Vario

Graveworm (Stefan Fiori)

Di Nicola Furlan - 18 Agosto 2009 - 9:00
Graveworm (Stefan Fiori)

Forse i sistemi di gestione della musica on-line possono dare una mano alle piccole band per farsi conoscere, ma non credo che possa giovare più di tanto. Credo nel rispetto dell’artista e quindi l’idea di ‘scaricare’ non mi convince molto.
(Stefan Fiori)

Nel backstage del MetalCamp Festival abbiamo intervistato Stefan Fiori, cantante degli altoatesini Graveworm. La band ha da poco pubblicato, via Massacre Records, il settimo full-length della carriera “Diabolical Figures”. L’ex singer di Abigor e Shadowcast si è dimostrato un personaggio molto simpatico e disponibile ed è stato in grado di trasmettere quella reale carica di entusiasmo e spontaneità che lo lega da sempre alla scena musicale estrema…

Wow, anche questa è andata. Credo sia stata una bella esibizione, peccato che abbiamo poco tempo per stare con i nostri fan. Fra un po’ dobbiamo ripartire perchè domani si lavora!

Avete un’altra data in programma?

No no, magari…lavoriamo a casa, ognuno nel proprio ufficio o nella propria fabbrica. La musica per noi è un puro hobby perchè non riusciamo a guadagnare abbastanza da poterci vivere. Quindi giriamo, suoniamo e poi torniamo a casa alle nostre fatiche quotidiane.

Pochi minuti fa un accanito fan mi ha chiesto di domandarti se state già lavorando a nuovi pezzi perchè il vostro ultimo album (uscito da pochi giorni, ndr) lo ha già consumato…

Come hai detto il nuovo disco “Diabolical Figures” è uscito la scorsa settimana, nello specifico lo scorso 16 giugno tramite Massacre Records. Abbiamo sì iniziato buttare giù qualche idea, ma nulla ha ancora preso la forma della canzone.

E la critica come ha risposto al vostro nuovo disco?

Tutto bene guarda…siamo davvero molto contenti. Le recensioni sono state tutte positive e siamo molto soddisfatti dei giudizi ricevuti. Quello che ci interessa di più è però il giudizio dei fan. Spero tanto che lo ascoltino bene e ci mandino delle mail con le loro personali considerazioni.

Restando in tema fan. Sono davvero molto legati a voi. Quando ti hanno visto arrivare sotto il backstage erano come matti…

Hanno capito come sono fatto. Io adoro i ragazzi che ci seguono… e poi di mia natura odio fare la star, scendere dal paclo, scomparire nel backstage e chi si è visto si è visto. Non è da me. Siamo persone come loro, nulla di meglio. Peccato solo che oggi dobbiamo scappare via presto perchè vedo un gran bel movimento là fuori, mi sarebbe davvero piaciuto bermi qualche birra con loro.

Cambiamo discorso. Il mercato discografico, inteso come vendita di dischi, sta avendo una contrazione preoccupante. Quali sono secondo te i motivi di questo disaffezionamento e che soluzioni proporresti per tener su la baracca?

Difficile a dirsi. Io compro tutto originale, pur ascoltando prima i vari MySpace o scaricando le anteprime disponibili on-line. Forse i sistemi di gestione della musica on-line possono dare una mano alle piccole band per farsi conoscere, ma non credo che possa giovare più di tanto. Credo nel rispetto dell’artista e quindi l’idea di ‘scaricare’ non mi convince molto. Credo che l’ultima risorsa in grado di farti guadagnare qualcosa siano le magliette o il merchandise in generale se preferisci. Quello non lo puoi scaricare; o te lo vai a cercare su internet oppure lo acquisti quando vai a vederti un concerto. Noto che è un modo per tirare su quattro soldi e funziona bene, come ha sempre funzionato da anni e anni.

Dovessi consigliare una band undergorund interessante che hai di recente ascoltato che nome faresti?

Non ho nomi in particolare, ma ti posso dire per certo che la scena death metal del Trentino-Alto Adige è davvero valida. Chi è bravo a inserirsi nel circuito e dimostra di saperci fare arriva a togliersi delle belle soddisfazioni e se possiamo un giorno dare una mano per un supporto lo faremo volentieri perchè nella musica è importante spronare chi merita davvero.

Quale è a tuo parere il segreto per superare le prime delusioni e le insidiose difficoltà della professione di musicista? Cosa consiglieresti ai giovani affinchè possano un giorno calcare il palco di un festival importante come questo?

Non devi mai mollare. Non devi smettere di suonare e devi trovare dentro di te la forza e la voglia di andare avanti. Con internet puoi contattare tutto il mondo. Hai facebook, MySpace, YouTube…chi è bravo va a farsi concerti a Vienna, in Italia e in tutto il mondo. Però alla fine devi dare il 200%, …il 100% non basta mai!

Parliamo di “Diabolical Figures”. Quali sono i ricordi più belli che ci puoi raccontare dall’inizio del songwriting fino alla copia finita dietro alla vetrina del negozio?

Uno dei momenti di maggior soddisfazione è stato il lavoro svolto nei tedeschi Stage-One-Studio di cui ricorderò sempre la brillante professionalità di Andy Classen. Lui ci conosce, sa cosa sappiamo fare, sa cosa può pretendere dal nostro operato, ma ancora di più sa quello che vogliamo dalla nostra musica, …conosce perfettamente il nostro linguaggio artistico. Devo dire che mi piace molto lavorare con lui.
Del disco adoro il mood oscuro che lo permea e gli stacchi groove. Siamo un po’ tornati indietro, verso le sonorità delle origini, per intendersi, quelle che avevano fatto la fortuna di “Scourge of Malice”.

Il tempo stringe sempre di più. Sai meglio di me, nei festival si corre sempre…Mi ha fatto davvero piacere conoscerti. Lascio a te i saluti ai nostri lettori…

Grazie mille per l’intervista. Spero di poter andare a farmi bel tour in Italia quanto prima e vi garantisco non mancherà occasione di divertirci assieme, sopra e sotto il palco. Grazie di nuovo a te e un saluto grande ai lettori e ai ragazzi di truemetal.it