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Hibria (Iuri Sanson)

Di - 8 Marzo 2008 - 22:34
Hibria (Iuri Sanson)

Intervista a cura di Luca “NikeBoyZ” Palmieri.

Vengono dal Brasile e sono considerati da buona parte della critica una delle promesse più solide per il futuro dell’Heavy Metal, pur avendo pubblicato ad ora un solo album, “Defying the rules”. In attesa del loro prossimo lavoro, in uscita probabilmente tra qualche mese, vi presento il cantante Iuri Sanson.

Come va, Iuri?
Bene Luca, grazie, finalmente, dopo mesi di duro lavoro, possiamo prenderci un po’ di riposo.

Prima di tutto, come procedono I lavori sul nuovo album? Credo di aver capito che ormai siamo alle fasi conclusive.
Abbiamo terminato le registrazioni di tutti gli strumenti, infatti, ed abbiamo mandato il materiale per il missaggio e il mastering. Abbiamo scelto Achim Kohler per il nuovo album, siamo infatti rimasti fortemente impressionati dal suo stile con le altre band, Amon Amarth, Sodom e Pink Cream 69 su tutti. Ah, e non dimentichiamo Brainstorm e Primal Fear!

Cosa dobbiamo aspettarci dal seguito di “Defying the rules”?
La rabbia nascosta degli Hibria è finalmente libera, Luca!

In che senso?
Il nuovo cd è molto più heavy, aggressivo e veloce. Credo e spero che il nuovo disco piacerà molto di più di “Defying the rules”. Abbiamo davvero grandi aspettative!

Lo spero per voi. Ma a proposito, ha un significato particolare il vostro nome, Hibria?
Ha un significato che va oltre le spiegazioni, come dire, grammaticali o linguistiche. Fa parte della storia della band, ed è stata la band stessa a conferirgli il suo significato di forza, potenza ed emozioni. Per noi è un simbolo di come non ci si debba mai arrendere, e sforzarsi per raggiungere i propri sogni. Per ognuno dei nostri fans ha un particolare significato, per te qual è?

Devo ammettere che “Hibria” ha una certa musicalità intrinseca molto particolare. Ma parliamo di “Defying the rules”; ha avuto un ottima ricezione sia dalla critica che dai metalheads in giro per il mondo. La cosa che più colpiva era il vostro stile tecnico e al tempo stesso fresco e veloce.
Sai, siamo stati “heavy metal fans” per un sacco di tempo e sappiamo cosa amiamo e cosa odiamo in musica. Ciò che abbiamo fatto è stato mettere tutto ciò che ci piaceva insieme e lasciar da parte le cose che ci annoiavano. Scriviamo le canzoni sempre e solo per suonarle live. Il nostro obiettivo è vedere il pubblico che canta e scuote la testa con noi. Siamo molto orgogliosi che “Defying the rules” abbia avuto una ottima risposta in questo senso.

“Defying the rules” è stato registrato con Savio Sordi alla batteria. Cosa è successo con lui?
Il licenziamento di Savio è dovuto ad opinioni divergenti su come lavorare insieme nella band. In tutti questi anni abbiamo imparato come rispettare le nostre differenze ed anzi rigirarle in sinergia. Nonostante ciò, una serie di eventi e percezioni hanno reso palese la sua posizione irremovibile. E dunque…

E dunque avete contattato Eduardo.
Già. Eduardo Baldo è un musicista fenomenale! Ci conosciamo da anni perché è stato il nostro roadie per la batteria, ed è un nostro grande amico, oltre che artista.

Hai parlato di “lavoro di gruppo”, Iuri. Come lavorano gli Hibria, sia dal punto di vista compositivo che interpersonale?
Suonare in una band è molto complicato. Sai, è come una famiglia. Devi imparare a lavorare e vivere insieme e rispettare allo steso tempo le individualità. Siamo felici di avere una band fatta completamente da amici di vecchia data, così sappiamo in anticipo cosa aspettarci da ognuno di noi.

Se dovessi usare una sola parola per descrivere la vita della band?
Mh… Fammi pensare… Beh, certamente sarebbe “condividere”. Sai, Luca, non è follia dire che in una qualsiasi band tutti dipendono da tutti. Ed allo stesso tempo ogni contributo deve essere portato per la crescita della band, non del singolo. Come ti dicevo prima, è difficile, ma… Ce la facciamo!

Parliamo di te, ora. Quali sono i cantanti che ti hanno maggiormente ispirato? E soprattutto, dove sono finiti i capelli lunghi?
 (ride, ndL) Avevo i capelli lunghi fino al 1997, l’anno in cui sono entrato negli Hibria. Dopo aver ricevuto l’invito di Abel ad unirmi a loro, ho rasato i capelli e non li ho più fatti ricrescere. Comunque, da ragazzo ascoltavo moltissimo Eddie Vedder e Chris Cornel e più tardi son passato a Bruce Dickinson, Rob Halford, Kiske e Dio

Che mi dici di Piet Sielck? Per me è una persona stupenda e insostituibile nel panorama metal d’oggigiorno sia come musicista che come produttore. E certamente riveste un ruolo importante anche nello scoprire nuovi talenti.
Hai perfettamente ragione, Luca. Non posso aggiungere altro se non che è un musicista molto talentuoso, il resto l’hai detto tu.

Ok, torniamo agli Hibria. Leggendo la vostra biografia son rimasto stupito dal vostro viaggio in Europa nel ’99, senza una etichetta, senza nient’altro che i vostri strumenti e il vostro demo “Against the Faceless”.
Beh, non è stata un’impresa semplice! Per andare in Europa siamo andati a lavorare in un altro paese. Siamo stati lì sei mesi a lavorare dall’alba al tramonto, duramente, per guadagnare i soldi per il tour.

Non suonando, mi sembra di capire.
Certo, gli strumenti erano a casa. Facevamo gli operai, Luca. Ma comunque dopo sei mesi siamo tornati in Brasile per registrare il demo, e siam partiti per il vecchio continente. Appena arrivati ci siamo resi conto che i soldi ci sarebbero bastati per due mesi. Avevamo schedulati solo tre concerti, e tutti in Belgio. Fortunatamente il supporto che abbiamo avuto dai gruppi locali, dai promoters e dai fans ha trasformato un tour di tre date in uno di ventinove!

E questo “Faceless”? Esiste per davvero o è solo una immagine fantasy che avete creato?
No no, esiste eccome. Il mondo è pieno di persone come il “Faceless”. Sai cosa intendo, persone che cercano di controllare la vita altrui. Ecco perché l’album si chiama “Defying the rules”, vogliamo che quella gente bruci all’inferno!

Torniamo al pubblico. La maggior parte delle date del tour è stata fatta in Belgio. Ma nel resto del mondo avete altri paesi che vi supportano in modo simile ai belgi?
Come loro non credo ce ne possano essere altri. Sai, è anche questione di esperienza, magari girando di più scopriremo altre platee “calde”. Ovviamente, la nostra città, Porto Alegre, ci ha offerto supporto fin dall’inizio.

Il Metal in Brasile è solo Angra, Shaaman e Sepultura? Quanto è grande il movimento underground nel vostro paese?
No, abbiamo molte altre band valide, però è ovvio che la gente fuori dal nostro paese conosca solo quelle più famose. Personalmente, consiglio i Distraught, i Magician, i Torture Squad e i Krisiun. Fatevi un giro sui loro siti, ne vale la pena.

Quali sono i progetti per il futuro degli Hibria?
Dopo la release del cd vogliamo suonare live quanto più possibile. Organizzeremo un tour appena sarà possibile, siamo ansiosi di tornare in Europa!

C’è una band con cui vorreste fare un tour insieme?
Beh, ci piacciono molte band, è difficile darti una risposta…

E se insistessi?
Beh, credo che sarebbe stupendo suonare insieme ai Soilwork, o coi Rage. Contento? (ride, ndL)

Non fin quando non mi dirai se verrete in Italia.
Ma guarda, se dipendesse da noi, non ci sarebbe nemmeno da discuterci su. Un sacco di fans italiani ci hanno scritto per chiederci di suonare da voi. Aspettiamo solo l’occasione.

Bene, allora ti lascio le ultime righe per salutare i lettori di TrueMetal.it. Ci risentiamo dopo la release del nuovo album, Iuri!
Sarà un piacere! Beh, a parte un forte abbraccio ai nostri sostenitori che ci scrivono regolarmente, posso dire che il prossimo album degli Hibria sarà una sonora mazzata alle vostre orecchie, “it’s gonna kick a lot of asses”! Vi aspettiamo sul nostro sito (www.hibria.com) per scambiare due chiacchiere sul guestbook. Keep rockin’!