Thrash

Intervista Bulldozer (tutta la band)

Di Stefano Ricetti - 7 Maggio 2009 - 11:01
Intervista Bulldozer (tutta la band)

Mi sento realmente onorato di poter pubblicare l’INTERVISTA ESCLUSIVA ai Bulldozer, nelle persone di Alberto “AC Wild” Contini, Andrea “Andy” Panigada e Manu contenente IN ANTEPRIMA ASSOLUTA la presentazione del nuovo album, Unexpected Fate – in uscita il prossimo 11 giugno 2009 – e molto altro legato al presente, passato e futuro della band.

Buona Lettura.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Alberto, spiega la frase contenuta all’interno del flyer della Scarlet Records: “A vision from the past… IX (1988) – Stop the prediction!!!”

AC WILD – Chi ha occhi e testa per capire, capisca. Se si guarda con attenzione non c’è bisogno di spiegazioni. Come ben ti ricordi il testo di IX, (che è il luogo più profondo dell’Inferno, dove risiede Lucifero) parla di un piano per distruggere il nostro pianeta. La copertina riassume simbolicamente questo piano, che è stato parzialmente già attuato.

Dai un significato alle due immagini in bianco e nero incapsulate con il mirino (Statua della Libertà e Basilica di San Pietro), poi a quella con il mirino rosso (E’ un grattacielo? Se si è semplicemente agghiacciante…) ma soprattutto chi raffigura il personaggio oscurato dal colore bianco che scruta il mondo…

AC WILD – Il piano di distruzione descritto in IX ha dato vita a una organizzazione “religiosa” che si è posta tre obiettivi da distruggere: la cultura occidentale basata sulla libertà e simboleggiata dalla statua, la religione cristiana, simboleggiata dalla basilica, e il potere economico occidentale, simboleggiato da ciò che è stato già distrutto nel frattempo, quattordici anni dopo la pubblicazione di IX. Si vede benissimo sulla copertina di che grattacielo si tratta: anche la nuvola di fuoco e fumo scuro ai piani intermedi non lascia dubbi. L’immagine riportata in piccolo con la figura umana raffigurata in bianco, è un’immagine che ho volutamente censurato nascondendo il personaggio – che non voglio nominare – e le scritte in arabo. E’ una immagine recente in occasione di un messaggio dato all’Europa. Di fianco c’è il mondo con un’esplosione al centro… a voi ogni commento e riflessione

Nel 1988 che tipo di presentimenti ma soprattutto che riferimenti avevi per comporre una copertina per certi versi inquietantemente profetica come quella di IX? In pratica la caduta del sistema America fatto di tutto business e niente sentimento accompagnato da un’economia in borsa gonfiata rispetto alla realtà vera…

AC WILD – L’ultima canzone di IX si chiama The Vision Never Fades. Come scritto nel testo questa visione mi è stata data, non l’ho cercata, ma solo recentemente ho capito certi contenuti. La crisi economica attuale è poca cosa rispetto a ciò che può accadere.

Si sono avverate tutte le tue profezie oppure ne manca ancora qualcuna?

AC WILD – Anche la copertina di Unexpected Fate contiene una visione, per me molto importante. Chi fosse interessato ad approfondire lo invito ad osservare con attenzione e ad usare il proprio cervello. Ognuno poi tragga le sue conclusioni. Non voglio imporre un modo di pensare. Invito semplicemente a riflettere con la propria intelligenza su alcuni temi. Anche su questo album sono proposti diversi temi.

Domanda sia per Andy Panigada che per AC Wild: Unexpected Fate non significa assolutamente ammorbidimento del Bulldozer sound e questo va a vostro merito. Spesso infatti i ritorni, come-back o reunion che dir si voglia di band famose negli anni Ottanta portano a una visione diversa e meno diretta del messaggio. A voi non è successo. C’è un motivo ben specifico? Come spiegate la cosa?

ANDY PANIGADA – Mah, il nostro sound e il nostro genere non sono cambiati rispetto al passato, è cambiata la tecnologia di registrazione e l’esperienza di produzioni musicali che tutti noi (Andrea Leonardi “The Producer”compreso, il 4° componente insostituibile del gruppo) abbiamo accumulato in questi ultimi 20 anni. Abbiamo curato in particolar modo la separazione delle frequenze di ogni singolo strumento, per cui in questo CD si sente tutto abbastanza bene quindi pur essendo alla fine un disco Thrash suona inevitabilmente meglio delle precedenti produzioni. E non e’ una questione di merito/demerito, o di una cosa studiata a tavolino, noi siamo così, non siamo cambiati ne è cambiata la nostra visione delle cose in cui crediamo, siamo sempre andati per la nostra strada facendo quello che abbiamo voluto senza condizionamenti di nessun tipo.

Diciamo che ci siamo presi un “ventennio sabbatico” per vivere un po’ la vita per poi poterne parlare con cognizione di causa, ciascuno di noi in relazione al proprio vissuto. E’ inutile a 20 anni parlare di cose che non si conoscono, se non in maniera superficiale, e quasi sempre senza molta cognizione di causa, mentre con l’esperienza è molto più divertente verificare oggi che magari alcune cose per cui eravamo un po’ considerati dei “visionari” sono poi “inaspettatamente” successe. E il fatto della nostra reunion in questi termini non fa che confermare coi fatti la diversità rispetto alle altre, questa è nata con dei valori “puri”, non commerciali, ne di nessuna altra costrizione, anche se su vari forum, compresi quelli del nostro “amicone” tedesco del Thrash Assault, gente che non ci conosce personalmente crede poi che siamo “star” e altre minkiate che non ci appartengono minimamente, non guardano magari al fatto che invece sul sito My Space del Thrash Assault c’è ancora pubblicata la notizia fuorviante e ingannevole per i fans della nostra partecipazione al concerto di novembre tenuta lì apposta per vendere qualche biglietto in più a qualche sprovveduto. Che tristezza!!!

Costui si sta dimostrando solo un piazzista di band/concerti che si è incazzato con noi perchè abbiamo “osato” ribellarci e non accettare le condizioni imposteci e poi completamente da lui stravolte. Mah, forse siamo noi che siamo fuori posto/logica, ma se una cosa mi “becca” male, io non la faccio, costi quel che costi, sono pronto anche a rinunciare ad un concerto in Germania con chicchessia, a 750 merdosissimi euro di rimborso spese e anche a molto di più. Io posso anche suonare gratuitamente, come probabilmente faremo in futuro facendo devolvere il nostro compenso direttamente dagli organizzatori all’Unicef, non devo certo suonare per campare, lo faccio solo per puro divertimento, ma ca**o, almeno il rimborso delle spese di viaggio lo pretendo, così come il rispetto come persona, indipendentemente dal nome della band in cui si suona; e gli organizzatori sanno valutare bene i costi di trasporto soprattutto se si richiedono gruppi esteri, quindi devono essere in grado di poter provvedere almeno alle spese vive, se no che organizzino concerti con gruppi locali ed ognuno a casa propria.

Se poi riescono a trovare bands che si fanno anche 1000 km senza chiedere manco il rimborso, e che devono suonare in condizioni precarie, non si lamentino poi se la situazione non è migliorata in questi ultimi 20 anni, e qui mi fermo, non vorrei ripetermi come in occasione dell’intervista che suscitò polemiche ai tempi e a cui partecipai su Metal Shock dal titolo “Pagare Per Suonare”. Secondo me dobbiamo rifarci a dei modelli di vita passati come i grandi compositori dell’800, che suonavano soprattutto per passione e che sono poi morti in povertà, ma ancora oggi ricordati e venerati. Bisogna separare il lavoro dall’arte, o al limite, se proprio uno facendo quello che gli piace riesce anche a campare, ben venga, ma assolutamente non il contrario, se no si rischia di percorrere la stessa strada che portò alla fine della forza propulsiva del Thrash anni ’80.

AC WILD – Abbiamo deciso di suonare come piace a noi e di proporre in modo semplice e immediato le nostre idee, indipendentemente dalle possibili reazioni. Potremmo essere criticati perché abbiamo proposto un suono antiquate: chi se ne frega! A noi piace questo suono estremo degli anni ‘80. E’ il nostro suono, grezzo e naturale.

Negli anni Ottanta, se non vado errato, Tom Araya degli Slayer asserì di essere stato influenzato dal vostro sound o quantomeno di seguire con molta attenzione i passi della carriera dei Bulldozer. Vai avanti tu, Alberto.

AC WILD – Mi ricordo che gli era piaciuto IX. Poi negli anni successivi non abbiamo più parlato di musica se non sporadicamente. Solo con Lombardo ne ho parlato molto, soprattutto di classica, la nostra passione comune. Comunque sono sempre in contatto con Loro. Gli Slayer comunque sono dei “capiscuola” ; so che sono stati influenzati all’inizio dai primissimi Venom. Poi hanno creato la loro strada e secondo me hanno dato il massimo nella seconda metà degli anni 80. Dal vivo sono unici, anche adesso.

Valutazioni strettamente personali dopo aver sentito per bene il vostro nuovo album Unexpected Fate: impianto dei pezzi MOLTO ma MOLTO a la Slayer, innovazione ridotta al minimo, disco Bulldozer al 100% – le influenze degli Slayer sono sempre state presenti nella vostra discografia – con coerenza di fondo sempre presente. Pezzi meglio riusciti: Use Your Brain, Micro Vip, Bastards, Counter Crusade e In The Name. Cosa pensate delle mie affermazioni?

ANDY PANIGADA – Si, c’è qualcosa anche di Slayer dentro, ma non solo, direi che c’è il meglio delle influenze di ogni gruppo che valeva la pena di citare. Diciamo che nel complesso è talmente influenzato da tanti gruppi che ne è venuto fuori un disco molto originale, con delle chicche che nessun gruppo finora ha pensato di fare. Mi riferisco alle partecipazione negli assoli della Batten, Loureiro, Sheehan, Thorsen, Rain. Questa è stata la mossa più originale di tutte, che ancora una volta ci contraddistingue. Per quanto riguarda i pezzi, a me ovviamente piacciono tutti, ognuno per una caratteristica particolare e poi chi lo ascolterà, è normale, avrà le proprie preferenze. Staremo a vedere!!!

AC WILD – D’accordissimo su BULLDOZER al 100%. Se per innovazione intendi “suono moderno virtuale artefatto” ti confermo che non c’è proprio. Invece ci sono nuove idee musicali proposte con il nostro gusto, certamente non moderno. Se per pezzi alla Slayer intendi l’atmosfera di Reign In Blood allora sì. Dal punto di vista compositivo solo alcuni tratti propongono melodie ispirate dal vecchio stile Slayer. Di fondo però il gusto melodico è quello tipico di Andy.

Andrea, spiega il processo di creazione dell’album Unexpected Fate (scrittura, arrangiamenti, strumenti utilizzati, tecniche di registrazione etc etc )

ANDY PANIGADA – Per quanto riguarda la struttura delle canzoni abbiamo fatto esattamente l’opposto degli altri album, in quanto non sono un insieme di blocchi rigidi di riffs che poi venivano cantati o sui quali veniva fatto l’assolo; ogni pezzo, dall’inizio fino alla fine, è costruito tenendo solo le parti che il pezzo stesso richiedeva, non copiando per forza il blocco precedente, ma seguendo esattamente le esigenze della canzone e del tema trattato, levando parti “pallose” ed inutili, tenendo solo il succo ed eliminando la buccia!!!

Per cui ci sono pezzi che durano 2 minuti, altri fino a 5 minuti, ma ognuno fabbricato “artigianalmente” e “su misura” per l’ascolto tutto di filato in modo che l’ascoltatore debba dire alla fine: “Ma come, è già finito???” Anche gli arrangiamenti, le linee di voce e i passaggi di batteria sono sempre diversi, e secondo lo stile di ogni singolo pezzo, che sono più o meno tutti rappresentati, un misto tra IX e NEURODELIRI. Abbiamo registrato direttamente su PRO TOOLS senza usare nastri analogici, e solo per la batteria c’erano 18 microfoni aperti!!! Volevamo suoni completamente veri. Le chitarre e il basso sono stati registrati mandando il suono dell’ampli e pre analogici direttamente nel banco senza l’uso dei diffusori microfonati, per rendere il suono più diretto e preciso. Io ho usato una chitarra ESP con pick up EMG, AC Wild il “solito” basso Rickenbacker, il Manu la sua Mapex al gran complete.

Gli assoli di Jennifer Batten, che era presente in studio, sono stati improvvisati direttamente senza che lei avesse mai sentito prima i pezzi, quasi tutti caratterizzati o dai suoi suoni particolari ed effettati o usando la tecnica in cui lei è la migliore del mondo, il tapping. A Kiko Loureiro, invece, che era in Brasile, sono stati spediti i file delle parti interessate, e ho spiegato via mail a grandi linee quali tipi di assolo volevo, pensando poi di dover farli rifare con delle modifiche, ma invece quando li ho sentiti di ritorno e dentro le canzoni intere, li abbiamo tenuti senza modificare una sola virgola, aveva capito perfettamente lo spirito dei pezzi ed ha solo usato la sua tecnica “mostruosa”, ma sempre al servizio dei pezzi, entrandoci dentro direttamente in perfetta sintonia, alternando sempre una dose di gusto e tecnica, mai fine a se stessa.

Incredibile, non per niente ogni anno è sempre votato tra i migliori chitarristi del mondo!!! A proposito di “Best Performer”, abbiamo anche avuto la fortuna di avere ospite in “The Counter-Crusade” il mitico Billy Sheehan, gran bassista che è inutile presentare: il nome è già una garanzia!!! La song non era certo stata creata sapendo che ci avrebbe suonato anche lui, ma era l’unica che si adattasse perfettamente ad un bass-solo fenomenale come quello che ha inciso, in circa 15 minuti e senza aver mai sentito prima il pezzo!!! Ora capisco la differenza tra veri fuoriclasse e gente come noi, che si diverte suonando e basta!!!

Oltre a questi 3 artisti di fama mondiale, abbiamo avuto ospiti sempre in 2 assoli di “Buried alive by thrash”, i mitici Olaf Thorsen (Vision Divine) e Anders Rain (Labyrinth); anche con loro ci siamo scambiati istruzioni e files via mail, ed e’ funzionato tutto alla perfezione, buona la prima!!! Sono stato molto contento di aver potuto suonare con dei personaggi di questo calibro, tra i migliori al mondo, un sogno fino a solo un anno fa. Ma con buone idee, convinzione, umiltà, e forte determinazione siamo riusciti ancora una volta “inaspettatamente” a tirar fuori un gran disco che mi soddisfa al 1000 x 1000, come mai prima, ed è questo che intendevo quando dicevo che ai nostri fans avremmo riservato “il meglio” in assoluto, come del resto abbiamo sempre fatto, in buona fede, anche in passato.

Quali saranno i brani tratti dal nuovo album che eseguirete di sicuro dal vivo?

AC WILD – Decideremo più avanti, tra qualche settimana. Questa estate comunque non suoneremo dal vivo.

Illustra nei particolari la copertina di Unexpected Fate e da chi e come è stata realizzata.

AC WILD – Il grafico è nuovo per noi, ma non per la scena metal. E’ Davide Nadalin che ha già realizzato molte copertine per la Scarlet. Ovviamente i contenuti sono stati tutti indicati da me. Lui ha capito bene cosa volevo comunicare e l’ha realizzata bene. E’ stata una esperienza nuova ma molto positiva.

Quali sono i pezzi risalenti agli anni Ottanta e quali invece quelli di recente stesura?

ANDY PANIGADA – Tutti i pezzi contengono delle parti originariamente scritte da me alla fine degli anni ’80. Solo Unexpected Fate è stata interamente realizzata nel 2008, ed è stato l’ultimo pezzo creato apposta pensando all’argomento del testo. Ho composto Unexpected Fate, sempre “su misura” e senza fronzoli. I finali di alcuni pezzi sono secchi, altri sono sfumati con gli assoli sfruttati il più possibile in quanto valeva la pena ascoltarli fino all’ultima nota…

Track By Track – descrizione del pezzo, del messaggio che contiene e degli special guest. Se vi sono aneddoti raccontali.

AC WILD – Innanzi tutto, tutte le idee musicali di base di tutti i brani (ad eccezione di The Prediction) sono di Andy. Io ho scritto i testi. Per quanto riguarda i contenuti darò qualche spunto, ma voglio lasciare all’ascoltatore la libertà di interpretarlo a suo modo, con il suo cervello.

1. Unexpected Fate: la copertina e il testo sono combinati. Il pezzo è collegabile con The Death of gods, ultimo brano di Final Separation. L’intro è ispirato al famoso Requiem di Mozart. L’ospite è Jennifer Batten che ha improvvisato l’assolo dopo aver sentito il brano una volta sola!!!

2. Aces Of Blasphemy: non dò alcun indizio o spunto. Volutamente Ognuno lo legga come meglio crede. L’ospite è sempre Jennifer Batten.

3. Salvation For Sale: non è dedicato ad una religione o setta in particolare, ma ad un fenomeno molto diffuso che ha molte vesti, esiste in molte culture differenti. L’ospite è Jennifer Batten.

4. Use Your Brain: è un invito alla riflessione molto esplicito. Ogni essere umano ha un proprio cervello, ma spesso per seguire una corrente non lo usa in modo autonomo. Naturalmente alcuni uomini potenti ne traggono un grande vantaggio. L’ospite è Kiko Loureiro.

5. Micro VIP: concettualmente è simile a Minkions, ma questa volta non sono delle bands a finire sotto i “riflettori”, ma un esercito di persone, una quantità impressionante. L’ospite è Jennifer Batten.

6. Bastards: è dedicata ai “potenti” di questo mondo. L’ospite è Jennifer Batten.

7. Buried Alive By Trash: è un testo molto semplice ed immediato. Prende spunto dalle strade piene di spazzatura di qualche tempo fa, e prosegue sui temi dell’inquinamento e del nucleare Gli ospiti sono Olaf Thørsen, Kiko Loureiro e Anders Rain.

8. The Counter-Crusade: il termine “counter-crusade” (contro-crociata) è stato inventato da me per descrivere un fenomeno storico, filosofico, culturale e religioso che ha poi generato, tra le sue varie forme, anche quel movimento che ha progettato il piano descritto in IX. Anche qui non voglio descrivere troppo dettagliatamente per lasciare maggior spazio alla libertà di interpretazione. Gli ospiti sono Billy Sheehan e Kiko Loureiro.

9. The Prediction: dopo aver letto attentamente i testi di “The Counter-Crusade” e “In the Name”, e dopo aver visto attentamente la copertina di IX, Jennifer Batten ha deciso di creare questo breve brano strumentale e di chiamarlo “The Prediction”. La parte di organo l’ho suonata io.

10. In The Name: è la descrizione della profezia di IX già avvenuta, con osservazioni finali. L’ospite è Jennifer Batten.

Secondo voi ci sono a livello di mercato e di interesse da parte dei fan i presupposti per un nuovo album dei Bulldozer?

ANDY PANIGADA – Da parte dei fans direi proprio di sì, visti i contatti sul mio My Space su quello del fan site; ed è proprio per il loro incitamento ed il loro supporto in questi anni bui ad una band che avrebbe dovuto rimanere sepolta per sempre “in the grave”, che abbiamo trovato la forza e determinazione per ritornare. Grazie a tutti, ragazzi!!!

Il mercato… mah, dipende da chi lo fa, se lo facessero i fans, ti direi di si, ma a volte succede che il gradimento dei fans e le offerte del mercato non vadano assieme nella giusta direzione. Staremo a vedere comunque. Il nostro dovere come al solito è stato svolto al massimo delle nostre possibilità, nei secoli fedeli alla causa del Thrash e per questo sono tranquillo.

AC WILD – Il nostro approccio a questo progetto è puramente basato sulle idee e gusto personale. I fan ed il mercato reagiranno come meglio credono.

Chi fra voi ha fortemente voluto la reunion dei Bulldozer? Descrivi i primi passi del vostro ricongiungimento musicale.

ANDY PANIGADA – Mah, io onestamente non me lo ricordo proprio com’è andata di preciso, so solo che la voglia di suonare ancora assieme ha prevalso su ogni cosa, e ogni intoppo, di tempo, problemi tecnici, logistici sono svaniti nel nulla. E’ proprio vero che quando si vuole fortemente e con determinazione qualcosa, e’ molto più facile ottenerla!!!

Ci sono stati scazzi importanti fra voi due nella storia dei Bulldozer?

ANDY PANIGADA – Mah, qualche scazzo è inevitabile che avvenga in 7 anni di vita assieme, dentro e fuori dal gruppo, anche perché uscivamo assieme anche la sera ed eravamo amici, ma importanti non direi, diciamo che ognuno pensava di imporre la propria idea pensando fosse quella giusta e per il bene del gruppo, ma non essendo i Bulldozer una “one man band” ed avendo entrambi una forte personalità abbiamo dovuto alla fine raggiungere compromessi accettabili per entrambi, in maniera che nessuno si sentisse sminuito e fosse contento di dare il massimo apporto alla band. E per 7 anni è andata così.

AC WILD – C’è stato un momento di tensioni alla fine degli anni ‘80 quando Rob Klister voleva cambiare genere. Di fatto poi io ed Andy abbiamo gestito ogni cosa riguardante Bulldozer di comune accordo. Dal punto di vista artistico e storico Bulldozer ha le sue fondamenta sul binomio AndyPanigada-AC WILD. In questo ultimo CD c’è anche l’importante contributo artistico del Manu, del produttore A. Leonardi e degli ospiti.

Dopo l’infelicissima cover di The Final Separation vi è una svolta totale nella Vostra discografia a livello di immagini, a partire da quella di IX fino ad arrivare a Neurodeliri, molto complessa ed elaborata. C’è un collegamento a livello di significati fra quest’ultima – o quella di Neurodeliri – e quella di IX? Se si spiegane i contenuti.

AC WILD – Le copertine di Day of Wrath e Final Separation sono state fatte dalla Roadrunner che voleva darci l’immagine dei Venom clones. Con questa etichetta volevano vendere più dischi, e sicuramente Day of Wrath ha venduto bene. Una volta finita la storia con Roadrunner siamo stati liberi di fare ciò che volevamo. Di IX abbiamo già parlato: confermo che ci sono legami con Unexpected Fate, a livello di contenuti, e come ho già detto non voglio dare indizi o “chiavi interpretative”. La copertina di Neurodeliri è dedicata a Dario Carria e mostra il contrasto tra arte pura e istintiva da una parte ed il mondo della cultura, arte “affermata” e divulgata a livello “accademico” dall’altra. Il contesto artistico di questa copertina e quello dell’architettura (sia io che Marco Comerio, il designer, siamo architetti, anche se io svolgo un’altra professione).

Rimanendo a IX, come mai nella copertina interna una facciata è riempita completamente dalle vostre foto miste a immagini porno con tanto di riferimenti scritti alle varie pratiche erotiche?

AC WILD – Il collage è stato fatto da Rob Klister. Riflette un po’ la sua personalità, come descritta bene nel brano a lui dedicato. Allora il mondo della pornografia era molto diverso. Nel film “Cicciolina Number One” trovavi di tutto, era veramente estremo e ti sorprendeva. Oggi si tende a far tutto per schemi preordinati: una noia mortale.

So che desideri precisare alcune cose riguardo quanto scritto nel box di corollario alla vostra intervista apparsa sul numero 1 della rivista Classix Metal.

AC WILD – In quell’occasione sono stato definito come un appassionato produttore di Dance, Eurobeat e Techno, e frequentatore di discoteche. In realtà io sono solamente un editore musicale e produttore discografico dal 1990. Fino a ora ho fatto pubblicare (ma non li ho creati io) oltre 2.000 brani di svariati generi; ci sono sì Dance, Eurobeat e Techno, ma anche Classica, Pop Giapponese, Rock, Metal ed anche un album di Jazz. In Giappone la Eurobeat, la Techno e la Pop Giapponese hanno avuto un discreto successo, ed il mio nome di Editore e produttore esecutivo è stato conseguentemente associato a questi generi. L’avermi definito appassionato di questi generi o frequentatore di discoteche è pura fantasia: non sono mai salito su una pista da ballo e di certo me ne sto alla larga dalle discoteche. Mi potrete trovare alla Scala a sentire Barenboim, che reputo il più grande musicista vivente, ma mai in discoteca. Alcuni di voi ricorderanno che attorno al 1990 ho scritto una serie di articoli su Flash per una rubrica chiamata Music & Business dove ho illustrato le mie teorie su discografia ed editoria musicale. Ho voluto poi mettere in pratica queste teorie ed ho avuto un discreto successo in Giappone. Una cosa è il business e la professione di discografico, un’altra cosa è la passione per la musica e l’arte. Con i Bulldozer l’aspetto discografico è stato affidato alla Scarlet, proprio per non mischiare la mia passione con la mia professione.

Quali sono le affinità fra un gruppo come il vostro e i Death SS?

ANDY PANIGADA – Direi tutte, tranne musica e immagine!!!

AC WILD – la passione vera per ciò che si fa. Questa forse la più importante. Poi mi piace il fatto che loro sono amatissimi o detestati, senza vie di mezzo. Sono unici!!!

Credete in Dio?

ANDY PANIGADA – Dio come lo intende la Chiesa non direi, credo nel buonsenso delle persone, e se tutti potessimo vivere in maniera tranquilla e senza grossi problemi, non ci sarebbe l’esigenza nel rivolgersi a un Dio per richiederne favori. Questa figura è stata creata da dei furboni per far credere a coloro che hanno problemi che se pregheranno, le loro speranze di risolverli verranno ascoltate ed in un’altra vita troveranno anche loro il riscatto. Ed intanto in questa vita ti tengono “sotto” e te la fanno vivere “di me**a”. Solo che oggi, tra tutti i vari problemi che si stanno ingigantendo a dismisura e ormai fuori anche dal loro controllo, gli umani stanno dando il peggio di loro stessi, e temo proprio che tra non molto i soliti potenti in accordo con la Chiesa si inventeranno una guerra che stermini le popolazioni più povere, deboli e inconsapevoli, in modo da poter occupare nuovi territori da sfruttare e tirare avanti magari per un altro secolo. E Dio allora starà ancora a guardare?

AC WILD – potrei scrivere un libro. La maggior parte della gente credente in occidente si immagina un Dio fatto a misura d’uomo, con sembianze umane. Nell’Islam tradizionale invece Dio è infinitamente trascendente e non ha sembianze umane. Nel Buddismo non esiste. In moltissimi casi la gente se lo “modella” secondo i propri interessi ed esigenze. In molti poi prevale la convinzione che sia stato l’uomo a creare Dio e non viceversa. Io personalmente credo nel Dio assolutamente Imprevedibile e Immanipolabile e sono convinto che nessuno, io compreso, possa avanzare pretese di alcun tipo. Nonostante mi sia capitato di avere avuto una visione del futuro molto precisa e dettagliata mi sento a maggior ragione ignorante e impotente in questa materia. Una volta mi ritenevo un esperto, ora, dopo aver approfondito e vissuto esperienze importanti sono giunto alla conclusione che è meglio non farsi troppe illusioni; forse è meglio ragionare con calma, senza pretese e presunzione…

Alberto, possiedi ancora il mantello nero con il bavero alto? Quello sulla cover di IX per capirci…

AC WILD – Sì, certo. Non è in buono stato, ha preso “un quarto di secolo” di polvere…

Non avete mai sentito l’esigenza di aggiungere una seconda chitarra la vostro gruppo?

ANDY PANIGADA – Si, questa è un’esigenza che dovrà essere risolta a breve con l’inserimento del secondo chitarrista, che deve essere sia ritmico che solista. Io ormai ho fatto il mio tempo come solista, e oggi ci sono dei ragazzi anche molto giovani che suonano veramente di brutto, parlo tecnicamente, anche se magari mancano un po’ di feeling e di cuore. Penso che comunque dopo l’uscita del CD cominceremo a provarne qualcuno, ho già un paio di contatti, poi vi faremo sapere.

Che fine ha fatto Adriano “So Dark” Bosone, di fatto il Vostro mentore su Rockerilla? Qual è stata l’ultima volta che lo avete visto?

ANDY PANIGADA – Io l’ho visto un paio d’anni fa al supermercato, ma non ho avuto il coraggio di chiedergli se la donna con lui era la Tiziana Tempo, la sua compagna di allora (se si, era irriconoscibile)

AC WILD – Non l’ho più sentito. Non lo vedo da circa vent’anni.

Come mai non esiste un sito ufficiale della band?

AC WILD – Negli ultimi anni, quando non eravamo attivi, i Bulldozer erano presenti solo su fan sites. Io penso che sia giusto continuare così. Inoltre i siti ufficiali sono una sorta di “luogo dell’autocelebrazione” e per certi versi sono concettualmente tutti uguali. Distraggono dai contenuti veri della musica. Non a caso da quando c’è internet, la creatività musicale è crollata su tutti i fronti.

Cosa pensi della recentissima ristampa in Cd digipak limited edition di “Alive… In Poland” da parte della label polacca Metal Mind?

AC WILD – Non l’ho mai visto.

Spiega il perché del vostro diniego al festival tedesco di un paio di mesi fa.

AC WILD – E’stato scritto tanto, fin troppo. Non mi sono fidato del promoter. La sua reazione da ****** dimostra che è un promoter inaffidabile. Sono contento di non suonare in quel contesto. Per fortuna non tutti i promoter sono così. Nonostante tutto in Germania c’è diversa gente che crede ancora a quel tipo e ci classifica come “Poser” o presuntuosi. In molti ci hanno etichettato senza nemmeno aver ascoltato una nota del nuovo CD. Di sicuro ci siamo fatti dei nemici e ci saranno ripercussioni sulle vendite in Germania, ma come ho detto prima non ci interessa il consenso di chi è falso e bigotto anche se vestito da Thrasher.

Bulldozer-Unicef…

AC WILD – L’Unicef, così come molte altre associazioni, si occupa di bambini che spesso non hanno la possibilità di vivere per svariati motivi. Molti di questi sono vittime dell’ingordigia di alcuni potenti. E’ un tema trattato nel nostro ultimo CD. Da anni ho dato qualche piccolo contributo a questa organizzazione.

Qual è il messaggio che Vi sentite di lanciare alle nuove band emergenti italiane?

ANDY PANIGADA – Innanzitutto, di suonare molto, di fare selezione naturale di elementi che non hanno attitudine, che frenano gli altri, di “provarci” naturalmente mettendocela tutta e dando il proprio massimo, di richiedere almeno il giusto e meritato rimborso spese (ricordate il motto: chi non chiede un ca**o, non vale un ca**o) e comunque se dopo un po’ non riuscite a combinare niente di nuovo rispetto agli altri gruppi che valga la pena di essere ricordato, cambiate o gruppo, o dedicatevi ad altro, non è detto che il futuro di tutti quelli che iniziano a suonare sia di camparci con la musica, non è un disonore lavorare in altri settori, anche se meno divertenti. Ed è giusto anche nei confronti degli altri gruppi che stanno per farcela, ma a causa della concorrenza sleale di altre band che magari per suonare al posto tuo magari vanno gratis o magari pagano anche, non riescono a dare una svolta al loro destino.

Purtroppo non c’è posto per tutti, e non è neanche detto che siano solo i migliori a farcela, a volte neanche la bravura o l’originalità paga, figuriamoci chi non ha nemmeno una di queste qualità. Anche noi ci abbiamo sbattuto il muso contro e comunque ogni lezione serve per crescere e fare esperienze, se non altro a evitare di ripetere gli stessi errori. Bisogna saper capire quando è ora di smettere, o anche l’ora di ricominciare, perché no?

Ultima cosa, ma molto importante: se gli organizzatori di concerti vi cercano perché valete, chiedetegli pure il giusto, e ve lo daranno. Ma se vi proponete voi perché se no loro non ve lo chiederebbero mai e non pretendete neanche 1 euro o peggio, siete disposti anche a pagare, ecco, con questo comportamento siete già condannati, e peggio ancora, condannerete anche gli altri gruppi a non pretendere neanche il minimo sindacale, mentre gli organizzatori anche se fanno 30 ingressi a 5 euro senza pagare nessuno, hanno fatto la loro giornata senza neanche sbattersi, e voi, invece, che ci avete guadagnato? E tutto questo, per cosa?

Comunque, ribadisco che per divertimento, tutti hanno il diritto di suonare e, appunto, di divertirsi.

AC WILD – Da diversi anni la situazione per i gruppi emergenti è molto difficile. Sulla rete quando visiti i siti ufficiali non riesci mai a capire il valore artistico reale di una band di quel tipo. Inoltre i metodi attuali di registrazione permettono a chiunque di essere tecnicamente perfetto. E quindi è molto facile diventare una delle migliaia di micro celebrità ma è difficilissimo fare il passo successivo. Anche dal vivo soprattutto in Italia ci sono molte possibilità di suonare ma spesso la qualità di impianti, fonici etc. rendono queste esibizioni poco significative. E’ molto difficile di questi tempi lasciare un segno forte, e anche quando lo si fa, si finisce spesso nel “mega-minestrone”. Io penso che per fare qualcosa di importante si debba avere un’idea molto forte ed originale associata alla determinazione di portarla avanti ad ogni costo.

Manu, conoscevi già i Bulldozer prima di suonarci insieme?

MANU – Certamente! In quanto metal fan tricolore ritengo necessario conoscere ed apprezzare le band che hanno scritto la storia di questa musica in Italia, a maggior ragione se parliamo dei Bulldozer, cioè la band italiana più significativa di sempre nel panorama internazionale, sopratutto per quelli come me che provengono dall’ underground Thrash nazionale.

Come definiriesti due personaggi come AC Wild e Andy Panigada?

MANU – A mio avviso Andy è un grande compositore nonché un inguaribile festaiolo! E’ fantastico vedere come in lui si contrappongano l’estrema serietà e professionalità della sala prove e dello studio di registrazione con l’ attitudine a far casino e sparare le più assurde stronzate in giro per i locali! Considero invece AC Wild come una persona attenta e composta in ogni situazione, sia in sala prove che nei bar e nella vita di tutti i giorni. Sono due entità che si completano a vicenda, accomunate da una smodata attenzione per i particolari, ed è solamente il loro lavoro sinergico a dar vita alle songs e all’immagine dei Bulldozer. Non credo sarebbe possibile ottenere gli stessi risultati se entrambi lavorassero per conto proprio.

Che sensazioni provi quando ti trovi fianco a fianco con due leggende come Loro?

MANU – Preferisco non pensarci, altrimenti vado fuori di testa! Faccio un respiro profondo e mi dico: “Okay, è solamente (solamente?!?) un tuo nuovo gruppo… siediti lì dietro le pelli e picchia come fai con le altre band..”. Cerco di non farmi sopraffare dalle emozioni, altrimenti il rischio è quello di non riuscire a lavorare come richiedono le circostanze.

Hai mai incontrato di persona il tuo predecessore Rob “Klister” Cabrini?

MANU – No, non ho mai avuto l’occasione di incontrarlo di persona. Sicuramente avrò modo di conoscerlo più avanti e lo spero proprio, perché avrei un paio di domande da fargli.

Quali sono i dischi dei Bulldozer che ami di più?

MANU – IX e Neurodeliri, il primo per la violenza massiccia che spara fuori dalle casse, il secondo perché lo vedo come il lavoro più maturo dal punto di vista compositivo. Di IX mi piace parecchio il suono della batteria, con la doppia cassa molto potente e i piatti squillanti e presenti. Neurodeliri è stato il primo disco dei Bulldozer che ho ascoltato e ricordo che rimasi molto colpito dal fatto che quelle canzoni non avessero nulla da invidiare alle composizioni dei grandi nomi estremi nel panorama internazionale. Ascolto molto volentieri anche The Final Separation, la cui title-track è secondo me pura espressione di malvagità. Anche gli altri pezzi che sono sul live hanno un forte impatto, senza contare l’adrenalina a mille di “Ride Hard… Die Fast”.

Piani futuri? Concerti pianificati?

AC WILD: Pochi concerti ma mirati, stando attenti a certi promoter. Per il 2009 abbiamo intenzione di fare due concerti a novembre a favore dell’Unicef. Uno presumibilmente a Milano e l’altro in Germania. Più avanti pianificheremo il 2010. Ogni cosa a suo tempo. Un saluto a tutti voi.

Andrea, qualcosa da aggiungere?

ANDY PANIGADA – Sì: Stay Minkions!!!

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti