Intervista Big City (Daniel Olaisen)
In occasione dell’ uscita di “Sunwind Sails” avvenuta lo scorso 20 Gennaio, abbiamo interpellato Daniel Olaisen (chitarrista e “inventore” dei Big City), per raccontarci qualcosa sugli 80s e sul futuro della band… leggete cosa ci ha risposto!
Intervista a cura di Susanna Zandonà
Buongiorno e benvenuti tra le pagine di Truemetal. E’ un piacere per me fare una chiacchierata con voi e presentare il vostro nuovo album!
Grazie mille a voi per averci dedicato uno spazio!
Innanzitutto da dove nasce l’idea del nome “Big City”? E in quale città nel mondo è collocata?
Molti pensano il nome provenga da una canzone degli Scorpions, ma io non conoscevo nemmeno quella canzone quando ho iniziato a pensarci 12-13 anni fa! Volevo solo un appellativo facile, orecchiabile e in qualche modo legato al rock e tutti hanno pensato che Big City fosse bello quando è stato proposto. So che ci sono altre band con lo stesso nome, ma va bene così.
Per quanto riguarda la collocazione i membri sono sempre stati di città e Paesi diversi, ma di sicuro non dimenticherò di citare la mia città natale: Kristiansand!
Daniel, durante il corso della tua carriera hai avuto modo di lavorare come chitarrista all’ interno di diverse band del panorama metallico: Satyricon, Blood Red Throne, Scariot, Cobolt 60, Valdaudr, Zerozonic… che a livello di sonorità risultano sicuramente più “aggressive” rispetto ai Big City, penso ad esempio a generi incarnati dal black, death o thrash. Come mai allora è nata l’esigenza di cambiare totalmente e mettere in piedi un gruppo melodic rock, totalmente agli antipodi rispetto alle tue precedenti esperienze?
Ho iniziato ad ascoltare hard rock/heavy metal nel 1987. Ho sempre avuto un debole per le melodie. Anche nel metal estremo! Il mio chitarrista preferito è Joe Satriani, anche se ascolto di tutto, dalle ballate acustiche al grindcore. La prima vera band che ho fondato sono stati gli Scariot nel 1997, che univano voce pulita e growl. La musica era heavy metal, quindi non è uno stile nuovo per me.
Credo che il motivo per cui i Big City non sono mai esistiti fino al 2010, sia perché all’epoca ero appassionato di musica più estrema e non ho mai avuto possibilità di lavorare con un cantante melodico. Ho sempre continuato a creare riff per band di questo tipo e quando abbiamo trovato Le Brandt qualche anno fa, tutto era pronto per fondare finalmente una vera band hard rock/metal anni ’80!
Secondo voi come mai oggi molte band vogliono abbracciare questo desiderio di rivivere una decade come quella degli anni ’80? Sicuramente anche voi l’avrete “vissuta” in qualche modo e cosa pensate che evochi nell’ immaginario collettivo, a livello di sentimenti, emozioni… ?
Frank Ørland: sicuramente gli imponenti suoni con grandi strutture melodiche e poi l’energia nella musica che mescolata ad assoli e melodie, la rende colossale.
Miguel Pereira: credo che la nostra generazione voglia semplicemente rivivere gli anni d’oro della musica.
Frank Nordeng Røe: gli anni ’80 hanno dato alla luce i generi moderni, hanno questa estetica e un suono fenomenale, con voci acute e tanta energia che credo la gente voglia rivivere suonando e ascoltando.
Daniel Olaisen: le band più cool, i migliori cantanti e riff provengono da quel periodo. I nuovi gruppi cercheranno sempre di replicarlo.
Cosa vi manca di più degli ’80s?
La fratellanza e il supporto tra le band. Ora è una giungla e nessuno si preoccupa veramente degli altri, se non di se stesso. E ovviamente, all’epoca era tutto nuovo e gli stili musicali venivano supportati.
E i vostri eroi musicali degli anni ’80?
[risponde Daniel] La prima band veramente heavy a cui sono stato esposto e che ho iniziato ad ascoltare negli anni ’80 sono stati i TNT. Avevo il loro disco: Tell No Tales su cassetta nel 1987. Sono sicuro che c’erano anche altri gruppi hard rock che ascoltavo, ma solo all’inizio degli anni ’90 ho conosciuto band come Iron Maiden, AC/DC e Metallica. I norvegesi Dream Police e il loro album di debutto del 1990 hanno significato molto e lo fanno ancora. Non ho eroi, ma Joe Satriani e Chuck Shuldiner sono i miei principali ispiratori.
Se il genio della lampada ti desse modo di poter resuscitare un tuo grande eroe del passato con cui poter suonare sul palco, chi scomoderesti dall’ aldilà per una gig?
Easy. Non sono mai riuscito a vedere la mia band preferita, i Death, dal vivo, quindi incontrerei sicuramente Schuldiner. Era un genio del riff, del songwriter e del cantante. E poi sarebbe bello poter suonare qualche riff con l’onnipotente Dimebag!
Oggi rispetto al passato sicuramente comporre musica è più semplice. Ho letto che spesso registrate le vostre parti singolarmente, oppure tu e Frank Ørland, vi riunite per farlo assieme e poi gli altri ci lavorano su aggiungendo le loro parti a “distanza”. Questo modo di lavorare ormai è sicuramente molto in voga e rende tutto più comodo rispetto a ieri, perchè un musicista potrebbe tendenzialmente comporre in qualsiasi parte del mondo, senza bisogno di andare in uno studio di registrazione. Però oggi tutti possono letteralmente avere uno studio di registrazione domestico e questo fa sì che tendenzialmente ci siano molte (troppe) uscite ogni anno, rendendo poco fruibile la musica. Insomma c’è un progresso, ma questo ci porta ad ascoltare sicuramente sempre meno e male. Inoltre ne risente la qualità delle uscite! Cosa ne pensate?
Sono d’accordo. Ci sono sicuramente troppe uscite e una mancanza di qualità in esse. Detto questo, tutti hanno il diritto di creare musica se lo vogliono. È come dipingere, fare sport o altro. Nessuno può decidere cosa ti è permesso fare. E gli home-studio, insieme ad internet, rendono possibile la diffusione di musica a pioggia. Di sicuro tutto questo rende più difficile trovare le buone uscite, ma allo stesso tempo mi rende personalmente ancora più critico se qualcosa mi piace o meno quando viene pubblicato. Finora ho pubblicato 26 album in studio e sono sicuro che un paio di essi non supereranno la prova del tempo, ma onestamente penso di produrre soprattutto musica di qualità e di continuare a pubblicare musica migliore, invecchiando. Quando si tratta di provare, registrare e tutto il resto, non ho davvero scelta. Tutte le mie band hanno uno o più membri che vivono lontano e la logistica è troppo complessa per quanto riguarda i viaggi, il luogo delle prove e i calendari separati all’interno della band. Ho già fatto la mia buona parte di prove “ordinarie” in passato…
Gli ultimi 10 anni hanno aperto un nuovo capitolo e sono totalmente fiducioso nel continuare a scrivere tutto il materiale nel mio studio domestico.
“Sunwind Sails” è il vostro quarto album e rispetto ai precedenti c’è una spinta sicuramente maggiore a livello di chitarre e un’ attitudine ad una ritmica più hard’n’heavy (anche se poi sentendo Collin’s Looking for a Hideout ho pensato: accidenti com’è martellante questa! Pesta proprio duro), ma in “Silver Line” e anche “Sunwind Sails” stessa si sente bene quello di cui sto parlando, mi è piaciuto! Come mai questa necessità di spingere sull’ accelleratore?
Beh, come ben sai io provengo da un background più estremo. E anche Frank (chitarra) è un fan della musica più pesante. Anche il prog metal è qualcosa che piace a tutti noi. Il nostro cantante originale non ci permetteva di rendere la musica troppo tosta, così quando Jørgen è entrato nella band abbiamo potuto finalmente incorporare anche queste parti. Non ci limitiamo. Includiamo parti heavy, ballate e tutto quello che c’è in mezzo!
Hai proprio colto nel segno anticipando la mia prossima domanda… riguardo alla sostituzione di Brandt con Jørgen Bergersen (cantante), credete di aver finalmente trovato qualcuno che riesca a rendere al meglio la vostra concezione di 80s?
Brandt era bravissimo nelle linee melodiche, ma un po’ limitato nella sua gamma. Jørgen ha sicuramente portato un’altra dimensione quando era nella band.
Dico ERA, perché ha lasciato la band un paio di mesi prima dell’uscita di Sunwind Sails. Vai a capire…
Ouch… un brutto colpo… quindi cosa intendete fare, ora? Credete di continuare su questa linea oppure pensate di mantenere l’impostazione melodica dei precedenti album?
Le melodie sono sempre state una parte importante dei Big City e anche il marchio di fabbrica del mio modo di suonare la chitarra e di quello di Frank. Naturalmente ci saranno tonnellate di materiale melodico nei prossimi album. Ho già registrato un paio di brani e sarà un bel mix.
Domanda di rito: qual è l’attrezzatura di cui non potete fare assolutamente fare a meno durante un concerto?
Il pocket-tennis. E abbiamo sempre l’attrezzatura con noi… se capisci cosa intendo! [sorride]
Avete qualche piano B per il futuro?
Avevamo sicuramente dei progetti e questo festival hard rock in Belgio era il nostro prossimo e primo concerto internazionale. Questo non accadrà, ovviamente, dal momento che non abbiamo più un cantante. Ma torneremo più forti!
Forza ragazzi! Vi auguriamo un grandissimo in bocca al lupo per la ricerca del vostro prossimo cantante, che speriamo troviate quanto prima. Grazie per il vostro tempo!!
Grazie mille per il supporto all’hard rock e al metal norvegese!