Geoff Tate: ‘Scelgo io chi devo essere’
BloodyGoodHorror ha recentemente condotto un’intervista con l’ex cantante dei Queensrÿche, Geoff Tate; di seguito alcuni estratti del colloquio.
BGH: «Ti sei sempre preso dei rischi con la tua musica e senza mai farti remore. Io rispetto molto questa tua posizione ma mi chiedo se ci sono cose che hai fatto e che, guardandoti indietro, pensi che siano state degli errori o che non siano state fatte nel modo in cui avresti voluto.»
GT: «Ottima domanda. Si, ci sono delle mosse di cui non sono soddisfatto: la firma dei contratti discografici con Sanctuary Music e Roadrunner sono state entrambe deludenti. Entrambe le compagnie hanno cessato l’attività. Ad essere sinceri, è l’intero mondo dell’industria discografica che sta subendo una massiccia ristrutturazione. Il mercato è cambiato in modo così drammatico e così velocemente che le aziende non riescono a tenere il passo e cadono come tessere del domino.»
BGH: «Sei spesso citato come uno dei più grandi cantanti rock/metal. Che genere di pressione tutto questo crea su di te come artista che vive tutti i giorni confrontandosi con questo genere di aspettative?»
GT: «E’ molto lusinghiero sentire la gente dire cose così gentili. Le persone interpretano la musica, le idee e gli eventi che accadono in maniera differente e con i loro “filtri” derivanti dalle proprie esperienze di vita. Stiamo tutti evolvendo a diversi ritmi e livelli. Una persona non sa mai come il suo lavoro potrà influenzare quello di altri e quindi non ha molto senso per me preoccuparsi di ciò che gli altri potrebbero o meno pensare. Penso che vivere con poche aspettative mi consenta di sorprendermi sempre.»
BGH: «I tuoi ex compagni dei Queensrÿche hanno ripetuto più volte negli ultimi giorni di essere una metal band. Tu consideri i Queensrÿche una metal band o pensi che foste una band progressive a cui è capitato di seguire la scena metal degli anni in cui siete venuti alla ribalta?»
GT: «Ti ringrazio per la domanda. La domande su “cosa sia il metal” è molto discutibile e, secondo me, una ridicola perdita di tempo. I Queensrÿche non si sono mai adattati ad alcuna scena né hanno mai voluto farlo. Il termine stesso, Heavy Metal, credo sia stato pronunciato la prima volta nel testo di “Born To Be Wild” degli Steppenwolf. Gli Steppenwolf erano quindi una band heavy metal? Col tempo “metal” è diventata una parola usata dai giornalisti tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 per definire un certo tipo di musica. Questo termine ha preso piede come un modo, per molte band e per i loro manager, per differenziare la propria musica da tutto l’altro “rock” che si sentiva in giro all’epoca. E’ accaduta esattamente la stessa cosa anche per il termine “grunge”. Queste parole non sono altro che che slogan di marketing e perfetti esempi di commercio grossolano. Come musicista non sono interessato, né lo sono mai stato, ad essere “definito”. Le persone limitate cercano di definire sé stesse e la propria arte. Io non voglio diventare un fenomeno nostalgico. Non voglio conformarmi all’idea che hanno gli altri di “ciò che dovrei essere”. Continuerò a creare della nuova musica. Se volete conformità o sentite il bisogno di sentirvi come quando eravate al liceo, potete andare al vostro negozio di dischi, comprare qualcosa che corrisponda alla vostra versione di metal e scapocciare a ritmo, così sarete contenti. Pace. Quando Chris DeGarmo ed io cominciammo a scrivere musica insieme anni fa il nostro motto era “no limits”. Abbiamo sempre messo in pratica questa idea. L’evoluzione, il progredire sono sempre stati la nostra passione e il nostro scopo. Io tengo ancora a questi valori e penso che la vista sia un viaggio glorioso in costante movimento e il mio obiettivo è quello di documentare quel viaggio nella mia musica.»