Hammerfall (Joacim Cans)
Gli Hammefall escono col nuovo Threshold e Truemetal non si lascia scappare l’opportunità di intervistare Joacim Cans, ottimo (ma durante l’intervista un tantino “soporifero”) vocalist del gruppo.
Intervista a cura di Paola Bonizzato e Gaetano Loffredo.
“Threshold” appare come uno degli album più ispirati e riusciti degli Hammerfall ed esce ad appena un anno di distanza dal suo predecessore “Chapter V”. Questo breve intervallo di tempo tra le due relase lascia intendere che siete sempre impegnati nel comporre nuovi pezzi, o che la Nuclear Blast vi mette fretta?
Così su due piedi direi che non si tratta di nessuna delle due alternative: eravamo impazienti di tornare in studio dopo le registrazioni di “Chapter V” e dopo un così lungo tour di supporto. Il tour mondiale è stato un grande successo ed è stata la 4° volta che abbiamo intrapreso un tour così imponente. Eravamo semplicemente carichi di nuove idee per un nuovo disco… Bisogna anche tenere conto che tra “Crimson Thunder” e “Chapter V” sono intercorsi quasi tre anni, a causa dell’incidente motociclistico che ha bloccato Oscar. Direi che quindi, alla fine, la decisione di far uscire un nuovo disco ad un anno di distanza è stata fatta dalla band, non della label.
Anzi, un anno e mezzo, visto che “Chapter V” è stato pubblicato a marzo 2005, mentre “Threshold” uscirà a ottobre. Il nostro è stato un grande sforzo, non scriviamo mai musica quando siamo in tour, per cui fino a dicembre 2005 siamo stati impegnati coi concerti e non appena siamo tornati a casa ci siamo buttati sul songwriting.
La produzione è stata affidata ancora una volta a Charlie Bauerfeind che ha fatto un lavoro a dir poco eccezionale. La migliore che abbiate mai avuto. Un suono che più “catchy” non si può. Come lavora Charlie con voi? E come vi sentite a lavorare con uno del suo calibro, che tra l’altro ha lavorato anche sull’ultimo dei Blind Guardian, anche se con risultati diversi?
Penso proprio che Charlie sia una componente fondamentale del sound degli Hammerfall di oggi. Le cose sono cambiate molto rispetto a quando lavoravamo con lui su “Crimson Thunder” con un approccio “step by step”. Lui è molto bravo a tirare fuori le performance migliori da ciascun membro della band, certo, gli ci vuole un po’ di tempo per capire esattamente come trattare ogni individuo: io sono diverso da Oscar e Oscar è diverso da Stephan… Per quanto mi riguarda, mi sento completamente a mio agio e sicuro di me quando lavoro con Charlie, perchè lui sa di cosa ho bisogno per dare il meglio di me stesso quando canto. Forse ci vuole un po’ di tempo: non è come andare in studio e cominciare subito a lavorare con una persona qualsiasi e non tutte le cose cominciano a funzionare in maniera perfetta e in modo scorrevole. Ci sono voluti un paio di anni per conoscersi appieno e ormai mi sento così a mio agio con lui che sinceramente non vedo con chi altro potrei lavorare in futuro!
Scelta azzeccata, a mio avviso, quella di Natural High come nuovo primo singolo. Trattasi di un inno molto intrigante nella sua semplicità. Come mai la vostra scelta è caduta proprio su questa traccia?
Credo che “Natural High” sia il pezzo meglio rappresentativo dell’intero album. Ci serve per dimostrare di che pasta è fatto il disco… Quando si deve scegliere il primo singolo, e quindi anche il primo video, bisogna tenere conto della lunghezza del pezzo, che non deve essere eccessiva. Inoltre, non deve trattarsi di un pezzo troppo complicato o strano, altrimenti nessuna radio lo manderà in onda in un palinsesto favorevole. Il singolo è uno strumento che le band usano per fare promozione all’album, non è assolutamente un modo per riuscire a fare più soldi. Sicuramente la nostra scelta, questa volta, si differenzia molto dai precedenti ritmi di “Blood Bound” e “Hearts on Fire”, ma credo che sia un buon modo per dare al pubblico qualcosa di inatteso.
A proposito del singolo, oltre al brano succitato, ho sentito parlare di due rare-tracks, di che cosa si tratta?
La prima è “Natural High” in versione karaoke. Poi c’e’ “The Fire Burns Forever” in versione “athletic”, in quanto canto insieme a uno dei campioni della nazionale di atletica. E’ una cosa molto divertente. C’è anche il video di “The Fire Burns Forever”, infine è inclusa la versione live di “Raise the Hammer”, registrata in Brasile nel 2003.
E’ atipico il coro di Shadow Empire, seguito a ruota da linee estreme di chitarra elettrica. E’ una specie di “esperimento”?
No, non lo chiamerei “esperimento”, anche perchè quella parte risale già a un paio di anni fa. Avevamo messo giù il pezzo ma non sapevamo come definire l’intera composizione. L’abbiamo ripescata e abbiamo cercato di adattarla a questo album. E’ una canzone molto energica, soprattutto per quanto riguarda le linee vocali: la tonalità, infatti, è molto alta.
I miei complimenti per il brano “Carved In Sone”, era da tempo che non si sentiva un pezzo anthemico così dannatamente ispirato. Da dov’è nato questo brano? Penso che potrebbe essere un’ottima scelta per un secondo singolo!
Grazie per i complimenti: “Carved in Stone” l’ho composta personalmente in Austria puntando a farla diventare una hit. Credo che sia stato il primo o al massimo il secondo pezzo che abbiamo composto per “Threshold” ed è anche la traccia con la quale ho avuto più problemi in assoluto, soprattutto col coro. Ne sono state fatte quattro, forse cinque versioni differenti prima di riuscire a trovare quella giusta da mettere sull’album. Il risultato è un pezzo molto catchy, orientato al sound anni ’80 e quando lo riascolto mi riesce sempre a rapire, in un certo senso. So quanto lavoro c’è stato dietro e, per dirla tutta, “Carved in Stone” mi da oggi, anche un senso di frustrazione!
Da quello che si legge in giro sembra proprio che gli Hammerfall siano dei grandissimi appassionati di sport. Mi viene da pensare che lo spirito sportivo si adatti molto bene al vostro spirito musicale. “The Fire Burns Forever”, per esempio, è stata scritta appositamente per gli ultimi campionati europei di atletica e voi vi siete esibiti alla cerimonia d’apertura che è stata trasmessa in mondovisione… Come vi siete sentiti in quel momento?
E’ veramente difficile da descrivere… Eravamo sul palco con più di 100.000 persone di fronte a noi e 54 paesi collegati in diretta televisiva che trasmettevano tutto quanto. E’ stato semplicemente fantastico. Devo dire che mi sono sentito molto orgoglioso del fatto che una heavy metal band sia riuscita a suonare ad una cerimonia di apertura del genere! Di solito questi eventi sono un po’ troppo pretenziosi e danno spazio solo a gruppi pop, a singoli artisti famosi o al massimo a un’orchestra sinfonica… ma stavolta è stata aperta una porta all’heavy metal e noi abbiamo colto questa occasione e credo che questa sia stata un’ottima cosa per tutto il settore: abbiamo dato una scossa alle persone interessate allo sport, facendo vedere che esiste anche la nostra musica e abbiamo dato la possibilità a queste persone di decidere se è un genere che può piacergli o meno. Senza alcun dubbio è stato un momento determinante della nostra carriera.
Abbiamo sentito che c’è anche un progetto in ballo con una squadra di hockey… di cosa si tratta?
Per essere più precisi si tratta di una cooperazione con una squadra svedese della Elite League. Abbiamo stipulato un contratto di endorsement, quindi siamo degli sponsor del team. In più abbiamo composto l’intro che useranno ogni qualvolta giocheranno in casa.
Insomma, lo sport svedese sta diventando proprio “heavy metal”!
Esattamente, è una cosa fantastica!
A questo punto devi dirmi qualcosa sulla nazionale svedese femminile di curling…
Sì, è nato tutto da lì, effettivamente! E’ stata la prima cosa che abbiamo fatto e ci siamo divertiti davvero tanto… Come tutti hanno potuto vedere dal video di “Hearts on Fire” (quello girato in compagnia delle atlete della nazionale, n.d.r), ci siamo buttati in questa cosa proprio perchè volevamo divertirci. Quest’idea ha avuto talmente successo che il video con la nazionale di curling ha registrato più di 2 milioni di download! Una cosa sorprendente! In molti sono rimasti colpiti dal vedere il video trasmesso anche dalle emittenti non satellitari…
Cambiamo argomento… A febbraio sarete in tour e suonerete a Milano. Cosa ci dobbiamo aspettare questa volta sul palco? Avete in serbo qualche scenografia particolare come l’ultima volta?
Certamente! Abbiamo in programma qualcosa di speciale, come sempre! Il palco sarà completamente ri-progettato con un nuovo design, indosseremo nuovi costumi e la setlist sarà un mix di pezzi vecchi e nuovi. Non posso entrare nei dettagli, dovrete venire a vederci per scoprirli!
Ti propongo un brevissimo “gioco”… Devi abbinare a ogni album della vostra carriera la parola che secondo te meglio lo descrive. Sei pronto?
Prontissimo!
Glory to the Brave
Sorprendente
Legacy of Kings
Impetuoso
Renegade
…Questo test è troppo difficile, mi fa pensare troppo… Sto cercando la parola che meglio si adatti ma non è così facile come sembra… Vediamo… “Nashville”!
Crimson Thunder
“Hearts-on-Fire”!
Chapter V
Freddo
Threshold
Kick-ass!
Hai qualche aneddoto particolare da raccontare sulle registrazioni di “Threshold”?
No… Direi proprio di no… (sconsolato, n.d.r). E’ filato tutto liscio come l’olio… Piatto direi! A parte che abbiamo avuto un po’ di casini con il computer in studio e che è saltata l’aria condizionata. Le registrazioni sono state perfette.
Cosa mi dici del titolo che avete scelto? A quale “soglia” vi riferite?
L’anno prossimo festeggeremo i primi 10 anni di carriera degli Hammerfall, contati dal primo studio album pubblicato (“Glory to the Brave” del 1997, n.d.r). “Threshold” è il confine su cui ci troviamo in questo momento: tra due decadi, guardando alle nostre spalle i dieci anni trascorsi, mentre dall’altra parte ci proiettiamo nel futuro.
Credo che la copertina esprima molto chiaramente questo concetto, con il vostro guerriero che esce da un cerchio per entrare in qualcosa di nuovo…
Sì, lui si trova in una dimensione ed è rappresentato proprio mentre si affaccia sulla soglia di qualcosa di nuovo…
E per quanto riguarda i contenuti dei testi?
Come sempre, gli argomenti trattati sono molto vari. Questa volta sono un po’ più oscuri… Si passa dai vampiri sanguinari a una visione più futuristica e dark, come in “Shadow Empire”, per esempio. Ma la cosa importante è che si parla sempre di cose positive: non ci sono testi depressivi, anche se li ho definiti un po’ oscuri. Chi ascolta troverà sempre un po’ di luce nei nostri testi, basta cercarla!
Nell’ultimo periodo ci sono state parecchie grosse release di grandi band, dai Blind Guardian agli Iron Maiden, tanto per dirne un paio… Hai sentito qualcosa di questi dischi? Il nuovo dei Blind, tra l’altro, come dicevamo prima, è stato prodotto sempre da Charlie…
Per essere sincero ho sentito solo un paio di pezzi sia dell’uno che dell’altro. Sono stato occupatissimo con gli Hammerfall per cui non ho avuto molto tempo per tenermi aggiornato, quindi sono costretto a dovermi astenere dai commenti.
Hai qualcosa da aggiungere per concludere quest’intervista? Un messaggio per i nostri lettori?
Sì, spero vivamente che la gente possa dare a questo nuovo disco una possibilità perchè la produzione è veramente favolosa. E’ un album vario e potente e spero che i nostri fans possano apprezzarlo fino in fondo e che vengano a supportarci durante i concerti!
Bene, per me è tutto! Ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato e speriamo che “Threshold” riesca a sfondare…
Grazie a voi e un saluto a tutti i lettori! Ci si vede a febbraio!