Great White (Jack Russell e Michael Lardie)
Un gradito ed un po’ inatteso ritorno quello degli storici Great White, band rock blues leggendaria, che davvero non necessita di presentazioni.
Una buona occasione per portare Jack Russell e Michael Lardie ai nostri microfoni con un rapidissimo giro d’opinioni sul nuovo “Rising”, disco al solito, di ottima qualità e sostanza.
Entriamo subito nel vivo. “Rising” è il dodicesimo album della vostra carriera. Cosa rappresenta per voi?
Jack Russell: essenzialmente un periodo di intensa crescita per la band. L’essere ritornati insieme dopo il 2007, ci ha fatto capire quanto ci piaccia ancora incidere dischi e suonare dal vivo!
Posso dire senza problemi, che il gruppo ha raggiunto una coesione ed un’unità che non si percepiva sin dagli anni 80…
Questo nuovo album è arrivato un po’ così, all’improvviso, quasi inatteso. Ci avete messo molto a comporlo?
Michael Lardie: abbiamo iniziato i processi di songwriting nel settembre del 2008, e le sessions di registrazione a novembre. Abbiamo usato un sistema differente dal solito però.
Non tutte le canzoni, sono state, infatti, composte prima di iniziare a registrare. Alcune sono nate dopo, durante le registrazioni.
Ti confesso che ho sempre desiderato comporre un disco in questo modo: è una metodica di lavoro molto stimolante e divertente.
Pensa che abbiamo finito tutto il 3 gennaio, durante le vacanze invernali.
In pratica, la lavorazione ci ha richiesto sessanta giorni. Una cosa molto veloce, insomma!
Cosa vi ha portato a scegliere “Rising” come titolo? C’è qualcosa di filosofico alla base?
Jack Russell: in effetti, ci sono alcune canzoni piuttosto oscure a livello di testi, giacché le lyrics per me, sono sempre una testimonianza di quello che sto vivendo in quel preciso periodo. Combatto ogni giorno della mia vita con le mie “dipendenze” e scrivere di ciò che sto affrontando è sempre un’esperienza purificatrice, catartica, per l’appunto di “crescita” (= Rising NdA)
Del resto, non potrei mai riuscire ad immedesimarmi in qualcosa di diverso. Non potrei mai, ad esempio, cantare di cose fantasy o simili…
Siete molto conosciuti per avere un suono particolarmente caratteristico. Un’eccellente miscela di rock e blues che ha sempre costituito un po’ il vostro trademark. Considerato che siete in giro ormai da tanti anni, non vi è davvero mai capitato di pensare, anche per breve tempo, di modificarlo per venire incontro alle esigenze di un pubblico magari più vasto?
Michael Lardie: è molto semplice. Cerchiamo di evolverci ma, allo stesso tempo, di rimanere fedeli a noi stessi. Allo spirito insomma, di una band rock-blues.
Ad ogni modo, in ogni nuovo album cerchiamo di inserire qualche elemento di novità un po’ diverso dal solito, questa volta ad esempio, sono spuntati dei mandolini, ma sempre entro i limiti.
Non ci è mai interessato seguire i trend e le mode, il nostro desiderio è di rimanere sempre vicini alle nostre radici, evitando cambiamenti troppo pesanti nel nostro songwriting e nello stile delle nostre canzoni. Non è una cosa che ci farebbe sentire a nostro agio…
Certo è che, nel 2008 la scena hard rock ha sperimentato una serie di sussulti e aria fresca come non succedeva da tempo…
Jack Russell: nulla sarà mai paragonabile agli anni ottanta. Era un’epoca diversa per noi, per la gente, per tutto il mondo.
Siamo però molto grati ai fan ed agli amanti del rock di quegli anni, che stanno ora insegnando ai loro figli, quanto sia bella questa musica.
È una cosa che permette di mantenerla viva, ed è il motivo per cui, ancora oggi, ha qualcosa da dire.
Sicuramente quindi, c’è qualche cosa di nuovo che ha colpito la vostra attenzione…
Michael Lardie: mi piacciono tantissimo I Black Tide!!! Sono giovanissimi ma suonano davvero tanto “metal primi anni ottanta”.
Seguirò la loro evoluzione con molto interesse…
Dall’alto della vostra posizione da veterani di lungo corso, qual direste essere il segreto per la longevità di un gruppo rock?
Jack Russell: la differenza tra le personalità dei vari membri è la chiave.
Tutti i vari punti di vista, contribuiscono a creare un corpo unico, una entità singola che poi si identifica nel gruppo.
Ah e naturalmente, avere anche interessi comuni al di fuori della musica! Quella è una cosa che aiuta molto a mantenere il rapporto fresco!
Insomma, la musica è sempre una questione di passione per voi. Non è mai diventata un semplice “lavoro”.
Jack Russell: altroché, il suonare ed incidere dischi è sempre dovuto alla pura e semplice passione per ogni membro dei Great White…credimi, l’unica cosa che ha a che vedere con il lavoro talvolta, sono i lunghi viaggi che dobbiamo sostenere per i vari aspetti di contorno, ma tutto è sempre mosso dalla passione!
Cosa cambiereste del vostro passato?
Jack Rusell: senza dubbio la tragedia del Rhode Island. È una cosa che vorrei non fosse mai successa…
Michael Lardie: inoltre, forse, se potessi tornate indietro, cambierei il management quando avevamo pensato di farlo, nel 1991. Quella sarebbe stata un’ottima mossa…
So che probabilmente, avrete già dovuto rispondere più volte a questa domanda, ma potreste spiegarmi i motivi che hanno portato Sean McNabb ad abbandonare il gruppo?
Michael Lardie: Sean era fuori dal gruppo già da parecchio, c’erano troppe differenze d’opinione…diciamo che è stata una cosa naturale…
Ma ha partecipato alle registrazioni di Rising?
Michael Lardie: assolutamente no, non ha preso parte in alcun modo a Rising.
Ha fatto tutto il nostro nuovo bassista Scott Snyder, che collabora con noi già dalla metà del 2008. È stata una bella esperienza per lui e per noi, sia in studio, sia durante gli show tenuti dal vivo nel frattempo!
Ancora una cosa. La vostra cordialità con i fan dal vivo è una cosa risaputa. A questo punto della vostra carriera, in cui ormai non avete più nulla da dimostrare a nessuno, quanto è divenuto importante il contatto con il pubblico?
Jack Russell: è davvero tutto!!!
Senza il supporto dei fan non esiste nessuna carriera e nessun futuro!
Siamo sempre stati felici di poter essere vicini al nostro pubblico, e lo saremo sempre.
Non cercheremo mai di mettere un muro tra noi e loro, anche perché ci interessa parecchio sentire le loro opinioni.
Il fatto di essere considerati una specie di leggenda ed un’influenza per alcuni, che effetto vi fa?
Michael Lardie: suvvia, leggenda è una parola grossa che implica una grossa responsabilità.
Ci auguriamo di aver ispirato qualche giovane musicista, ma credo che solo la storia dirà se meritiamo davvero un appellativo tanto importante.
Siamo in chiusura. Per concludere, sarebbe interessante sapere cosa avete in mente per i prossimi tempi…
Jack Russell: nel corso del 2009 faremo un sacco di concerti, con le canzoni del nuovo album soprattutto! Siamo carichi a mille!
Naturalmente speriamo di trovarci anche dalle tue parti, è da sempre una bella esperienza! We Love Italia!
Rock on!
Fabio Vellata
Discografia:
* Great White/Stick It (1984)
* Shot in the Dark (1986)
* Once Bitten… (1987)
* …Twice Shy (1989)
* Hooked (1991)
* Psycho City (1992)
* Sail Away (1994)
* Let it Rock (1996)
* Great Zeppelin: A Tribute To Led Zeppelin (1999)
* Can’t Get There From Here (1999)
* Back to the Rhythm (2007)
* Rising (2009)
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