Intervista Anthrax (1987)
Intervista agli Anthrax realizzata da Piergiorgio “PG” Brunelli e apparsa sul numero 15 della rivista HM nel 1987. Il periodo è quello precedente all’uscita dell’album “Among The Living”.
Buona lettura
Steven Rich
Intervista a ruota libera con la band di Joey belladonna e Dan Spitz: tutto quello che volete sapere sul pianeta Anthrax, uno dei più eccitanti del metal contemporaneo. Superesclusivo.
MADHOUSE ROCKERS
Tra poco uscirà un vostro nuovo album. Come saranno le canzoni?
Scott Ian – L’album si chiama “Among the Living”, le canzoni saranno le seguenti: sulla facciata A la prima canzone è “Among The Living”, la seconda “Caught in a Mosh”, la terza “I’m the Law”, la quarta “N.F.L.”, la quinta “A Skeleton in the Closet”. La facciata B si aprirà con “Indians”, la seconda canzone è “One WorId”, la terza “Horror of it all” e l’ultima canzone sarà “Imitation of Life”.
Musicalmente come sarà questo nuovo album?
S.I. — Semplicemente molto heavy, Anthrax. É solo un nuovo album.
Charlie Benante – C’è del rap, valzer, metal, mosh blues…
S.I – Jazz, musica classica… he,he!
Come mai avete scritto un pezzo rap?
S.I. — E’ solo sul singolo, non sull’album.
Frank Bello — È una presa in giro, un’attitudine.
S.I. – È divertente, solo per divertimento abbiamo fatto “Bud E. Luv Bomb”. Per divertirci nello studio e per far ridere la gente.
Chi ha prodotto questo nuovo album?
S.I. — Noi ed Eddie Kramer.
Dan Spitz — Noi non abbiamo mai lavorato con lui. I primi due album erano stati prodotti da Carl Kennedy. Sai, avevamo bisogno di qualcuno che… l’ultima volta ci sono voluti cinque mesi e mezzo per registrare l’album e non vogliamo assolutamente che ripeta una cosa del genere. Volevamo registrare in 5 o 6 settimane perciò avevamo bisogno di qualcuno che avesse certe cognizioni… voglio dire, ha prodotto tutti i dischi più importanti che ci sono, Zeppelin, Hendrix. Non volevamo che nessuno toccasse le nostre canzoni e le riarrangiasse, avevamo bisogno principalmente di un tecnico, qualcuno che venisse avanti con noi senza toccare niente ed Eddi Kramer era la persona adatta.
S.I. – Qualcuno che stesse lì e si assicurasse che tutto fosse a posto e ci ha fatto veramente lavorare e finire l’album in cinque settimane ed il suono che ha ottenuto è molto buono, molto live. Abbiamo registrato dal 24 novembre al 12 dicembre e missato dal 15 al 27 gennaio.
D.S. – Abbiamo registrato le basi a Miami, ai Card Radio Studios e missato a Nassau, Bahamas, ai Compass Point Studios.
Come mai l’LP “Armed and Dangerous” non è mai stato pubblicato in Europa?
S.I. – All’epoca di “Armed and Dangerous” non avevamo nessun contratto in Europa e non volevamo darlo a qualcuno per poi rimanere legati. In un certo senso è meglio che non sia mai uscito in Europa, la gente lo prende d’importazione.
D.S. – È la stessa cosa per l’LP che abbiamo appena realizzato qui: non verrà pubblicato negli States, ma ci sarà d’importazione. Se i kids lo vogliono, lo prendono, sai come sono fatti. Tutti i ragazzi che collezionano materiale sugli Anthrax lo prenderanno.
S.I – È stato pubblicato solo in Europa, Inghilterra e Giappone, ma sarà importato negli States.
Sì, ma queste cose in genere costano molto…
D.S. — Due o tre dollari in più, qualcosa del genere.
S.I. — Qui è, diverso, costano molto di più, negli States per i dischi d’importazione paghi solo qualcosa in più ma le importazioni dagli States a qui sono molto care… un ragazzo ha visto l’LP “Armed and Dangerous” per qualcosa come 32.000 Lire, sono un sacco di soldi!
D.S. – Sono un sacco di soldi. Ma i ragazzi li possono comprare. Se non lo fanno non l’avranno mai.
S.I. – Perciò tutti quanti una volta all’anno dovrebbero fare un viaggio dall’Europa agli States e comprare dischi.
D.S. – Sono pubblicazioni speciali, non sono come i soliti album che puoi trovare sempre, perciò ai kids piacciono.
S.I. – Penso che d’ora in poi tutto ciò che sarà pubblicato in America sarà pubblicato anche in Europa, sono troppo costosi i dischi di importazione qui.
Among The Living, Anthrax, 1987
La cancellazione del tour con i Metallica ha sconvolto tutti i vostri piani?
S.I. — In un certo senso, soprattutto per il fatto che volevamo proprio fare questo tour. Abbiamo girato tutta l’Inghilterra e la Scandinavia con loro e pi c’è stato l’incidente, una cosa terribile. Ci siamo trovati bloccati a Copenhagen senza sapere dove andare e cosa fare e siamo rimasti seduti in un hotel per tre giorni senza sapere quello che sarebbe successo. Alla fine siamo tornati a Londra e poi a casa e abbiamo deciso di registrare l’album, di accelerare la sua uscita. Siamo stati fortunati a trovare gli studi di registrazione in tempo. Se le cose fossero andate diversamente forse adesso non saremmo qui, ma staremmo registrando un album.
D.S. – In questo momento forse staremmo andando in studio a registrare l’album. Il tour ci avrebbe aiutato molto. Quando i Metallica hanno ripreso la tournée ci hanno offerto di andare con loro un’altra volta.
Joey Belladonna – Avevamo già ritardato l’album abbastanza.
D.S. – Non potevamo, dovevamo registrare ed è così che siamo qui adesso.
S.I. – L’album sarebbe uscito prima solo se avessimo fatto in tempo, se ci fosse stato un tour finito con i Metallica, l’album sarebbe uscito moto più tardi. Ci hanno chiesto di andare in tour con loro a partire dal 7 gennaio ma noi avevamo già l’impegno dell’album. Se l’avessimo già finito, saremmo andati, probabilmente, ma se avessimo interrotto il missaggio e fossimo andati in tour, l’album sarebbe uscito verso luglio, che è troppo tardi.
D.S. — Non potevamo lasciare l’album a metà. Non è stata l’ultima possibilità per i kids di vedere le due bands insieme, è appena successo in Olanda.
S.I. — Ci sarà un’altra occasione, la prossima volta suoneremo in grandi stadi.
Com’è andato l’Aardshock Festival?
S.I. – Il migliore!
D.S. – Era incredibile! Non riuscivi neanche a vedere i kids nel fondo, era così affollato… incredibile!
S.I. — Più di 8.000 persone. Forse è stato il nostro concerto migliore, il più grande concerto al quale abbiamo suonato. Speriamo che a Londra sia ancora meglio, perché è il nostro maggiore concerto come headliner. Abbiamo già suonato a Londra l’anno scorso, ma non era all’Hammersmith e c’erano solo 1.200 persone, questa volta ce ne sono tre volte tante, è il nostro grande show. In Olanda non eravamo noi il gruppo principale, anche che se quello è stato il nostro più grande concerto fino ad ora.
Sembra che il divertimento sia l’idea fondamentale dietro agli Anthrax.
D.S. – Si, è proprio così.
F.B. — È così.
Soprattutto dal vivo, il vostro è uno show molto divertente
C.B. – Non la musica, La musica è seria.
J.B. – La musica è molto seria.
D.S. – É lo show. Lo show e noi personalmente. Noi siamo divertenti ed i kids devono ridere con noi.
John Zazula (manager) —Quando suonano dal vivo suonano buona musica e, nel frattempo, si divertono un sacco correndo dappertutto.
S.I. — A noi piace suonare musica molto, molto heavy, ma non essere seri, ci piace suonare musica heavy ma essere gente normale, così i kids si identificano in questo.
D.S. — Non usciamo sul palco con attitudini serie e non facciamo nessuna faccia cattiva, o vomitiamo sulla gente. Non abbiamo niente di organizzato, tutto è semplice “crazy going nuts” sul palco e scherziamo con il pubblico, è semplice divertimento. Se vengono al concerto per divertirsi alla grande, noi siamo lì ad accontentarli.
S.I. – Sì, il thrash metal è una cosa molto seria. Per noi è più facile suonare se ci divertiamo, è qualcosa di cui non ti annoi mai.
F.B. — Non c’è nessuna pressione su di noi, facciamo semplicemente quello che vogliamo. Saliamo sul palco e suoniamo e ci divertiamo, ed è tutto.
D.S. — Il nostro show è diverso ogni sera.
Il vostro tempo è molto particolare, quasi tribale
S.I. — Esatto tribale.
Avete anche una canzone nel nuovo album che si chiama “Indians”. Credi che questa atmosfera da campo indiano sul palco dia maggiormente l’idea del divertimento?
F.B. — Non è mai noioso.
S.I. — Certamente perché ottieni quella meravigliosa atmosfera, quella voglia di muoversi, quell’heavy beat che noi usiamo è veramente trascinante. Tutti i nostri fans lo amano e questo trascina anche noi.
C.N. — Quando vedi 10.000 kids che fanno il pogo…
S.I. — Tutti saltano su e giù, c’è così tanta energia, adrenalina, è meraviglioso. Vediamo il pubblico impazzire e questo ci dà sempre più carica. E un grosso feeling. È quasi un imperativo, devi saltare quasi dovessi fare pappa di tutto quello che ti sta sotto i piedi. È una cosa a cui non puoi resistere, che ti attrae, sei costretto ad apprezzarlo, lo devi, non importa chi tu sia.
I gruppi thrash non tendono a fare molti video, voi siete una delle poche eccezioni con “Madhouse”.
J.B. – Ne faremo un altro quest’anno.
D.S. – Non sappiamo ancora di quale canzone ma ne faremo sicuramente un altro.
S.I. – Quando abbiamo fatto “Madhouse” era un cattivo momento, perché il PMRC ha costretto MTV a togliere dalla circolazione tutti i video di heavy metal. Se “Madhouse” fosse stata su quest’album, l’avrebbero passata probabilmente, è per questo che sicuramente faremo un altro video. I video sono molto importanti negli States, per presentarti alle grandi masse; c’è un programma heavy che va in onda tutti i pomeriggi e se tu sei in questo programma, milioni di kids ti vedono.
D.S. – E’ una mezz’ora al giorno, avevano tolto tutto, ogni tipo di metal, anche i Ratt. Ce ne stavamo lì con un gran video e loro non ce lo suonavano.
S.I. — Tutti coloro che conoscono gli Anthrax devono vedere quel video e alla fine lo vedranno, per quest’album stiamo progettando di fare qualcosa del tipo un po’ di live e qualcosa giù dal palco. Non sappiamo ancora cosa, ma pensiamo che questa volta MTV ce lo trasmetterà, sono molto più interessati all’heavy metal.
D.S. — Non hanno intenzione di suonare “Madhouse”, non c’è verso, si sono rifiutati, ma hanno già detto che mostreranno il nostro nuovo video. Abbiamo fatto tutto il possibile, ma non hanno intenzione di suonare il vecchio video che è stato mostrato dappertutto.
J.B. — Faremo un’altra versione di “Madhouse”.
Avete anche un video live…
S.I. — Sì, dalla Germania, ma non è stato pubblicato negli States, è disponibile solo in Germania.
D.S. — Negli States c’è un video con una nostra intervista, molto divertente, il video di “Madhouse” e altre riprese dal vivo. È divertente, è “crazy go nuts”.
S.I. — È il nostro stile, a noi, piace molto, altrimenti non ci spingeremmo fino a tanto.
J.B. — Vedi, la gente comincia a copiarci.
D.S. — Non è solo una questione di stile, è proprio quello che noi siamo, non è diverso da quello che puoi vedere in noi.
J.B. — Non c’è nulla di preordinato.
Neanche gli skateboards e i bermuda?
D.S. — No, assolutamente… e gli sci d’acqua dove li metti? Ci piacerebbe avere un ruscello davanti al palco per esercitarci. È tutto qui, noi corriamo in qua ed in là, facciamo cazzate, non abbiamo bisogno di scale. Le scale portano via posto, sul palco abbiamo bisogno di molto spazio, “crazy go nuts”. Sai come impazzisce, Angus Young? Beh, è come se noi fossimo cinque Angus.
Avete mai pensato a rappresentazioni pseudo teatrali alla Alice Cooper in canzoni come “Madhouse”?
S.I. — Può essere che facciamo qualcosa con la copertina del nostro album, avremo un grosso backdrop che la rappresenta con questo personaggio in mezzo che illumineremo dal di dietro, così probabilmente la gente comincerà a venire agli shows vestita come il personaggio della copertina.
J.B. — “Madhouse” potrebbe diventare il momento chiave del caos del concerto.
Il thrash metal sembra avere recentemente attratto fasce di pubblico nuove, finendo per diventare popolare anche in territori tradizionalmente poco propizi (il Giappone si sa predilige gruppi dalla bella immagine). In questa stagione i concerti di thrash si sono moltiplicati a dismisura. Che sia una moda?
D.S. — Sono annoiati dalla scena di Los Angeles. È così stagnante. Per i kids è come una valvola di sfogo. È molto oppressiva, tutte le bands si assomigliano, sai già dove sarà l’assolo, con noi è tutto così nuovo, così fresco.
S.I. — Ci sono un sacco di bands thrash scarse, così come ce ne sono nella musica pop, o rock, dappertutto, ma ci sono anche buone bands, ma solo il buon thrash è innovativo. E’ questo che è così popolare, perché non c’è mai stato niente così prima. Tempo cinque anni e ci sarà un altro genere di musica.
D.S. — E’ come quando c’erano i Cream e tutti quei gruppi come loro e poi sono emersi i Black Sabbath ed i Led Zeppelin, è come se qualcosa si fosse svegliato, adesso è lo stesso. Svegliatevi e mettete da parte trucchi e vestiti.
S.I. — Svegliatevi ed annusate la pelle. È ora di mettere via il vostro album dei Def Leppard… ah, ah.
Tutte queste bands sembrano venire dalla West Coast, Los Angeles e posti del genere.
S.I. — Penso che ci sia qualcosa nell’acqua, ah,ah!
J.B. — Il tempo è bello, sai, tutti escono vestiti bene, casual…
C.B. — Vengono dalla spiaggia.
S.I. — Sai perché? Perché emerge un gruppo da lì e così ci sono 30 bands che li copiano. Motley Crue, per esempio hanno aperto la strada a tutti questi gruppi di Los Angeles, ma se non fosse stato per Kiss ed Aerosmith, non ci sarebbero stati Motley Crue. Tutti questi gruppi che vengono da LA hanno copiato tutti da Kiss ed Aerosmith, che vengono dalla East Coast. L’unica cosa veramente originale che viene da San Francisco dagli anni ’60, sono stati i Metallica, credo. Tutte le altre bands sono solo una copia di qualcosa già esistente, questo perché hanno visto i Motley Crue diventare da piccola band che suonava in clubs a una grande band, vedono WASP, Ratt, tutte queste bands che hanno successo e fanno semplicemente la stessa cosa: sperare per il meglio.
D.S. — Non abbiamo niente contro qualcuno che vende cinque milioni di albums, è meraviglioso, ti dà più potere, buttatici. Sono alla radio tutti i giorni, meraviglioso, sai, non abbiamo proprio niente contro di loro. Se è quello che gli piace, è un problema loro. Noi ascoltiamo molta roba, siamo di vedute molto ampie. Non ascoltiamo solo thrash metal e basta, ascoltiamo di tutto.
S.I. — I miei preferiti sono Beastie Boys e Madonna… ah, ah!
D.S. — Jazz, fusion, di tutto.
Beh, c’è un po’ di tutto nella vostra musica.
S.I. — Sì, è grazie a ciò che ascoltiamo. Se ascoltassimo solo un gruppo in particolare finiremmo per sembrare loro.
Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti