Hate Eternal (Erik Rutan)
E’ stata un po’ un’impresa realizzare questa
intervista con Erik Rutan, mastermind degli Hate Eternal: un tour
che li ha portati in giro per tutto il Nord America nei mesi scorsi ha impedito
più volte la chiacchierata, rinviandola continuamente. Ma valeva la pena di
aspettare, sia per lo spessore del personaggio, ormai sempre più lanciato verso
l’olimpo dei musicisti brutal americani, sia per poter meglio approfondire gli
interessantissimi retroscena che coinvolgono un disco come I,
Monarch, sicuramente una delle uscite brutal migliori degli ultimi
anni. La parola a mr. Rutan.
Ciao Erik, finalmente riusciamo
a sentirci! So che avete appena terminato un lungo tour in Nord America, ti va
di parlarmene?
“Certo! C’era un
grosso bill, con noi: Krisiun, Incantation, Into Eternity e All Shall Perish;
abbiamo suonato un sacco di canzoni del nuovo album per la prima volta dal vivo,
ed è stata in generale una bella esperienza. Abbiamo avuto un po’ di problemi
tecnici qua e là, sai, le solite cose che succedono durante i tour, ma niente
di particolarmente grave, tutto nella norma. In particolare sono stato felice di
andare in tour in compagnia dei Krisiun, uno dei miei gruppi preferiti per
quanto riguarda il metal estremo.”
Come ti è sembrata la reazione
del pubblico, specie di fronte ai nuovi pezzi?
“Ottima, la gente ha
davvero apprezzato il nuovo materiale: abbiamo suonato in tutto qualcosa come
diciassette canzoni a serata ed è sempre stato un successo. In particolare la
data di New York è stata una delle migliori della mia intera carriera…
fidati, davvero un grande tour.”
Parliamo allora della
realizzazione del nuovo ‘I, Monarch’, che arriva a ben tre anni di distanza
dal precedente album…
“Sì, in questo lasso
di tempo abbiamo fatto una marea di tour, settimane e settimane di concerti in
giro per il mondo. Poi ci siamo presi tutto il tempo per approntare l’album: è
il terzo della nostra carriera, si sa che rappresenta un passo fondamentale per
una band, e volevamo quindi essere sicuri al 100% che avesse una sua precisa
identità ed un grande valore; soprattutto non volevamo disperdere l’intensità
del suono, che poi è la caratteristica che ci rappresenta meglio. Per diverso
tempo ci siamo concentrati sulla pre-produzione del disco, registrando pezzo per
pezzo, riascoltando il tutto e valutandolo con calma; bisognerebbe entrare in
studio assolutamente preparati, e noi volevamo incidere una volta pronti del
tutto. In definitiva lo studio di ogni particolare ci ha portato via molto più
tempo che per i due dischi precedenti, ma ne è valsa la pena, visto il
risultato.”
La title-track, in particolare:
una canzone decisamente “militaresca”, col suo andamento cadenzato e
la doppia cassa comunque al massimo… davvero particolare per il vostro
standard, non credi?
“In realtà credo che
tutti i pezzi abbiano una loro particolarità, nessuno si confonde in mezzo agli
altri: è l’obiettivo degli Hate Eternal, riuscire a distinguersi ogni volta
anche dagli altri gruppi. Per me non ha senso mettersi a suonare e registrare
musica che non abbia ogni volta una sua identità, delle vibrazioni
particolari… bisogna progredire e differenziare quello che si scrive. ‘I,
Monarch’ non è più ‘strana’ di quanto lo possano essere ‘Behold Judas,
‘The Victorious Reign’ o ‘Sons of Darkness’, capisci: il fatto è che
ogni brano ha la sua particolarità ed originalità, ed è esattamente quello
che volevamo ottenere.”
Mi puoi parlare invece del “E’ stato un |
Parliamo della line-up: Randy
Piro ha sostituito Jared Anderson al basso e backing vocals. Ha avuto un ruolo
importante per la band in questi ultimi anni?
“Randy è
fondamentalmente un amico di Derek da diverso tempo: dalla loro conoscenza è
sorta la sua scelta come sostituto di Jared. Ha iniziato a suonare con noi nel
2003, quando quest’ultimo ci ha lasciati per i noti problemi personali (Jared
Anderson è uscito dal gruppo per iniziare la terapia di disintossicazione dalla
droga, nda): ci è subito sembrato che facesse un grande lavoro e che
fosse perfetto per noi. Tanto che quando Jared è stato pronto per tornare nella
band abbiamo semplicemente deciso di tenere Randy, che andava alla grande: ama
la band e la nostra musica ed è un’ottima persona. Tieni conto che questa per
lui è forse la prima vera band, prima ha avuto solo qualche progetto qua e là…
è davvero felice, e noi con lui.”
Per quanto riguarda te invece,
mi puoi dire qualcosa degli Alas? Siete ancora in attività? Stai per caso
lavorando su del nuovo materiale?
“Sì, di sicuro
voglio fare un altro album con loro, la cosa mi attrae molto: però devo dire
che sono molto occupato con gli Hate Eternal in questo periodo, ovviamente,
quindi sarà difficile stare dietro a tutto. Ho anche il lavoro da produttore
che mi toglie diverso tempo. Vedremo, qualcosa si farà comunque.”
Sei una persona completamente
immersa nella musica, a quanto pare: hai spazio anche per altro nella vita,
quanto ad attività? Immagino che tu non abbia un lavoro cosiddetto
“normale”…
“Mi occupo di diverse
cose, ma tutte collegate alla musica: sto realizzando il nuovo sito per gli Hate
Eternal, ho lavorato sul videoclip di ‘I, Monarch’, e ovviamente ho il
lavoro nei miei Mana Studios che mi tiene occupato.”
A questo punto salta la linea, e
solo dopo qualche minuto un solerte impiegato della Earache Records riesce a
rimetterci in contatto…
Erik, da ex-membro del gruppo,
cosa ne pensi della (momentanea?) reunion dei Morbid Angel con David Vincent e
dei loro tour?
“Dei tour non saprei,
so che hanno avuto successo ma non ho avuto scambi d’opinione con loro, al
momento. Per quanto riguarda la reunion in sé ti posso dire che non avevo idea
che si sarebbe realizzata: è una grande cosa, ovviamente… però non sono
informato come pensi, non so nemmeno che progetti abbiano per il futuro. Era
sicuramente l’unica cosa da fare, una volta che Steve (Tucker, nda)
ha lasciato la band…”
Quindi non sei più in stretto
contatto con loro?
“Sì invece, ma mi
trovo più spesso con Dave e Pete, solo una volta ultimamente con Trey. Qualche
volta era capitato anche con Steve, quando ancora era nel gruppo, ma niente di
più.”
Forse avrai sentito che Flo
Mounier, il batterista dei Cryptopsy, ultimamente partecipa col suo strumento ad
alcune esibizioni di arte contemporanea: un ambiente decisamente estraneo al
death metal, non credi? Cosa ne pensi, credi che il metal estremo si possa
adattare anche a forme d’arte “convenzionali”?
“Credo che qualsiasi
tipo di esposizione data a questo genere musicale sia da considerare
positivamente: quello che esprime la vera essenza del death può benissimo
adattarsi a diverse forme d’arte, e quindi anche per un batterista come Flo è
una gran cosa il poter partecipare a queste iniziative. Il death metal è una
delle forme d’espressione più sincere, quindi qualsiasi modo si scelga per
esprimerne la sostanza è ottimo: bisogna dare la maggiore pubblicità possibile
a quello che è un filone spesso ignorato dalla grande massa, quindi è giusto
applicarsi a tutto ciò che serve a questo scopo senza considerare l’opinione
che se ne può trarre in prima battuta.”
Spesso è invece la musica ‘mainstream’
ad essere considerata arte, anche quando è di pessima qualità: credi che sia
giusto pensare anche al metal estremo in questo senso?
“Credo che di tutto
quello che si possa considerare arte, beh, la musica mainstream sia proprio
l’ultima cosa. Se ascolti un disco degli Hate Eternal ti rendi conto
immediatamente che dietro ci sono anni ed anni di preparazione, studio e pratica
dello strumento, che rendono il risultato finale qualcosa di davvero cercato con
tutte le forze, ed è questo a dargli la condizione di ‘arte’.”
In chiusura, so che avete in
programma un tour europeo di cui però, al momento, non sono state annunciate
date italiane [dopo l’intervista gli Hate Eternal hanno cancellato l’intero tour
per problemi familiari, nda]: mi puoi dare qualche informazione?
“Non sono ancora
sicuro delle nazioni che attraverseremo. Vorrei davvero venire in Italia, è una
nazione che amo visitare ed in cui adoro suonare con la band, quindi in un modo
o nell’altro credo proprio che ci faremo vedere. Abbiamo tantissimi fan dalle
vostre parti…”
Con chi ti piacerebbe fare un
tour, a livello del tutto teorico? Quale gruppo credi che costituirebbe, con
voi, l’accoppiata perfetta?
“Ci sono stati un
sacco di gruppi che ho potuto apprezzare sinora: in particolare quando ero nei
Morbid Angel ho fatto un tour con gli Emperor, davvero un grandissimo gruppo. So
che si sono sciolti ed è davvero un peccato, ma se fossero ancora insieme
andare in tour con loro sarebbe l’ideale. Un altra band che mi piace sono i
Mayhem, apprezzo un po’ tutto quel tipo di sound che hanno, e poi i Vader, un
gruppo con cui è sempre grandioso poter fare dei tour e forse il miglior gruppo
di death metal tradizionale in circolazione attualmente. Un’altra band notevole,
uscita da non molto, sono i Decapitated. E poi come potrei non volere un tour
coi Morbid Angel?”
A proposito, hai sentito della
scomparsa e improvvisa riapparizione di Tony Norman, il loro chitarrista live?
Sai dirmi che cosa sia successo di preciso? Pare che non siano state date
spiegazioni di nessun tipo…
“Sinceramente non ne
so proprio niente: come tutti sono a conoscenza del fatto che era dato per
scomparso insieme alla sua ragazza in Florida, e che successivamente è stato
ritrovato sano e salvo. Sono contento che sia andato tutto bene, è un bravo
ragazzo ed un ottimo chitarrista.”
Ok, grazie per la disponibilità,
Erik: vuoi lasciare un saluto per i nostri lettori?
“E’ stato un piacere,
grazie a te per l’intervista; e grazie a tutti i fan italiani per averci
supportato in tutti questi anni! Amo l’Italia e non vedo l’ora di
tornarci.”
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli