpace, segnalate a lato della recensione.

Buona scoperta!

Indice
aggiornato della rubrica

MAGGIO
2008
Highwind
Marching On
2008, Autoprodotto
Hard
Rock

www.myspace.com/highwindheavy

Tracklist:

1. Spirits Of The Earth
2. Marching On
3.Fairytales
4.Bringer Of Madness

Secondo
demo per gli Highwind, giovane band civitavecchiese
attiva in
territori a cavallo tra heavy classico, prog metal e più
tipicamente hard rock.

Quattro
le tracce
proposte, utili per costatare una notevole capacità
strumentale ed una più che buona vena compositiva
(eccellenti
gli assolo di “Spirits Of The Earth”,
così
come i cambi di tempo ascoltabili
in “Fairytales”),
limitate tuttavia, da qualche imperfezione in sede di resa sonora
(aspetto che, come sempre, in un’autoproduzione risulta del
tutto
relativo) e da una prova del singer Enrico Giannacco
non del tutto ottimale, talvolta troppo improntata verso
tonalità
eccessivamente acute e un po’ carente in
espressività e
calore nei brani ad alto voltaggio.

Peccati
veniali
senz’altro migliorabili col tempo e l’esperienza,
che tuttavia,
non impediscono agli Highwind di offrire
già
qualche buona idea ed una discreta serie di interessanti soluzioni
melodiche le quali, unite ad un artwork molto professionale e curato,
fanno di “Marching On” un prodotto più
che accettabile e meritevole di una dignitosissima sufficienza.

Fabio Vellata


Biodevice Cult
Time
For
Doubts

2007,
Autoprodotto
Prog

http://www.myspace.com/biodevicecult

Tracklist:

1.

70
2. La
faim
3. Yeworkwoha
4.
Cheta
5. Lost
6. Spy
cats
7. A
day…
8. Zauzeto
9.
L’homme
oblique
10. Timeless

Tempo di tirare le somme
per i Biodevice Cult, che dopo due demo e sette anni di
lavoro provano a
riunificare i passaggi della loro evoluzione in questo “Time
For
Doubts?”. E forse è veramente tempo di sciogliere
i dubbi
circa la direzione da intraprendere, vista la grande confusione che
attraversa queste dieci tracce. Se “’70”
non apre male, fra
chitarre folk e arrangiamenti psichedelici, la band perde presto la
bussola per via delle troppe strade percorse: basi death/doom
mescolate a reminiscenze darkwave (“Spycats”) o
folk
(“Yeworkwoha”) che spesso scadono in veri e propri
pasticci senza
capo né coda, fra velleità hard rock, metal,
goth,
jazz, punk, ambient e chissà cos’altro. Molte idee
ben
confuse, ulteriormente inficiate dall’incertezza del growl e
dalla
fragilità del pulito, che necessitano di una radicale messa
a
punto: apprezzabile la teoria sperimentale, da rivedere tutta la
pratica.

Riccardo Angelini


National
Suicide

The
Old Family Is Still Alive

2007,
Autoprodotto
Heavy
www.myspace.com/nationalsuicidethrash

Tracklist:

1
National Suicide
2 Sucks n’ Artillery
3 Into the
ClubHouse
4 This is a Raid

I
trentini National Suicide non si nascondono dietro
a falsi proclami: sono fieri e orgogliosi di non inventare niente in
ambito Thrash e si rifanno a colossi come Over Kill ed Exodus.
L’opener National Suicide sgombra fin da subito il campo da
equivoci: Over Kill, Over Kill e ancora Over Kill fino al termine.
Sucks n’ Artillery ribadisce il concetto di cui sopra
avvicinandosi più agli Exodus grazie a momenti meno diretti.
Impressionante il riffing thrashy delle due asce in Into the
Clubhouse, altro episodio straclassico per il genere in stile
Metal Church si chiude con This is a Raid, in linea
con quanto sopra, tanto per ribadire il concetto.Questo 2008
vedrà il loro debutto sotto forma di full length per la My
Graveyard Productions: stay tuned!

Stefano Ricetti


Thy
Sin

Behind
the Unsaid

2007,
Autoprodotto
Death

http://www.myspace.com/thysinband

Tracklist:

1.Death
& Devil
2.The
Conjuration of Life part I: Damnation
3.The Conjuration of
Life part II: Redemption
4.Creation
Of An End
5.Longer
To The Light

Band
friulana formata dal refuso di una ex band di black metal sinfonico, i Thy
Sin
presentano al pubblico un demo-ibrido musicale
particolarmente eccentrico il cui obiettivo è quello di
percorrere contemporaneamente le strade dei prinicipali generi estremi
(black, death e brutal) senza lesinare ben più di una
strizzata d’occhio all’heavy metal classico. I brani sono ben
strutturati e di lunghezza interessante, tuttavia è proprio
l’estrema volubilità del genere proposto a remare contro
questo “Behind the Unsaid”. Il cantante, in primis, ha deciso di
sfruttare la tecnica del ‘cantato basso’ per donare
profondità al growl e lunghezza ai sustain vocali in
perfetto stile Sonata Arctica; un sistema che però toglie
potenza all’album e rende alcuni segmenti dei brani decisamente
fastidiosi. Le canzoni, pur se ben congegnate, mancano per lo
più di mordente e vivacità, e l’inserzione di
parti recitate dalla ‘femme fatale’ di turno non aiuta a sollevare
quest’album dal confine della sufficienza. Comporre ibridi musicali
richede una enorme dose di esperienza e savoir faire, vedremo se nei
prossimi lavori la band saprà maturare o prendere una
decisione netta e volendo anche un po’ più coraggiosa.

Daniele
Balestrieri


Wicked Dream
Perversion from the Ashes
2007, Autoprodotto
Death
www.myspace.com/wicdre

Tracklist:

1.Prelude
2.Metal
Invasion
3.Wicked
Dream
4.Life
On Earth
5.Holy
Hammer
6.The
March
7.Meeting
With Death
8.Kiss Of Satan

Divisi tra Termoli e
Roma, i Wicked Dream nascono da una canzone dei
Black Sabbath e percorrono il proprio sentiero artistico tra problemi
di line-up e colpi di testa. “Non mollare mai” sembra essere il motto
di questa band, la quale ci presenta una specie di ibrido death-thrash
non particolarmente ispirato ma pregno di piccoli tocchi di classe che
riescono a portare l’ascolto fino alla fine delle otto lunghe tracce
senza particolari scossoni. La drum-machine a tratti è
fastidiosa, così come i riff che non brillano di
originalità e passano di cavalcata in assolo senza stupire
più di tanto. Il cantante ci presenta una voce grezza, a
metà tra il growl e il pulito, ma la sua convinzione, anche
se piuttosto statica, dona all’album la grinta necessaria a portare al
pubblico un lavoro tutto sommato dignitoso. Sconcertante la copertina,
ma siamo sicuri che i prossimi lavori sapranno trarre vantaggio da
questa prima, ancora grezza, produzione.

Daniele
Balestrieri


Damned Creation
Soilblack

2006, Autoprodotto
Black

http://myspace.com/damnedcreation

Tracklist:

1. Across the
Evil
2.
I Fear Life
3.
Hafsad
4.
Dark Hatred
5.
Soilblack

Cinque
brani di gelido e grezzo black-metal di stampo scandinavo. Questa la
proposta dei Damned Creation in questo loro
“Soilblack”. Ovviamente anche la produzione risente
di questa scelta stilistica e le chitarre son di conseguenza spesso
confuse, così come tutto il registrato soffre di un certo
white-noise di contorno. Tutti elementi che se da una parte disturbano,
dall’altra parte offrono pane per i denti degli estimatori
del genere. In conclusione un demo che piacerà sicuramente
agli amanti del black degli albori con qualche idea che potrebbe farlo
apprezzare anche agli altri.

Alessandro
Calvi


Pulvis
Et Umbra

Qui Valet Hic Mundus, Quid Gloria, Quidve
Triumphus Post Miserum Fonus, Pulvis Et Umbra Sumus

2007, Autoprodotto
Gothic
http://www.myspace.com/pulvisetumbra

Tracklist:

1. Black
Teardrop
2.
Devil Swain
3.
Fading Tranquillity
4.
Leaving

Questo
demo dei Pulvis
Et Umbra
potrebbe essere portato ad esempio di come
trasformare le proprie difficoltà in virtù e
pregi. Flagellata dal continuo cambio di membri fin dalla sua
fondazione, la band ha infatti trovato nell’acustica la sua
dimensione. 4 brani quindi di grande atmosfera, senza disdegnare
qualche passaggio più aggressivo, lasciati principalmente
nelle mani della vocalist femminile. Qualcosa c’è
ancora da sistemare, in particolare nella voce che deve risultare
più convincente, ma la strada intrapresa sembra proprio
quella giusta.

Alessandro Calvi


Uxor
Rocha Dl’Omme
2007,
Autoprodotto
Black
http://www.myspace.com/uxorblackmetal

Tracklist:

01. Nere falene
02. My wishes
03. Sun is so far now
04.
Rain of fire
05. Misanthropism
06. Antichi tempi
07.
Rocha dl’omme

Come si evince anche
dalla copertina, gli Uxor son dediti a un raw
black
metal senza tanti fronzoli. Qualche concessione alla melodia e a
piccole sperimentazioni (rari effetti elettronici, chitarre acustiche),
ma nulla più. La band sembra esser andata a scuola dai primi
DarkThrone e Mayhem e ce lo riconferma non solo nelle musiche, nei riff
e nella batteria perennemente in doppia cassa, ma anche nella
produzione scarsissima e nella voce al vetriolo del cantante.
Indubbiamente dedicato ai nostalgici della prima ora del black
norvegese.

Alessandro Calvi


S.Pollution
Strawberry
Leper Chair

2007,
Autoprodotto
Thrash
www.myspace.com/spollution

Tracklist:

01 Welcome To My Slaughterhouse
02 Strawberry Leper Chair
03
God Mourning
04 Guilty

Seconda uscita
ufficiale per i
padovani S.Pollution, che a quattro anni di
distanza da Beast (2003) firmano una nuova auto-produzione. Thrash
metal a cavallo tra antico e moderno è quanto proposto nelle
cinque tracce di Strawberry Leper Chair, EP che registra l’esordio in
studio di Andrea “Soul” Bianchin; quest’ultimo è autore di
una prova dai due volti, perchè il robusto growl che
imbastardisce i brani ne limita, d’altro canto, il raggio d’azione.
Nemmeno il songwriting brilla per originalità, ma non
mancano spunti degni di nota: il ritornello della title-track, riuscito
connubio di melodia e pesantezza, o la successiva God Mourning, segno
che il rendimento cresce nei pezzi più massicci e ragionati.
Un consiglio per il futuro: lavorare sul dinamismo dei brani, talvolta
stentati nelle accelerazioni, e tentare più soluzioni
vocali.

Federico
Mahmoud



Abuser
Promo
2007

2007, Autoprodotto
Thrash
http://www.myspace.com/abuserthrash

Tracklist:

1
Vengeance
2 Flesh Eaters
3 Iron Ghost
4 Spit
On Your Grave (Whiplash)

Gli Abuser sono
di
Milano, possiedono un suono Thrash poderosissimo e due chitarre
affilate da paura. Non inventano niente, sia chiaro: il Loro 4 tracks
Promo 2007 è un’ode ai maestri della Bay Area,
campioni di certe mazzate metalliche. Walter possiede
un’ugola degna per il genere e non lesina urla degne del
miglior Dan Beehler (Exciter) – sentitevi al massimo volume
il brano finale e concorderete! – . I riferimenti a gruppi come
Vendetta, Exodus, Abattoir, Testament e, perché no,
Bulldozer si sprecano all’interno delle quattro tracce
proposte. Da segnalare, in chiusura, la cover di Spit on your Grave dei
Whiplash, eseguita in maniera energica, proprio come tutto quanto
contenuto in Promo 2007. Atteso per questo 2008 il loro primo parto
discografico ufficiale: old thrasher
avvisati!

Stefano Ricetti


Lunatic
Asylum

Lunatic
Asylum

2008,
Autoprodotto
Prog
http://www.myspace.com/lunaticasylumitaly

Tracklist:

01 Breathless
02 Lunatic Asylum
03
My Walls
04 Red Dragon
05 Clouds

Nati a Milano nell’anno 1999 e
con due demo all’attivo, i Lunatic Asylum propongono un’intrigante
miscela fra il progressive metal più tradizionale e le
ritmiche più frenetiche del death metal scandinavo. Cinque
sono i brani a disposizione in questo demo, per una durata che non
supera la mezz’ora scarsa. Le tracce si articolano
agevolmente fra passaggi molto tecnici e ritmiche dure e di forte
impatto che si vanno ad alternare a momenti più lenti e
riflessivi dettati dagli ottimi arpeggi di chitarra acustica uniti agli
ottimi inserti di tastiera. Ma il vero punto di forza dei milanesi
risiede nella bravura dei due chitarristi; sempre molto efficaci nel
guidare il resto della band con una serie di riff violenti e diretti e
assoli sempre precisi e melodici. In definitiva, con questo terzo demo,
i Lunatic Asylum dimostrano un’ottima
padronanza dello strumento unita ad un gusto compositivo che si lascia
apprezzare nonostante una proposta musicale un po’ troppo
banale e scontata. La tecnica c’è e le idee sono
buone, magari con un po’ di personalità in
più riusciranno a tagliare l’ambito traguardo
della realizzazione del primo full-length.

Angelo D’Acunto


Soul
Line

Oblivium
2007,
Autoprodotto
Death
http://www.myspace.com/soulline

Tracklist:

01
No Boundaries
02 A Night
In Happiness
03 Images Of Life
04 Drunk
05
Shadows In The Night
06 Burn In Eternity
07 The Great
Obsessed Game
08 Loath To Live

Provenienti
dalla svizzera italiana, i Soul Line propongono un death metal melodico dalle forti tinte oscure che strizza
l’occhio al gothic metal più tradizionale. Le otto
tracce presenti nel
disco si mantengono sempre su ritmiche aggressive e inserti di tastiera
che vanno a sorreggere agevolmente un alternarsi fra cantato pulito e
screaming; il tutto richiama alla mente le ultime produzioni degli
svedesi In Flames. Oblivium
è in fin dei conti un disco ben prodotto e suonato da
musicisti tecnicamente dotati, sebbene la proposta musicale risulta
essere fin troppo scontata e simile a quello già proposto da
migliaia di altre band in attività. Le doti tecniche ci
sono, mancano solo le idee in fase di composizione. Vedremo se in
futuro riusciranno a distaccarsi dai soliti schemi prefissati del
genere in questione cercando di virare verso una proposta
più personale e coraggiosa.

Angelo D’Acunto


Goro
Goro
2007, Autoprodotto
Death
http://www.myspace.com/brutalgoro

Tracklist:

1.
Intro 00:57
2.
Splatterwar
04:47
3.
H.V.D. (Hate Violence And Destruction)
02:49
4.
Tic Tic Tic Death
02:19
5.
Rock ‘N’ Gore
04:48
6.
Xtreme Pathology 03:02

Veronesi,
al proprio debutto, i Goro si buttano nel
calderone estremo facendo
girare un demo di 6 tracce che definirei solo “controproducente”.
Comprensibile infatti la voglia di divertirsi dei fan del brutal death,
molto meno comprensibile l’invio ai media di settore di un demo che non
dimostra nulla, se non che c’è ancora un sacco di lavoro da
fare: produzione inesistente (eddai ragazzi, ormai con un portatile e
un paio di buoni software si ottengono suoni ottimi come niente), 2
riff basilari a pezzo, batteria imbarazzante… Non andiamo oltre,
speriamo solo che i Goro decidano di mandarci, la
prossima volta, un vero e proprio lavoro.

Alberto
Fittarelli

Worst Evil
Dying Man
2008, Autoprodotto
Heavy

www.myspace.com/worstevil

Tracklist:

1. Noisy Night
2. Learn To Fly
(Ramstein 1988)
3. Damned Life
4. Dying Man

Nati
nel 2005 per volere dei due chitarristi Elia ed Andrea, i maceratesi Worst
Evil
giungono, dopo numerose traversie e cambi di line up,
alla realizzazione del primo demo autoprodotto. “Dying
Man” consta di quattro tracce costruite sulla base di un
heavy classicissimo e privo di fronzoli, espressione di uno stile
tipicamente “anni 80” palese sin dal look stesso
della band, reso tuttavia “singolare” dalla
presenza di una voce femminile al microfono (la recente dimissionaria
Laura). Ancora un po’ acerbi e perfezionabili (da rivedere
soprattutto i cori) ed alla ricerca di un’identità
definita, i Worst Evil hanno dalla loro una notevole voglia di emergere
e discrete doti tecniche (già in ogni caso sufficienti alla
realizzazione di almeno un paio di brani interessanti come
”Learn To Fly” e la title track “Dying
Man”), elementi che, qualora supportati da un songwriting
maggiormente personale, potrebbero permettere al gruppo qualche buona
soddisfazione in prospettiva futura.

Fabio Vellata