Gli Atroci – Studio Report de ”L’Armata del Metallo”

Di Alessandro Calvi - 4 Novembre 2004 - 0:00
Gli Atroci – Studio Report de ”L’Armata del Metallo”

In occasione della fine delle registrazioni del loro secondo album intitolato “L’Armata del Metallo”, gli Atroci ci hanno invitato presso i Didde Studio di Besate (MI), dove il disco è stato registrato, per farci ascoltare in anteprima le canzoni che comporranno il nuovo platter.
Iniziamo subito col dire che l’occasione è stata veramente piacevole soprattutto grazie alla simpatia e alla competenza di Tracey e degli altri dei Didde Studio, ma soprattutto a causa della vena poliedrica e demenziale del gruppo.

Ma passiamo a parlare dei fatti: quando i giornalisti di tutte le testate che avevano risposto all’invito si sono palesati, è stata la volta dei membri del gruppo che naturalmente si son presentati completamente bardati. Purtroppo a causa di impegni di forza maggiore in questa occasione hanno potuto essere presenti solo Il Profeta, Il Boia Malefico e il Nano Merlino. Subito ci è stato offerto un lauto rinfresco, che molti hanno pensato essere stato rubato a un matrimonio, allo scopo di ottundere i nostri sensi con le abbondanti libagioni e l’alcool a fiumi.
Giustamente satolli, prossimi a un abbiocco post-pranziale e con i sensi completamente svarionati dalle innumerevoli bottiglie di spumante ingurgitate, ci siamo poi in massa spostati nella stanza ove, comodamente seduti su un divano, abbiamo ascoltato, traccia per traccia, il nuovo lavoro degli Atroci.

L’album riparte esattamente dove il gruppo ci aveva lasciati con il precedente CD con “L’Avvento (parteII), la fuga dei due tizi e il piccolo incidente con la tagliola sono ancora qui a farci compagnia, ma qualcosa di imprevedibile sta già per capitargli.
Il primo vero brano di questo “L’Armata del Metallo” si intitola “Fratelli nella Fede”, una sorta di dichiarazione d’intenti e di sfida per tutti gli infedeli che non ascoltano metal! Fin da subito ci si rende conto che i due anni passati in attesa che uscisse questo nuovo disco sono serviti a qualcosa. L’evoluzione musicale è netta e la produzione davvero potente. Proseguendo nell’ascolto dei brani ci accorgiamo che lo stile degli Atroci è rimasto immutato, i testi delle canzoni sono demenziali e spesso la track-list è inframmezzata da divertentissimi stacchetti parlati che descrivono situazioni e personaggi davvero esileranti. Dal punto di vista musicale inoltre la band ha sviluppato uno stile più personale. Mentre nel primo album si potevano trovare molti brani che facevano il verso a grandi canzoni (“I Guerrieri del Metallo” – “Battle Hymns” dei Manowar, “Il Muro” – “Jump” dei Van Halen), in questo secondo “L’Armata del Metallo” lo stile è decisamente più unitario, una sorta di via di mezzo tra il thrash e il power che devo ammettere mi ha subito conquistato.
Non mancano neanche in questo caso ovviamente le grandi citazioni, e la varietà dei brani proposti è decisamente uno dei punti di forza dell’album.
Tra le altre tracce di questo cd meritano sicuramente a mio avviso una citazione canzoni come “I Dieci Metallamenti” che insieme alla sua intro intitolata “La Consegna delle Tavole” forma un tutt’uno. Concettualmente si continua là dove ci avevano lasciato “I Guerrieri del Metallo” sul disco precedente, e, direttamente dalle mani di Ozzy, ci vengono consegnate le tavole della fede su cui sono incisi i comandamenti che ogni buon metallaro deve seguire… ovviamente l’ultimo comandamento è sempre il più importante: “NON ROMPERE I COGLIONI!”.
Un occhio particolare è stato gettato da parte dei nostri amici Atroci anche alla dura realtà di tutti i giorni, ai dispiaceri e alle cattiverie che ogni metallaro deve sopportare in un mondo che ci odia e discrimina per la musica che ascoltiamo. Ecco dunque registrato di nascosto su un autobus nei dintorni del Didde Studio, un dialogo tra due ragazze che parlano male di un loro conoscente metallaro, sono cose vere che gli Atroci hanno riportato per dovere di cronaca, ma che sono convinto faranno piangere anche a voi il cuore come è successo a me.
Dopo i dispiaceri però ritiriamoci su il morale conoscendo qualche nuovo personaggio presentatoci dal gruppo. Su “L’Armata del Metallo” infatti fanno capolino in particolare “Il Mago Crisantemo” e “Italo Porcu”, due simpatiche personcine che imparerete subito ad amare e apprezzare come è capitato a me.
Un altro dei punti di forza è anche la partecipazione attiva di molti ospiti, tutti artisti di cui gli Atroci parlano con grande rispetto, anche se non proprio tutti sono esattamente musicisti metal. È per esempio il caso di Max Pezzali, esatto, lo stesso Max Pezzali degli 883 che pare in realtà essere un grande estimatore e ascoltatore di musica metal, ma soprattutto un devoto accolito degli Atroci, con i quali ha tanto insistito per poter scrivere una canzone su questo secondo disco. Si tratta della nona traccia “Lasciala Stare”, un brano scritto interamente da Max Pezzali, sia musica che liriche e che dal punto di vista dei testi è perfettamente centrato nello stile degli Atroci. Dal punto di vista musicale la ritmica e le melodie sono quelle tipiche degli 883, ma suonata con la chitarra distorta e con alcuni passaggi di batteria in doppia cassa, assume decisamente connotati più aggressivi.
Max Pezzali non è però l’unico musicista giunto alla corte degli Atroci durante la lunga gestazione di questo disco, a contribuire alla maggior parte dei cori troviamo infatti Michele Luppi, nuovo cantante dei Vision Divine, il cui talento, nonostante il ruolo di secondo piano, emerge più di una volta durante tutta la lunghezza del platter.
Infine, come si suol dire “Last But Not Least”, troviamo anche una grandissima icona del metal italiano, direttamente dai Vanadium infatti troviamo anche “Pino Scotto” che ha prestato la sua voce inconfondibile per un duetto veramente al vetriolo con il Profeta su “Pezzi di Panza”. Canzone che come si diceva prima è una delle pochissime citazioni da altri brani, ripresa in questo caso da brani storici degli AC/DC e sulla quale sia il Profeta (in una imitazione pressochè perfetta del caratteristico cantato degli australiani) che Pino offrono ottime prestazioni vocali.
Tra le altre è impossibile poi non citare “Quel Mazzolin di Borchie”, una canzone spettacolare nella sua unicità, un esperimento che sono sicuro non ha mai avuto pari nella storia della musica metal e riuscito nel modo migliore possibile. Gli Atroci per la realizzazione di questo brano “a cappella”, quindi di sole voci, senza l’apporto di nessun strumento, si sono rivolti a un coro del tutto particolare a cui hanno chiesto di cantare il testo, assolutamente delirante come il resto del disco, di “Quel Mazzolin di Borchie”. Il risultato che sono sicuro vi lascerà a bocca aperta.

Terminato l’ascolto del disco, gli Atroci ci hanno permesso, con grande magnanimità, di rivolgere alle loro altezze delle domande, alle quali essi hanno sempre risposto con grande solerzia. Abbiamo in questo modo scoperto che per esempio Peppino l’usuraio, che su questo secondo platter non viene nominato neanche in una sola occasione, ha preferito per stavolta tenere un basso profilo. Tutta la pubblicità del primo disco gli aveva fatto si ottenere diversi “clienti” in più, grazie ai bassissimi tassi d’interesse da strozzino che soleva imporre sui prestiti, ma anche la visita della finanza; ha così deciso di concentrarsi unicamente sulla produzione.
Oltre a questo, molti altri sono stati gli aneddoti che gli Atroci ci hanno regalato in quella giornata, sia riguardo alla realizzazione del disco (molti sono i nemici del metallo che hanno lavorato nell’oscurità per impedire che questo disco fosse realizzato, ma sono stati sconfitti perchè nemici della vera fede), che riguardo alla loro vita nella quinta dimensione, prima che decidessero di giungere sulla terra a salvarci, ma su alcuni di essi abbiamo promesso di mantenere il segreto, pena la condanna ad ascoltare Gigi D’Alessio per il resto delle nostre esistenze.

Infine, come atto di infinita magnanimità Gli Atroci hanno permesso a tutti i giornalisti di lasciarsi immortalare insieme a loro, quella che vedete sopra, rovinata dalla mia brutta faccia, è la foto che ne è risultata.

Al di là degli scherzi, era infatti impossibile grazie alla vena ironico-demenziale dei componenti del gruppo riuscire a stare senza ridere per più di 5 secondi per volta, si sono dimostrati tutti estremamente disponibili e simpatici, rispondendo sempre in maniera competente alle nostre domande e rendendo l’atmosfera che si respirava davvero familiare e frizzante. Infine ringrazio ancora moltissimo gli Atroci e Tracey e gli altri dei Didde Studio per l’occasione offerta a TrueMetal.it e a tutti i nostri lettori, oltre che per il bellissimo pomeriggio passato insieme.

Alex “Engash-Krul” Calvi