Heimdall (Fabio Calluori)
Mi scuso per il ritardo, ma quest’intervista doveva seguire l’uscita di “The Almighty”, e a causa di problemi interni alla redazione di truemetal.it non è stato possibile realizzarla prima. Comunque sono riusciti lo stesso a recuperare il contatto con Fabio, chitarrista e compositore degli Heimdall, con il quale ho avuto uno scambio di vedute sull’ultimo lavoro della band.
Complimenti davvero, un ottimo prodotto, godibile e di classe. Ci racconti in breve quali sono stati, secondo te, i cambiamenti del vostro stile, se ci sono stati ovviamente, dall’esordio ad oggi?
Grazie! Mi fa piacere che “The Almighty” ti sia piaciuto! È un cd importante per noi perché rappresenta il nostro ritorno sulle scene dopo ben tre anni e segna alcune novità significative come il rientro di Nicolas alla batteria e l’ingresso di Giacomo, il nostro nuovo cantante. Anche dal punto di vista musicale presenta delle novità; i brani sono più diretti rispetto al passato, c’è secondo me un ottimo equilibrio tra le parti metal e quelle più sinfoniche/epiche ed una grande varietà probabilmente dovuta al fatto di aver realizzato le canzoni in un arco di tempo decisamente lungo. Si passa così da canzoni epic-speed come “The Search” e l’iniziale “The Calling” a brani molto epici come “Godhall”, da potenti mid-tempo come “Eternal Race” o “Last Journey” ad episodi più malinconici come “Symit”, una ballata acustica dalle atmosfere medievali. Mi piace vedere “The Almighty” come un insieme di energia, melodia, rabbia, malinconia ed orgoglio!
È venuto fuori in modo del tutto spontaneo in un periodo importante e difficile per noi, rispecchiando quello che siamo ora e soprattutto ciò che abbiamo vissuto in questi ultimi tre anni e tutti i cambiamenti che ci hanno segnato. Anche da un punto di vista personale è stato un periodo significativo, ricco di cambiamenti positivi e negativi, importanti e meno importanti, che comunque hanno inevitabilmente influenzato il processo compositivo – sia musicale che lirico – di “The Almighty”. Ed è per questo che sarò sempre legato a questo cd.
Vorrei che dicessi ai nostri lettori cosa troveranno nel sound degli Heimdall che non possono trovare in altre power metal band.
Molte persone mi hanno detto che “The Almighty” è un album personale con una sua propria identità, pur essendo molto vario e ricco di atmosfere diverse e devo dire che sono decisamente d’accordo! (risate) A parte gli scherzi credo sinceramente che il nostro suono abbia delle caratteristiche proprie pur cambiando di album in album, a partire dalle voci di Claudio (il nostro primo cantante) e di Giacomo che sono decisamente diverse dalla maggior parte dei gruppi power metal. Non sto dicendo che abbiamo creato un genere di musica nuovo o che non abbiamo delle influenze ma semplicemente che riteniamo di avere uno stile nostro. Suoniamo questo tipo di musica dal ’94 e cerchiamo di seguire una nostra strada, senza essere condizionati da elementi esterni componendo la musica che amiamo in maniera spontanea. Probabilmente è per questo motivo che ogni album da noi composto suona in modo diverso. In ognuno dei nostri cd si possono riscontrare sensazioni e stati d’animo differenti e questo a mio modestissimo parere ci rende diversi e con una nostra personalità dagli altri gruppi power ed affini.
Quanto pensi abbia contribuito il nuovo singer, Giacomo, a delineare il sound degli Heimdall?
Il cambio del cantante è sempre fondamentale in una band anche se dal punto di vista compositivo l’ingresso di Giacomo non ha influito molto anche perché molti brani erano già stati scritti precedentemente. Sono stato io che mi sono occupato principalmente della stesura dei brani e delle linee vocali. Giacomo naturalmente le ha riadattate secondo il suo timbro ed anche se non ha partecipato al processo compositivo dell’album, è stato fondamentale per gli arrangiamenti delle parti vocali e dei cori. Naturalmente la sua presenza ha portato alcuni aspetti nuovi al nostro suono vista le differenze tra lui e Claudio. Ogni qualvolta che una band vede l’ingresso di un nuovo membro è inevitabile che ci siano dei cambiamenti; ogni persona contribuisce, con le sue idee e con la sua personalità, a dare ai pezzi qualcosa di proprio e di speciale.
Sinceramente apprezzo molto le tonalità basse e calde, impostate. Conosci Mathias Blad dei Falconer?
Ho ascoltato i Falconer per la prima volta un paio di mesi. Me li ha spediti il ragazzo che sta curando la preparazione del nostro sito, dicendomi che Giacomo gli ricordava il loro singer. Secondo me, però, le loro voci sono piuttosto diverse anche se effettivamente entrambe calde e corpose.
Non ho potuto fare a meno di notare gli sweep che accompagnano molti dei vostri brani. Che effetto pensate venga reso con questa tecnica e a quali artisti o correnti vi ispirate a tale proposito?
Gli sweep sono stati sempre una caratteristica del nostro suono anche se sono solo un aspetto dei nostri solo. Su “The Almighty” io e Carmelo ci siamo divisi i compiti; io ho pensato alle chitarre ritmiche ed acustiche e lui alle parti soliste. Carmelo adora chitarristi come Blackmore, Vinnie Moore, Malmsteen, Dave Murray ed è veramente un talento! Per quanto mi riguarda sono molto legato a gente come Glenn Tipton, Criss Oliva, Rhandy Rhoads ecc.
The Almighty non sembra un concept. Di cosa parlano i brani? C’è un filo conduttore tra essi?
Si, Le liriche di “The Almighty” presentano dei punti in comune che legano le diverse canzoni ed , in un certo senso, formano un concept album anche se non ci troviamo di fronte ad un’unica storia come accadeva nei nostri precedenti album. Nel cd di debutto – “Lord of the Sky” – abbiamo narrato la storia del dio nordico Heimdall, dalla sua nascita sino al crepuscolo degli dei. In “The Temple of Theil” abbiamo creato una storia tutta nostra con elementi mitologici e fantastici, basata sulle gesta di 2 guerrieri Sidgar and Iselin. In “The Almighty”, invece, parlo di storie e di personaggi totalmente differenti ed apparentemente slegati.
In generale di che cosa parlano i testi delle canzoni?
Nelle nostre liriche i protagonisti sono alla ricerca di qualcosa che risulta essere spesso irraggiungibile o inspiegabile, essi vagano – senza un preciso percorso – alla ricerca di qualcosa di cui sentono la mancanza e che nello stesso tempo anima le loro azioni, assumendo nei testi varie forme: il desiderio di diventare immortali, una donna, la conoscenza assoluta, il desiderio di raggiungere la gloria eterna, il mistero che si cela dietro la nostra esistenza. L’arte, nella ricerca che anima i protagonisti delle liriche di “The Almighty”, diventa l’unico mezzo che ci permette di sentirci più vicini a ciò che ci manca ed a cui tendiamo. A volte questa spasmodica ricerca e soprattutto l’impossibilità di raggiungere ciò a cui aspiriamo ci fa sentire incapaci di reagire, condannandoci ad una condizione di immobilismo o di attesa. In “Beyond” il protagonista – un semi-dio che ha il potere di infondere vita ed energia alle sue creazioni, ma che, allo stesso tempo è destinato a morire – vorrebbe con tutte le forze diventare immortale, ma l’impossibilità di raggiungere questo stato divino lo costringe a vivere in una sorta di limbo e a vagare nella “terra di nessuno”. Egli si sente un eletto ma anche un outsider perché sospeso tra gli uomini e gli dei. In “Godhall”, l'”elemento mancante” è rappresentato da una mitica terra di nome Godhall che un vecchio pellegrino cerca inutilmente per tutta la vita. Solo quando egli è in punto di morte, la sente vicina anche se il testo non ci svela se egli raggiunge o meno Godhall. In “The Calling” ciò che anima i protagonisti è il desiderio di raggiungere la libertà e la gloria in battaglia. In “Symit”, l’oggetto del desiderio è una donna ed il protagonista crea questa canzone per poter rivivere dei momenti molto importanti per lui, anche se si rende conto come le parole purtroppo non possono restituirgli completamente ciò che in precedenza ha vissuto. In “The Search” – ispirata al mito del sacro Graal – un cavaliere dedica tutta la sua esistenza alla ricerca del sacro oggetto e del suo mistero e solo dopo averlo trovato muore. In “Wanderer” il protagonista ha abbandonato la sua precedente vita e si ritrova a vagare alla ricerca di una persona che appare sempre distante in un mondo oscuro e sconosciuto dove le parole hanno perso il loro significato e dove anche gli dei sono ormai morti. Naturalmente ognuno di noi può dare un’interpretazione propria alle liriche di “The Almighty” e vedere così nelle differenti mete, nei diversi “elementi mancanti” dei nostri protagonisti qualcosa di proprio e di personale.
Provo a fare breccia con la provocazione di rito. So che la Elevate (vostra etichetta prima della Scarlet) ha chiuso i battenti. Gli Heimdall hanno cambiato etichetta prima o dopo il fallimento della Elevate?
Sinceramente non so se la Elevate ha chiuso del tutto, so che doveva fare alcuni lavori e che ha perso molti gruppi ma non ti so dire se è fallita completamente… non li sento da molto tempo nonostante alcuni tentativi di contattarli. Tornando alla tua domanda, abbiamo deciso di cambiare etichetta molto tempo prima di venire a conoscenza dei problemi che stanno avendo.
Cosa vi ha indotti al cambio di label?
Con la Elevate non c’era più il rapporto e la fiducia degli inizi. La promozione di “The Temple of Theil” è stata quasi inesistente soprattutto all’estero; abbiamo fatto pochissime interviste…non ci piaceva il loro modo di lavorare, di promuovere la band. Inoltre non hanno rispettato il contratto venendo meno agli accordi economici… peccato anche perché erano partiti con il piede giusto, mostrando, agli inizi, tanto entusiasmo e tanto impegno, ma poi qualcosa si è rotto e così abbiamo deciso di cambiare aria e di trovarci una nuova label.
Non voglio farvi i conti in tasca, ma quanto ritieni difficile vivere della propria musica?
È molto difficile nonostante i nostri cd siano andati molto bene. Diciamo che si dovrebbero vendere almeno 70000 copie e fare molti concerti per poter vivere solo con l’attività della propria band. Poi naturalmente dipende anche da altri fattori come ad esempio le percentuali che un gruppo ha sulle vendite, i diritti d’autore che paga la SIAE (che sono destinati solo agli autori dei brani) ecc.
Quante metal band ce la fanno, nel nostro paese?
Questo non dovresti chiederlo a me, comunque per quel che ne so le band metal italiane che riescono a vivere solo con le vendite dei cd e con i ricavi dei concerti sono decisamente poche…
Avete concerti in programma per supportare il nuovo disco?
Abbiamo tenuto una serie di concerti tra novembre e dicembre in giro per l’Italia, abbiamo suonato con gli Shaman ed i Vision Divine oltre ad alcuni concerti come headliner. Sono state esperienze importanti soprattutto perché era da un po’ di tempo che non suonavamo in giro. Inoltre stiamo organizzando altre date per l’inizio dell’anno, ad esempio saremo a Roma per metà Febbraio. Quanto ad un tour europeo ci sono delle possibilità ma non c’è ancora nulla di certo…vedremo. Comunque in primavera ci saranno sicuramente altre date in giro per l’Italia nonché la nostra partecipazione ad alcuni festival, quindi se vi trovate nei paraggi venite a vederci!
Contaci. Ti faccio il più sentito in bocca al lupo per il futuro e un augurio che il 2003 possa riservarvi altre soddisfazioni. Come al solito lascio a te l’ultima parola per i nostri lettori.
Bè, grazie per l’intervista e per il supporto di truemetal.it. Un augurio di buon anno a tutti i ragazzi che ci seguono e ci sostengono…Continuate a farlo, vi assicuro che i pezzi che stiamo componendo in questi giorni per il nostro prossimo cd sono i più potenti tra quelli fatti fino ad ora.
Glory and Honour to you!