Live Report: Ghost on Mars release party + special guest @ Defrag, Roma – 07/06/2024
Questa sera è il turno della musica colta del Metal.
Il Defrag, infatti, ospiterà tre band della scena Progressive. Vista l’entità, purtroppo, un pochino di nicchia rispetto ad altre serate, il pubblico non è numeroso come al solito.
Anche le divise della Metal Militia sono più sobrie. Diciamo che è una serata di gala, per così dire…
…ma mi ricrederò col trascorrere delle ore.
Ore 21:30, sul palco salgono gli Oniria
ONIRIA
Il Power Trio Progressive strumentale dalle sonorità eclettiche inizia il suo show con la richiesta, da parte del bassista Alessandro Cristi, di abbassare le luci che puntano su di loro. Richiesta che ha giovato molto all’atmosfera creata dal sound del gruppo, ma che ha messo in crisi i fotografi presenti in sala (nel mio piccolo, anche me).
Gli Oniria si presentano con una moltitudine di ispirazioni che spaziano dalla musica progressiva più ortodossa (Genesis, King Crimson), a quella più moderna (Porcupine Tree, Leprous). Sono tre musicisti di altissimo livello, che non si nascondono dietro continui impastati suoni distorti ma che, anzi, nuotano con disinvoltura anche tra le note pulite. Precisi ed eleganti nel tocco, lasciano trasparire qualche accenno di fusion e jazz, mescolandoli con naturalezza nella ricetta offerta. La miscela scorre nelle nostre orecchie in modo molto semplice, nonostante la complessità dei brani. Sovente si evidenzia l’uso di esplosioni sonore particolarmente travolgenti (Karlheinz Stockhausen le avrebbe chiamate “scoppi”). Diego Bertocci alla batteria e Claudio Marzorati alla chitarra, insieme al già citato bassista Alessandro Cristi, sono insomma un trio da tenere d’occhio per il futuro, perché qualcosa mi dice che si affermeranno non poco.
Setlist:
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Amissa Tempora
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Dalmatia
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Uomo delle Tartarughe
ASTRAL DELIVERANCE
La seconda formazione romana, gli Astral Deliverance, attivi già dal 2016, ci presentano brani estratti dalla loro ultima fatica “Atonement”, alzando un po’ l’asticella per quanto riguarda la durezza delle sonorità. La musica, infatti, risulta più pesante rispetto allo show precedente. I brani, anche grazie alla cantante Giulia Pasqualini, hanno una vena leggermente Modern Metal arricchita dagli stilemi della musica progressiva, e attingono a diverse realtà del panorama musicale in genere (“Sundial”, addirittura, ricorda alcune creazioni di Bjork). Il “Progressive Modern Metal” (mi prendo la responsabilità del conio di questa definizione) degli Astral Deliverance è fresco e attuale, scevro dal timore di inserire elementi personali o addirittura commerciali, in quanto, senza dubbio, si rivelano al servizio dell’estetica generale dei pezzi. I cinque musicisti sono chiaramente affiatati e ciò che ne consegue è che, dalle casse, esce un unicum piacevolemente fuso, come i metalli di una lega indistruttibile. Sono un combo di persone spontanee, genuine. Lo spettacolo è positivo e potente. Una bella performance senza dubbio.
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Intro
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Atonement
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Sundial
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Parasite
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Us and Me
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Marigold
GHOST ON MARS
Nel frattempo, noto che il locale si è riempito di gente, segno anche del grande seguito di cui gode l’ultima band di questa serata: i Ghost on Mars. I cinque musicisti presentano il loro ultimo album: “Out of Time and Space”. Le loro tematiche, come suggerisce il nome, affrontano e mescolano argomenti sci-fi e horror. Anche per loro, i punti di ispirazione sono numerosi: Soen, Steven Wilson, Vanden Plas e una punta di Sigur Rós…
Iniziano subito con il brano “Quarantine”, dove il vocalist Moreno Sangermano si destreggia benissimo tra registri potenti, puliti e delicati, e growl profondo e oscuro, nonostante, stasera non sembri, a volte, in perfetta forma. Le chitarre di Fabio Valentini e Andrea Mataloni esprimono solidità e tecnica, sicure sul tappeto ritmico perfetto di Valerio Lippera al basso e Andrea Alberati alle pelli. Il gruppo prosegue con la spaziale “Carbon Skin”, seguita dal brano “They” ispirato al film “Essi Vivono” di John Carpenter. I Ghost on Mars suonano sicuri e rilassati, tengono il palco con fare da professionisti. Nessuna incertezza, nessuna timidezza. L’aria si riempie delle atmosfere della band romana.
I brani di sfondo fantascientifico non riportano palesi rimandi sonori al tema affrontato, così come le canzoni horror-oriented, particolare che denota la sobrietà intellettuale del gruppo e l’assenza di facili strategie “catchy”.
Lo show termina con “Lost Signal”, un drammatico pezzo ricco di sensazioni di “fine viaggio”, un epilogo azzeccato sia per il disco che per il concerto.
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Quarantine
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Carbon Skin
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The Black Rose
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Beyond the Mist
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They
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Nocturnal
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That Time I Saw the Moon
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Back to Life
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Lost Signal
Conclusioni:
Evento di grande conoscenza musicale stasera. Le tre band ci hanno offerto profonda cultura ed estremo gusto. Il menu è stato particolarmente ricco di sensazioni diverse, cosa che mi ha fatto uscire dal Defrag profondamente grato per la ricchezza donata da tutti i punti di vista. Serate così rinfrancano lo spirito d’acciaio che alberga in noi e lo fa risplendere come rinnovato da una misteriosa forza corroborante.