Hammerfall (Oscar Dronjak e Joacim Cans)
In un albergo di lusso milanese TrueMetal ha incontrato Oscar Dronjak e Joacim Cans, rispettivamente chitarrista e cantante degli Hammerfall, che in questi giorni escono in tutti i negozi col loro nuovo disco intitolato “Chapter V: Unbent, Unbowes, Unbroken“. Una piacevole chiacchierata per scoprire i retroscena di una band che crea sempre molte aspettative tra tutti gli amanti del power metal.
Domande di Gaetano Loffredo. Intervista a cura di Paola Bonizzato e Alberto Fittarelli.
TrueMetal: Cominciamo a parlare del vostro nuovo album, “Chapter V: Unbent, Unbowed, Unbroken”. La prima canzone, “Secrets”, mi ricorda un po’ “Steel Meets Steel” e la produzione dei vostri esordi. Cosa ne pensate? Siete d’accordo?
Oscar: Ciò che una canzone riporta alla mente è personale. Posso certamente dire che i riffs sono indubbiamente in linea con il nostro stile, ma per quanto riguarda la produzione non sono assolutamente d’accordo. La produzione di quest’album è cento volte meglio di quella di “Glory to the Brave”, anche se ci sono delle somiglianze tra le due registrazioni, come per esempio l’energia impiegata per suonare. Quando entrammo in studio di registrazione per lavorare su “Glory to the Brave” non sapevamo come funzionava. Eravamo 5 ragazzi non consci di tutto l’entusiasmo.
Joacim: Era puro divertimento… Ecco le parole giuste.
Oscar: Sì, e questo è proprio ciò che emerge dalla registrazione. Penso che la musica dei nostri album passati sia molto elegante, specialmente quella di “Crimson Thunder”, mentre questa volta ci siamo concentrati sull’energia e i sentimenti più vivi. Se questo si può considerare come un paragone tra presente e passato, allora sì, posso affermare che ci siamo evoluti un po’ di più.
TrueMetal: Passiamo a Blood Bound, il nuovo singolo. Ne avete girato un video carico di computer grafica. Vi è piaciuto il risultato?
Joacim: Credo che sia un video molto professionale e al momento non c’è nessuna emittente televisiva che abbia la scusa per non metterlo in programmazione. Perchè suonando heavy metal, o qualsiasi altro tipo di metal, quando si vuole la spiegazione del perchè un video non viene passato su un canale, si ha sempre la stessa risposta: “Oh no, la qualità del video non era buona abbastanza… La musica è troppo pesante…”. Insomma, chiunque ha sempre modo di lamentarsi di qualcosa. Invece ora, almeno, con “Blood Bound” abbiamo un prodotto professionale. Avevamo già iniziato con il video di “Renegade” a usare molti effetti realizzati col computer, e il team che ci ha lavorato è proprio lo stesso del nuovo singolo. Dovevamo continuare la tradizione, che credo si adatti alla perfezione alla musica degli Hammerfall. Abbiamo preso l’artwork del disco, la mano con il martello, e ci abbiamo messo noi sopra a suonare… Credo proprio che sia stata un’idea fantastica. Tutto lo scenario artico è un misto che ricorda il “Il signore degli anelli” e “L’alba del giorno dopo”.
TrueMetal: “Fury of the wild” è una canzone piuttosto aggressiva e atipica. Che cosa mi dite a riguardo? E’ una strada che volete seguire anche in futuro?
Joacim: Penso che possiamo prendere una canzone a caso dell’album e notare subito la diversità con tutte quelle restanti. Ogni pezzo potrebbe indicare una strada da seguire, perchè la diversità nella tracklist è ormai un marchio della band. Il fatto di non avere uno stile unico che faccia assomigliare tutti i pezzi l’uno all’altro è importante. L’aggettivo che si addice di più a “Fury of the wild” è sicuramente “aggressivo” e anche le linee vocali che ho usato sono molto più cariche di sentimento. Senza contare la potenza dei testi.
TrueMetal: Qual è stata la canzone più difficile da scrivere di tutto l’album?
Joacim: Lascio la parola a Oscar, che si è occupato di tutta la parte delle chitarre.
Oscar: La canzone più difficile da scrivere… Non penso ce ne sia una in particolare. Tutto viene da sè. Forse è il caso di parlare di canzoni difficili da assemblare, perchè se mi viene in mente un riff, lo registro al volo. Il pezzo che mi ha dato più grattacapi… (lunga pausa di silenzio, n.d.r.) Non lo so. Forse “Born to Rule” ha avuto la lavorazione più strana. Per un 60% delle registrazioni ci ho pensato io, poi ho dato tutto a Stefan perchè non sapevo come andare avanti e non so come, ma ce l’ha fatta.
TrueMetal: La chiusura del disco, affidata a “Knights of the 21st Century”, è un pezzo molto lungo: più di 12 minuti che si concludono anche in maniera abbastanza inusuale…
Joacim: Si’, il pezzo inizia creando una certa aspettativa nell’ascoltatore. Chi ascolta sa che c’è qualcosa di diverso, di inatteso. E infatti, improvvisamente, Cronos (Conrad “Cronos” Land dei Venom, n.d.r.) comincia a urlare di sottofondo. Senza contare che si tratta di un pezzo molto lungo e che quindi andava reso interessante alle orecchie degli ascoltatori. Quello che voglio dire è che a tutti è capitato di ascoltare pezzi di 10 o 12 minuti che sembrano durare un’ora… Mentre con “Knights of the 21st Century” è una cosa che non succede.
Oscar: Il fatto è che non posso sedermi e dire: “Ora scrivo una canzone che sarà così, così e così. Sarà la canzone più lunga che abbia mai scritto e con questo particolare tipo di atmosfera”. E’ impossibile. Non succede così. “Knights of the 21st Century” ha una storia abbastanza interessante: l’intro e le linee vocali risalgono al 1997, mentre la batteria e le chitarre al 2000. Si tratta di parti che abbiamo in passato cercato di inserire sugli album, ma che in qualche modo non si adattavo al resto del lavoro. Questa volta invece è stato facile assemblare il tutto e completare interamente la canzone. Sono molto contento del risultato. La stesura del pezzo è avvenuta in maniera completamente naturale, sarebbe stato un vero fallimento se fosse accaduto in maniera diversa.
TrueMetal: Cosa mi dite dei testi delle canzoni? Prendiamo per esempio la ballad “Never, Ever”… C’è qualche collagamento con la vita privata di qualcuno di voi?
Oscar: Generalmente le ballad prendono spunto dalle esperienze personali. Sono il mettere in musica una piccola percentuale del nostro modo di vivere. Si prendono i sentimenti e le emozioni e li si usa per far venir fuori una canzone meravigliosa, ricca di “feeling”…
Joacim: Generalmente quando scrivo i testi lavoro sulla melodia della voce per far emergere il sentimento che deve essere espresso dalla canzone stessa. Per quanto riguarda questo album non mi sono lasciato ispirare dalle tematiche fantasy, perchè le canzoni non mi dicevano niente da questo punto di vista, a meno che non si parli di “Knight of the 21st Century”, che ha appunto una storia tutta sua. Sono pezzi attraverso i quali ho espresso pensieri personali che sono rimasti nascosti nella mia mente per anni. Ho cominciato a scrivere canzoni a 11 anni, per me è stata come una medicina che mi aiutava a stare bene e lo è ancora adesso. Se ci sono giorni in cui sono giù e riesco a scrivere un pezzo che mi piace veramente, la cosa mi fa sentire veramente meglio.
TrueMetal: La copertina dell’album ritrae il vostro guerriero in posa completamente ghiacciato. Cosa indica questa immagine?
Joacim: Abbiamo fatto fare parecchie cose al nostro guerrieri in passato. L’idea di scegliere il nostro guerriero in quell’ambiente ghiacciato viene dalla locandina del film “L’alba del giorno dopo”,
con la Statua della Libertà immersa nel ghiaccio da cui sbuca solamente la mano con lo scettro, o qualunque cosa sia ciò che tiene in mano…
Oscar: Una fiaccola…
Joacim: Una fiaccola? Ah ok, ho sempre pensato che fosse uno scettro… Bene, oggi ho imparato una cosa nuova (ridono tutti n.d.r.). Noi volevamo qualcosa su questa linea, abbiamo esposto le idee base al ragazzo che si è occupato dell’artwork e lui ha tirato fuori molto di più di quanto ci aspettassimo.
Oscar: Sì, ha fatto un lavoro davvero ottimo. Da un’idea ne è uscita una realizzazione geniale.
Joacim: Inoltre quello che vedete sulle cover del singolo e dell’album e nel video di “Blood Bound” è sempre lo stesso soggetto e cercheremo di portare qualcosa di simile anche sul nostro palco per fare qualcosa di diverso.
Oscar: Tante idee fresche, freschissime…
TrueMetal: Ghiacciate, per restare in tema…
TrueMetal: Descriveteci il vostro approccio con internet. Il vostro sito ufficiale (www.hammerfall.net) è sempre aggiornatissimo.
Oscar: Internet è molto importante: è il nostro miglior modo per diffondere la parola degli Hammerfall in tutti i paesi che non possiamo fisicamente raggiungere, ma che comunque ci seguono costantemente come per esempio gli Stati Uniti. Negli anni passati abbiamo avuto grossi problemi con il nostro vecchio webmaster, così abbiamo dovuto cambiare la persona incaricata di aggiornare il sito. E’ un ragazzo svedese molto appassionato. In qualunque momento lo chiamiamo è sempre disponibile, ha sempre un sacco di grandi idee e ama la musica metal. Tutti insieme cerchiamo di mantenere il sito sempre aggiornato, con un sacco di novità che possono interessare i fans. Internet è il nostro modo per comunicare con loro, infatti quando siamo in tour teniamo un “tour diary” online con tutto quello che ci accade. Lo stesso vale per quando ci troviamo in studio di registrazione. Al momento non so esattamente quanta gente legga le nostre notizie, ma sicuramente si tratta di quelli veramente interessati alla nostra band.
Joacim: Inoltre vogliamo che il sito sia la fonte ufficiale delle notizie sugli Hammerfall, il posto dove i fan trovano le ultimissime sulla band. L’unica eccezione risale a stamattina, visto che abbiamo scoperto qui dall’hotel, connettendoci al vostro sito, che è stata confermata la nostra presenza al Gods of Metal. Solo perchè non eravamo a casa… In passato succedeva invece che passassero settimane prima che una notizia apparisse sulla nostra home-page.
Oscar: A volte non apparivano proprio…
Joacim: L’ultimo esempio che mi viene in mente è la cover dell’album. Primo posto in cui è apparsa: il nostro sito ufficiale.
Oscar: Sicuramente tutti conoscete Blabbermouth… All’inizio il primo posto in cui si trovavano le notizie sugli Hammerfall era proprio li’, ora invece la routine è cambiata: il nostro webmaster spedisce le news a Blabbermouth e loro specificano sempre che vengono dal nostro sito con tanto di link. Ecco come dovrebbe essere.
TrueMetal: La Svezia annovera parecchi gruppi metal conosciuti… Settimana scorsa abbiamo intervistati i Soilwork, tanto per farvi un esempio. Cosa ne pensate della scena metal svedese? Vi sentite parte di essa?
Joacim: In Svezia, si sa, abbiamo parecchie metal bands. Ci si conosce praticamente tutti, magari non sempre di persona, ma abbiamo una comunità metallara molto forte e siamo molto vicini l’uno all’altro. E’ una cosa naturale quando si condivide una passione. Credo che tutti i gruppi svedesi abbiano avuto le stesse influenze, anche se suoniamo tipi di metal differenti. Quindi sì: gli Hammerfall sono sicuramente parte integrante della scena metal svedese.
TrueMetal: Avete in programma un tour europeo o prenderete parte solo a festival estivi come il nostro Gods of Metal?
Oscar: Il nuovo disco esce il 7 marzo ed è ormai un po’ tardi per pianificare un tour in aprile/maggio. Sfrutteremo i festival estivi, ma c’è qualche data già fissata in Germania, Svizzera e Svezia in locali più grandi del solito per permettere ai fan di venire a vedere un grande spettacolo targato Hammerfall. Sicuramente passeremo nuovamente dall’Italia dopo il Gods of Metal, ma è ancora presto per annunciare qualcosa di sicuro.