Vario

Headroller

Di Fabio Vellata - 2 Dicembre 2007 - 21:39
Headroller

Freschi autori di un interessante secondo CD autoprodotto, i goriziani Headroller vanno ad inserirsi tra le novità più piacevoli sfornate negli ultimi tempi dall’underground tricolore.
Alberto, simpatico e disponibile frontman dei friulani, ci ha aiutato a conoscere un po’ di più l’originale e personalissima proposta della band nostrana.



Anzitutto, credo sia la cosa migliore lasciare a te la parola per darci qualche coordinata relativa alla biografia degli Headroller.

Gli Headroller nascono nel 2001, sebbene il nucleo di musicisti attualmente identificabile con questo nome, fosse già da qualche tempo attivo con altri moniker.
Abbiamo all’attivo due cd, prodotti con le nostre forze: il primo, “Il Lume Della Ragione”, ed il recente “Pensiero Su Materia”, oltre ad una marea interminabile di concerti ed eventi live, utili per acquisire tanta esperienza e nuove idee…

Posso chiederti da che cosa deriva il vostro moniker “Headroller” e quale significato possiede?

Eh eh eh, questa è una domanda a cui ho sempre cercato una risposta anche io!
Per avere una risposta precisa, dovresti porla a chi, nel 2001 ha costituito e fondato la band!
In realtà so di per certo che l’intenzione era quella di adottare un nome molto diretto e non troppo impegnativo. “Headroller” infatti, richiama un po’ i Rolling Stones, è decisamente “Rock n’Roll” e, soprattutto, è singolare: identifica, in altre parole, un’entità unica e compatta come la nostra band!

Beh, ora che abbiamo fatto le presentazioni, discorriamo un po’ del vostro nuovo disco.
E’ un lavoro che presenta una confezione molto curata e ben fatta, con un artwork che definirei curioso e dall’aspetto vagamente simbolico.
Che cosa simboleggia questa strana scultura in mezzo all’acqua, posta sulla copertina del disco?

La simbologia che si cela dietro all’artwork che abbiamo scelto, è il risultato di numerosi perfezionamenti e modifiche.
Abbiamo cercato essenzialmente di porre in risalto qualcosa che fosse individuabile come il frutto del lavoro dell’uomo, inseribile però in un contesto naturale come quello dell’acqua, che ha una valenza quasi metafisica, frammista però al fango, elemento alquanto più “materiale” e meno trascendente.
Tre concetti e simboli che, assommati l’uno all’altro, danno la percezione del “Pensiero su Materia”: una cosa che è nata da un pensiero ed è stata creata, posta sulla materia vera e propria.



Un concetto che definirei molto affascinante sebbene molto filosofico.
Parlando invece di musica vera e propria, devo dirti che, ascoltando il vostro disco, non ho potuto fare a meno di notare una grande varietà di stili ed influenze. Dall’industrial, all’hard rock, al funky, al progressive…insomma, un insieme abbastanza difficile da definire.
A questo punto ti chiedo, me la vuoi dare tu una definizione della vostra proposta?

Mi trovo sempre molto in difficoltà ed anche un po’ in imbarazzo di fronte ad una domanda di questo tipo. Al di là della semplice definizione di “Rock”, non saprei bene cosa dirti.
Il motivo per cui i riferimenti sono così tanti e variegati, è proprio perché la band è composta da elementi che provengono da realtà, talvolta anche molto differenti tra di loro, con tutto ciò che questo implica a livello di influenze e stile compositivo.

A questo punto, non ti resta che dirmi quali sono queste influenze da cui traete ispirazione…

Ognuno di noi, come già ti accennavo, ha esperienze e gusti musicali diversi.
Carlo, il chitarrista, ha ad esempio una fortissima estrazione “metal” di stampo classico, oltre ad una predilezione assoluta per lo stile di Zakk Wylde. Matteo, il batterista, ha invece, tra i suoi preferiti, gruppi maggiormente “alternative”, come ad esempio i Radiohead ed un po’ di punk; per me le ispirazioni sono invece da ricercarsi in bands leggendarie come Black Sabbath e Deep Purple, ed il bassista, Paolo, è più spostato sul versante estremo.
Come vedi, una panoramica estremamente varia ed eterogenea in cui c’è un po’ di tutto!



Cambiando argomento, non posso fare a meno di porti un interrogativo specifico.
Siete una band che, comunque, va ad inserirsi in un contesto estremamente esterofilo come quello dell’hard rock: come motivate quindi la scelta di esprimervi esclusivamente in lingua italiana?

E’ una bella domanda!
In tutta onestà ti confesso che non è un problema che ci siamo mai posti più di tanto. Il mio obiettivo è, fondamentalmente, quello di poter comunicare qualcosa e la lingua madre è, a mio modo di vedere, lo strumento più indicato. Senza dubbio è una scelta insolita, soprattutto in un genere musicale come questo, ma, tutto sommato, si inserisce anche in un ambito di originalità e di voglia di essere al di fuori da schemi precostituiti o troppo rigidi. In aggiunta a ciò, lo ritengo anche insostituibile in quanto perfettamente consono alla metrica dei brani che abbiamo composto.
Consideriamo il cantato in italiano come un valore aggiunto per la nostra musica, anche se siamo pienamente consapevoli che questo limita la nostra proposta entro i confini nazionali.

Vorrei ora parlare un po’ dei testi, di cui so, sei tu il maggiore responsabile e che, senza dubbio, costituiscono uno dei punti cardine della vostra musica.
Cosa ti ispira?

Qualsiasi cosa, scazzi personali ed in generale tutto ciò che mi circonda…

Ho percepito molta rabbia nella loro lettura…

Sì in effetti è così. Come puoi immaginare, sono figli del momento in cui sono nati.
Nella vita di ogni persona ci sono attimi più tesi di altri…

Se posso esprimere un mio parere, mi è sembrato di intravedere anche qualcosa di molto attuale e contemporaneo, una sorta di critica verso una società sempre più fredda e malata…

Potrebbero essere intesi anche in quel senso, sì…

Mi viene da chiederti, ad esempio, chi è il Re da scacciare di cui narri nell’ultima canzone del disco.
Questo brano può essere inteso come un’invettiva nei confronti della nostra classe politica?

Preso sotto un certo punto di vista, certamente.
Quando ho composto i testi per quel brano, non avevo intenzione di soffermarmi su di un soggetto che potesse apparire così attuale e metaforico, in realtà intendevo solo realizzare qualcosa di epico – medioevale, raccontando la storia di un re in decadenza ed odiato dal popolo, mediante una sorta di filastrocca.
Mi sono accorto però, che ciò che avevo scritto era in fondo molto consono al periodo in cui stiamo vivendo. Il re in effetti, potrebbe essere inteso come una figura emblematica di una classe governante che non è più in grado di rispondere ai bisogni del popolo e che quindi viene vista con crescente odio e disprezzo.
Ho tuttavia cercato anche di assolverlo in qualche modo, tentando, ove possibile, di evidenziarne i difetti e le debolezze che, dopo tutto, sono patrimonio di ogni uomo mortale.
E’ una storiella che, mi rendo conto, si presta a molteplici interpretazioni…



Tornando alla “materia” musicale vera e propria.
Avete qualche contatto avviato con labels e case discografiche?

La situazione è in movimento, non abbiamo ancora offerte concrete ma stiamo cercando i contatti giusti.

Tappe future?

Per ora siamo in un momento di pausa, a causa di diversi impegni personali. Riprenderemo l’attività in primavera.
Stiamo comunque già ragionando sui nuovi pezzi che andranno a comporre il prossimo disco: desideriamo dare seguito e continuità a tutto il nostro impegno!

Ok, siamo in conclusione. Come sempre, a te la parola per chiudere l’intervista nel modo che ritieni più opportuno.

Vorrei concludere esprimendo una speranza, ovvero quella di poter essere i prmi rappresentati di un nuovo stile di musica hard rock italiana.
Esistono tantissime giovani bands che, come noi, hanno buone idee ed aspettano solo di essere scoperte, ascoltate e portate nei locali a suonare. Mi auguro sinceramente che la nostra voglia di fare, possa far muovere tutti coloro che sono in attesa di un segnale.
E’ un discorso ambizioso lo so, ma è una cosa in cui crediamo molto.

E senza ambizione non si va da nessuna parte Alberto.
A me non resta che augurare a te ed agli Headroller un sincero in bocca al lupo, sperando di ritrovarvi al più presto con nuove idee all’attivo e di vedervi, perché no, durante una vostra esibizione live!

Fabio Vellata

WWW.Headroller.it

Discografia :

– Il Lume Della Ragione (2003)
– Pensiero Su Materia (2007)