Grave Digger (Chris Boltendahl)
Tempo di nuovo disco per i Grave Digger ed ecco sbucare in terra italica il mastermind e simbolo della band, Chris Boltendahl, per le interviste di rito. Solare e disponibile, al solito il padre del becchino risulta, lontano dal palco, completamente diverso dal personaggio teso e concentrato che siamo abituati a vedere in prossimità degli show. Ne esce una bella chiacchierata, spensierata e con un piccolo siparietto finale…
Ciao Chris come va?
Bene grazie.
Liberty or Death, il nuovo album dei Grave Digger in uscita a gennaio. Introduci l’album ai nostri lettori.
Liberty or Death è una sorta di concept album, tutti i brani sono legati dallo stesso filo conduttore che è appunto la lotta per la libertà. Racconta di eroi e popoli che hanno combattuto per la propria libertà e per la propria indipendenza. Per esempio la prima canzone, Liberty or Death, racconta delle battaglie del popolo curdo contro i turchi, Highland Tears recupera quello di cui abbiamo raccontato in Tunes of War e la lotta dei ribelli scozzesi contro gli inglesi, Until the Last King Died è un pezzo sulla rivoluzione francese, Silent Revolution è un brano che parla di Ghandi e della lotta non violenta, Forecourt to Hell parla dei gladiatori e di Roma… Non è esattamente un concept vero e proprio come Tunes of War o Excalbur, ma è comunque qualcosa di abbastanza simile.
Visto che siamo in tema lyrics faccio un salto indietro a the Last Supper: per la prima volta vi siete staccati dalle tematiche horror ed epiche per affrontare temi e problemi di tutti i giorni. Una vera e propria novità per i Grave Digger. Come mai questa scelta?
Perché siamo soltanto esseri umani, e come tale col tempo ho sentito la necessità di raccontare non le mie idee, ma le mie impressioni su quello che mi stava succedendo intorno.
Dimmi se sbaglio, ma non credo che questo sia poi così lontano da Liberty or Death…
Esatto. Se ci guardiamo intorno, se accendiamo la televisione, ci accorgiamo che le persone sono sempre in lotta le une con le altre. Metà del pianeta è in guerra: i popoli dell’Africa, l’Iraq… ogni giorno molti popoli sono in guerra per la propria libertà, per la propria indipendenza.
Chris qualche annetto fa…
Veniamo alla musica. Credo che in Liberty or Death ci siano diversi richiami ai vostri vecchi lavori: Ocean of Blood recupera qualcosa da The Reaper, Highland Teras è praticamente un pezzo di Tunes of War… è una scelta che avete fatto a priori, prima di cominciare a lavorare sull’album, oppure è frutto di ciò che è uscito dalle sessioni?
Non era nostra intenzione recuperare idee dai vecchi lavori, abbiamo cercato di coniugare bene la musica con i testi dei brani e questo probabilmente ci ha spinto verso quella direzione. Quello che abbiamo cercato veramente di fare è stato creare un disco di metal classico, più di quanto avevamo fatto con The Last Supper, e penso che questo nuovo disco sia un vero disco dei classici Grave Digger: molta attitudine, chitarre potenti, buone melodie, passaggi epici, ritornelli che ti restano in testa dopo due ascolti; in più ci sono canzoni più rockeggianti come Silent Revolution. Abbiamo lavorato molto su questo disco e credo che il prodotto finale sia ottimo.
Mmm ti dirò, sono rimasto abbastanza deluso da The Last Supper…
Eheh capita. Sai abbiamo fatto un errore con The Last Supper: ci siamo presentati in studio con i brani già pronti, preparati a computer, e li abbiamo registrati senza provarli. Invece stavolta abbiamo fatto tutto assieme, i brani sono nati in sala prove e lì sono stati sviluppati. Volevamo pezzi realmente vivi e potenti, che avessero successo anche in sede live.
Credo che questa differenza di approccio si senta nell’album.
Sì credo anch’io e ne sono contento.
Il disco contiene una bonus track: è una canzone ottima, perché non l’avete inserita nella tracklist regolare?
Ahahah, è una scelta dell’etichetta, non nostra. La Locomotive ha deciso di inserire una bonus track per l’edizione in digipack e di usare la tracklist della versione digipack anche per le copie promozionali. Quindi la versione che hai tu contiene anche l’undicesima traccia che è il pezzo per l’edizione digipack.
Music business…
Ahahaha, esatto!
Bene, guardiamo un attimo indietro. Il 2005 è stato un’annata molto importante per voi: avete festeggiato una tappa importante della carriera, è uscito the Last Supper, è uscito 25 to Live… come sono state le reazioni del pubblico e dei media?
Le reazioni sono state molto buone. Abbiamo lavorato tanto in questi ultimi 2-3 anni, sono stati davvero duri. A fine 2005 ci siamo accorti che avevamo bisogno di un break: avevamo suonato in paesi in cui non eravamo mai stati, avevamo avuto un grande successo e sentivamo la necessità di riposare prima di metterci al lavoro sul nuovo album. Da settembre a dicembre 2005 ci siamo presi un periodo di riposo. In più sono diventato padre per la prima volta…
Oh! Complimenti!
Grazie! Infatti il prossimo anno sarà ancora più dura perché oltre ai Grave Digger avrò anche un’altra creatura da curare (/risate)… andremo in tour, e sono molto contento perché il nuovo disco mi piace davvero molto. Quando sento il ritornello di Liberty or Death mi viene la pelle d’oca… spero che la gente riesca a sentire tutta l’energia che abbiamo messo in questi brani.
Nei vecchi album partivate sempre con un pezzo spaccaossa, tiratissimo, che colpiva dritto in faccia. Stessa cosa per i live: sono un grande nostalgico dell’apertura The Brave + Scotland United… come mai ultimamente avete cambiato rotta, sia su disco che dal vivo?
Penso che i mid-tempo siano molto efficaci in apertura di album: sono più pesanti e più maestosi dei brani tirati… non so cosa accadrà sul prossimo album, ma per ora ci piace così. Per i live il discorso è diverso: cominciare un concerto con un pezzo veloce è rischioso perchè solitamente non si è mai perfetti e i pezzi veloci suonati non perfettamente vengono male. Invece se la stessa cosa accade in un mid tempo si sente meno, anche se non è suonato perfettamente fa sempre la sua figura.
I Grave Digger hanno ormai 25anni, come me…
…ahaha oh yeah, però sembri più vecchio…
Sei fortunato che io non sia una ragazza o me la sarei presa! (risate di entrambi). Dicevo, i Grave Digger hanno ormai 25 anni, sono una band che ha sempre avuto una grande attitudine live e ormai ha calcato i palchi di mezzo mondo. Se io ti chiedessi quali sono le tue 3-4 canzoni preferite da suonare live, cosa risponderesti?
Mmm… Rebellion, forse la nostra canzone più famosa, quella che ci ha fatto conoscere al grande pubblico, quella che ha allargato di molto il numero dei nostri fan ed è anche un momento cruciale dei live. Poi Heavy Metal Breakdown…
Classico tra i classici…
Yeah! Poi The Last Supper: non sono particolarmente religioso però trovo la figura di Gesù molto affascinante dal punto di vista storico e quel brano mi piace molto sia musicalmente che per le lyrics. Infine, anche se non l’abbiamo ancora mai suonata live, dico Liberty or Death. Non posso aspettare, non vedo l’ora di poterla suonare davanti ai nostri fan.
Chris domani intervisterò i Therion, so che sarete insieme per un tour che passerà da Milano quindi ti chiedo cosa pensi dei tuoi compagni di palco e cosa ti aspetti da un tour con una band così diversa.
L’Italia è sempre un ottimo posto per i Grave Digger, abbiamo molti fan calorosi qui.
Però piove sempre… (risate di entrambi). Dai la prossima volta sarete al coperto quindi non ci sarà questo rischio (ancora risate)!
Penso che il tour sia un’ottima occasioni per entrambi. Abbiamo fan diversi e sarà un modo per far conoscere agli uni la musica degli altri. Inoltre in alcuni paesi siamo più famosi noi, in altri loro, quindi avremo anche modo di portare ai nostri show persone che altrimenti resterebbero a casa. Ci saranno anche due spettacoli diversi, uno puramente metal, uno più atmosferico (Chris si esibisce in un tentativo di operetta) e credo sarà interessante vedere due concerti così diversi.
Ti piacciono i Therion?
Non avevo mai ascoltato nulla così qualche giorno fa sono andato ad ascoltarmi qualcosa nella radio web della Nuclear Blast: mi piacciono le loro parti power metal, mentre le parti più lente e dark non sono esattamente il mio pane quotidiano…
Chris in versione non proprio canonica…
Bene, io ti ringrazio, ti saluto e ti lascio concludere come vuoi
Grazie a te. Spero che molti fan gradiranno Liberty or Death perché è un disco a cui teniamo molto e spero anche che molti verranno a Milano a vederci live. Tu ci sarai?
Non so, sto a 250 km da qui e tutto dipenderà dagli impegni e da quanti pezzi di The Reaper suonerete (risate). Scherzi a parte credo proprio di sì.
Oggi ti sei fatto 500 km solo per i Grave Digger?
Già, i fan di vecchia data sono duri a morire… (risate)
Sei un amico! Spero proprio di vederti a gennaio e mi raccomando guida piano tornando a casa…
Ah non ti preoccupare, sono venuto in treno…
Bene!
Dici così perché non conosci le ferrovie italiane! (risate). Ti lascio Chris, è stato un piacere. A presto!
A Presto, è stato un piacere anche per me e grazie mille per la bella intervista!
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini