Intervista agli Empty Tremor
Dopo l’uscita di due validissimi dischi e la partecipazione al Tributo Ufficiale dei Dream Theater, troviamo gli Empty Tremor impegnati nella composizione del prossimo concept album. Alle mie domande, risponde gentilmente Christian Tombetti, chitarrista del gruppo.Salve Christian.
Una breve occhiata al sito ufficiale degli Empty Tremor e subito una domanda. Come procedono le registrazioni del nuovo materiale?
Stiamo completando proprio in questi giorni la stesura definitiva della track list del nostro prossimo album. Subito dopo l’uscita di Eros & Thanatos ci siamo messi al lavoro senza tregua per realizzare il nuovo disco. Le sessioni di ripresa sono previste per il mese di marzo, mentre per quelle del mixaggio sono ancora da definire; crediamo e speriamo comunque che l’uscita ufficiale sia schedulata entro l’anno.
Confido in un nuovo capolavoro. Ma dopo Apocolokyntosys ed Eros and Thanatos, con quali parole descrivereste gli ultimi brani cui state lavorando? Ci saranno delle differenze sostanziali rispetto alle pubblicazioni precedenti?
Indubbiamente è un disco più maturo rispetto ai precedenti, la band è cresciuta sotto il profilo tecnico e compositivo e il dedicarsi così ampiamente alla propria musica e al proprio strumento ha sicuramente fruttato moltissimo. Apocolokyntosys venne creato quando quasi tutti non superavamo i 18 anni ed è logicamente ovvio che il tempo trascorso dal debut album a oggi ha sicuramente sviluppato e migliorato gli aspetti percettivi e di intendere musica. Viene visto il tutto in una chiave piu’ matura e più completa sottoposta a giudizi obbiettivi e sicuramente meno istintivi come poteva accadere magari 6-7 anni fa. In questo disco abbiamo voluto curare perfettamente sia la fase compositiva, che quella degli arrangiamenti e delle liriche; prestando particolare attenzione alla coesione di tutti gli strumenti e cercando comunque di ottenere sempre una soluzione vincente, oltre ad un forte impatto.
News risalenti ad un anno fa vedono la voce di Giovanni De Luigi allontanarsi da questo gruppo. Come avete superato questo momento di crisi? Siete riusciti a trovare un degno sostituto?
L’allontanamento di Giovanni dal gruppo è stato un avvenimento particolarmente toccante per tutta la band. Sono situazioni che ogni gruppo non deve mai sottovalutare, anche perché dopo diversi anni di duro lavoro fatto insieme c’è sempre la probabilità che nel corso del tempo ogni componente decida di sviluppare un cammino individuale. La scelta di Giovanni di tentare carriera come solista è stata comunque condivisa e apprezzata da tutti gli Empty Tremor, pur sapendo che avremmo perso un grande personaggio sotto tutti gli aspetti, da quelli personali a quelli professionali. Per quanto riguarda noi, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo continuato a lavorare costantemente e con la stessa tenacia. L’apertura al concerto di Yngwie Malmsteen del 26 maggio a Brescia e l’impegno costante della nostra label (Frontiers Rec), ci hanno aperto le porte a nuovi contatti e opportunità di collaborazione con artisti già affermati nel settore.
La vostra storia inizia molto tempo fa. Pensate che con il passare del tempo il vostro sound complessivo abbia subito una certa evoluzione? In che modo e da quale punto di vista?
Gli Empty Tremor hanno sempre cercato di migliorare ogni aspetto all’interno del contesto musicale e non, prestando particolare attenzione dalla stesura dei brani fino alla produzione. Singolarmente non abbiamo mai smesso di “lavorare”, sia sotto il profilo tecnico che sotto quello compositivo. Tecnicamente abbiamo appreso, nel corso degli anni, le nozioni basilari e necessarie per poter applicare le idee musicali ognuno al proprio strumento e riuscire ad evolverci sia singolarmente che insieme. La nostra risorsa principale rimane comunque il feeling che si è creato da 10 anni a questa parte, che ci ha consentito di avere quella particolare intesa musicale che ci accompagna dalla sala prove, in studio, fino ad arrivare al palco. Principalmente l’intento e l’impegno non sono mai mutati nel tempo; vediamo il percorso degli Empty Tremor come un continuo susseguirsi di obiettivi. Quello che muta principalmente è l’approccio, che diventa giorno dopo giorno più adulto e razionale, ma che allo stesso tempo viene contrastato dall’istintività della passione per il sound che ci caratterizza.
Dopo il Tributo, inutile sottolineare ancora una volta le varie influenze dei Dream Theater sulla vostra musica. Ma per quali aspetti questo gruppo deve essere preso maggiormente come modello?
Fin dagli inizi la critica ci ha sempre accostati stilisticamente ai Dream Theater. Questo non ci ha mai creato alcun fastidio; anzi, ci lusinga enormemente. Essere paragonati ad un a band di rilievo come loro e’ sicuramente di grandissimo auspicio per noi. Non possiamo certamente negare che i Dream Theater ci hanno influenzato enormemente, ma e’ una caratteristica comune un po’ a tutte le band, il fatto di prendere spunti da altri. I Dream Theater stessi hanno preso diversi spunti dai Rush. Questo capita quasi sempre nel mondo dell’arte: ci deve essere sempre qualcuno che dia l’ispirazione per dare seguito ad un filone artistico, facendolo progredire e migliorare, anche se in alcuni casi non è sempre così.
Infine, una domanda molto semplice.
Cosa significa esattamente Empty Tremor?
Empty Tremor alla traduzione letterale significa “tremore (nel) vuoto”, ossia un insieme di due significati di natura diversa l’una dall’altra. Da una parte abbiamo una sensazione emotiva rappresentata da un tremore o brivido, quindi una sensazione fisica vissuta di pelle, dall’altra parte invece abbiamo il vuoto ossia l’assenza totale di materia. Il nome gioca quindi sul dualismo della diversità e della contrapposizione dello stato della materia e dell’assenza totale di materia e di vita. Riassumendo il nome vuole rappresentare una sensazione paradossale e metafisica di un brivido emotivo vissuto in un mondo privo di vita.
Lascio a te la possibilità di urlare una conclusione a questa intervista, davanti ai fan più impazienti. Prego:
Finalmente anche l’Italia può vantare di avere gruppi degni e all’altezza della scena mondiale, sicuramente negli ultimi anni la maturità e la professionalità è cresciuta notevolmente e a ritmi incalzanti. Inoltre è aumentata l’attenzione da parte di chi propone musica ed ovviamente questo settore ha aperto le porte a futuri sviluppi dando così un giusto spazio anche ad un genere come l’heavy metal che come ben sappiamo in Italia non ha quasi mai riscosso tanto successo. Tutto il mondo sa che l’Italia è un paese artistico che ha basato queste radici grazie alla sua cultura, sperando che questo riverberi anche nel corso degli anni venturi, ed è giusto mantenere accese le proprie origini storiche e artistiche proponendo e tenendo alto anche il nome dell’heavy metal targato Italia.