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Hammered (Andràs Császár)

Di Nicola Furlan - 7 Maggio 2013 - 9:26
Hammered (Andràs Császár)

Ora vogliamo spingerci fino ai limiti delle nostre possibilità; al momento uno degli obiettivi più concreti è la realizzazione di un secondo album, per il quale stiamo già componendo brani.
(Andràs Császár)

Sound raffinato, un mix tra speed metal, power, thrash… con qualche richiamo al technical tanto caro agli Annihilator. Ecco chi sono gli Hammered, giovane band goriziana ricca di musicisti di talento, pronti ad invadere il mercato con il loro nuovo studio album “The Beginning”. Quando sono nati, cosa stanno facendo, queli sono i loro obiettivi e piani del futuro, ce lo racconta il frontman del gruppo, Andràs Császár

Siamo cinque ragazzi che condividono insieme l’enorme passione per la musica. La passione di suonare, far prove, comporre e portare la nostra musica alle orecchie degli ascoltatori “esterni” ci unisce e ci spinge ad applicarci sempre di più. Il progetto è iniziato nel 2001 sui banchi di scuola: ci si ritrovava tutti i pomeriggi a suonare per ore e ore nella mansarda di uno dei ragazzi; nel corso degli anni abbiamo suonato in giro e ci sono stati svariati cambi di line-up. Il gruppo ha cominciato invece il suo percorso ufficiale, con la line-up definitiva dal 2010,  proprio durante le registrazioni di “The Beginning”.
 
Il vostro sound è un bilanciato e convincente mix tra speed metal, thrash metal e power. Questa classica miscela di ingredienti musicali ha reso celebri alcune delle più importanti band della storia. Quali sono gli album e le band a cui dovete di più in termini di ispirazione ed emozioni?
 
La varietà della nostra proposta riflette i nostri ascolti passati e presenti. Per i primi anni le nostre fonti di ispirazione sono stati i grandi gruppi metal come Metallica, Megadeth, Anthrax e Slayer che ci hanno portato a sviluppare un sound aggressivo e tagliente. A questi abbiamo accostato, in un secondo tempo, gruppi power metal come Primal Fear, Helloween e Gamma Ray e gruppi prog come Dream Theater e Pain of Salvation. Le nostre composizioni e le nostre abilità tecniche sono maturate di pari passo con i nostri ascolti nel corso degli anni. Attualmente stiamo ascoltando gruppi contemporanei anche di generi diversi fra loro come Avenged Sevenfold, Alter Bridge, Slipknot, Havok, per cui aspettatevi un’ulteriore evoluzione!

Come è nato “The Beginning” in studio? Come vi organizzavate di volta in volta in sala prove?
 
L’album “The Beginning” è stato realizzato in un momento in cui la line-up era incompleta ma in cui volevamo anche dare un risultato e “portare alla luce” il lavoro svolto fino a quel momento. Per la preparazione al disco abbiamo lavorato poco in sala prove, è stato più un lavoro individuale.
 
So che c’è stata una grande determinazione nell’andare avanti con la band che in più di qualche occasione è inciampata in difficoltà relative alla stabilità della line-up. Però il tanto agognato esordio è arrivato. Fin dove vogliono spingersi gli Hammered?
 
Esattamente, le difficoltà le abbiamo incontrate e le abbiamo superate. Durante le fasi di registrazione del disco abbiamo costruito una line-up solida e affiatata. L’esordio è arrivato, l’abbiamo cercato ed inseguito e ce l’abbiamo fatta. Ora vogliamo spingerci fino ai limiti delle nostre possibilità; al momento uno degli obiettivi più concreti è la realizzazione di un secondo album, per il quale stiamo già componendo brani. Poi ovviamente c’è la promozione di questo album d’esordio.  
 
A tal proposito, siete già al lavoro sulla pianificazione di date a supporto della promozione di questo vostro esordio? Pensate di collaborare con qualche altra band per eventualmente smazzare le spese?
 
Sì, stiamo pianificando una serie di date per promuovere questo disco di debutto, ovviamente non mancheranno canzoni inedite. Per coinvolgere altre realtà musicali emergenti e ovviamente smazzare i costi dei vari live che faremo abbiamo pensato ad una collaborazione con altre band locali e non.  
 
Torniamo un attimo all’aspetto compositivo. A contributo di molti dei vostri brani avete chiamato altrettanti importanti musicisti della scena locale, alcuni dei quali facenti parte di band in crescita e di talento. Quale è il motivo di tali contributi? Si tratta di contributo alla scena locale oppure volevate avere ancora più spunti ed idee?
 
Entrambe le questioni; mi spiego meglio: abbiamo coinvolto dei chitarristi ospiti per dare completezza all’album, poiché la line-up in quel dato momento era in fase di rinnovamento. Inizialmente si è trattato di una necessità che poi è diventata anche uno dei punti di interesse dell’album: avere dei chitarristi ospiti di quel calibro ha dato un ulteriore contributo ai brani. L’omaggio alla scena locale vien da sè, oltre ai chitarristi bisogna anche ricordare i coristi ed il pianista che ci ha aiutato per la realizzazione della cover.
 
Per quale motivo avete scelto la cover di ‘Wait to Sleep’ dei Dream Theater? Mi sarei aspettato più un brano degli Annihilator piuttosto che dei Gamma Ray…
 
La scelta è stata esclusivamente mia; è una canzone che per me significa molto: è uno dei brani che mi ha coinvolto di più emotivamente ed ho voluto rendergli omaggio senza badare alla coerenza con lo stile musicale dell’album.  
 
Come vi siete confrontati per la scelta dei suoni durante le fasi finali di produzione del disco?
 
In linea di massima volevamo un sound “pieno” e aggressivo allo stesso tempo, poi per la realizzazione pratica ci siamo confrontati in studio con Michele Guaitoli che ci ha seguito nelle fasi di produzione e registrazione dell’album.
 

 
A livello di contenuti dei testi. Di cosa parlano i vostri brani e chi è l’autore delle idee?
 
Non vi è un filone logico che collega i testi gli uni agli altri; ogni testo ha una sua storia, un suo senso. Le liriche dell’album raccontano di ciò che in quel momento sentivo di voler scrivere; i testi sono stati scritti in periodi differenti e i temi sono variegati. Si passa dai primi testi in stile “thrash” a sfondo “apocalittico” (“No Time For Us”) a temi che riguardano la guerra, il pensiero della morte che trasforma i nostri sogni in incubi. Fanno parte dello stesso periodo versi ispirati dalla semplice fantasia del momento e altri ispirati dalla nostra passione di ascoltare musica metal, che ci ha fatto avvicinare, incontrare e unire in un gruppo di amici e racconta che cos’è per noi la musica e cosa essa muove dentro di noi (“Never Dies”). E’ poi maturata in me sempre più l’idea di utilizzare la musica, i testi, come mezzo di protesta contro tutto ciò che l’essere umano è in grado di fare per sfruttare e consumare la terra su cui viviamo. Ho scritto otto dei testi presenti in questo album, alcuni dei quali revisionati quasi interamente in vista delle registrazioni. Il testo di “From Paradise To Hell” è invece opera di Alberto Lescovez.
 
Che ne pensi del mercato underground italiano. So che giri da un bel po’ nella scena… Che idea ti sei fatto di come lavorano promoter, etichette, colleghi, proprietari di locali… cosa c’è di buono e cosa manca?
 
Il mercato underground italiano è pieno di gruppi, molti dei quali validi, ed è sempre più difficile emergere. A questo si uniscono le difficoltà a svolgere una costante attività live: i locali che danno spazio a gruppi emergenti sono sempre meno o chiedono di suonare a titolo gratuito. Sono molto più richieste le cover band o i dj! A volte manca anche la disponibilità economica per realizzare un disco e i gruppi spesso ricorrono a collette online per realizzarlo; ci teniamo a precisare che non siamo d’accordo con questa filosofia: abbiamo fatto sacrifici e messo i soldi di tasca nostra per realizzare “The Beginning”! Un’altra difficoltà è data dalla minima collaborazione fra band per una sorta di competizione disonesta fra gruppi che non porta da nessuna parte. Ci sono chiaramente le eccezioni e a questo proposito ringraziamo tutti gli artisti locali che sono comparsi su “The Beginning”. Ringraziamo anche Corrado della Punishment 18 Records che ci ha dato l’opportunità dell’esordio discografico.
 
Per come stanno andando le cose, per la sinergia che avete tra voi, per l’entusiasmo che emerge dalle vostre intenzioni… a tuo parere, che futuro avranno gli Hammered?
 
Adesso abbiamo delle basi solide e ciò ci permette di puntare a migliorarci sempre di più e guardare possibilmente al professionismo.
 
Lascio a te i saluti ai lettori di TrueMetal.it…
 
Ciao a tutti! Vi aspettiamo ai concerti e gustatevi “The Beginning”!