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Intervista a Stefania Courson ed Ivan Grave (Questa non è l’ America – Il muro del Rock)

Di Mickey E.vil - 22 Settembre 2023 - 8:00
Intervista a Stefania Courson ed Ivan Grave (Questa non è l’ America – Il muro del Rock)

Oggi un’autrice appassionata di musica e un musicista raccontano a TrueMetal una storia che dubitiamo avere qualche precedente. La storia di un percorso anomalo ma che ha portato a risultati concreti e forse inaspettati, la storia di chi crede fino in fondo in quello che sta facendo, a prescindere dalle condizioni esterne – favorevoli o avverse che siano. Questa è la storia de La Faida, la storia di Ivan Grave ma anche la storia di chi ha contribuito a creare questo racconto, dunque la storia di Stefania Courson. E di chi è alla ricerca di un riconoscimento per la propria arte. In fondo questa non è l’America… O forse sì?

Chi sono Stefania Courson e Ivan Grave? Vi chiedo una breve ma completa presentazione per i lettori di TrueMetal!

Stefania Courson: grazie alla mia passione per la musica milito nei web magazine musicali RockOn, Indie for Bunnies e Distorsioni.

Ivan Grave: cantante e cantautore con 20 di bagaglio artistico, ora sono il cantante, co-fondatore della band La Faida, band hard rock sardo-campana.

(Entrambi sardi)

Come si sono incrociate le vostre strade musicali e com’è nata l’idea di scrivere un libro?

Stefania: solitamente scrivo dopo la lettura di libri grazie alla collaborazione con un po’ di case editrici, oppure mi occupo di scrivere dei focus di artisti noti. Non avevo mai scritto di una nuova band, ma La Faida mi aveva incuriosito per il suo nome e per il fatto che avevo capito che all’interno c’era un componente della mia terra. In più mi aveva colpito che all’inizio del 2022 la band parlava del loro singolo Malamore, distribuito da Universal. Contattai i ragazzi, li intervistai e scrissi il mio articolo sulla loro particolare storia su RockOn. Una band nata a Los Angeles al Whisky a Go Go, degli sconosciuti che in poco tempo si erano trovati e creato un progetto così dirompente. Un mese dopo il mio articolo ricevetti un messaggio di Ivan.

Ivan: Tornato da Los Angeles mi ritrovai come tutti chiuso tra quattro mura a casa del lockdown. In momento di crisi dentro me scattò qualcosa, iniziai a scrivere i miei testi in italiano e sentendo i musicisti conosciuti in America trovai la mia vera dimensione. Dopo un percorso lungo e fitto di porte in faccia però mancava ancora qualcosa. L’articolo che scrisse Stefania mi piacque molto e decisi di contattarla per aiutarmi a scrivere un libro. Avevo sentito dentro me l’esigenza di buttare fuori tutto ciò che potevo.

Questa non è l’ America – Il muro del Rock: di che cosa si tratta? Di una biografia (ne dubito) oppure di una serie di riflessioni su cosa significhi fare musica oggi, prendendo in considerazione tutti gli aspetti ad essa correlati?

Questa non è l’America – il Muro del Rock parte dalla biografia di Ivan ma racconta uno spaccato di vita comune a tanti, a molti di quelli che vivono per fare musica e arte in generale. L’artista infatti, che non a caso fa parte di una band che si chiama “La Faida”, racconta molti dei suoi torti subiti, tutti i pregiudizi e gli ostacoli che lo hanno portato a costruire davanti a sé un muro protettivo. L’obbiettivo del libro è raccontare un sogno con tutte le sue difficoltà, cercando, mattone dopo mattone, di abbattere il muro.

Com’è strutturato il libro, è vincolato ad una scansione cronologica degli eventi oppure quali altri parametri avete utilizzato per raccontare la storia de La Faida?

Il libro si apre con l’incontro dei ragazzi a Los Angeles. Successivamente c’è un passo indietro, il protagonista si siede e si racconta. Un tuffo nel passato affrontato nel libro tramite il racconto di dati biografici, arricchiti di incontri artistici, incontri determinanti che hanno permesso al protagonista di incontrare il se stesso bambino e adolescente. Pian piano poi, specie nella seconda parte del libro, avviene quella che è una sorta di parafrasi canzone per canzone di quello che poi è l’album della Faida Questa non è l’America uscito con Universal il 31 Marzo 2023.

Come vi siete approcciati alla stesura del libro? Avete lavorato sempre a quattro mani o anche individualmente?

Il libro è stato scritto tramite “meeting regolari” in cui Ivan pian piano raccontava il suo passato mentre Stefania si occupava di mettere in ordine i pezzi. Ma non solo. Si è spontaneamente poi dato un taglio “reporter”, nel senso che Stefania e i ragazzi della band hanno condiviso parecchi momenti insieme, in modo che si potessero cogliere più cose possibili per poterli descrivere in modo realistico.

Il volume è autoprodotto e pubblicato su Amazon: come avete affrontato la realizzazione del formato fisico e come state promuovendo il lavoro?

Ad un certo punto abbiamo pensato che il nostro libro, dato i suoi messaggi e la sua identità, avrebbe avuto la sua massima coerenza con l’auto produzione. Abbiamo dunque pubblicato il libro con Amazon che in maniera piuttosto onesta dà la possibilità di avere per noi e per i lettori le copie fisiche del libro. Per la promozione, sempre per stare fuori dalle dinamiche classiche dell’editoria, ci stiamo muovendo per organizzare degli eventi dove la protagonista principale possa essere la musica.

Ora che il libro è disponibile per il pubblico come vi sentite? Separatamente o insieme pensate di proseguire l’avventura in ambito editoriale?

Ora che il libro è disponibile per il pubblico ci sentiamo sollevati. Quando scrivi, torni indietro sulle pagine, revisioni, controlli, sembra che il percorso non finisca mai. Ora siamo molto concentrati sul fare conoscere questo libro, dunque ora non sappiamo se ci sarà un sequel, ma come sempre saranno gli avvenimenti e le canzoni del nuovo album a darci una risposta.

Un saluto finale per i nostri lettori e un invito ad immergersi tra le pagine di Questa non è l’ America – Il muro del Rock, da parte di Stefania e di Ivan!

Salutiamo i lettori di True Metal specificando che Questa non è l’ America – Il muro del Rock non è la storia biografia di un artista che si sente già arrivato. Il libro, partendo dalla storia di Ivan, vuol essere un messaggio di vicinanza a chi ha affrontato o sta affrontando tutte le difficoltà che un percorso artistico prevede. In breve, è il libro da leggere se quando vi chiedono che cosa fate nella vita e voi per esempio dite “il musicista”, chi avete davanti persiste e chiede : “Sì, ma che lavoro fai”?

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