Symphonic

Intervista a Germana Noage (Noage)

Di Daniele D'Adamo - 10 Dicembre 2023 - 8:30
Intervista a Germana Noage (Noage)

Venerdì prossimo 15 dicembre 2023 uscirà via Revalve Records “From Darkness to Life”, full-length di debutto dei Noage, nuova formazione di symphonic metal con sede a Roma. Una ghiotta occasione per porre qualche domanda a Germana Noage, “capitana” del gruppo.

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Assieme a te, nella genesi dei Noage è nota la partecipazione di Jonathan Vanderbilt, chitarrista / cantante dei Celtic Hills, terminata con l’uscita dei vostri due primi singoli. Ci puoi dire il perché della fine di questo sodalizio?

I Noage sono nati dalla collaborazione tra me e Jonathan, avevamo già scritto insieme ‘Eden’, brano dei Celtic Hills per il quale abbiamo anche girato il video in Friuli. Successivamente decidemmo di scrivere insieme ‘Surrender’, che segnò il debutto dei Noage. La formazione iniziale si divideva tra Roma e Trieste, con me c’era alla batteria Daniele Zangara ma, dopo il secondo brano ‘Fearless’, io sentii l’esigenza di formare una band con dei musicisti locali per poter portare la musica dei Noage anche live, cosi a dicembre del 2021 iniziai la ricerca.

La formazione è composta da musicisti di tutto rispetto. Come li hai assoldati? Li conoscevi già, avevi lavorato con loro, in passato?

Misi un annuncio con l’idea di mettere su una band tutta al femminile, quindi specificai che l’annuncio era rivolto prevalentemente a musiciste donne (ma non solo) e mi rispose Michele Serra dicendomi: «Ciao, io sono un chitarrista molto amante del genere, ahimé però non sono donna…» (ancora rido!). Quando venne in sala a fare il provino, io e Daniele fummo molto colpiti dal suo modo di suonare i brani già editi e soprattutto dall’originalità delle sue idee di composizione e quindi senza dubbio alcuno entrò subito a far parte della band. Fu lui stesso poi a completare la formazione con Michele Raspanti al basso e Massimo Pieretti alle tastiere e pianoforte.

A proposito di line-up, quest’anno è entrato in formazione il batterista argentino Andrés Gualco. Cos’è successo?

Daniele, alla fine dell’estate, ci ha messi al corrente che aveva la necessità di prendersi una pausa dalla musica, per motivi suoi personali, ma che avrebbe portato a termine i progetti in comune fino all’arrivo del nuovo batterista. Abbiamo girato con lui il video di ‘Playground of the Dead’ e nel frattempo abbiamo iniziato la ricerca del nuovo batterista. Andres Gualco appena trasferitosi a Roma dall’Argentina ci è sembrato subito un degno sostituto.

Come definiresti lo stile dei Noage?

Un mix di gothic, prog e power metal con influenze anni 80.

Una curiosità: Noage è il tuo vero cognome?

Noage è il nome d’arte che scelsi per me e che poi è stato scelto all’unanimità anche come nome per la band. Molti pensano che sia un cognome ma in realtà è “No age” scritto tutto attaccato come per definire la mia idea che noi siamo “esseri senza tempo”.

Con il debut-album “From Darkness to Life” siete riusciti a definire e rendere concreto il vostro personale stile al primo colpo. Come ci siete riusciti?

Lo stile della band riflette necessariamente le influenze musicali dei membri e ciascuno di noi ha portato e messo a disposizione degli altri il proprio bagaglio musicale, fatto di stili e generi differenti: io ho influenze pop, blues e metal melodico al femminile; il nostro tastierista Massimo Pieretti ha più un’impronta rock/prog; Michele Raspanti, il bassista, è della vecchia guardia heavy metal; Michele Serra, il chitarrista, predilige un progressive metal/rock dove i tempi dispari la fanno da padrone; Daniele Zangara ha influenze piu rock. Non vogliamo in ogni caso relegarci a un genere specifico anche se è lecito farlo, ci piace pensare che le nostre diverse esperienze unite soprattutto alla voglia di creare qualcosa di unico e personale, e la nostra forte intenzione di dare luce a un prodotto musicale valido e importante ci ha portati a questo risultato, figlio dell’unione che si è creata tra noi.

Come avviene il processo di composizione delle varie canzoni?

Le canzoni vengono composte da tutti i componenti della band, di solito Michele Serra ci dà la sua idea e poi ognuno fa la sua parte, ma ci sono anche brani nati dalle idee degli altri componenti. Comunque tutto il lavoro si svolge principalmente in sala prove e coinvolge ciascuno di noi.

‘Playground of the Dead?’. Brano al di fuori dello spazio e del tempo. Com’è nato? Qual è il significato dei suoi testi?

Un giorno Michele Serra venne in sala e disse: «Ho composto una nuova canzone, ho anche il titolo ‘Playground of the Dead’… ascoltate…». Ci siamo tutti sentiti ispirati e ognuno di noi ha composto poi la sua parte. Io ho subito immaginato e raccontato nel testo di un parco giochi abbandonato, dove non c’erano più le risate e le speranze di quando eravamo bambini ma solo il freddo e il gelo dei rimpianti per non aver vissuto la vita quando era il momento, e quindi la descrizione di un luogo nell’aldilà  dove non c’è musica né luce ma solo buio e silenzio, che culmina poi nel ritornello con un’esortazione a renderci conto di come vogliamo vivere e farlo con coraggio ora, prima che sia troppo tardi.

Più in generale, quali sono i temi affrontati in “From Darkness to Life”?

l disco si apre con ‘Darklife Prelude’, una breve introduzione musicale al viaggio che stiamo per intraprendere partendo dal buio di non sapere chi veramente siamo; passando attraverso i mostri interiori di ‘Monsters’ che sono le nostre paure piu profonde ci ritroviamo in ‘Playground of the Dead’, che ci esorta a risvegliarci a noi stessi e cominciare a vivere dei nostri talenti. In ‘Build Your Heart (feat. Amy Breathe)’ il duetto con la mia cara amica e cantante romana, ci buttiamo alle spalle il passato e ricostruiamo un cuore pieno di ferite insieme al nostro vero Io; in ‘From Darkness to Life’ raccontiamo proprio di quelle ferite che hanno lacerato il nostro cuore che però non smetterà di battere e ritroverà sempre la forza di riemergere dagli abissi. In ‘Silent Breath’ una trasmutazione di ciò che in noi è falso in un amore incondizionato nei confronti della nostra vera essenza o anima; ‘Never Too Late (feat. Kate Nord)’, altro duetto con un’altra cara amica e grande artista, ci ricorda che non è mai troppo tardi per sentire di nuovo l’amore; in ‘Superhero (feat. Francesco Mattei)’ troviamo la collaborazione di un altro caro amico, chitarrista dei Noveria nonché proprietario dell’Underworld Studio, dove abbiamo registrato e prodotto il disco, qui spostando il focus dalla mente a noi stessi diventeremo davvero dei supereroi; chiudiamo volutamente il disco con ‘Fuck This World’ pronti a lasciare il vecchio Mondo che inquina le menti fin da bambini per diventare chi siamo destinati a essere.

Provate assieme? Fisicamente, intendo.

La nostra forza credo sia proprio nel provare insieme ogni settimana, da quando ci siamo incontrati, abbiamo una nostra sala e cerchiamo di non saltare mai le prove e nel caso di recuperale sempre.

Ci puoi brevemente raccontare la tua carriera, i tuoi studi, quando ti sei accorta di avere una voce così straordinaria?

Io sono nata con la passione per il canto, ho avuto la fortuna di frequentare una scuola privata dove c’era un grande teatro, si organizzavano sempre molti spettacoli e lì ho cominciato a prendere confidenza con il palco, seppur bambina ero sempre la voce solista. A quindici anni la mia prima band pop/rock, facevamo molti live in piazze e locali, poi mentre si parlava di registrare il nostro primo disco è accaduto qualcosa che mi ha portata lontana dall’ambiente musicale, forse non ero ancora pronta per qualcosa di piu grande ma ho perseverato nello studio del canto, cambiando molti insegnanti e molti generi, dal pop al blues, finché un giorno, “da grande”, il mio ultimo maestro di canto Marco D’Angelo (Saint Louis College, Amici, ecc.) mi disse: «Basta prendere lezioni, buttati in un progetto musicale tuo e ricomincia a fare i live», e così sono approdata nel metal grazie agli Ætherna. Cercavano una cantante per un progetto di musica originale e lì ho dato il mio contributo anche nella stesura dei pezzi, insieme a loro ho fatto dei live con aperture importanti (Lacuna Coil, Pino Scotto, David Ellefson, ecc.). Mi rendevo conto però che mancava ancora un tassello che poi ho trovato nei Noage, infatti in questo progetto sono finalmente riuscita a tirare fuori gran parte della mia creatività e anche della mia voce.

A quando la prima serata live?

Abbiamo già fatto dei live con un ottimo riscontro nella capitale, ora stiamo organizzando il release party per i primi mesi dell’anno prossimo che sarà anche un debutto per Andres alla batteria.

Per concludere, cosa avresti da dire ai lettori di TrueMetal.it?

Inseguite i vostri sogni senza farvi catturare dalle vostre paure.

Grazie a tutti, per averci dato spazio in questa intervista, a nome dei Noage e, se vi è piaciuto il nostro primo LP, sappiate che stiamo già lavorando al secondo!

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A presto!

Germana Noage

Intervista a cura di Daniele “dani66” D’Adamo