Heimdall (Fabio Calluori)
Ciao ragazzi, sono Eugenio Giordano di www.truemetal.it , come sapete ho scritto la recensione del vostro nuovo “Hard as iron” e sono un vostro grandissimo fan. Incominciamo questa intervista presentando gli Heimdall a chi tra i nostri lettori ancora non vi conosce. Brevemente potete riassumermi i tratti principali del vostro recente passato e gli eventi che vi hanno condotto alla realizzazione del quarto disco “Hard as iron”?
Ciao Eugenio prima di tutto ti volevo ringraziare per la recensione che hai scritto su truemetal.it… bellissima! “Hard as Iron” è il nostro quarto album dopo i precedenti “Lord of the Sky” (98), “The Temple of Theil” (99) e “The Almighty” (02) ed è il secondo cd con Giacomo alla voce, subentrato dopo lo split con Claudio circa 4 anni fa. Ora abbiamo anche un nuovo batterista: è Enrico Canu, il fratello di Giovanni (bassista). Purtroppo mio fratello Nicolas – che ha fondato con me la band dieci anni fa – ha dovuto lasciare a malincuore gli Heimdall per alcuni problemi personali. “Hard as Iron” è stato pubblicato circa un mese fa dalla Scarletrecords mentre in Giappone è stato licenziato dalla Soundholic Rec.
La prova espressa sul nuovo disco è veramente stellare, avete raggiunto un top compositivo sconcertante. Dunque come avete lavorato alla stesura dei brani di un disco epico e oscuro come “Hard as iron”? Avete mantenuto i tratti fondamentali del vostro sound ma vi siete spinti verso strutture più elaborate e ambiziose. Credete di aver intrapreso una sfida contro voi stessi per riuscire a scrivere il miglior disco degli Heimdall?
GRAZIE mille per le tue parole!! In realtà c’è sempre la voglia di migliorarsi album dopo album e scrivere cose sempre più belle. Ogni volta che si affronta la composizione di un nuovo cd c’è sempre il desiderio di scrivere le canzoni migliori mai realizzate. Si, rispetto a “The Almighty”, dove le song erano più lineari e dirette, in “Hard as Iron”, abbiamo scritto cose più articolate ma nello stesso tempo abbiamo dato un maggiore impatto ai pezzi, grazie anche all’inserimento di molti riff di chitarre e passaggi più aggressivi. Il processo compositivo non è cambiato molto rispetto al passato, ma abbiamo sentito la necessità di scrivere qualcosa di più potente ed heavy; è stato un processo spontaneo, dovuto probabilmente anche alle diverse difficoltà che abbiamo dovuto affrontare fino alla pubblicazione di “The Almighty”, come il cambio del cantante, della label e del batterista. Se con il precedente cd – che ho sempre considerato una sorta di rinascita per la band dopo un periodo di difficoltà – abbiamo ritrovato un certo equilibrio, con “Hard as Iron” lo abbiamo consolidato e rafforzato e per questi motivi, probabilmente, i nuovi pezzi risultano essere molto incisivi, compatti ed aggressivi.
Come avevate già fatto sul precedente “The almighty” e sui vostri primi dischi, sono nettamente percepibili atmosfere buie e crescenti, un mood epico che vi avvicina al classico suono americano di band come Jag Panzer, Heavy Load, Cirith Ungol. Come reputate il risultato sonoro ottenuto su “Hard as iron”? La produzione rispecchia il vostro sentimento sonoro? Ne siete soddisfatti.
Si, i passaggi più oscuri e tristi hanno sempre fatto parte del nostro modo di comporre, già dal primo cd “Lord of the Sky”. Anche la sezione dei cori ha sempre avuto un’impronta molto oscura ed epica. Quanto alla produzione volevamo un suono potente ma anche chiaro e penso che in tal senso per “Hard as Iron” sia stato fatto un buon lavoro. Fino ad ora i responsi da parte di chi ha sentito l’album sono stati molto buoni, nessuno si è lamentato per la produzione ma anzi abbiamo ricevuto riscontri positivi e sicuramente abbiamo fatto un ulteriore passo rispetto al precedente album che comunque suonava già molto bene, considerando poi che la nostra musica è comunque piuttosto complessa per via dei cori, delle numerose parti soliste, per i passaggi di tastiera e che non abbiamo avuto tantissimo tempo a disposizione visto alcune scadenze da rispettare. Questa volta abbiamo registrato l’album in due studi differenti, il mio Sonic Temple Studio (che aprirò ufficialmente tra un paio di mesi) e gli ZappingSound (dove è stato registrato interamente “The Almighty”) dove abbiamo effettuato anche il missaggio dei brani affidato a Salvatore Salierno che ha svolto veramente un buon lavoro. In seguito il tutto è stato masterizzato da Goran Finnberg presso i Mastering Room di Stoccolma già conosciuti per i lavori di In Flames, Soilwork ecc. Naturalmente, come avviene sempre, c’è qualche passaggio, qualche scelta che a posteriori avrei fatto in modo differente ma questo avviene sempre, dopo ogni lavoro, e penso sia una cosa naturale. In futuro, comunque, molto probabilmente sarò io – con l’aiuto di Sergio (Duccilli, Keyboard) e degli altri ragazzi della band – ad occuparmi interamente della produzione, è qualcosa che desidero fare da diverso tempo ed ora è sicuramente il momento giusto visto che ho un ottimo studio tutto mio e che ho accumulato una buona esperienza in questi anni.
Ogni pezzo del nuovo disco ha una ossatura elaborata ed elegante ma pure possiede un refrain vocale trascinante fin dal primo passaggio. Parlo di pezzi come “Moon-red light” e “The emperor” che dimostrano la maturazione del gruppo ma anche la vostra voglia di colpire nel segno al primo colpo. Come avete raggiunto questo equilibrio? La direzione dei pezzi aveva qualcosa di prestabilito a priori, prima di comporre il disco?
No, quando componiamo ci lasciamo trasportare molto dalle emozioni del momento, non c’è mai qualcosa di costruito o programmato a priori ed anche per questa ragione i nostri cd sono piuttosto differenti pur mantenendo delle caratteristiche comuni. Inoltre il nostro songwriting è molto spontaneo…le melodie ed i riff principali di solito escono subito anche se poi naturalmente la fase di arrangiamento è più lunga. Oggi non riuscirei a scrivere un altro “Lord of The Sky” o un altro “The Almighty”, ogni album ha la sua storia è legato a momenti particolari ed irripetibili per cui sarebbe sicuramente una forzatura e sinceramente non è quello che vogliamo. La cosa curiosa è che i pezzi da te citati rappresentano in pieno il processo compositivo dell’album: Moon – Red Light è stato il primo brano composto per “Hard as Iron”, addirittura prima della pubblicazione di “The Almighty”, mentre “The Emperor” è stato l’ultimo, scritto qualche mese prima di andare in studio!
La sezione ritmica del disco è veramente molto sviluppata, credo questa sia la chiave di lettura del nuovo disco nel senso che “Hard as iron” mi pare più ambizioso sotto il profilo ritmico rispetto ai vostri precedenti album. Cosa potete dirmi del lavoro svolto dalla vostra sezione ritmica, ritenete sia un bel passo avanti per voi?
Il lavoro svolto dalla sezione ritmica è stato veramente ottimo considerando poi che il nostro nuovo drummer Enrico è entrato nella band poco prima di iniziare le registrazioni di “Hard as Iron”, dopo che mio fratello Nicolas è andato via, e devo dire che nonostante il poco tempo a disposizione e la giovane età (17) ha svolto un gran bel lavoro. Comunque la sezione ritmica è stata sempre importante per il nostro suono fin dal primo album e sicuramente lo sarà anche in futuro, soprattutto ora che il nostro sound è diventato più heavy.
L’ho già detto nella recensione, ragazzi, voi avete un cantante pazzesco, un vero colosso, sul nuovo disco Giacomo è il protagonista ideale delle atmosfere epiche e crescenti tipiche degli Heimdall. Come reputate la sua prova sul nuovo disco? Da quando lui è entrato nella band è davvero un’altra musica…..
Bè grazie mille per i complimenti anche da parte di Giacomo. Che penso di lui? Che è veramente un ottimo cantante, altrimenti non lo avremmo mai preso nella band!! Considera inoltre che ha elaborato ed eseguito i cori da solo senza l’aiuto di altri coristi – se si escludono naturalmente le parti femminili affidate a Paola Cantucci –, svolgendo un lavoro eccezionale. Quanto al tuo paragone indiretto con Claudio, penso che sia lui che Giacomo siano degli ottimi singer con qualità e caratteristiche diverse ed entrambi, con le loro voci e con le loro personalità, hanno dato e continuano a dare tanto alla nostra musica.
Quali sono i piani per supportare “Hard as iron” in sede live? Avrete finalmente la possibilità di fare un tour vero e proprio? Se ci sono delle date già fissate che volete supportare potete scriverle. Ci sarà la possibilità di vedervi in qualche grosso festival europeo?
Per il momento abbiamo in programma alcuni festival estivi. Domenica 20 abbiamo suonato alla prima edizione del Rock in Flames Festival a Salerno ed è stata una bellissima serata all’insegna della musica metal. Venerdì 25 parteciperemo al Magna Grecia Metal Festival al Palapartenope di Napoli con i Vision Divine ed altre bands…quindi se siete nei paraggi fatevi un giro. Quest’autunno stiamo vedendo di organizzare un tour italiano in compagnia di altre band…vedremo inoltre se ci sarà la possibilità di fare anche qualcosa all’estero anche perché ricevo molte e-mail da ragazzi stranieri che vorrebbero vederci suonare nei loro paesi…
Potete dirmi qualcosa dei testi del disco, siamo al cospetto di un concept album oppure i testi sono basati su tematiche differenti? In ogni caso ci sono dei temi portanti che stanno alla base del lavoro? Chi si è occupato della stesura dei nuovi testi?
Anche in questo caso mi sono occupato io delle liriche di “Hard as Iron” che sono probabilmente le più oscure che abbia mai composto. In parte l’album può essere considerato come un concept dal momento che ruota attorno ad un’idea principale che è quella della “perdita”. Le liriche presenti sono espressioni di un uomo a cui gli è stata sottratta la persona più cara e, così, i diversi brani e le diverse atmosfere riflettono gli stati d’animo seguenti a tale perdita. Prendendo spunto da questa idea mi sono ritrovato a parlare di morte, follia, amore, tenebre, rabbia, del rapporto con l’aldilà, dell’imperfezione umana ecc. Quello che viene fuori dalle 9 liriche è il ritratto di una figura crudele, vendicativa, demoniaca, folle ma anche malinconica, triste, sola. Non ho utilizzato alcuna cornice per legare le canzoni anche perché ho voluto lasciare una totale libertà di interpretazione a chi legge le liriche, in modo che ognuno potesse rivedere in ogni singola canzone alcune delle emozioni e degli stati d’animo provati quotidianamente. Le nuove liriche sono strettamente collegate a dei particolari stati d’animo, a emozioni che ho vissuto e vivo e che ho trasformato in parole anche se in molti casi ho estremizzato. Inoltre non ci sono legami particolari con libri o storie precedentemente già scritte, si tratta di liriche frutto unicamente della mia fantasia anche se naturalmente ci sono alcune letture che mi hanno influenzato come le poesie di E.A. Poe – che adoro – ed alcune letture sull’occultismo che mi hanno appassionato.
Dopo il fallimento della Elevate Records siete arrivati al contratto con Scarlet Records, questo è il vostro secondo disco con loro. Come si stanno muovendo per supportarvi? Siete soddisfatti del loro lavoro fin qui? Continuerete con loro in futuro?
Fino ad ora abbiamo fatto un buon numero di interviste con radio, magazine e web-zine e ne sono in programma altre. Con la Scarlet c’è l’accordo per due cd (“The Almighty” e “Hard as Iron”) più l’opzione per il terzo per cui tra qualche mese ne parleremo con loro e vedremo se ci saranno le condizioni per continuare a lavorare insieme…ora sinceramente è ancora presto per parlarne visto che il cd è uscito solo da un mese. Se siamo soddisfatti del loro lavoro fino ad ora? Sinceramente ci aspettavamo qualcosa in più dal fronte live ma del resto quando hai tantissime band non è sempre facile anche perché devi cercare di accontentarle tutte…
Potete dirmi sinceramente come vi siete sentiti, nel primo periodo della vostra carriera, quando molti giornalisti vi hanno criticato ingiustamente dopo la realizzazione di due ottimi dischi come “Lord of the Sky” e “The Temple of Theil”? Ora come vi ponete nei confronti di certa stampa nostrana? Vi ha fatto piacere scoprire che qualche fedele sostenitore tra i giornalisti c’è anche per voi?
Bè fa sempre piacere sapere che c’è gente che apprezza i nostri lavori! Per quanto riguarda i nostri primi due album, devo dire che “Lord of the Sky” ottenne bellissime recensioni un po’ dappertutto e ci ha fatto togliere le prime vere grandi soddisfazioni come musicisti ottenendo dei grandissimi riscontri. “The Temple of Theil” fu criticato per la voce e, sinceramente, mi è dispiaciuto soprattutto per Claudio, il nostro ex singer, che si era impegnato molto su quel cd, pagando un po’ anche per alcune scelte non giuste fatte durante il missaggio; non sai, però, oggi quanti ragazzi mi scrivono dicendo che è uno dei più bei cd mai scritti dagli Heimdall, ed alla fine penso che questa sia la cosa più importante. La reazione dei fans che acquistano i cd, i loro giudizi e la loro passione sono le cose principali. Quanto ai ragazzi che recensiscono i nostri lavori sui giornali e sulle web-zine, dico semplicemente che ognuno ha i suoi propri gusti ed è giusto che sia così, per cui se a qualcuno i nostri lavori non piacciono è giusto dirlo, sempre però con critiche intelligenti e costruttive e dopo aver ascoltato bene tutte le song che compongono un album! Per quanto riguarda “Hard as Iron”, fino ad ora è stato trattato decisamente bene dalla stampa; in Italia, poi, se escludiamo poche recensioni, le reazioni sono state molto buone. È vero, a volte mi è capitato di sentire o leggere delle cose davvero insensate, ma sinceramente non mi danno fastidio, noi andiamo per la nostra strada, stiamo qui perché adoriamo il metal, adoriamo suonarlo e portare in giro la nostra musica…è tutto ciò che ci interessa…gli attacchi e le discussioni inutili le lasciamo ad altre persone. L’unica cosa che a volte può darmi fastidio è lo stupido pregiudizio che ormai diverse persone hanno verso molte band “power”, giudicandole in modo negativo senza magari ascoltarle. Ognuno ha i suoi gusti, ci mancherebbe, ma il rispetto è qualcosa che non dovrebbe mai mancare. Io personalmente apprezzo tutte le sfaccettature del metal (e non solo) e penso che chi ascolta o suona questa musica dovrebbe essere unito…non lo so forse sto diventando vecchio ma io il metal l’ho sempre inteso come un qualcosa che unisce e come libertà di espressione e rispetto per le idee altrui…
Quali sono in generale i nuovi progetti della vostra band? Su cosa vi concentrerete nei prossimi mesi? Come vi muoverete per sostenere la vostra musica? Ci sono dei nuovi pezzi in cantiere per il futuro prossimo?
Attualmente, come ti ho già detto, stiamo facendo molte interviste per magazine, webzine e radio. Da poco abbiamo rinnovato il sito – l’indirizzo è sempre www.heimdall.it. Per quanto riguarda i concerti, un aspetto a cui teniamo molto, oltre ai festival estivi di cui ti ho parlato, stiamo organizzando delle date per questo autunno. Inoltre stiamo già pensando al prossimo cd. Personalmente ho pronti 4 pezzi che ho registrato sul mio computer e su cui già dal prossimo mese cominceremo a lavorare in sala prove. Una cosa è certa il prossimo album sarà molto ma molto potente!
Io non posso che ringraziarvi per la vostra disponibilità e farvi i miei auguri per il futuro, potete rivolgervi ai lettori di www.truemetal.it in queste righe finali, io vi saluto.
Grazie a te per il supporto e complimenti per l’ottimo sito sul quale scrivi. Un saluto a tutti i lettori di truemetal.it ed un ringraziamento a tutte le persone che supportano e amano la nostra musica…Glory and Honour to you ALL!
Eugenio Giordano metalgenio@libero.it