Intervista Akvan/اکوان (Vizaresa)
Dopo svariate uscite e l’album di debutto “Forgotten Glory / شکوه فراموش شده” gli Iranian influenced black metal Akvan/اکوان non hanno perso tempo nel rilasciare e nel progettare nuovo materiale, come l’atteso nuovo album “City of Blood/ خونین شهر”. Il fiero mastermind Vizaresa si è rivelato assai disponibile e generoso nel raccontare a TrueMetal.it il mondo attorno al suo progetto, mantenendo comunque un aura di riservatezza personale. Buona lettura
Intervista a cura di Elisa “SoulMysteries” Tonini
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Ciao Vizaresa, benvenuto su TrueMetal.it.
Ciao, grazie per avermi ospitato. Apprezzo che tu abbia dedicato del tempo per intervistarmi.
Partiamo dall’inizio, quando e come hai formato gli Akvan ? Qual’è inoltre il significato del suo nome?
Ho cominciato a lavorare sulla musica per gli Akvan durante l’estate del 2014, dopo essermi brevemente trasferito a Dubai e poi in Iran dagli Stati Uniti. Ho scelto il nome Akvan pochi mesi prima di iniziare a lavorare alla musica del progetto, mentre stavo leggendo lo Shahnameh, il poema epico nazionale dell’Iran. Nello Shahnameh c’è un racconto sul guerriero leggendario Rostam che sconfigge in astuzia il div Akvan e, sapendo che Akvan era un demone (div oppure دیو in Farsi significa demone), ho deciso di approfondire il significato del nome e ho scoperto che Akvan funziona anche come parola persiana moderna per Aka Manah, il demone del desiderio sensuale nello zoroastrismo. Penso sia un nome perfetto per un black metal che allude anche al ricco passato pre-islamico dell’Iran
Gli Akvan si ispirano all’aspetto artistico, letterario, storico, mitologico e musicale dell’Iran. Il tuo stesso pseudonimo, Vizaresa si riferisce a un un demone che raccoglie anime malvagie e le trasporta all’inferno dopo la morte. Potresti dire più precisamente cosa ti ispira di più ?
In quanto qualcuno che ha avuto il privilegio di essere nato e cresciuto negli Stati Uniti, pur avendo anche la possibilità di visitare e vivere in Iran con doppia cittadinanza a mia discrezione (ne ho sicuramente approfittato molte, molte volte), vedo la situazione tra Iran e Stati Uniti in modo molto diverso da quanto percepito da entrambe le parti. Spero di ispirare gli ascoltatori a condurre le proprie ricerche sulla storia antica ed epica dell’Iran. Si spera che traggano una visione più positiva nei confronti di questo bellissimo paese.
Naturalmente la stessa domanda va fatta anche dal punto di vista musicale. Quali gruppi metal ritieni siano stati più influenti nel tuo progetto ?
Questa è una domanda a cui è difficile rispondere. Traggo influenza da una grande varietà di artisti e l’elenco è in continua espansione. Per quanto riguarda il metal, alcune (enfasi su alcune) delle band su cui continuo a tornare sono Dissection, Watain, Emperor, Abigail Williams, Advent Sorrow e Behemoth.
Oltre ad essere eseguito dalla componente elettrica, il lato folk è creato anche dagli strumenti etnici locali quali setar, tar. La musica popolare può essere estremamente complessa nelle varie tipologie e sottigliezze…potresti indicarci in particolare quale tipo di folk inserisci nei tuoi lavori ?
Non direi che ci sia un tipo specifico. Faccio riferimento al sistema Dastgah, ma tendo a scrivere solo quello che penso suoni bene. Non ho alcuna formazione nella musica Sonati (tradizionale iraniana). E’ qualcosa che mi piacerebbe sicuramente perseguire in futuro.
Che rapporto hai con gli strumenti tradizionali che hai scelto tra un gran numero di possibilità ? Pensi di aggiungerne ancora in futuro ?
Ho scelto il tar perché ho sempre amato il modo in cui suona. In esso c’è un qualcosa di veramente profondo e doloroso, che trovo attraente. Lo stesso con il setar. Entrambi gli strumenti sono antenati della chitarra moderna, il che mi ha reso più facile imparare a suonarli. Per quanto riguarda l’aggiunta di altri strumenti, non ne sono abbastanza sicuro al momento, tuttavia mi è passato per la mente e sono sempre disponibile a provare cose nuove .
Come nascono in generale le canzoni degli Akvan ? Pensi prima agli strumenti tradizionali o alle chitarre ? Nasce prima la musica o i testi ?
La chitarra è il mio strumento principale. Quando compongo una canzone uso una chitarra elettrica microtonale ed in seguito assegno parti diverse ad altri strumenti. La musica viene decisamente prima
Recentemente hai rilasciato su Bandcamp ‘حلبچه / Halabja’, singolo tratto dal prossimo album “City of Blood / خونین شهر”. Personalmente sembra di percepirlo più brutale – seppur profondamente epico – rispetto alle precedenti uscite.
Puoi raccontare ai nostri lettori cosa li attenderanno nel nuovo disco, sia tematicamente che musicalmente ? Cosa lo differenzierà da “Forgotten Glory / شکوه فراموش شده” ?
Penso che ciò che differenzierà maggiormente “City of Blood” da “Forgotten Glory” e le mie precedenti uscite è l’argomento a cui si ispira. L’album trae forte influenza dalla guerra Iran-Iraq e prende in esame il costo umano della guerra, mentre le uscite precedenti erano più concentrate su storie tratte dal Shahnameh e dall’Iran pre-islamico. Sento che in quest’album il contenuto musicale e lirico proviene da un luogo più crudo e primordiale.
Sempre su Bandcamp hai pubblicato recentemente “Soraya / ثریا” una sorta di collezione di improvvisazioni strumentali. Le sonorità sono agli antipodi rispetto ai tuoi standard, andando qualsivoglia su uno stile acustico e minimali, dal sapore quasi cantautorale. La title-track mi ricorda un po’artisti come like Leonard Cohen ed artisti italiani come Fabrizio De Andrè nell’utilizzo di certe armonie. La seconda invece è più ipnotica e malinconica e ci sento un qualcosa di blues. Prevedi di rilasciare in futuro un’intero album su queste sonorità ? Oppure, più generalmente acustiche come alcune tracce dei precedenti lavori ?
È sicuramente qualcosa che ho vagamente considerato, ma per ora non ne sono sicuro. Vedremo.
I tuoi lavori hanno costantemente una produzione grezza, mi viene da pensare che sia una scelta voluta. La componente acustica al contrario sembra avere un aspetto più chiaro e nitido
La produzione grezza è voluta. La produzione delle tracce strumentali non è molto diversa, penso solo che siano i diversi ambienti in cui sono registrate (ad essere) un fattore importante nel modo in cui risultano . Non ho un luogo fisso per la registrazione poiché suonare questo tipo di musica è potenzialmente punibile dalla legge. Di conseguenza, ho dovuto registrare in luoghi diversi durante il mio soggiorno in Iran.
Oltre a definire lo stile degli Akvan come Iranian influenced Black Metal lo chiami pure True Aryan Black Metal. Mi sovvengono, in questo senso, pure i vedici Rudra che hanno composto l’album “The Aryan Crusade”. Purtroppo, dai fatti che hanno portato alla Seconda Guerra Mondiale, il significato originario del termine è stato traviato in senso negativo (come accaduto per la svastica del resto ndr.)…
Se guardiamo alla storia, il termine ariano / آریایی ha origine dall’Iran, dove è stato utilizzato per migliaia di anni. È un termine che denota il merito in contrapposizione a razza/etnia. Da quello che ho letto e capito, ariano era un termine riservato a coloro tra i più esperti della società, i massimi leader militari, scienziati, ingegneri, re, ecc., nell’antico Iran. Con l’espansione dell’impero persiano, l’uso della parola ariano includeva anche l’intera popolazione dell’Iran. Lo stesso Iran si traduce in “Terra degli Ariani”. Non è nemmeno sorprendente per me che altre band e nazioni moderne usino “Aryan” per la sua vera e unica definizione, considerando quanto fosse vasto l’impero persiano. Molto prima che ci fosse un Hitler o un nazista, c’era l’Iran, e ci sarà ancora un Iran molto tempo dopo l’estinzione di tali ideologie barbare. Sono molto orgoglioso del fatto che i miei antenati abbiano governato attraverso la conquista incruenta ed abbiano abbracciato altre culture. Solo perché migliaia di anni di storia sono ignorati dall’Occidente a favore di una falsa definizione creata e perpetuata dai codardi, non significa che il resto del mondo debba accettare e conformarsi.
Cosa ne pensi della scena metal in Iran ? Personalmente apprezzo artisti come Farshid Arabi, Safeer-e Arsh and Master of Persia. Il primo artista è autore, sotto lo pseudonimo di Penhan, del primo album ufficiale di heavy metal in lingua persiana (uscito nel 2004). Egli ha dovuto attendere un sacco di tempo prima di ottenere il permesso dal governo iraniano di pubblicarlo. Band come i Confess sono stati accusati invece di blasfemia e condannati alla prigionia e pene corporali e più recentemente gli Arsames sono stati condannati a 15 anni di prigione per suonare “musica satanica” e sono fuggiti dal Paese. Due atteggiamenti diversi nei confronti della musica metal. Forse Farshid Arabi ispirandosi anche al poeta Rumi è riuscito a “bypassare” l’austerità governativa…
Riservo il più profondo rispetto a tutti gli artisti in Iran per le circostanze con cui hanno a che fare e auguro loro successo e la prosperità. Detto questo, generalmente mi tengo per me. Sono fatto così. Non sono veramente coinvolto nella scena metal iraniana, quindi non mi sento di poter davvero commentare.
Quali sono gli obiettivi degli Akvan in generale ?
Akvan sarà sempre un lavoro d’amore. Anche se amo la musica, non ho mai avuto piani “grandiosi”. Questo è qualcosa che faccio per il mio divertimento. Anche se sono veramente grato per i numerosi amici che ho fatto, e per l’accoglienza che la musica ha ricevuto, ho già una carriera stabile e soddisfacente nel settore sanitario e non mi vedo allontanare presto da essa per “realizzarmi “con gli Akvan. Sono una persona semplice e sono felice di avere un lavoro onesto che mi dà l’opportunità di aiutare gli altri mentre mi concede il tempo libero per viaggiare e continuare a fare musica.
L’intervista è conclusa. In questo spazio puoi salutare i lettori di TrueMetal.it come preferisci. Grazie infinitamente per averci dato la tua gentile disponibilità.
Grazie per avermi dato questa opportunità e grazie a tutti coloro che hanno supportato ed apprezzano ascoltare gli Akvan.