Infection Code
Sterile, nuovissimo lavoro in casa Infection Code, è paragonabile a un tormentoso e lungo viaggio attraverso un mondo ostile. Che poi non è altro che il nostro mondo, filtrato attraverso la lente di questa particolarissima band italiana. Un ascolto simile offre parecchi spunti, dunque è stato doveroso contattare il gruppo per un’intervista.
Innanzitutto spendereste due parole per raccontare la storia del gruppo ai nostri lettori?
Infection Code nascono un giorno maledetto del ’99 dalla volontà di alcune persone desiderose di dare vita ad un progetto di musica sperimentale che racchiudesse i più disparati elementi dell’estremismo sonoro, quali Death Metal, Grind, Hardcore, Elettronica minimalista. Dopo pochi mesi nasce H.I.V 999, mcd che dà al gruppo un’ampia visibilità tra la stampa specializzata e gli adetti ai lavori. Il tempo scorre ed aumenta l’entusiasmo, che va a giovare alle nuove composizioni sempre caratterizzate da una costante ricerca sonora ed una nascente identità stilistica. Così tra concerti e recording sessions nel 2002 vede la luce il primo album: Life Continuity Point, prodotto da Tommy Talamanca ai Nadir studios.
Il disco purtroppo ha una gestazione sofferta e prolungata che porta ad uno sfaldamento all’interno della line-up ed ad una scostante e latente promozione da parte dell’etichetta di allora. Non vengono fatti concerti (pochi) e non esiste una vera e propria distribuzione. Nonostante tutto il disco ottiene ottime recensioni e con il passaparola riesce a vendere quasi 500 copie. A metà del 2003 i problemi di line-up si risolvono e si inizia a guardare al nuovo album. In pochi mesi Sterile è realtà, come è realtà il nuovo contratto discografico con la NewLM / Crotalo, etichetta che dà piena fiducia alla band. È un nuovo inizio. La fine è un’utopia.
Perchè la scelta di ‘Infection Code’ come monicker?
Nel nome si nasconde il significato del nostro progetto artistico. Musica e liriche sono in simbiosi. Vogliamo infettare, contaminare con la nostra arte, e nella nostra arte c’è un alto tasso di contaminazione tra generi e musiche molto diverse. Nella concettualità e nella struttura. Il codice rappresenta il simbolo della vita. Sterile, vacua, asettica, fredda. Un codice da infettare.
E ora parlerei di Sterile… La prima cosa che mi è parso di notare è che per curare una simile produzione ci è voluto non solo diverso tempo, ma anche il lavoro di parecchie persone. Potete darci un’idea di come sia stato il processo di registrazione?
È stato un lavoro meticoloso, entusiasmante ed anche parecchio massacrante. Ci siamo messi a nudo davanti alla nostra musica. Sono venuti fuori tutte le nostre emozioni che hanno guidato gli strumenti, sentimenti parecchio negativi, carichi di rabbia e desolazione. In fase di composizione ci chiudevamo in sala prove, 4 persone a suonare, a provare e sperimentare. Stavamo ore ed ore a massacrarci orecchie ed ugole fino a che non usciva qualcosa che rappresentasse appieno il nostro stato d’animo. In studio di registrazione si è aggiunta una quinta persona: Tommy, il nostro storico produttore, ma possiamo anche definirlo un membro del gruppo. Lui ha saputo catturare il pathos, la nostra rabbia e metterli in un solco digitale. Non c’è voluto molto, 4 mesi, intensissimi però. Molto belli.
Ho quasi il rigetto, pensando a Sterile, di usare una generica etichetta; tuttavia mi piacerebbe che provaste voi a descrivere il suono ottenuto. Cos’è stato a spingervi a cercare una commistione di influenze così diverse?
È l’unica prerogativa che ci poniamo. Non ripeterci e cercare nuove soluzioni. Mettere in discussione ciò che hai fatto prima è fondamentale per noi. Per questo siamo sempre alla ricerca senza snaturare mai la nostra personalità musicale. Non è facile descrivere la musica che fai, anzi e terribilmente imbarazzante. Sinceramente non saprei dirti cosa suoniamo, e poi non amiamo molto dare etichette alla musica. La musica deve regalare emozioni, brutte o belle, ma deve scuotere far reagire. Spero che la nostra musica possa creare in parte questo, in chi l’ascolta. È il compito di voi giornalisti poi trovare l’etichetta giusta alla nostra musica!!!! Lo facciamo apposta!!!
Il lavoro, aiutato da un artwork particolare, dà l’idea di sviluppare un concept specifico, o quantomeno di riagganciarsi di continuo a una stessa tematica. Se è così, potete parlarne?
Si tutto è collegato. La musica, i testi e l’artwork. È sempre stato così anche per i lavori precedenti. Le tematiche che affrontiamo e che fanno parte del concept ruotano intorno alla figura dell’uomo chiuso nella propria gabbia e camicia di forza che è la quotidianità, senza riuscire a mantenere la propria individualità psicologica ed intellettuale, schiacciato da un potere strisciante, talmente ovvio e reale da risultare un nemico invisibile. Eppure questo pericolo c’è, esiste. E’ la nostra deumanizzazione, un ciclo di sterilità emotiva che ci porterà alla morte.
Sul retro del Cd leggo ‘Meat / Blood / Nerve / Bone’. Ha un significato particolare all’interno del concept sviluppato?
Queste scritte del cd rappresentano i titoli dei quattro capitoli che raggruppano le canzoni di sterile, ed ognuno riassume ciò di cui si parla appunto all’interno di queste. Sono parole simboliche che contrastano con il titolo del disco. Sangue, nervi, ossa carne elementi organici che donano la fisicità all’uomo, di contro la sterilità intellettuale dell’uomo stesso.
La musica è un mezzo per veicolare emozioni, messaggi o entrambi? Come si muovono in questo senso gli Infection Code?
Soprattutto per esprimere emozioni. Componiamo per noi stessi quando ci sentiamo particolarmente abbattuti o carichi di negatività. Seguiamo un preciso concept lirico ma che descrive sempre sensazioni che proviamo sulla nostra pelle. Non lanciamo messaggi politici, non ne avremmo innanzi tutto le capacità nè l’autorità per farlo. Penso che la musica in quanto arte debba esprimere emozioni pure dell’artista e lasciare molteplici interpretazioni all’ascoltatore.
Sterile è l’esatto opposto di quello che definirei un lavoro diretto. Non vi ha preoccupato il fatto di essere così poco accessibili?
Non ci interessa essere accessibili o commerciali. Non ci siamo preoccupati di questo in fase di composizione e registrazione. È la nostra musica, personale interpretazione di ciò che dovrebbe essere un certo tipo di musica, e mi rendo conto che non siamo di facile presa (soprattutto dal vivo, dove la gente scappa atterrita per il mal di orecchie che provochiamo), ma questo proprio non ci tocca. Cerchiamo in tutti i modi di portare avanti il nostro discorso musicale fino a che avremo qualcosa da dire e fino a che la passione non mancherà, poi decreteremo la nostra morte artistica.
Suonerete live per promuovere il lavoro? Come è possibile trasportare le mille sfaccettature di un album simile su un palco?
Ci stiamo muovendo in tutti modi per potere portare sul palco Sterile. Non è facile poter ospitare un gruppo come il nostro in un locale ma non ci scoraggiamo davanti a nulla. Grazie all’ aiuto dell’ etichetta e di alcune agenzie stiamo pianificando un piccolo tour che ci porterà a suonare fino a primavera del 2005.
Non vorrei peccare di presunzione ma riusciamo a riprodurre le canzoni anche dal vivo. Non so come possa avvenire questo ma succede. Siamo anche più veloci, violenti, e tetri.
Potrei sbagliarmi, ma penso che abbiate contatti e rapporti sia con la scena Hardcore che con quella Metal. Esiste secondo voi una separazione particolarmente netta? Volendo grossolanamente distinguerle, che cosa vi piace / non vi piace dell’una e dell’altra?
Prima di tutto vorrei esprimere un mio personalissimo parere. Non esiste nessuna scena in Italia. Ci sono Tantissime bands che suonano Hardcore e che suonano Metal, ci s’incontra si suona insieme, c’è un legame di amicizia “d’interesse” ma tutto finisce li. Una vera e propria scena non esiste. Mi piacciono gruppi Hardcore e gruppi Metal, ma non saprei dirti cosa mi piace di una scena per il semplice fatto che non riesco a identificarla. La cosa che ci accomuna tutti forse è la grande passione che abbiamo nel continuare e la grande illusione che un giorno le cose possano cambiare in positivo, perché per un certo tipo di musica in Italia non esistono sbocchi.
Il fatto di avere sviluppato la vostra maturità musicale in Italia piuttosto che in un altro paese sicuramente ha influito. Dove vi ha avvantaggiato e dove invece è stato un peso?
Non vedo vantaggi per una band che propone un genere che sia al di fuori del connubio discoteca-musica. Manca cultura musicale e quindi non c’è mercato e richiesta. È un po’ il cane che si mangia la coda, ma l’Italia non dà nessun sbocco e i soli sacrifici di pochi (e qui parlo di etichette, agenzie etc…) non servono a far cambiare la mentalità. È triste dirlo ma siamo ancora il paese della pizza e mandolino.
Avete forti aspettative da Sterile? Quali sono?
Che possa essere apprezzato nella sua interezza o che possa essere disprezzato, ma comunque che smuova a livello emotivo ed artistico. Le vendite non ci interessano molto, vorremo solo che chi ha investito su di noi si ripaghi dei sacrifici economici sostenuti.
Sicuramente gli Infection Code sono un gruppo che ama sperimentare. Esiste in musica un limite oltre il quale la sperimentazione non è più lecita? Parlando dell’aspetto lirico / concettuale, esistono territori che devono rimanere tabù?
Non devono esistere territori dove è lecito o no esprimersi. Quando si parla di arte che sia musica, cinema, pittura, letteratura non ci devono essere ostacoli e tabù. Un certo tipo di arte può essere osannata o fare vomitare, ma comunque deve essre libera. È la più alta forma di espressione che ha l’uomo di comunicare senza condizionamenti e regole. Deve colpire, fare discutere, stimolare, risvegliare il cervello dal perenne sonno catartico che ci impone la società, e quindi deve essere libera, mettere a nudo le paure, le gioie ed i fallimenti dell’uomo. Creare dibattiti in questo c’è la possibilità di crescere ed evolverci.
Domanda di rito: quali sono i gruppi italiani e stranieri che ritenete oggigiorno più validi?
Ascoltiamo molte cose differenti tra di loro, ed ognuno di noi ha i suoi gruppi preferiti. Non amiamo neppure fare freddi elenchi perché i nostri umori potrebbero cambiare da un momento all’altro e di conseguenza ciò che ascoltiamo- Per esempio io ora sto ascoltando Mezzanine dei Massive Attack ma penso che questo non interessi a nessuno (e invece per quanto mi riguarda hai guadagnato ancora punti :PPP, NdA).
Eccoci alla fine. Grazie per la disponibilità e i miei complimenti per Sterile. Tutta vostra la conclusione!
OMNIA SUNT COMMUNIA
Matteo Bovio