Hunted (Steve Barberini e Jon Letson)
Direttamente dal sottobosco underground gallese, gli Hunted sgomitano per avere spazio in una scena affollata come quella odierna e, a seguito di un disco autoprodotto, si ripresentano oggi forti di un contratto con Massacre Records. Già ai tempi in cui ci occupammo del debutto Welcome The Dead, all’epoca ancora autoproduzione, il potenziale fiutato tra i solchi del disco era altissimo. È evidente che anche i piani alti dell’etichetta tedesca (nel suo roster figurano nomi come Furor Gallico, Stormwarrior, Legion Of The Damned, Wizard e One Man Army And The Undead Quartet) si devono essere accorti di avere tra le mani un gruppo dal futuro molto promettente, tanto da proporre di siglare per una riedizione dell’esordio. Di tutto questo e di molto altro dovranno rispondere i membri degli Hunted, tirati in ballo per chiarire i primi passi di quella che sembra essere una carriera in fase di lancio.
Ciao ragazzi e benvenuti sulle pagine virtuali di TrueMetal! Comincerei subito con una piccola presentazione, visto che non tutti i nostri lettori vi conoscono.
Steve: Ciao Andrea! Allora, noi siamo gli Hunted, una heavy metal band proveniente dal Regno Unito, più precisamente dal Galles. Ciò che suoniamo potrebbe essere riassunto in “raw but emotional heavy metal”, cioè heavy metal crudo ed emotivo, e ci piace miscelare elementi provenienti da power, prog e thrash metal. Abbiamo inoltre da poco fatto uscire il nostro primo album dal titolo “Welcome The Dead” sotto Massacre Records con l’obiettivo di riuscire a portare la nostra musica ai metalhead di tutto il mondo!
Avete scelto Hunted come nome, parola che reca non poche similitudini con il nome di un’altra band più famosa, i The Haunted. Questa somiglianza vi ha creato problemi?
Steve: In realtà si e no. In effetti è un po’ frustrante quando le persone si riferiscono a noi come The Hunted perché non è il nostro nome, ma è semplicemente Hunted. Credo ci siano anche un paio di band chiamate The Hunted solo nel Galles ed è altrettanto frustrante, ma ormai non si può più cambiare. L’unica cosa che si può fare è chiedere gentilmente di riferirsi a noi semplicemente come Hunted. A proposito del paragone con i The Haunted, credo sia una conseguenza del fatto di cui sopra, cosa del tutto ragionevole, in effetti, ma credo che ci sia una grossa differenza tra la nostra musica e la loro, quindi il paragone non regge più di tanto se si conoscono entrambe le band. Sarebbe stato peggio avessimo in comune anche la musica, ma non è così e questo credo possa aiutare abbastanza ad eliminare la confusione.
Jon: Ahah! Certo, sicuramente crea problemi per le ricerche su Google, ma per il resto no. Ciò che suoniamo è abbastanza diverso da quello che fanno i The Haunted, quindi non credo ci sia così tanto rischio di confondersi!
Parliamo ora di Welcome The Dead, il vostro disco di debutto. Come mai avete scelto questo titolo e cosa rappresenta per voi?
Steve: Ricordo che un giorno Jon, Chris ed io (credo fossimo solo noi tre) stavamo guidando per andare da qualche parte, non ricordo esattamente dove, probabilmente ad un concerto, ed abbiamo iniziato a pensare ad un possibile nome per il disco. Se la memoria non m’inganna fu Chris che durante quel viaggio venne fuori con l’idea di Welcome The Dead ed a noi altri è piaciuta subito. Penso sia piuttosto rappresentativo della musica che proponiamo in quanto sia il lato strumentale che quello lirico esplorano un punto di vista piuttosto oscuro e filosofico. In più, ad essere onesti, ha un appeal terribilmente metal e suona piuttosto old school, cosa che apprezzo parecchio.
Jon: Si, come ha detto Steve, stavamo discutendone in macchina mentre stavamo andando da qualche parte. Stavamo tirando fuori titoli a caso (alcuni veramente strani!) poi ad un certo punto Chris disse Welcome The Dead ed io ho subito risposto “Fantastico! Suona diabolicamente metal, dobbiamo usare questo!”. Ci puoi leggere dentro moltissimi significati (fato, morte, oscurità, ecc.), ma la verità è che abbiamo pensato che suonasse bene!
Ora vorrei che diceste ai nostri lettori una buona ragione per comprare il vostro disco.
Steve: Secondo noi e basandoci anche su numerose recensioni entusiaste che ha ricevuto, Welcome The Dead offre una prospettiva piuttosto nuova all’ascoltatore. L’album presenta un miscuglio di diversi generi musicali, in particolare thrash, prog e power, a cui è comune il denominatore dell’heavy metal nel senso più tradizionale del termine. Lo stile vocale, inoltre, rimanda alla vecchia scuola del genere con riferimenti a Ronnie James Dio, Eric Adams, Rob Halford e Bruce Dickinson, così come lo stile chitarristico e ritmico hanno un impatto più moderno. Sin dall’inizio abbiamo deciso di suonare musica che ci rappresentasse appieno anche dal punto di vista dei testi e speriamo che anche chi ci ascolta possa comprendere il nostro messaggio. Oltre a questo, la produzione è grandiosa grazie all’aiuto di Tim Hamil, il quale ha al suo attivo collaborazioni con Girlschool ed Antherior, e di John K dei Biomechanical.
Se le mie ragioni non fossero sufficienti, allora raccomando di leggere le TONNELLATE di recensioni che hanno apprezzato il disco. Ovviamente il disco non potrà piacere a tutti, ma a parecchie persone sembra essere piaciuto moltissimo ed in tanti ci dicono che effettivamente stiamo facendo qualcosa di nuovo ed originale. Se non avete barriere mentali e vi piace ascoltare band che cercano di evolvere continuamente il loro stile, allora Welcome The Dead è sicuramente il disco per voi.
Jon: Posso sperare che le persone lo comprino e si prendano il tempo per sentirlo più di una volta, giusto in modo che i concetti entrino in testa e comincino ad avere senso. Credo onestamente che ci sia qualcosa di diverso nel nostro lavoro rispetto a quanto uscito all’interno della scena in quest’ultimo periodo e se qualcuno adora il metal (più o meno ogni stile di esso), chiedo semplicemente di dare una chance ed un po’ di tempo al nostro album. La promessa è quella che troverete qualcosa di veramente interessante al suon interno! Almeno, questo è quello che spero! (Oh, e poi potreste vincere un batterista con ogni copia!)
Invece cosa potete raccontarci della copertina? Chi l’ha creata e qual è il suo significato?
Steve: Il disegno che rappresenta la copertina è molto speciale per noi e personalmente lo adoro, tant’è che non credevo ai miei occhi appena l’abbiamo visto per la prima volta. È fantastico come il simbolismo dell’artwork sia accurato in base ai temi rappresentati nella nostra musica. La meravigliosa artista colombiana Marcela Bolivar di graydecay.com ha disegnato il tutto ed ha fatto un lavoro eccellente! Dal canto nostro le abbiamo fornito le idee di base ed alcune informazioni come, ad esempio, i testi di Impaled e Silence Of Minds, ma da lì in poi ha fatto tutto da sola. Anche se lei non ci ha detto quale sia la sua esatta interpretazione del dipinto, vedo il suo punto focale nella mano che viene bruciata in seguito al furto del frutto proibito dal Giardino dell’Eden. Questo rappresenta la creazione del concetto di “peccato” ed il frutto in fiamme mi fa venire in mente il concetto di quanto sia effettivamente attraente il peccato, mentre la mano la vedo come una rappresentazione dell’essere umano innocente che, venendo attratto in maniera molto facile dal peccato, si trova scottato altrettanto facilmente, oppure perde la sua purezza quando si avvicina troppo.
Hai accennato prima al discorso testi. Di che cosa parlano in generale?
Steve: Anzitutto ci tengo a precisare che le liriche sono molto important per noi in quanto amiamo descrivere emozioni reali in relazione ad eventi altrettanto reali. Non c’è dubbio che i testi che ne scaturiscono siano molto personali ed abbiano un significato molto particolare per noi (e soprattutto per il loro autore), ma cerchiamo anche di scrivere in modo che chi ascolta possa associare alle parole un significato proprio ed indipendente. Sostanzialmente gli argomenti di fondo toccano temi come filosofia, pensiero esistenzialista, il ciclo della vita, la morte, la fragilità umana, la religione, il potere e l’ipocrisia. Questo per dare un’idea di massima, ma in realtà c’è molto altro dietro.
Jon: Cerchiamo di mettere la stessa cura nei testi e nella musica e, per qualche ragione, gli argomenti di cui scriviamo sembrano essere sempre i “grandi temi” dell’umanità (morte, destino e via dicendo). Penso che ci siano cose che tutti possono comprendere ed interpretare alla loro maniera, quindi c’è effettivamente spazio per l’immaginazione dell’ascoltatore per dare una linea narrativa basata sulle sensazioni personali evocate dalla canzone.
Welcome The Dead è da uscito prima come autoproduzione, poi ha avuto una release ufficiale grazie a Massacre Records. Come siete entrati in contatto con l’etichetta?
Steve: Si è trattato sostanzialmente di un lavoro “vecchia maniera”: promozione di massa. Abbiamo messo insieme tonnellate di pacchetti promozionali con all’interno il nostro album, alcune foto e delle informazioni sulla band per poi inviare il tutto a etichette, riviste, webzine ed a chiunque potesse darci una mano a diffondere il nostro nome. Credo che alla fine l’ufficio postale ci adorasse! Dopo questa massiva campagna promozionale, Massacre Records si è messa in contatto con noi proponendoci un contratto e non è stata l’unica a farlo, ma alla fine abbiamo scelto proprio questa label perché la loro offerta era la migliore e siamo molto soddisfatti di aver firmato per loro!
Che tipo di reazioni avete potuto saggiare da quando è uscito l’album?
Steve: Le reazioni sono state travolgenti: una cosa è sentire un parere da parte degli amici in occasione di un’autoproduzione, ben altro tipo di sensazione abbiamo provato quando persone provenienti da tutto il mondo cominciano a complimentarsi per il nostro lavoro. È stato un grande sollievo, abbiamo lavorato duramente sull’album ed abbiamo sempre cercato di rimanere fedeli a quello che pensavamo potesse funzionare, quindi alla fine del processo di lavorazione eravamo molto soddisfatti, ma non avevamo idea di come la comunità metal avrebbe reagito. Praticamente tutte le recensioni sono state molto positive, anche se ovviamente qualcuna meno altisonante c’è stata, ma stroncature non ne abbiamo ricevute. La cosa che ci rende più orgogliosi è che molti pensano che stiamo facendo qualcosa di originale e certamente, ci sono degli elementi che posssono e devono essere rivisti, ma si tratta anche del nostro primo disco ed abbiamo ancora molto spazio e tempo per crescere. Il nuovo materiale che stiamo buttando giù ultimamente suona effettivamente un po’ più maturo di quello presente in Welcome The Dead e non vedo l’ora di poterlo registrare!
Jon: Sono state tutte grandiose e ne siamo molto contenti! Devo dire che il 90% delle recensioni sono state molto positive ed è veramente bello sapere che molti metallari sono interessati a quello che facciamo e che a loro piace molto… Anche le opinioni meno favorevoli hanno sempre sottlineato il potenziale della band ed io credo che ci sia sempre qualcosa di buono in una recensione ben scritta, che sia essa positiva o negativa. Dal canto nostro, siamo molto orgogliosi di questo album, ma ci sono cose che devono naturalmente essere sistemate per le prossime uscite ed i pezzi che abbiamo cominciato a scrivere per il nuovo album sono qualcosa di veramente eccitante! Vogliamo quindi ringraziare tutti quelli che hanno speso del tempo per scrivere tutte quelle recensioni riguardanti il nostro operato!
Il vostro stile si potrebbe definire come una sorta di miscellanea tra Nevermore, Judas Priest ed Iced Earth. Che musica vi piace ascoltare e cosa ritenete possa essere etichettata come vostra influenza diretta?
Steve: Ci hai preso in pieno! Quelle da te citate sono tre band che adoro letteralmente! Certo, all’interno del gruppo ognuno ha i suoi gusti, ma tutti condividiamo l’amore per Iron Maiden, Judas Priest, Helloween, Metallica, Dream Theater, Crimson glory e molti altri. A me piace sentire anche molto altro e recentemente ho ascoltato moltissimo Therion, Elvenking, Blind Guardian, Katatonia, Immortal, Dissection, Persuader e Kamelot, ad esempio, e tutte queste band, più quelle menzionate prima, hanno un’influenza su ciò che vado a creare. Diciamo che i nomi che hanno avuto più peso sugli Hunted sono stati sicuramente quelli di Iron Maiden, Priest, Iced Earth, Helloween e Therion. Sono sicuro che i miei compagni di gruppo hanno altre band che influenzano il loro songwriting, ma il bello è riuscire a creare canzoni che soddisfino appieno ciascuno di noi.
Jon: Grazie mille, è un bel terzetto di gruppi a cui essere paragonati! Come ha detto Steve, ci sono molte influenze di base dietro agli Hunted (Maiden, Megadeth, Priest, Iced Earth, Nevermore, Dream Theater ed altro), ma anche altre totalmente diverse. Alcune mie influenze che trovano spazio all’interno delle nostre canzoni sono un mix tra My Dying Bride, Communic, Orphaned Land ed anche un po’ dell’operato recente di Shadows Fall e Killswitch Engage!
Parlando a proposito dei Nevermore, avete scelto proprio la loro The Heart Collector come unica cover da includere nel vostro debutto. Perché proprio quella canzone?
Steve: Beh, perché no? È una canzone meravigliosa! Non sapevamo quale canzone coverizzare all’inizio perché ognuno voleva fare un pezzo diverso, così abbiamo deciso di mettere in un cappello tutte le opzioni e sceglierne una a caso! O meglio… questo era il piano! Per qualche motivo, una volta esclusi i Crimson Glory abbiamo deciso tutti di comune accordo di buttarci sui Nevermore. Credo siano poi stati Jon o Chris a nominare The Heart Collector ed abbiamo capito sin da subito che sarebbe stata perfetta all’interno del disco e ci siamo divertiti molto a suonarla! Diavolo, abbiamo avuto anche la benedizione di Warrel Dane prima di registrarla!
Durante le sessioni di registrazione so che c’è stato uno strano episodio a proposito di uno scimpanzé…
Steve: oooooooooooooooooooooooohhhhhhhh!! Beh, questa è una cosa molto interessante! Si, lo scimpanzé è nato durante la registrazione di Welcome The Dead, ma non posso dire molto di più, altrimenti potrei finire col collo spezzato (le scimmie sono molto potenti, come saprai). Diciamo solo che qualcuno ha iniziato a comportarsi proprio come un primate in studio e la cosa ha avuto come conseguenza l’indelebile soprannome di scimpanzé. Questo qualcuno si arrabbia molto quando viene chiamato così, quindi lascerò all’immaginazione il nome di costui, eheh!
Jon: Piccolo aiuto: ve ne regaliamo uno per ogni album acquistato…
Cosa sapete a proposito dell’Italia? C’è qualche piano di suonare dalle nostre parti?
Steve: Mi piacerebbe moltissimo, conosco molte grandi band itliane e credo ci sia una meravigliosa scena da quelle parti, ma, cosa più importante di tutte, ci farebbe molto piacere suonare da voi! Non abbiamo mai suonato in Europa prima d’ora e, come band che ha appena siglato un contratto, stiamo lavorando con alcune agenzie di booking per trovare delle date in giro. Magari potremmo dare l’annuncio a breve! Sono stato a Roma una volta, città meravigliosa, ma mi piacerebbe tornarci ancora per vedere altro!
Jon: Sfortunatamente non sono mai venuto in Italia, ma ho molti studenti italiani nella mia classe (sono un insegnante d’inglese) e sono tutti delle persone splendide! In più avete molto più cibo di noi, ahahah!! Le reazioni e le recensioni che ci sono pervenute dall’Italia sono state tutte fantastiche, quindi vorremmo con tutto il cuore venire a suonare per voi… se sarete da qualche parte nelle vicinanze, venite a vederci suonare. Sarà una notte meravigliosa, lo prometto!
Ed invece qualcosa si muove riguardo ad un tour per promuovere il disco?
Steve: Credo sia un po’ prematuro per quello. Certo, sarebbe meraviglioso, ma portandola su un piano reale abbiamo bisogno ancora di un po’ di esperienza prima di affrontare una cosa del genere… e di tempo! Un lavoro full-time non aiuta certo quando si tratta di andare in tour e trovare un equilibrio non è per nulla facile!
Jon: Ci farebbe molto piecere! Sfortunatamente, credo sia fuori dalla nostra portata, ma ci stiamo comunque lavorando…
Voi venite dal Galles. Godete di una buona scena metal dalle vostre parti? C’è qualche band che potete raccomandarci proveniente dalla vostra regione?
Steve: Uhm… no, direi di no. Avevamo i Budgie un bel po’ di anni fa. Credo siano ancora attivi con dei tour ancora oggi. Ci sono anche altre band che hanno fatto il “salto” a livello globale come Funeral For A Friend e Bullet For My Valentine, ma non sono molto sicuro del genere che suonano e non credo che sia propriamente metal, che dici?
Jon: I grandi Budgie (li hanno coverizzati anche i Metallica) vengono dal Galles, ma a parte loro non c’è una grande tradizione metal nel nostro Paese. Gli Anterior, nostri compagni in studio ai Sonic One, stanno facendo un gran lavoro con la Metal Blade, quindi teneteli d’occhio!
Ora vorrei spendere qualche parola per la crisi che ha coinvolto qualche tempo fa la periferia di Londra. Che cosa ne pensate? Quali cause politiche ci possono essere dietro a fatti del genere?
Steve: Si tratta di una questione spinosa amico, è stata una sorpresa per tutti quanti scoprire di quanta violenza è capace una comunità. La cosa è sfuggita di mano, ma ora si sono calmate. Ho un grande rispetto per le forze di polizia e per il loro lavoro, ma purtroppo non so cosa pensare dei rivoltosi. Il fatto che siano in questa situazione certamente coinvolge il governo ed in parte è sua la responsabilità. Credo che ognuno dei due schieramenti dovrebbe cambiare qualcosa nel proprio comportamento.
Jon: Senza scendere in discorsi ideologici che potrebbero andare avanti per ore, credo che il danneggiamento ed il furto da parte di chiunque sia completamente inaccettabile e vadano puniti con pene giuste. Ci sono alcuni problemi nella società inglese di cui non possono essere incolpati né il governo, né il popolo e, finché ci saranno, alcune cose andranno sempre storte. Ma sono molto ottimista, davvero!
Ragazzi, era l’ultima domanda. Queste righe finali sono tutte per voi e, nel frattempo, vi ringrazio per l’intervista!
Grazie a te, amico, è stato un vero piacere! Spero che chi abbia letto queste parole abbia voglia di ascoltare il nostro Welcome The Dead, ora uscito sotto Massacre Records ed a disposizione nella maggior parte degli store online. Potete avere qualche news riguardo agli Hunted via Myspace (www.myspace.com/huntedrock), Facebook e Twitter. Se avete una qualche opinione da condividere con noi, contattateci all’indirizzo email huntedrock@hotmail.co.uk. Salute a tutti voi!