Geoff Tate: ‘i vecchi classici? sono stato frainteso…’
Durante un’intervista tenuta qualche tempo fa con Target Audience Magazine, l’ex cantante dei Queensrÿche, Geoff Tate, si è così espresso in merito al vecchio repertorio della sua ormai ex band:
TAM: «Negli anni hai più volte affermato di non riuscire più a ritrovare il giusto feeling per cantare pezzi estratti dai primissimi album dei Queensrÿche, soprattutto le tracce più oscure tratte dal vostro primissimo EP omonimo, mai suonate nei tour più recenti. Se avessi l’ispirazione per cantare alcuni classici come “Liberation”, “Child Of Fire”, “Blinded” o “Roads To Madness”, saresti in grado di cantarli come facevi una volta oppure oggi metterebbero troppo a dura prova la tua voce?»
GT: «Questo è un equivoco sconcertante, per quanto mi riguarda. Se si parte dal principio, la mia vita e i miei interessi sono sempre stati rintracciabili all’interno della mia musica e devo ammetterlo, alcune canzoni estratte dal primo EP e da “The Warning” oggi assumono significati differenti per me, più o meno come i giochi “Dungenons And Dragons” di quando eravamo adolescenti ora hanno un significato diverso per molti adulti. Ci sono molte canzoni in quegli album che continuo a sentire molto vicine e, come potrà testimoniare chi ha assistito ad uno show dei Queensrÿche recentemente, come band cercavamo di inserire nella setlist canzoni che riflettevano i nostri gusti e quelli dei fan. In effetti negli anni abbiamo anche creato dei veri e propri sonfaggi tra i nostri fan per avere un idea di ciò che la gente avrebbe voluto ascoltare nei concerti.»
[…]
TAM: «In che modo i soggetti scelti per i testi delle canzoni del tuo nuovo album differiscono da quelli dei Queensrÿche? Come vedi il processo di composizione?»
GT: «Dire in che modo differiscano sarebbe un giudizio di merito ed è meglio che sia l’audience a decidere per se stessa. Credo che le persone vivano l’arte in modo personale e differente e non vorrei mai pensare che la mia opinione o quella di chiunque altro possa contare in questo senso. Creare “Kings And Thieves” è stata una delle più belle esperienze che abbia mai vissuto rispetto alla lavorazione di un album. […] E’ stato davvero rinvigorente poter lavorare con persone davvero felici e positive, entusiaste di poter creare musica.»