I (Abbath)
È senza dubbio uno dei dischi dell’anno, ‘Between
Two Worlds’: appaga infattila fame di epico dell’ascoltatore heavy come
anche il bisogno di malignità del blackster che non dimentica un album come ‘At
The Heart Of Winter’. Ho incontrato in un albergo del centro di Milano Abbath:
simpatico, a tratti esilarante e decisamente alticcio, ma soprattutto convinto
di quanto propone al pubblico, il cantante sa esattamente quanto i suoi I
possano arrivare in alto.
Abbath, com’è nata l’idea di dare vita a questa
band?
“Ho semplicemente continuato a scrivere musica
come al solito, e avevo qualche idea da parte anche dopo lo scioglimento degli
Immortal. Mi sono semplicemente ritrovato a buttare giù le varie soluzioni che
avevo pensato e, parlando coi ragazzi che ora fanno parte della band, abbiamo
trovato il modo giusto per realizzarle.”
La domanda allora è obbligatoria: come mai un album
degli I e non uno degli Immortal, visto la continuità tra i due gruppi?
“Beh, gli Immortal si
sono sciolti!”
…Ok, ma perché non continuare con quel moniker a
questo punto?
“È semplicemente qualcosa di cui non voglio
parlare: la band è in un momento di pausa, punto.”
In ogni caso è già previsto un vostro ritorno, almeno
sui palchi, giusto?
“Sì, saremo al Wacken e vi registreremo un video
live…Vedi, era proprio il caso di prenderci un break, il punto è questo. E
nel frattempo mi sono dedicato a questo nuovo progetto, in cui volevo
sperimentare un po’ con le mie parti vocali, provare qualcosa di diverso dal
solito. Chiaramente tutto questo era possibile solo fino ad un certo punto negli
Immortal, senza contare altri problemi che non sto a citarti ora.”
C’entra qualcosa il fatto che non abbiate richiamato
Iscariah al basso?
“Tra le altre cose sì: si è fatto sentire solo
quando ha saputo dei soldi che ci avevano offerto per fare quei tre concerti che
abbiamo fissato, al che gli abbiamo rivolto un bel “Fuck you!” collettivo.
Quei soldi comunque li reinvestiremo per scenografie di palco fantastiche, ti
consiglio di venirci a vedere al Wacken!”
E Demonaz? Credi che ci sarà posto per una breve
comparsata anche per lui?
“No, non può suonare a causa della tendinite ed
è felice di rimanere dietro le quinte della band. Però se vieni ti prometto
che lo tiro fuori e ti faccio salutare! (Ride, Nda)”
Tornando agli I, devo dirti che ho apprezzato proprio i
pezzi più ‘epici’ del disco, come ‘Warriors’ o la title-track: credi
che la band possa avere un futuro proprio seguendo questa linea?
“In realtà sto già lavorando a due nuovi pezzi
per gli I, e sono proprio sullo stile di ‘Warriors’: come hai detto
giustamente, quella canzone e ‘Between Two Worlds’ sono un po’ il fulcro
del disco. E quello è anche la linea che voglio seguire, che apprezzo di più e
che vedo più congeniale agli I.”
Con che criteri hai messo insieme la band, prendendo tra
gli altri T. C. King dei Gorgoroth e Armagedda, l’ex-batterista proprio degli
Immortal?
“Ho incontrato Armagedda qualche tempo fa, si
stava ancora esercitando regolarmente con la batteria e abbiamo parlato
dell’eventualità di fare qualcosa di nuovo insieme. Però lui non voleva
suonare blast beats e cose simili, niente quindi che rimandasse direttamente ai
vecchi Immortal, ma entrambi volevamo dirigerci verso qualcosa di più old
school. Abbiamo iniziato a provare in saletta, e mentre facevamo una di queste
prove è arrivato T. C. King e, dopo averci ascoltati, ci ha supplicati di farlo
suonare con noi! (Ride, Nda) E noi gli abbiamo dato l’ok, del
resto siamo amici da tempo.”
Ha lasciato quindi i Gorgoroth per questo motivo o si
tratta di un problema indipendente?
“No, assolutamente. Ha lasciato quella band per
tutt’altre ragioni.”
Non approfondiamo allora. Ora però vorrei sapere il
perché di un moniker così conciso per la band…
“Volevo semplicemente qualcosa che mi
rappresentasse, e all’inizio avevo pensato di chiamarlo ‘Abbath’: ma poi
Demonaz se n’è uscito con questa idea, mi è sembrata semplice e diretta,
esattamente quello che ci voleva; e l’abbiamo tenuta. La cosa importante è
che non ha dirette connessioni con gli Immortal, si rivolge al futuro e non ha
legami particolari col passato, appunto: si tratta di un progetto del tutto
distinto e ho intenzione di creare musica con entrambi i moniker, anche se per
gli Immortal è tutto da vedere. Staremo a vedere allora cosa succederà, per il
momento siamo soddisfatti di essere sul mercato di nuovo con un album, anche se
il nome della band è diverso. La pausa è finita.”
Anche se in realtà non hai mai smesso di suonare, dato
che porti avanti la tua cover band dei Motörhead, i The Bömbers…
“Certo, e lo farò ancora nei prossimi anni:
abbiamo appena fissato un concerto in Norvegia, a Bergen…”
E qualche tempo fa avete suonato anche in Italia…
“Sì, dalle parti di Venezia. Un ottimo concerto,
la gente si è divertita. La nostra è una band alcolica, c’è una componente
da party nei concerti che facciamo, ed il pubblico apprezza molto. È nato tutto
dalla passione comune per i Motörhead, ci siamo messi a jammare e da lì se
n’è uscita l’idea di mettere in piedi una cover band. Cosa c’è di meglio
del divertirsi e venire pagati per farlo?”
Qui Abbath si ferma di colpo e tira uno starnuto con
annesso screaming tale da far girare tutta la gente presente nella pacifica
lounge dell’albergo, per poi dirmi, con calma serafica: “Satan blast!”.
Inutile dire che i seguenti cinque minuti sono stati spesi in risate…
“Tornando a noi, abbiamo suonato con i The Bömbers
in un festival in cui c’erano proprio i Motörhead, e il nostro chitarrista è
riuscito ad ottenere una presentazione della band sul palco da Lemmy! Una figata,
credimi, un sogno che si avvera. Abbiamo dovuto far riprendere il chitarrista
dopo, era completamente shockato! (Ride, Nda)”
Facciamo ora un salto nel passato: sei uno dei fondatori
del black metal norvegese, ti senti ancora legato, oggi, a questa scena, ammesso
che esista ancora?
“In realtà credo che dal black metal stia
uscendo un sacco di merda: troppe band clone, senza idee, si copiano l’un
l’altra e non vedo perché dovrebbero interessarmi. Non c’è creatività né
voglia di tentare strade nuove, per cui preferisco ascoltare i vecchi gruppi,
quando ancora avevano qualcosa da dire. I gruppi che hanno fondato il genere…
Che mi dici allora del nuovo album dei riformati Venom?
È piaciuto proprio a pochi, sei uno di questi?
“In realtà non l’ho ascoltato. La gente ne
parla davvero male e c’è un motivo per cui non l’abbia sentito: è che non
voglio ascoltare un album dei Venom brutto!(Ride, Nda) L’ultimo
disco che ho considerato davvero fantastico è ‘Mourning Sun’ dei Fields Of
The Nephilim, davvero una delle migliori uscite degli ultimi anni. Devi sentirlo
assolutamente.”
State programmando dei tour per gli I? Spero possiate
portare il disco anche sul palco…
“No, non faremo nessun concerto con gli I,
perlomeno prima di quelli programmati con gli Immortal. Forse faremo qualcosa ad
inizio 2007, ma non te lo so ancora dire; anche perché ci sono un po’ di
problemi con le rispettiva occupazioni: King per esempio ora è in tour coi Sahg,
di supporto ai Celtic Frost in Nord America, per cui sarà difficile far
collimare tutto quanto. Non ci siamo ancora riuniti per parlare di progetti live
in realtà, vedremo cosa sarà possibile realizzare, magari qualche festival la
prossima estate. Penso che prima di organizzare concerti faremo un videoclip,
però: e si tratterà di ‘Between Two Worlds’. Sarà necessario però
tagliarla un po’, perché è troppo lunga per un clip…”
Che tipo d’ambientazione avete scelto per realizzarlo?
“Abbiamo una location molto particolare, tra
monti e foreste, e sì, sarà legato a quanto abbiamo fatto con gli Immortal…ma
in un modo ancora diverso!”
Non una cosa simile al video di ‘Blashyrkh’, allora,
per fare un esempio…
“Non sarà la stessa cosa ma ci saranno
collegamenti tra i due video. Non voglio fare troppe rivelazioni ora, ma devi
considerare comunque gli I come la band sorella degli Immortal.”
Che idea ti sei fatto di alcune reunion importanti nel black metal?
Parliamo per esempio degli Emperor, nati più o meno insieme a voi e di nuovo
sui palchi da qualche mese…
“Secondo me gli Emperor non sono più gli
stessi. Ho parlato con Samoth e mi ha assicurato che non faranno un nuovo album,
quindi credo che lo facciano più che altro per raggranellare qualche soldo in
più con i live show, anche perché non mi sembrano più di tanto coinvolti
nella band, ora come ora. È una questione più che altro di immagine, che
colpisce i ragazzi e loro vogliono enfatizzare. Ti posso assicurare invece che
gli Immortal faranno uno show indimenticabile: abbiamo avuto un sacco di soldi
per suonare al Wacken, ma la gran parte li reinvestiremo nelle scenografie del
concerto stesso, faremo esplodere tutto, hahaha! (Ride, Nda)“
L’ultima domanda mi sembra d’obbligo, visto che siamo
scivolati sull’argomento ‘black metal norvegese’: e riguarda forse l’unico
personaggio rimasto tragicamente fedele a se stesso, sto parlando ovviamente di
Varg Vikernes…
“(Si incupisce all’improvviso, Nda)
Non ho nessuna intenzione di parlare di lui, non mi interessa. È al di fuori
del mio mondo, e oltretutto non mi piace nemmeno la sua musica.”
Ok, meglio sorvolare allora. Ci vediamo in Germania,
Abbath, è stato un piacere…
“Piacere mio, davvero! Siamo un grande team,
sia come I che come Immortal, ve lo dimostreremo in tutte le sedi
possibili!”
Alberto Fittarelli