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Intervista Batushka (Bartłomiej Krysiuk, Rafał Łyszczarz, Jakub Śliwowski)

Di Davide Sciaky - 9 Ottobre 2024 - 16:19
Intervista Batushka (Bartłomiej Krysiuk, Rafał Łyszczarz, Jakub Śliwowski)

Intervista a cura di Davide Sciaky

You can read the interview in English here.

Ciao, benvenuti su TrueMetal. Come state e come sta andando il tour finora?

[Jakub Śliwowski] Il tour sta andando bene. In realtà, metà di noi sono malati, per questo stiamo bevendo tè con il limone.

[Bartłomiej Krysiuk] Ma è normale quando si è in tour.

[JŚ] La prima settimana tutti si ammalano.

[Rafał Łyszczarz] Ciao a tutti, sono il paziente zero. Ho iniziato tutto io. [ride]

Come sappiamo questo sarà l’ultimo vostro tour con il nome Batushka, come vi fa sentire questa cosa? È triste o è solo, come dire, parte della vita?

[BK] Penso che ci sia eccitazione per l’inizio di un nuovo capitolo. Quindi non è un tour d’addio, lo prendiamo come qualcosa di normale e guardiamo al futuro.

[RŁ] Non è un addio per noi, perché saremo ancora qui, solo con un nuovo nome. È così che la vediamo. È come la fine di un capitolo. Quando si legge un libro, quando il capitolo finisce, non si è tristi. Si è solo ansiosi di leggere un altro capitolo.

[JŚ] Per me è rinfrescante perché stiamo mettendo da parte tutte le cose negative del passato. Stiamo finendo una volta per tutte: nuovo capitolo, nuovo nome, nuove canzoni, nuovo album e andiamo avanti.

Ecco, parlando di canzoni, pensate che la scaletta che suonate cambierà radicalmente in futuro? O sarà solo una continuazione di quello che fate ora?

[BK] Sarà una continuazione, ma con le nuove canzoni, ovviamente.

[RŁ] Sì, cercheremo di incorporare quanto più possibile del nuovo album per rinnovare l’intero set. Ma non abbandoneremo le vecchie canzoni. Verranno suonate.

[JŚ] Sì, ci sono alcune canzoni che inseriremo probabilmente in ogni spettacolo, come “Polunosznica” da “Hospodi”. Come “Irmos II” o “Irmos III”. Perché le suoniamo sempre e la gente le apprezza molto dal vivo. E dopo l’uscita dell’album, probabilmente suoneremo tutto il nuovo album, dall’inizio alla fine.

[BK] Perché il nuovo album è una storia completa.

[JŚ] Quindi, una cosa come suonare due canzoni del nuovo album e due canzoni di “Hospodi” non avrebbe senso.

[RŁ] Almeno non all’inizio. Dopo un po’ di tempo, quando la gente si sarà abituata alla nuova musica, potremo sicuramente mescolare un po’ le carte. Ma deve essere una storia completa.

Questo cambio di nome arriva dopo una grossa disputa legale che è andata avanti per molti anni. Come sappiamo, alla fine il giudice vi ha dato torto, impedendovi di usare il nome Batushka senza il permesso di Krzysztof Drabikowski. Pensate che il cambio di nome sarebbe avvenuto in ogni caso? Come avete detto nel comunicato stampa, con un nuovo nome potete concentrarvi maggiormente sulla musica e lasciarvi alle spalle tutto il resto.

[BK] Vogliamo lasciarci alle spalle questi sentimenti negativi e tutte le cose di cui i nostri haters e i nostri fan hanno discusso, al di fuori della musica. Discussioni riguardo la band, al nome. Quindi, ci concentreremo maggiormente sulla musica. Questo è il fulcro del cambio di nome.

[RŁ] In pratica abbiamo accelerato la nostra decisione perché ci stavamo pensando da tempo. Fin dalla separazione! Ma era sempre tutto un “Lo facciamo? Non lo facciamo?”. E questo ha accelerato la nostra decisione di farlo e vedere cosa succede.

Quindi, è una cosa a cui pensavate da tempo.

[RŁ] Sì, decisamente.

[BK] A dirla tutta anche la nuova musica è diversa da quella che abbiamo pubblicato in precedenza.

[JŚ] Sì, è sicuramente qualcosa di nuovo. Con molti strumenti etnici, roba folk. Direi che è piuttosto slavo.

È Folk del vostro Paese, delle vostre radici.

[Tutti] Sì.

[RŁ] Esatto, non volevamo essere frenati dall’idea di cosa sono i Batushka che si è formata nel corso degli anni. Quindi ci aiuterà a espandere il nostro sound. Non lo abbandoneremo in alcun modo, ma lo espanderemo.

Questa è un’altra cosa che volevo giusto chiedervi: se potete darmi un’idea di quello che andrete a fare come Patriarkh e, come avete detto, andrete verso una direzione più folk.

[BK] Tutto cambia e noi dobbiamo andare avanti. Sicuramente è qualcosa che faremo con il nuovo album.

[JŚ] L’album è legato ad alcune canzoni e cori che abbiamo incorporato nel disco. Questi ci hanno dato un’indicazione su come muoverci, su quali strumenti usare. Perché nell’album ce ne sono molti. Non ci sono solo batteria, chitarra e basso. Ci sono molti elementi orchestrali e strumenti folk.

[BK] E voci femminili.

[JŚ] Voci femminili, molte voci femminili.

È qualcosa che porterete sul palco dal vivo?

[JŚ] L’abbiamo anche già fatto, ma la nostra cantante non è potuta venire per tutto il tour. È dovuta tornare in Polonia. Ma sì, è una cosa che vogliamo incorporare.

E anche gli strumenti folk?

[BK] Anche loro, sì.

[JŚ] Sì, l’abbiamo fatto anche nell’ultimo tour in Polonia.

[BK] Abbiamo usato strumenti veri.

Quante persone ci saranno sul palco?

[JŚ] Beh… [ride]

[RŁ] Beh, dipende.

[BK] Dipende, ma credo che sia più interessante per il pubblico. La scenografia si trasformerà. Questa è la formazione completa che abbiamo in studio di registrazione. In tour in Polonia abbiamo provato con le voci femminili e anche con gli strumenti folk.

[RŁ] Sì, soprattutto alla fine del concerto. Facciamo una breve pausa e poi entriamo con il nuovo materiale.

[BK] Come a rappresentare l’ingresso dei Patriarkh.

[RŁ] Sì, l’idea è che i Batushka finiscano il loro set e poi i Patriarkh arrivino sul palco. È così che l’abbiamo pensata. E sì, in Polonia questo momento finale è quello in cui le voci femminili e gli strumenti folk salgono sul palco. La formazione di base con cui viaggiamo in questo momento è di 6 persone, ma possiamo arrivare fino a 9. Se è possibile farlo, dipende. Tutti noi abbiamo impegni diversi. Quindi, il nucleo principale va in tour, ma poi i membri aggiuntivi se riescono si aggiungono.

[JŚ] Suonare in una band con 4 o 5 persone è abbastanza semplice. Non sempre, ma solitamente è abbastanza semplice. Ma con 6, 7, 8 o 9 persone? È una sfida.

[BK] Ma pensiamo anche ai Patriarkh come ad un’evoluzione dei Batushka. Quindi anche a livello di lineup saremo come dei Batushka di livello superiore.

Dal punto di vista dei testi, i Batushka sono piuttosto radicato nel tema religioso. I Patriarkh si discosteranno da questi temi?

[BK] No, no, continueremo anche con i testi ad affrontare i temi religiosi. Ma ci saranno anche temi folk.

[RŁ] Nei testi ci sarà la prospettiva delle persone, non solo la prospettiva della Chiesa.

Tornando indietro di qualche anno a quando avete iniziato, col senno di poi è facile capire come i Batushka abbiano avuto un grande successo, eravate abbastanza innovativi, stavate portando qualcosa di nuovo in un genere che la gente conosce e ama, insieme anche ad uno spettacolo live che funziona molto bene. All’epoca vi aspettavate questo tipo di successo? Siete andati in scena pensando, “Questa band sarà per forza un successo!”? O è stata una sorpresa quando avete iniziato ad avere questo riscontro?

[BK] Credo sia stata una sorpresa. Non ci si aspettava che i Batushka diventasse una cosa così grande. Quindi, non era assolutamente previsto.

Ricordate un momento specifico in cui avete guardato il pubblico e ha pensato: “Ok, questa cosa sta diventando davvero seria”?

[JŚ] Io ho avuto due momenti del genere. Uno di questi è stato da qualche parte in Portogallo, a Porto o a Lisbona, e la folla era impazzita. Guardavo la gente che faceva crowd surfing e cose del genere e c’era anche un sacco di fuoco sul palco. Non c’erano né sicurezza né transenne e mi sono detto: “Oh cazzo, è pericoloso!”. Il secondo momento è stato a Bogotà, al festival Rock al Parque.

[BK] È stato lo stesso per tutti noi.

[JŚ] C’erano 40.000, 50.000 persone, era un mare di gente. Ho tremato per tutto il concerto.

[BK] Quando siamo saliti sul palco non riuscivamo a vedere la fine della folla.

[RŁ] Sì, non vedevamo facce, solo un mare di persone.

[JŚ] E io cercavo di suonare un riff e la mia mano tremava così. [Ride]

La cosa positiva per voi è che non c’è bisogno che guardiate il pubblico. Siete mascherati, nessuno può accorgersi se guardate da un’altra parte.

[RŁ] È quello che stavo per dire: quando sono andato a preparare il palco e ho collegato tutti gli strumenti ho visto il mare di gente, quando poi sono salito sul palco con la maschera ho guardato solo i fotografi e basta. [Ride]

In termini di spettacolo dal vivo, ci saranno grandi cambiamenti? Immagino nuovi costumi, ma c’è qualcos’altro su cui state lavorando?

[BK] Sì, cambierà lo stile dei costumi e l’idea è che non sembreremo più seguaci della Chiesa ortodossa, ma stiamo creando una sorta di nostro stile, di nostra interpretazione della cosa. I nuovi costumi sono pronti, stiamo aspettando il concerto inaugurale.

[RŁ] Quello che vedrete sul palco in questo tour non è ancora definitivo. È ancora una transizione. È molto diverso dal precedente, ma non è ancora definitivo. Stiamo lentamente incorporando nuove cose sul palco.

[JŚ] Ma ricorderà comunque i Batushka. È un grande cambiamento come quello che abbiamo fatto nel 2019 con “Hospodi”, che è stato ancora più radicale. Vi ricorderà comunque quello che eravamo prima del cambio di nome.

Come abbiamo detto già più volte, siete cambiati molte volte durante la vostra carriera: musicalmente, in termini di testi, in termini di costumi. Pensate che prima o poi vi allontanerete anche dai temi religiosi? È una cosa che ritenete possibile o è troppo radicata nella vostra identità?

[JŚ] Beh, direi che ci sono così tante storie e persone davvero interessanti nella cultura ortodossa perché, non voglio anticipare troppo del nuovo album perché non posso, ma abbiamo alcune idee per i prossimi album e altro ancora. Ci sono molte storie che vogliamo raccontare con la nostra musica. Non so, credo sia difficile dire se ci allontaneremo da quei temi.

[BK] Penso che i Batushka siano un gruppo tematico e che continueremo a pubblicare concept album. Penso che non ci allontaneremo troppo dai temi liturgici o dalla Chiesa ortodossa, ma stiamo comunque evolvendo nel nostro universo.

[RŁ] Dipende da quanto a lungo continueremo in questa forma, ma non diciamo mai di no a nulla. Dipende da come cambieremo come band nel corso degli anni, fondamentalmente. Questa band è legata alla cultura ortodossa, quindi non vogliamo allontanarci troppo da essa.

Parlando di temi religiosi, nel Black Metal tradizionalmente c’è sempre stata molta critica verso la religione, ma voi la trattate in modo più neutrale, magari non esprimendovi in maniera troppo diretta o blasfema come fanno altri gruppi. Qual è la vostra posizione nei confronti della religione, vi ponete semplicemente come dei narratori di una storia o volete anche muovere una critica alla religione?

[BK] Penso che siamo una band che non vuole prendere una direzione o un’altra, rimaniamo nel mezzo dove vogliamo sviluppare quello che possiamo chiamare il sacramento profano. Questo è il nucleo principale dei Batushka. Quindi non è una critica o meno.

[RŁ] Siamo fondamentalmente neutrali e vogliamo che siano i nostri ascoltatori a decidere come interpretare la nostra musica.

[JŚ] Noi cerchiamo semplicemente di raccontare la nostra storia nel miglior modo possibile.

[BK] L’ascoltatore deve scegliere come interpretarci.

[JŚ] Perché molte persone ci chiedono, “Siete satanici? Siete ortodossi? Le vostre canzoni sono sataniche?”. E noi rispondiamo: no, non lo sono. Ma se pensate che lo siano, sì, va bene.

[RŁ] Spetta quindi agli ascoltatori decidere.

Avete mai avuto problemi nel vostro paese?

[Tutti ridono]

[BK] Sì, naturalmente.

[RŁ] Un po’ di problemi.

Perché come avete detto sta alla gente decidere, e certa gente si è fatta l’idea che voi siate dalla parte “sbagliata”.

[RŁ] Ovviamente, quando vedono una croce rovesciata pensano… blasfemo!

[JŚ] Impazziscono.

[BK] Ora in Polonia sono in mezzo ad un processo per blasfemia.

Contro di te?

[BK] Sì, sì.

Pazzesco.

[BK] Beh, è normale.

[RŁ] Non è così grave come per Behemoth, perché Behemoth attaccano la religione principale della Polonia. E l’Ortodossia è un po’ più spostata sul lato orientale, quindi meno persone la combattono, in teoria, ma comunque può essere un problema.

Almeno non avete mai bruciato Bibbie sul palco.

[RŁ] No, non strappiamo neanche le pagine. Non le bruciamo. Nulla.

Immagino che aiuti.

[RŁ] Ma alle persone molto ortodosse non piace nemmeno che ci si avvicini alla chiesa ortodossa con i nostri costumi.

[JŚ] Oh, sì, decisamente.

[RŁ] Sono permalosi. [Ride]

Quindi, possiamo dire che avete assunto il ruolo di divulgatori della Chiesa ortodossa per il “mondo esterno”, per coloro che potrebbero non saperne molto.

[RŁ] È uno degli obiettivi della band.

[KB] Esatto, siamo messaggeri dell’Ortodossia. [Ride]

[RŁ] Condividiamo queste storie soprattutto con il pubblico Metal, ma siamo pur sempre dei messaggeri di questo mondo. Abbiamo incontrato molte persone che, anche negli Stati Uniti o in Finlandia, non vengono in contatto con il mondo Ortodosso da molti anni. E attraverso la nostra musica e la nostra band riescono a tornare alle radici della loro infanzia. E anche se si può interpretare in entrambi i modi, blasfemo o di lode a Dio, hanno comunque trovato la loro strada in questa nostalgia dove possono dire, “Oh, la mia infanzia. Ricordo quando ero nella chiesa ortodossa. Me l’hanno fatta rivivere. L’incenso, l’intera liturgia”. È fantastico, è fantastico vederlo.

Ci sono persone che vengono da voi a raccontare queste storie?

[BK] Sì, sì, sì.

[RŁ] Succede praticamente in tutto il mondo.

Dal momento che tutti voi suonate a volto coperto, dall’esterno non sappiamo molto di ciò che accade nella band. Potete dirmi qualcosa di più sul rapporto tra tutti voi all’interno della band? Ad esempio, partecipate tutti alla scrittura delle canzoni? Non so se ci sono stati molti cambiamenti nella formazione, o…

[BK] No, siamo – come posso dire – una band normale. [Ride]

[RŁ] La formazione è piuttosto stabile. Il nucleo della band è rimasto piuttosto stabile da quando ci siamo separati [da Drabikowski], fondamentalmente. Quindi, batteria, chitarre e voce principale non sono cambiati affatto. Siamo sempre gli stessi. E a volte dobbiamo trovare il modo di sostituire qualcuno per i cori al posto di qualcun altro che non può andare in tour. Succede, ma non è che cambiamo ad ogni tour.

[JŚ] No, no, a questo punto la formazione è stabile.

[RŁ] E tutti noi abbiamo idee per le canzoni che poi confrontiamo tra di noi e abbiamo molti approcci diversi rispetto alla scrittura. A volte ci incontriamo e scriviamo una canzone. A volte un’intera canzone viene scritta da una sola persona e poi passata agli altri. Dipende. È un processo davvero fluido che stiamo ancora cercando di definire. Ogni album è completamente diverso.

Perché credo che, anche a causa dei problemi legali, Bartłomiej sia sempre stato il membro più visibile della band, e quindi tanti possono averlo preso per un suo progetto personale, ma mi state dicendo che invece è una band più organica.

[RŁ] Siamo una band normale, fondamentalmente.

[JŚ] Sì, è solo che Bart era più sotto gli occhi di tutti.

[BK] Sì, ho preso tutta la disputa su di me.

[JŚ] E tutti i meme. [Ride]

[BK] Tutto il male… eccomi. [Ride]

Leggete quello che la gente dice online?

[JŚ] Ovviamente.

[RŁ] Sì, non ci facciamo coinvolgere, ma di solito in qualche modo sono cose che ci arrivano.

[JŚ] Sì, ovviamente sappiamo quello che si dice, ma abbiamo troppo da fare per preoccuparcene. Ci concentriamo sulla musica e sulla pubblicazione del nuovo album. E ci sono un sacco di cose in programma per il prossimo anno che saranno davvero grandi.

[RŁ] Ci sono molte più cose che accadono dietro le quinte di quanto questi haters si rendano conto. Siamo molto impegnati. Sì, non abbiamo tempo di rispondere a ogni commento pieno d’odio.

[JŚ] Lasciamo che commentino e dicano quello che vogliono. Buona fortuna, buon divertimento.

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