Intervista Ad Noctem Funeriis (Moloch)
Per chiunque bazzichi la scena Black Metal nostrana, gli Ad Noctem Funeriis sono un nome che spesso spunta fuori inevitabilmente: ora come ospiti in qualche evento sparso lungo lo Stivale, ora sotto forma di recensione online fra appassionati del settore, ora come semplice passaparola. Si dica il caso che i ragazzi siano pugliesi come me, quindi ci siamo fatti una veloce chiacchierata. Con noi è ospite il fondatore Moloch, forgiatore di inni di oscura blasfemia in formato sei corde.
Benvenuto sulle pagine di TrueMetal, Moloch!
Lietissimo di averti qui, per quanto mi riguarda.
Grazie! è un vero piacere esserci!
Gli Ad Noctem Funeriis sono una realtä che sta prendendo sempre più piede sia nel sottosuolo nostrano che quello estero: come da tradizione, puoi raccontarci la storia di questa creatura bestiale?
La storia è iniziata tutta poco più di vent’anni fa nella cantina di un officina meccanica da me e un caro amico alla batteria, entrambi ragazzini malati per il Black Metal, l’esoterismo e l’alcool ed entrambi desiderosi di metter su una band per fare un po’ di casino. Ci sono state tante difficoltà e tante “dipartite” ma lo scopo lo abbiamo raggiunto, anche grazie a diversi membri validi che hanno militato negli anni nei nostri ranghi.
Lo so, domanda canonica di rito (satanico) che proverò a rigirare in maniera un po’ differente: nonostante la chiara influenza nordica del vostro suono, avete nonostante tutto anche influenze da band estranee al contesto scandinavo? O addirittura qualcosa che proviene dagli anni ’80 e generi addirittura estranei all’estremo se non proprio al Metal stesso?
L’influenza nordica è chiarissima anche perchè all’epoca girava quasi solo roba nordica e di conseguenza si ascoltava quasi solo quel tipo di Black Metal. Abbiamo sempre cercato però di non essere i cloni di nessuno e di mettere del nostro, senza pretendere di inventare nulla di nuovo, cosa che nel tempo ha caratterizzato il nostro sound. io personalmente ho un background ottantiano sin dall’infanzia fino alle scuole medie ma sinceramente i Manowar e gli Slayer NON hanno influenzato gli Ad Noctem Funeriis aahahahahahha!
Veniamo al motto della questione: “NGUL A C**ST!” (purtroppo, doveri redazionali m’impongono una certa censura), ovvero il vostro motto che te hai persino tatuato sul bacino. Cosa è per te il Black Metal e cosa significa per te vivere questo suono qui in Italia, nel contesto temporale attuale? Alla fine sei di Bari, non di Bergen (nonostante il pregevolissimo mashup Bärgen suggerito da più di un pugliese verace in occasione dei vostri concerti), però durante le vostre prove dal vivo sembra di assistere agli anni d’oro nero della nera fiamma scandinava: avete per caso qualche nome di riferimento particolare riguardo il come impostare le vostre performance? Quando differisce il Moloch musicista dall’uomo che vi è dietro la sua controparte artistica?
Ahahhaahahha il mashup è bellissimo! Ti ringrazio del complimento sulle live performances! Onestamente non abbiamo mai preso spunto da nessuno, viene naturale comportarsi in un certo modo sul palco, in fondo stiamo interpretando dal vivo il nostro tipo di Black Metal. Chi mi conosce personalmente e ha avuto a che fare con me sa che non sono poi molto diverso una volta sceso dal palco, anzi a volte son peggio, sul palco sono più “tranquillo” ahahahahah!
Il nostro motto è un po’ uno stile di vita se cosi possiamo intenderlo, inoltre è una simpatica bestemmia tanto in voga dalle mie parti che dicevo sin da quando ho memoria, tanto che spesso mi chiamavano direttamente così anche prima di tatuarmelo direttamente addosso! Quindi.. Ngul a crist! Spread the Word!
I cinque dischi Black Metal fondamentali per Moloch…no anzi, porrò la cosa diversamente elencandoti i miei, giusto per vedere se ci si ritrova con qualche gusto in comune: “Live in Leipzig” dei Mayhem, “Pure Holocaust” degli Immortal, “Storm of the Light’s Bane” dei Dissection, “Those of the Unlight” dei Marduk e “In the Nightside Eclipse” degli Emperor. Ti ci ritrovi in qualcosa? Alcune porzioni del vostro suono le associo ai Gorgoroth…sbaglio?
Questa è la più difficile da rispondere perchè ne potrei elencare centinaia di dischi fondamentali.. Ci ritroviamo in “Pure Holocaust” e “Those of the Unlight” (ho anche questa copertina tatuata sulla schiena quindi..), “Filosofem” di B****m ( – scusate la censura ragazzi, ma è innominabile e basta anche una sola sua citazione per ritrovarsi fusigati dagli algoritmi dei social network – Nda), “The Secrets of the Black Arts” dei Dark Funeral e “De Mysteriis Dom Sathanas” dei Mayhem… non ho mai associato il nostro suono ai Gorgoroth ma ti ringrazio!
Chi è il principale compositore dei pezzi? Siete soliti riunirvi in sala prove oppure chi compone i pezzi detta le direttive agli altri membri della band? Poi ora, grazie all’ingresso del nuovo bassista, avete ben due membri in comune con i vostri ‘gemelli’ Vajass, sempre da Bari.
Entrambe le cose. Ci sono idee portate da ognuno che poi vengono sviluppate in sala prove tutti insieme. In realtà Nijur è una nostra vecchia conoscenza, è stato il nostro primo cantante nel 2003, presente sulla nostra prima demo, e siamo sempre stati ottimi amici oltre che “colleghi”, quindi è un piacere riaverlo con noi anche se con un ruolo diverso. Abbiamo “rubato” il batterista ai Vajass quando il nostro batterista per motivi familiari ha dovuto abbandonare la musica, ma d’altronde loro ci avevano “rubato” il cantante… occhio per occhio!
Sia in Italia che all’esterno il vostro nome sta riscuotendo un successo sempre maggiore, avete per caso intrapreso tour all’estero fino ad ora oppure siete rimasti perlopiù sul suolo nostrano? Indipendentemente dalla risposta, a mio vedere direi che anni e anni di costanza e coerenza vi stanno ripagando bene: il nome sta crescendo coi suoi tempi, senza improvvise esplosioni che lascerebbero presagire un determinato boom con annesso anonimato a seguire.
Sì, in passato abbiamo suonato anche all’estero ma il “grosso” , soprattutto di spalla ai grandi nomi, lo abbiamo fatto in Italia.
La costanza e la coerenza sono cose fondamentali, abbiamo sempre creduto in quello che facciamo e siamo ancora qui per poterlo dire.
Domanda irrinunciabile: considerando che suonate un pezzo, denominato ‘Luce e Fiamme’, che siete soliti dedicare alla scena Black Metal tricolore, qual’è la vostra opinione in merito alla scena Black Metal nostrana? In Italia è davvero difficile farsi un nome (se non impossibile per alcune realtà), dove credi stia il problema alla base di questa estrema difficoltà da parte anche del pubblico? Ok che l’Italia non brilla affatto per occupazione lavorativa e le relative conseguenze finanziare che dettan legge in quanto a presenze di pubblico, viaggi e così via, però nonostante tutto qui a livello musicale tutto pare un po’ fatica…
A dedurre da alcune cose poi, pare siate molto amici con i nostrani Infernal Angels soprattutto.
Non ho mai riscontrato grossi problemi al “farsi un nome” in Italia, come dicevamo prima è la costanza e la coerenza a permetterti tutto ciò, non puoi pretendere di suonare in cantina con gli amici ed essere conosciuto fuori da quelle mura umide. La scena italiana è sempre stata florida di band validissime, sia venute prima di noi che dopo di noi, e non credo che possa mai cambiare questa situazione. Purtroppo è poco considerata rispetto a quella estera ma si sa che noi italiani siamo un po’ esterofili… Il problema del pubblico spesso lo si riscontra per il ricambio generazionale che spesso manca o se c’è non è come quello di una volta, vuoi anche per i problemi occupazionali e di conseguenza finanziari (io a 15 anni viaggiavo da solo fino a Milano per Xmas Fest e NoMercy vari perchè oltre a studiare lavoricchiavo per potermi permettere questi “lussi” che erano priorità assolute per me) quindi spesso uno si trova col dover scegliere a quale serata andare e a rinunciare ad un’altra seppur interessante.
Con gli Infernal Angels, in particolare con Xes, ci conosciamo da quando sono nate entrambe le nostre creature e abbiamo sempre avuto un rapporto di amicizia che va al di là della distanza geografica. E’ sempre un piacere fare casino insieme!
Illustraci il nuovo disco, “Abyss, Fire, Brimstones”, che personalmente reputo un lavoro di eccellente fattura come pochi se ne sentono oggigiorno.
Qui lascio la parola all’autore dei testi e del concept del disco, HellHound (voce): “il disco rappresenta un viaggio introspettivo suddiviso in tre capitoli, ognuno dei quali sottolinea uno stadio dell’essere finalizzato alla realizzazione ed esaltazione dello stesso”.
Detto ciò, è arrivato il momento di congedarci! Rivela ai lettori di TrueMetal qualcosa che non sia mai stato finora rivelato: logicamente non un segreto (altrimenti non sarebbe male), quanto piuttosto qualcosa che ci vada vicino. Alla prossima e “NGUL’ A CHI SAI TU” come sempre!
La Madonna non è vergine lo sanno già tutti??? Se no, sappiatelo!
Grazie dello spazio che ci hai concesso e spero di ritrovarci tutti ad un fottuto nostro concerto con una birra in mano ad urlare NGUL A CRIST!!!