Intervista Airbourne (Matt Harrison)
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Gli Airbourne si apprestano a pubblicare il loro quinto album, “Boneshaker“, dopo 16 anni dalla nascita della band e 12 dal primo disco.
Anni segnati da innumerevoli concerti, chilometri macinati tour dopo tour per raggiungere ogni angolo del pianeta, e migliaia di fan conquistati con il loro energico e coinvolgente Rock.
Il 25 ottobre uscirà “Boneshaker“, il 29 ottobre suoneranno in Italia, all’Alcatraz di Milano, e nel frattempo ecco la nostra intervista con Matt Harrison, il chitarrista della band.
Intervista a cura di Davide Sciaky
Ciao, benvenuto su TrueMetal.it!
Grazie, mi fa piacere parlare con voi!
Ho ascoltato “Boneshaker” negli ultimi giorni e devo dire che mi piace molto, suona molto potente e “molto Airbourne”. Come descriveresti il disco ai vostri fan?
Sono contento che ti piaccia! Il miglior modo per descriverlo è dicendo che è decisamente l’album degli Airbourne che si avvicina di più a catturare l’atmosfera e l’energia di un concerto degli Airbourne. È grezzo, diretto, le chitarre sono aggressive e RUMOROSE!
Il produttore di quest’album è il pluripremiato Dave Cobb. Com’è stato lavorare con lui?
È stato fantastico lavorare con Dave. È un vero amante del Rock N’ Roll, e c’è un motivo se è il più grande produttore al mondo al momento. È un genio a catturare “il momento” quando una band suona dal vivo – ed è in grado di creare un’atmosfera in studio dove nessuno di noi sente pressione mentre registra… si è sempre trattato di divertirsi e di catturare una canzone alla nascita, quando tutti sono più ispirati ed energizzati da una nuova idea.
Se non sbaglio “Breakin’ Outta Hell” è stato il primo album che avete registrato in patria, in Australia. Con “Boneshaker” siete tornati negli Stati Uniti, a Nashville, come mai? Avete avuto problemi durante la registrazione dell’album precedente?
Siamo tornati a Nashville unicamente per Dave. Lui lavora nel RCA Studio A sulla Music Row che è uno studio di registrazione incredibilmente famoso e, a dirla tutta, è stata una decisione facile! Lo studio stesso è stato di grande ispirazione ed è stato un onore creare musica nella stessa stanza dove un tempo lo fecero Elvis, Johnny Cash e i Rolling Stone. Vedere le foto di tutti quegli artisti sui muri ci ha decisamente aiutato a comprendere ed apprezzare la storia di quel posto e di essere sicuri di lavorare sempre al top!
In un periodo in cui molte band scrivono album lunghi e pieni di canzoni, voi avete mantenuto l’album Rock N’ Roll e dritto al punto: 30 minuti di musica, 10 canzoni. Siete mai stati tentati di seguire questo trend e di scrivere un album più lungo?
Mai.
Questo album è SEMPRE andato deliberatamente contro questo trend. Le registrazioni di oggi sono diventate troppo “perfette” e senza anima – e un sacco di album Rock e Metal moderni suonano tutti allo stesso modo… noi volevamo andare nella direzione completamente opposta creando un disco grezzo ed energico – catturando quattro esseri umani veri che suonano strumenti veri! Queste canzoni sono state registrate dal vivo tutte nella stessa stanza… le chitarre che entravano nei microfoni della batteria e abbiamo lasciato qualche piccolo “errore” perché danno alle canzoni l’anima di una band che suona live nello studio.
Per come sta l’industria musicale oggi è difficile per un musicista vivere di musica, in particolare nel Rock e Metal. Nonostante ciò, in qualche modo voi siete riusciti a farcela andando avanti a suonare davanti a migliaia di fan per anni senza trovate di marketing particolari, e senza neanche essere troppo innovativi con la vostra proposta musicale, ma semplicemente suonando classico, roccioso Rock. Quale diresti che è la chiave del successo degli Airbourne?
Un po’ come ho accennato quando parlavo della registrazione… la gente può vedere che è vero. Suoniamo tutto dal vivo, non ci sono tracce registrate o cazzate del genere… e montiamo 24 amplificatori Marshall sul palco ogni notte perché amiamo questa musica e come noi migliaia di rocker la amano!
In definitiva penso che la gente trovi una connessione con gli Airbourne e con la nostra musica perché vedono che ci teniamo a quello che facciamo e che sanguineremmo per il Rock N’ Roll!
Sono passati 12 anni da “Runnin’ Wild” e immagino che all’epoca della registrazione di quel disco non avreste mai immaginato di trovarvi dove siete oggi. Ti ricordi un momento particolare quando hai realizzato che la carriera musicale poteva funzionare davvero per te?
Io sono nella band solo da 3 anni, quindi non ero nel gruppo all’epoca, ma siamo amici da allora e i nostri percorsi hanno seguito una strada parallela in molti modi fino al momento in cui effettivamente sono entrato nella band! In un certo senso penso che tutti ci sentissimo che la nostra carriera musicale avrebbe raggiungo questo punto (e speriamo vada anche oltre!) perché è letteralmente l’unica cosa che abbiamo mai voluto, e perché ci approcciamo alla musica con una tenacia che ci ha fatto andare avanti per tutti questi anni! Stiamo sempre pensando a quale possa essere il prossimo passo, a come rendere i nostri concerti più grandi e folli ad ogni tour. La cosa bella è che ci sono costantemente momenti che ci ricordano perché amiamo il Rock N’ Roll… il mio TERZO concerto con la band è stato di fronte a 80.000 persone, quindi puoi immaginare come quello sia stato un momento davvero pazzesco!
Con cinque album nella vostra discografia avete parecchia musica da cui scegliere quando suonate dal vivo, è difficile mettere insieme una setlist?
Sì, sta decisamente diventando sempre più difficile. In particolare ora che stiamo aggiungendo più canzoni da “Boneshaker”! Abbiamo cominciato a cambiare le canzoni in setlist ogni sera in modo da poter suonare più canzoni diverse da tutti i cinque album.
Per concludere quest’intervista, mi racconti l’episodio più strano, il momento più alla Spinal Tap che hai vissuto in tour?
Queste cose succedono di continuo! [Ride]
Solo alcune sere fa: sono andato a pisciare durante la pausa prima dell’encore e mi sono perso nel backstage. I ragazzi ovviamente non hanno pensato di controllare che ci fossimo tutti, così mentre stavo cercando di ritrovare la strada per il palco ho sentito il resto degli Airbourne iniziare a suonare ‘Ready to Rock’!
Finalmente sono riuscito a tornare sul palco appena prima del primo ritornello.