Gorerotted (Phil Wilson)
Sono una delle pochissime band inglesi a portare avanti un
discorso estremo iniziato anni ed anni fa… la decadenza del loro Paese in
ambito grind e death non sembra averli scalfiti, e loro si divertono,
pubblicando album con l’intento di divertire. Come già detto in fase di recensione,
i Gorerotted mischiano al loro grind/death svariati stili, per un
risultato decisamente accattivante, che me li fa consigliare non solo ai
fanatici del genere. E per un gruppo “terra terra” non poteva essere
nello stesso stile la chiacchierata con il bassista/cantante Phil Wilson,
uno capace di girare nel backstage del Summer Breeze 2004 col kilt alzato per
mostrare come lo portano i veri scozzesi…
“A new dawn for the dead” è il vostro primo
disco dopo l’abbandono di Mr. Gore, membro fondatore nonchè uno dei 2 cantanti
del gruppo: come vi siete trovati a lavorare per la prima volta senza di lui?
Beh non troppo male, in fondo! A dire il vero la
fuoriuscita di Mr. Gore non ha avuto grosse conseguenze sulla band, tutto
sommato: la musica per questo album è stata scritta dalle stesse persone che
hanno composto “Only tools and corpses”, per cui possiamo dire che è
stata una cosa naturale. Siamo molto uniti come gruppo, e sono davvero eccitato
di poter promuovere questo nuovo album!
Personalmente credo che il vostro stile sia il risultato
della commistione di diversi generi musicali: dall’ovvio brutal death al black,
passando anche per certo punk… ma quello che mi sembra davvero punk è la
vostra attitudine, sei d’accordo?
E’ del tutto esatto! Noi amiamo la nostra musica e la
prendiamo al 100% seriamente, ma per poter sopravvivere come gruppo e non
perdere contatto con la realtà bisogna anche affrontare l’attività con
un’attitudine un po’ diversa… voglio dire: se incontri i ragazzi dei
Gorerotted al pub ti rendi conto di come siamo, non ce ne frega niente, a noi
basta avere il lavoro fatto bene e divertirci svolgendolo! E questo è
esattamente il modo in cui ci rapportiamo alla nostra musica: facciamo le cose
per bene, ma divertiamoci facendole. Hai anche ragione quando parli di diverse
influenze, ed è quello che amo di questa band: il fatto di avere 5 teste con
idee diverse ci porta freschezza ed interesse, almeno così è per me! Io, Tim e
Junky Jon (chitarrista e batterista, ndr) scriviamo la maggior parte
della musica: però Tim adora i Guns’n’Roses ed il vecchio punk, io il power ed
il black metal, Jon è un fanatico del death underground e Ben e Matt ascoltano
persino hip hop. Come diavolo facciamo a stare insieme?
Il risultato in effetti è ottimo! Che obiettivo vi
prefiggete come gruppo, musicalmente parlando?
E’ difficile dirlo, cercheremo di portare avanti i
Gorerotted finché ci sarà possibile farlo, ma è molto difficoltoso stabilire
per quanto! Guardiamo semplicemente ad ogni album, e ad ogni anno che passa,
osservando i successi e gli errori e tentando di imparare da essi per costruire
il passaggio seguente. L’ultimo anno e “Tools” hanno rappresentato un
grande periodo per la band e per me personalmente, ma ci sono sempre cose da
migliorare: siamo pronti a farlo.
Una domanda schietta: non credete che il tema che usate
nelle foto promozionali, con la ragazza incatenata e “schiavizzata”
dal gruppo di uomini, sia un attimo abusato? Penso anche solo ai recenti Impaled
Nazarene…
Capisco cosa intendi, ma sarebbe come dire che i gruppi
metal non possono usare i power chords solo perché sono stati usati prima, così
come il face-painting ed il corpse painting! O addirittura che non puoi bere
birra perché l’hanno già fatto gli Impaled Nazarene! Ci siamo capiti, insomma.
Del resto chi fa le regole? Non ci sono regole, ed è quello che rende bello il
metal. Non credo ci sia nulla di sbagliato nel prendere una ragazza in PVC, bere
per un giorno intero e poi fare una photo-session… è solo un ottima domenica
pomeriggio, per me!
Quali sono i tuoi pezzi preferiti dell’album? Io
sceglierei “…and Everything went black” e l’ultima “Selection
and dissection of parts for resurrection”…
Non saprei, ogni canzone ha i suoi passaggi con un
significato per me: ma se dovessi sceglierne una direi “Nervous Gibbering
Wreck”, un pezzo dove musica e testi si incastrano alla perfezione. Anche
“Pain as a Prelude to Death”, perché è definitivamente rock’n’roll
ed adoro suonarla! Sono felice che ti piaccia la nostra roba!
Vi potremmo inserire, quanto ai testi, nella categoria
“amanti dell’horror”?
Certo! Sai, sono temi che vanno a braccetto con il metal
estremo… l’oscurità, il macabro, l’intero immaginario… ma direi che ora
siamo più realistici, non ci influenza più come in passato.
Credi che ci sia anche un po’ di “convenienza”
nel trattare tutti questi temi, per certe band?
Sicuro! Sono in gruppi death da anni e non ho mai scritto
testi così banali riguardo al gore ed agli omicidi! “L’ho accoltellata
alla testa, lei ha sanguinato sul pavimento, duh, duh, duh duh…blast beat…e
ancora sangue e ossa!” Sì, carino, ma non è il mio modo di scrivere.
Poco tempo fa mi è tornata in mano una vostra Saremo sempre connessi all’underground, è il posto |
Vi ho visti al Summer Breeze l’anno scorso e mi siete
sembrati perfettamente calati nella parte, non solo sul palco! Quanto è
importante per voi il divertimento durante e dopo i concerti?
E’ la cosa più importante per noi! Come ti dicevo adoriamo
la nostra musica, così come il suonarla dal vivo, e non vogliamo perdere
nemmeno un minuto di quello che facciamo! Siamo una band onesta, rappresentiamo
solo ciò che siamo, sia sopra che sotto il palco. Dovunque tu ci possa
incontrare ci vedrai sempre uguali.
E quando possiamo aspettarci delle date italiane?
Dunque, dovrebbe essere confermato un tour europeo con i
Decapitated, ma non lo è ancora al 100%: comunque speriamo di poter suonare
anche in Italia! Possiamo solo chiedere alla gente di tenere d’occhio il nostro
sito, è sempre aggiornato. L’ultima volta in Italia è stata spettacolare, non
vediamo l’ora di tornarci!
Il motivo più importante per suonare qui da noi?
Birra italiana, cibo italiano e ragazze italiane, in
quest’ordine!!! Shiz!
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli