Hammerfall: Joacim Cans ricorda il tour con i Death, “Chuck Schuldiner era un grande”
Durante un’intervista con Jaimunji, il cantante degli Hammerfall Joacim Cans ha parlato del tour che la band svedese fece assieme ai Death nel 1998. In particolare, Cans si è soffermato sul suo personale ricordo di Chuck Schuldiner, il mastermind dei Death scomparso nel 2001. Queste le parole di Cans:
“È stato un grande onore andare in tour con Chuck Schuldiner e conoscerlo prima che fosse troppo tardi. Siamo diventati davvero buoni amici. Ricordo quando abbiamo registrato l’album ‘Renegade’ a Nashville, quella è stata l’ultima volta che gli ho parlato. Era il 2000 o il 2001, non ricordo bene, ma era solo un paio di mesi prima che morisse.Chuck ci ha chiamato per sapere come stavamo e vedere come andavano le cose. E poi lo abbiamo perso troppo troppo presto.
Penso che Chuck fosse la prova vivente che non dovresti giudicare le persone in base a ciò che dicono gli altri. Ho sentito tante dicerie del tipo, ‘Oh, andrai in tour con i Death. Oh mio Dio, fai attenzione. Chuck è una persona davvero cattiva e blah, blah, blah, blah’. Invece era una persona gentile. Ci siamo divertiti molto, ed abbiamo avuto tanto rispetto da parte sua.”
Joachim ha poi continuato:
“Ricordo il primo giorno del tour: i Death erano gli headliner. Noi eravamo la band di supporto, una specie di ospiti speciali, chiamali come vuoi. All’inizio eravamo un po’ spaventati, tipo, ‘Siamo una band heavy metal tradizionale ed i Death sono death metal’. E Chuck ci dice ‘Non importa. Suoniamo tutti metal. Siamo tutti insieme per questo.’
La prima tappa del tour era a Springfield, in Virginia. Prima dello spettacolo, abbiamo chiesto ‘Ehi, quanto suoniamo? 40 minuti? 45?’ E Chuck mi ha guardato dicendo ‘Potete suonare quanto volete. Stiamo facendo questo tour insieme.’ Allora io ho risposto ‘No, no, no, no. Non possiamo farlo. Tu sei l’headliner. Quanto possiamo suonare, 50 minuti?’ E Chuck ha ribadito ancora ‘Suonare un’ora, suonare un’ora e mezza. Non importa.’ Era davvero un grande.”