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Hyades (Mark Negonda e Lorenzo Testa)

Di - 11 Gennaio 2006 - 18:35
Hyades (Mark Negonda e Lorenzo Testa)

Gli Hyades sono un gruppo che esiste ormai da 10 lunghi anni, e conoscendo personalmente i membri del gruppo so quanto sudore e quanta passione mettano nella loro musica.
Finalmente dopo anni ed anni spesi a suonare in giro e a registrare demo la band ha avuto l’opportunità di far uscire il suo primo vero e proprio disco, “Abuse your Illusion”, e per di più di vederlo pubblicato da un etichetta prestigiosa come la Mausoleum.
vediamo cosa mi hanno raccontato a proposito di questa nuova uscita i due chitarrista del gruppo, Mark Negonda e Lorenzo Testa.

1) Per iniziare mi pare giusto chiedervi di presentare gli Hyades a chi ancora non vi conosce.

Mark: La band si è formata sul finire degli anni novanta e ha subito un processo di maturazione che ci ha portato dall’heavy speed degli esordi, all’heavy di metà carriera, fino al thrash odierno che ci contraddistingue. Nel frattempo ci sono stati alcuni cambi di line up, in ultimo l’ingresso in formazione del nuovo batterista Rod, direttamente dai nostri amici Subliminal Crucher e SRL. “Abuse Your Illusions”, il nuovo e primo disco arriva dopo 10 anni di attività, 4 demo CD e una valanga di concerti!

2) Avete firmato un contratto con un etichetta importante come la Mausoleum, come siete arrivati a questo traguardo?

Mark: Nel modo più standard possibile. Abbiamo cominciato a spedire il lavoro una volta terminato, a partire da febbraio/marzo di quest’anno. Tra le etichette che abbiamo contattato la Mausoleum si è dimostrata interessata per un contratto di due album. Anche la brasiliana Marquee si è fatta avanti e abbiamo quindi optato per una edizione sud Americana e Giapponese affidata a questa etichetta, mentre la Mausoleum si occupa del resto del mondo.

3) Prima suonavate heavy metal classico con forti influenze epic, come mai avete deciso di dare una svolta thrash al gruppo?

Lorenzo: Mah guarda era nelle intenzioni mie e di Mark da tempo; alcune delle scelte stilistiche negli anni sono state alle volte dettate da limiti tecnici, soprattutto sul piano ritmico perché i pezzi attuali richiedono indubbiamente più tecnica e resistenza rispetto a quelli dei demo. Con l’ingresso di Mauro alla batteria abbiamo potuto spingere decisamente sull’acceleratore e dare sfogo a quelle tentazioni che già emergevano comunque nei passati lavori, per esempio nel demo Hyades, molto più cupo del suo predecessore. Diciamo che è stata una crescita graduale, favorita dai cambi di line-up, ma anche da una maturazione personale, visto comunque che siamo tutti giovani e abbiamo iniziato che ancora non eravamo neanche maggiorenni hehehe! Credo comunque che nel nostro sound, rispetto a molte thrash band odierne, sia ben evidente il background classico che abbiamo, non è un caso che alcuni recensori abbiano citato anche una band come i Metal Church per descriverci…

4) Mi ha colpito molto il testo di “September 11”, da dove è nata l’idea di cercare di vedere quel giorno sotto un atra luce?

Lorenzo: L’11 settembre 2001 è stato un giorno indubbiamente tragico, ma ha anche messo in luce l’ipocrisia del nostro “evoluto” e “democratico” mondo occidentale. Con le spettacolari riprese in diretta e quel suo taglio cinematografico, l’attentato al WTC ha colpito nel profondo la sensibilità di noi tutti, cosa che non accade nel caso delle quotidiane stragi silenziose che si compiono tra l’indignazione di pochi e l’indifferenza di molti. Nel 1973, per ironia della sorte sempre il giorno 11 settembre, gli USA e la CIA favorirono e finanziarono il colpo di stato che in Cile portò all’assassinio di Salvador Allende, primo Presidente socialista democraticamente eletto della storia, alla dittatura militare imposta del comandante Augusto Pinochet e alle migliaia di vittime che tutto questo causò. Ma pochi se lo ricordano e nessuna maledettissima strada è intitolata a quel giorno; nessuno commemora le vittime dei bombardamenti e delle fucilazioni avvenute a Santiago del Cile. Ma per l’11 settembre 2001 si organizzano parate e minuti di silenzio, strumentalizzazioni inutili che non rendono giustizia alle povere vittime statunitensi. Il testo di “September 11” racconta di quel giorno del 1973, basandosi su un dualismo che viene svelato solo nelle righe finali.

5) Le canzoni sono state scritte da Lorenzo, ma qual’è stato il contributo degli altri in fase di songwriting?

Lorenzo: Sì le ho scritte io, eccezion fatta per il testo di “Shut the Fuck up”, che è di Marco. Non è un processo forzato, i pezzi vengono poi riarrangiati e risistemati soprattutto assieme a Mark. Sinora le cose sono andate così, ma sono il primo a sperare in una maggiore partecipazione degli altri ragazzi… eccezion fatta per Marco che nello scrivere i pezzi è veramente incapace hahaha!

6) Il vostro batterista (Rodolfo, che suona anche con i Subliminal Crusher) abita molto lontano da voi, non vi crea problemi questa situazione?

Mark: Per quello che è diventato col tempo il nostro modo di lavorare e per i differenti impegni di ciascuno, no. Anche volendo non riusciremmo a conciliare le varie attività di ognuno con una costante attività di gruppo in sala prove; con internet e tutta la tecnologia del giorno d’oggi riusciamo a portare avanti comunque un ottimo rapporto sia personale che a livello di band, anche se Rodolfo abita a 500 km e passa da noi!

7) Secondo voi, almeno a livello commerciale, è stato il momento giusto per uscire con un disco Thrash come “Abuse your Illusion”?

Mark: Questo sarebbe semmai un problema dell’etichetta! Ma visto che alla Mausoleum non interessa prettamente il business e scalare le classifiche coi suoi artisti, non credo ci sia stata nemmeno l’ombra del problema! Per quel che ci riguarda proprio non ci interessa la questione, ragionando così, un nostro disco non sarebbe mai uscito (e ci è mancato poco visti gli anni che ci abbiamo messo!)

8) Quali sono state le reazioni che avete ricevuto finora al vostro lavoro?

Mark: Decisamente soddisfacenti e gratificanti, oltre le nostre iniziali aspettative. La media dei giudizi è parecchio elevata e siamo davvero entusiasti per questo. Tante sorprese e tante soddisfazioni, non ci possiamo per niente lamentare.

9) Che programmi avete per promuovere il disco da l vivo?

Mark: Cercheremo di suonare per quanto possibile nei mesi di gennaio e febbraio, per i quali parecchie date sono già state fissate. Ci piacerebbe anche fare qualcosa all’estero, non è una cosa semplice ma non ci arrendiamo facilmente! Dalla primavera in poi cercheremo di dare una sfoltita ai concerti per concentrarci sulla pre-porduzione del nuovo disco, che uscirà indicativamente l’autunno prossimo.

10) Cosa ne pensate dell’attuale scena Metal italiana?

Lorenzo: Uhm, devo essere sincero? Ci sono buonissime cose, ma anche tanti stronzi e tanta ipocrisia. Qui in Italia quasi tutti quelli che ascoltano metal suonano anche, e per tutti questi sei un nemico, un concorrente, un rivale. Se un gruppo che conosco firmasse per la Metal Blade, io sarei solo contento per loro; la maggior parte della gente no, incomincerebbe a rosicare, a fare illazioni, a sbraitare che “non è giusto” etc etc. Ci si prende troppo sul serio; ognuno deve assolutamente “arrivare là”, non interessa il divertirsi o farlo per passione. Vedi, noi andiamo avanti ormai da dieci anni, una volta che capisci come funzionano le cose, continui perchè hai la passione e perchè ti piace quello che fai, e poco ti importa se ad ascoltarti sono sempre quei quattro amici. Noi abbiamo registrato “Abuse” dopo nove anni senza contratto, ma questo disco sarebbe uscito lo stesso (eravamo convintissimi di autoprodurcelo) e andremo avanti anche se la Mausoleum ci dovesse tirare una pedata nel culo scaduti gli obblighi contrattuali. Suoniamo alle volte davanti a cinquanta persone e con quei pochi soldi che ci danno paghiamo giusto le spese a Rod per fare da Terni a qui. Siamo degli squattrinati in una band scassata, ma chi se ne frega di tutte queste stronzate, delle gelosie, delle cose dette alle spalle, delle rivalità. La scena non può svilupparsi fintanto che non c’è una mentalità diversa.
Tante piccole realtà ci sono, grazie spesso ad alcuni locali e club che diventano un punto di riferimento, com’è nel caso di Comunità Giovanile che ha di fatto dato la possibilità a noi, Hatework, Vexed, Total Death o tanti altri di uscire. Lo stesso in Veneto, dove c’è un buon movimento e band quali Warmonger, Death Mechanism, Ground Control, Mercy of Devil…
Per il resto, in Italia non è diverso dal resto del mondo; il metal è diventato un business non diverso da quello del pop, solo con un giro di quattrini assai più ristretto. E così abbiamo i trend del momento che durano qualche anno e spariscono, band che vengono create dal nulla e finiscono sul palco di Wacken (pensiamo a quella pagliacciata dei Lordi, per esempio), le solite lobby e gli accordi tra case discografiche di peso e giornali, e via dicendo. Non scopriamo l’acqua calda, ma finchè la gente non incomincerà ad essere più critica, in qualunque aspetto della vita, le cose non potranno cambiare.

11) Qual’è stato il miglior gruppo con cui avete suonato finora? Rispondi bene mi raccomando, ehehe!

Lorenzo: Hahah beh in tutta onestà suonare con voi Longobardeath è sempre uno spasso! Ma ci si conosce da tempo, non può essere diversamente (anche qui immagino già le illazioni per il buon voto della recensione… hihihi! We don’t care what you say: FUCK YOU!) (non ti preoccupare Lorenzo, come sai chi vuole illazioni le farebbe comunque, ma noi sappiamo di avere la coscienza pulita, e questo a me basta,n.d. Matteo Lavazza). Ad ogni modo credo che l’esperienza più bella della nostra carriera musicale, e probabilmente della mia vita, sia stata il breve tour fatto assieme agli Helstar. Tre giorni a dormire su uno scassato furgoncino sommersi dalla strumentazione, ma ad aprire per uno dei miei gruppi preferiti di tutti i tempi, una band leggendaria, geniale ed inarrivabile. Io e Mark abbiamo fatto anni e anni a sgolarci birracce del discount nei parcheggi di Legnano ascoltando in loop “Nosferatu” e lanciandoci in air guitar dalle improbabili diteggiature. Beh, trovarsi a suonare assieme a Jerry Abarça e James Rivera, con entrambi a comprarci il cd e a chiederci gli autografi, è stata una cosa commovente che non dimenticheremo mai.

12) Vi ringrazio per la disponibilità, e ovviamente lascio a voi la chiusura dell’intervista!

Mark: I dovuti ringraziamenti per lo spazio e l’interesse riservatoci; in più invitiamo tutti i lettori di Truemetal a venire in massa sabato 14 gennaio in Comunità Giovanile, a Busto Arsizio (VA) per il decennale della band che festeggeremo in un mega party assieme a Hatework e Vexed. Durante la serata registreremo anche un DVD, non potete mancare!

Ho già detto più volte che ritengo la scena Thrash italiana davvero valida e piena di nomi interessanti, e di certo gli Hyades rientrano alla grande tra questi, posso solo ribadire ancora una volta la mia speranza che tutta questa qualità musicale non venga snobbata prima di tutto da noi che seguiamo e amiamo certe sonorità, e chi avrà la possibilità di ascoltare una mazzata di Thrash bay area come “Abuse your Illusion” non potrà che darmi ragione, di questo sono certo.