Human Improvement Process (Marcello Tavernari e Fabio Carretti)
“Defening Dissonant Millennium”. Qual è la prima cosa che vi viene in testa quando qualcuno pronuncia questo nome?
(Fabio) Tutte le difficoltà che abbiamo incontrato durante la realizzazione dell’album, ma che alla fine ci hanno portato a pubblicare un disco che ci rappresenta totalmente e del quale andiamo più che fieri.
Siete nati solo tre anni fa. Come avete fatto a bruciare le tappe per presentarvi al grande pubblico internazionale con un debut-album del livello di “Defening Dissonant Millennium”?
(Marcello) “Human Improvement Process” è nato come progetto serio fin dall’inizio. Non abbiamo mai voluto perdere troppo tempo e, fortunatamente, l’’ispirazione musicale per scrivere materiale nuovo non è mai mancata.
(Fabio) A mio avviso sono anche troppi! Se avessimo avuto fin da subito una line-up seria e coesa avremmo raggiunto questo traguardo molto prima, ma purtroppo non sempre si ha questa fortuna.
Cosa c’è dietro al titolo dell’album?
(Marcello) Il titolo del disco evoca il nuovo millennio nella sua complessità e il modo in cui l’uomo lo affronta trovandosi, talvolta, alienato dai suoi stessi sentimenti e ridotto a un semplice numero o macchina.
Alla copertina?
(Marcello) È collegata al concept del disco. La copertina non ha particolari significati nascosti: la veduta dall’alto di una specie di città/organo biomeccanico si rifà al filone fantascientifico; è un chiaro riferimento al futuro.
E al vostro nome?
(Marcello) Il miglioramento dell’Uomo nel senso meramente fisico e meccanico da un lato, mentre dall’altro vi è il miglioramento spirituale: l’abbandonare ciò che opprime l’animo umano per tornare a uno stato di serenità e armonia con il mondo che ci circonda.
Influenze. Tutti ne hanno. E voi?
(Marcello) Tante e svariate. Penso lo si possa capire dal sound eterogeneo del disco: ognuno di noi ha un proprio imponente background musicale in continua evoluzione che si è rivelato parecchio utile nella composizione del disco. Tra le influenze principali che ci hanno ispirato per la scrittura di “Deafening Dissonant Millennium” posso citarti: Decapitated, Meshuggah, Despised Icon, Born Of Osiris. Ma c’è anche l’influenza di innumerevoli altre band.
(Fabio) Tutti noi ascoltiamo musica e metal da quando abbiamo 10/11 anni, quindi posso dire che tutto quello che abbiamo ascoltato dall’inizio ci ha influenzato! Se dovessi elencare delle influenze riscontrabili nel nostro sound forse citerei Decapitated, Born Of Osiris, Misery Signals, ma sinceramente mi riesce davvero difficile categorizzare la nostra musica.
La stabilizzazione della line-up è un traguardo importante per ogni band? Nel vostro caso, però, l’album è nato con dei musicisti diversi dagli attuali. Come “suonano”, con questi ultimi, le varie song? Ci sono insomma dei cambiamenti importanti, nello stile generale del gruppo?
(Marcello) La stabilizzazione della line-up è vitale se si vuole portare la propria musica dal vivo in modo coeso ed efficace. L’album è nato in una differente situazione e, come hai detto tu, con musicisti differenti dagli attuali, ma ciò non si sta rivelando un problema. I nostri due nuovi membri si stanno comportando egregiamente con i pezzi del disco e si sono ottimamente inseriti nella mentalità del gruppo. Sono molto contento di come stiano suonando i pezzi.
Come nascono le vostre canzoni? In particolare, come saltano fuori quelle melodie così accattivanti che, per esempio, si ascoltano nella title-track dell’album?
(Marcello) In questo disco la maggior parte delle canzoni sono state scritte da me e Lorenzo (il nostro ex chitarrista) e siccome molti dei brani sono stati composti a casa e non in sala prove, è spesso capitato di far sentire agli altri ragazzi solamente il risultato ultimato, chiedendo magari esclusivamente dei pareri su come il pezzo suonasse o se servissero eventuali modifiche. Molte melodie sono nate in studio: talvolta risentivamo un pezzo registrato e ci venivano subito in mente cose nuove da aggiungerci. La fase di registrazione è stato davvero un periodo molto produttivo dal punto di vista della composizione e delle idee.
La ‘ciberneticità’ del vostro death fa sì che l’elettronica svolga un ruolo importante, in “Defening Dissonant Millennium”. Non temete che ciò stravolga il concetto stesso di death metal?
(Marcello) L’elettronica svolge sì un ruolo importante all’interno del disco, ma rimane comunque sempre esclusivamente di supporto: sono i riff veri e propri che dominano all’interno dei pezzi ed è con questi che, nel disco, ci si allontana dal concetto di death metal inteso nel senso classico del termine.
Preferite gli Human Improvement Process versione “picchia duro” (“Our Last Pieces Of Sanity”) o quelli aulici di “Materioscura”. Oppure, quelli melodici di “The Deepest Oblivion”)?
(Marcello) A dire la verità preferisco “Human Improvement Process” proprio nel loro complesso. Sicuramente l’album non avrebbe avuto lo stesso effetto se ci fossimo concentrati su una sfaccettatura sola del nostro sound.
(Fabio) Credo che il punto di forza del nostro sound stia appunto nella coesione di queste due ‘versioni’.
Siete al lavoro su del nuovo materiale?
(Marcello) Ovviamente sì, sto già cominciando a scrivere qualcosa di nuovo e Fabio mi sta dando una mano. Abbiamo diversi nuovi riff e siamo riusciti a ultimare un paio di pezzi.
(Fabio) Non ci piace stare con le mani in mano e siamo già al lavoro per il nuovo album! Possiamo già dire con certezza che il sound subirà un’ulteriore evoluzione rispetto a “Deafening Dissonant Millennium”, spostandosi su sonorità più estreme e cupe, mantenendo però il nostro modo di concepire i riff e la melodia.
Dal vivo come vanno le cose?
(Marcello) Grazie alla rinnovata line-up possiamo riprendere l’attività dal vivo e, sinceramente, non vediamo l’ora. Manchiamo da troppo tempo sul palco (quasi un anno e mezzo) e questa lunga attesa ci carica ancora di più. Sarà una bellissima sensazione portare finalmente live i nuovi brani.
(Fabio) Siamo stati troppo tempo lontani dal palco per problemi di line-up, ora che siamo tutti allineati e coesi non capiterà nuovamente.
Infine, cosa volete dire ai lettori di Truemetal.it?
(Marcello) Continuate a supportare il buon metal nostrano!
Intervista a cura di Daniele “dani66” D’Adamo