Helstar (James Rivera)
Botta e risposta con un simpatico James Rivera, storico cantante degli Helstar, in occasione dell’uscita sul mercato del nuovo album intitolato The King of Hell.
Buona lettura.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Nella foto: James Rivera
James, hai origini italiane?
Si, mia bisnonna era italianissima, mentre il mio bisnonno spagnolo.
Da che parte del Nostro paese, in particolare?
Non ti so dire, davvero, mi spiace.
Quando la critica pone la tua voce a metà fra quella di Ronnie James Dio e quella di Rob Halford, come la pensi?
Fondamentalmente concordo… ah,ah,ah! e lo considero un grande complimento. Sono lusingato.
Gli Helstar, in passato, hanno suonato con band come W.A.S.P., Keel, TT Quick e Savatage. Cosa pensi di loro, partendo dagli WA.S.P.?
Mah, da troppo tempo non seguo la band di Blackie, quindi non ti posso dire nulla a livello artistico su di loro. Li ricordo come degli ottimi business-men, gente che ha messo tutto quello che poteva per capitalizzare il successo, a livello mondiale.
Keel – Ahia, rimembro davvero poco di Ron e della Sua band, non mai stato un grande loro fan… ah,ah,ah!
TT Quick – Dei TT Quick ho ricordi più nitidi. Gran simpatia da parte Loro, ci siamo divertiti, insieme.
Savatage – Qui James cambia tono, assume un piglio decisamente più serioso, a testimoniare l’assoluto rispetto per la band di Jon Oliva, ndr -. Gran musicisti, molto preparati e competenti. Ho sviluppato un ottimo rapporto con Jon Oliva, uno che scrive ancora grande musica.
L’anno scorso ho scritto su TrueMetal la recensione di Sins of the Past. Sei stato soddisfatto, finora di come sta andando?
Amo Sins of the Past, tieni conto che qua in America è uscito solo da giugno e finora sta andando bene, pensa che alcune radio hanno messo in maniera fissa dei Nostri pezzi nella loro programmazione giornaliera.
Perché avete deciso di incidere un disco anomalo come Sins of the Past, pregno di vecchi brani risuonati?
Lo spirito era quello di dare nuova linfa a canzoni che in passato peccavano in resa sonora. In seconda battuta Sins of the Past rappresenta una sorta di nuova partenza per gli Helstar, un messaggio al mondo per dire: “hey, siamo qua di nuovo!”. Il disco, come ben sai, contiene anche alcuni brani inediti all’interno, proprio per interessare nuovi fan alla musica degli Helstar e nello stesso tempo soddisfare quelli vecchi con i brani datati, ai quali abbiamo restituito la potenza sonora che si meritavano.
Nella foto: Helstar line-up 2008
Qual è l’album del passato degli Helstar che preferisci?
Non ho dubbi: Remnants of war!
Cosa mi dici dei tuoi trascorsi nei Vicious Rumors?
Penso che insieme abbiamo fatto buone cose, seguite da tour interessanti. Quello che mi lega di più alla band, in senso affettivo, è il fatto di avermi fatto scoprire dei nuovi orizzonti in un paese per me ancora del tutto nuovo, quando abbiamo intrapreso il Tour giapponese. James Rivera non era mai stato nella terra del sol levante, fino ad allora. Conservo tanti bei ricordi con i ragazzi dei Vicious Rumors, davvero!
E riguardo il Play it Loud Festival a febbraio in quel di Orzinuovi, James?
Gran festival ma soprattutto grande pubblico, gente con un’attitudine pazzesca. Ti confesso che le volte che avevo suonato in Italia prima mi avevano lasciato una sorta di amaro in bocca. La risposta del pubblico in termini numerici ai nostri concerti era sempre stata tiepida, tanto da farmi pensare se in effetti da Voi esistesse una reale scena interessata all’HM classico americano. Mi riferisco alle Nostre passate calate italiche in compagnia di altre band. Al Buddha la situazione era completamente ribaltata. Mi sono detto: Wow, stavolta l’atmosfera è nettamente diversa!
Conosci qualche band HM italiana?
Mmhh… – sospirone con pensata incorporata, ndr – , adesso mi viene in mente: Labyrinth! A proposito, suonano ancora?
Si, si, sono vivi e vegeti!
Come descriveresti il nuovo The King of Hell rispetto al resto della discografia degli Helstar?
E’ più duro del resto della nostra produzione e possiede una forte connotazione Dark.
Dark??? James, l’unica cosa di Dark che c’è in The King of Hell è il colore nero che compare a sprazzi nella copertina… ah,ah,ah!
Ah,ah,ah, grande contro risposta! Comunque alla fine è solo questione di gusti e sensazioni. Di potenza ce n’è a tonnellate, questo è quello che conta. L’importante, poi, è che ti piaccia davvero.
Nella foto: Vicious Rumors, ottobre 2006.
Qual è i brano che preferisci di The King of Hell?
Senza dubbio la title track, The King of Hell.
Le mie preferite sono Tormentor, Pain Will be Thy Name e In my Darkness…
Sono tutte e tre delle buone canzoni, concordo.
James, però questa te la devo proprio dire: Pain Will be Thy Name sembra scritta e interpretata dagli Exciter, assolutamente NON dagli Helstar!
Bella questa! Ah,ah,ah! Certo che hai proprio una bella faccia di bronzo a dirmi certe cose in maniera così diretta… ah,ah,ah! Gli Exciter sono persone deliziose, i loro primi album mi piacevano parecchio… adesso che mi ci fai pensare però è vero: Pain Will be Thy Name è un brano particolarmente veloce e brutale, e io “tiro” alla grande, proprio come il gruppo di John Ricci e compagnia… ah,ah,ah! La tua diagnosi non fa una grinza!
Suonerete in Italia in futuro?
Si, a gennaio 2009 saremo a Milano, in compagnia di Flotsam & Jetsam, Dismember e Onslaught.
Alla faccia del…
Si, penso sia proprio un package dove l’attitudine non mancherà di certo.
Ok, James, ho finito. E’stato un piacere scambiare quattro chiacchiere in amicizia e allegria con te. Thanx
Anche per me, è stato divertente, “mille grazzzie” – in italiano, ndr -.
Stefano “Steven Rich” Ricetti